LA  SPADA  DI  FUOCO  dell'Arcistratega
 

[...] 
Alcuni se ne andarono per amore di gloria, 
Alcuni se ne andarono che erano infaticabili e curiosi, 
Alcuni rapaci e lussuriosi. 
Molti lasciarono il corpo ai nibbi della Siria 
O furono dispersi in mare lungo il viaggio; 
Molti lasciarono l'anima in Siria, 
Continuando a vivere, immersi nella corruzione morale; 
Molti tornarono indietro spezzati, 
Ammalati e costretti all'elemosina, trovando 
Uno straniero alla porta: 
Giunsero a casa screpolati dal sole dell'Est 
E dai sette peccati capitali della Siria. 

Ma il nostro Re si portò bene ad Accra. 
E a dispetto di tutto il disonore, 
Degli stendardi spezzati, delle vite spezzate, 
Della fede spezzata in un luogo o in un altro, 
C'era qualcosa che essi lasciarono, ed era piú che i racconti 
Di vecchi in sere d'inverno. 
Solo la fede poteva aver fatto ciò che fu fatto bene, 
L'integra fede di pochi, 
La fede parziale di molti. 
Non avarizia, lascivia, tradimento, 
Invidia, indolenza, golosità, gelosia, orgoglio: 
Non queste cose fecero le Crociate, 
Ma furono queste cose che le disfecero. 

Ricordate la fede che trasse gli uomini dai loro focolari 
Al richiamo di un predicatore errante. 
La nostra età è un'età di virtú moderata 
E di vizio moderato 
In cui gli uomini non deporranno la Croce 
Perché mai l'assumeranno. 
Eppure nulla è impossibile, nulla, 
Agli uomini di fede e convinzione. 
Rendiamo quindi perfetta la nostra volontà. 
O DIO, aiutaci. 

(T. S. ELIOT, Cori da «La Rocca», VIII. In: T. S. ELIOT, Poesie, a cura di R. Sanesi, Milano, Mondadori, 1971, pp. 391-393).

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