LA  SPADA  DI  FUOCO  dell'Arcistratega
 

Toccare il segno: ecco la cosa straordinaria, miracolosa! Quella normale, comune, è di mancarlo. Agli occhi nostri, epico è l'atto dell'uomo che con una sola freccia temeraria raggiunge un uccello lontano: non è epico anche quello dell'uomo che con una macchina temeraria, il treno, raggiunge una stazione lontana? Il caos è stupido e noioso, perché nel caos sí che i treni potrebbero andare chissà dove, a Baker Street, come a Bagdad. Ma l'uomo è un mago, e la sua magia consiste in questo, che egli dice: «Stazione Victoria», ed ecco qua! è precisamente la Stazione Victoria. No, no: si tenga stretti i suoi libri di prosa e poesia pura: io leggerò l'orario ferroviario con lagrime d'orgoglio. Si tenga pure il suo Byron che commemora le disfatte degli uomini: a me l'orario ferroviario, che ne commemora le vittorie. 

(GILBERT KEITH CHESTERTON (1874-1936), L'uomo che fu Giovedí, trad. di B. Boffito Serra, Milano, Rizzoli, 1975, cap. I, pp. 17-18, citato con lievi adattamenti).

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