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Redemptionis Sacramentum
LE PRIME REAZIONI Il
testo del documento
Il cardinale Arinze deve spingersi ancora oltre Facendo seguito all’enciclica Ecclesia de Eucharistia, il cardinale Arinze ha pubblicato l’istruzione Redemptionis Sacramentum, il cui scopo primo è di denunciare gli abusi più vistosi che si incontrano nelle celebrazioni liturgiche condotte in base alla riforma di Paolo VI. Tra i documenti che in questi ultimi dodici anni hanno provato a mettere ordine nella materia, questo è sicuramente il più preciso e il meglio argomentato. Anche se il cardinale ha dovuto versare dell’acqua nel suo vino, non si può che gioire per le eccellenti intenzioni del Prefetto della Congregazione per il Culto Divino, intenzioni condivise da numerosi responsabili della Curia attuale. L’effetto più favorevole di questa istruzione sarà quello di legittimare gli sforzi di " risacralizzazione " che compiono ogni giorno un certo numero di preti delle nuove generazioni. Ma, in definitiva, si tratta di un testo, che si aggiunge alle montagne di testi esistenti. C’è da augurarsi che la Redemptionis Sacramentum sia seguito da misure concrete. Il cardinale Arinze, che ha il vantaggio di non parlare invano, arriverà fino ad assumere delle misure esemplari quantomeno delle ammonizioni - contro i responsabili degli abusi che elenca, fossero anche dei vescovi, dei cardinali o perfino… dei cerimonieri pontifici ? Per altro, per lodevole che sia, questo documento malgrado
tutto somiglia ad uno di quei rimedi che tentano disperatamente di ridurre
i sintomi anziché impegnarsi sulle cause del male. Il primo abuso
liturgico, la fonte di tutti gli altri abusi liturgici, non consiste nella
riforma fabbricata da Annibale Bugnini e dai suoi esperti, e che in realtà
non fu altro che una vera rivoluzione ?
Sono sempre più numerosi coloro che, senza essere
tradizionalisti, pensano che la libera celebrazione della Messa di San
Pio V sarebbe un potente fattore di emulazione per un " ritorno al sacro
".
L’abbé Claude Barthe, Catholica
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