LA  SPADA  DI  FUOCO

dell'Arcistratega
La filosofia politica della Rivoluzione eleva l’uomo a misura di tutte le cose, rendendolo autonomo da ogni ordine divino, e trasformandolo in asse e centro dell’universo. 
L’ottimismo antropologico unisce Rousseau con Kant e con i legislatori dell’89. Rousseau idealizza fino alla perfezione l’uomo astratto, il selvaggio privo di tradizioni, per definizione buono; Kant esalta la perfezione dell’uomo in sé, indipendentemente dalle tradizioni culturali, ritenendolo idoneo a comprendere il cosmo nell’uso che dei dati della realtà faccia la sua ragione pura e a sapere che cosa sia la giustizia nella semplice autonomia della sua volontà; gli uomini dell’89 non dichiarano quali siano i diritti dell’uomo francese ma quelli dell’uomo astratto e senza tradizioni. 
Per l’Europa l’uomo manca di storia, è un essere sprovvisto di una tradizione vivente. 
Lo sviluppo successivo delle idee si attua secondo la stessa impostazione nella democrazia egualitaria: ogni uomo possiede un voto, senza che si tenga conto del suo valore e della sua cultura, perché a priori si considerano tutti gli uomini uguali, perché non conta la tradizione storica concreta di ciascuno, ma l’astratta condizione umana. In futuro forse si giudicherà una pazzia questa inconcepibile ideologia democratica attualmente cosí diffusa, in virtú della quale sono uguali gli uomini nati con attitudini disuguali e disugualmente sviluppati; sembra impossibile che al giorno d’oggi la maggior parte delle istituzioni d’Occidente poggino sulla follia di equiparare sul piano politico i buoni con i cattivi, gli intelligenti con gli stupidi, i letterati con gli analfabeti. 
[...]
 Neanche il totalitarismo fa distinzione fra gli uomini; la differenza è che la democrazia li uguagliava nel considerarli con identico valore per emettere un voto nelle sue urne, mentre il totalitarismo concede loro identico valore rispetto all’obbedienza agli ordini d’un dittatore, incarnazione di volontà telluriche, oscure ed assorbenti, e, in quanto tali, sempre incontrastabili. Ma liberalismo e totalitarismo hanno entrambi fondamento nello stesso errore filosofico: l’idea dell’uomo astratto. Idea che nasce quando nasce l’Europa. 
Prima, nei secoli della Cristianità, la società possedeva un ordinamento gerarchico ed organico; ogni uomo faceva parte di un determinato gruppo sociale, sia religioso (ordini, o confraternite), sia religioso militare (ordini cavallereschi), sia economico (corporazioni), sia politico (bracci). Lo sforzo personale innalzava l’inferiore ai gradi superiori del corpo mistico sociale, però questo godeva di una solida struttura, giacché in esso ogni membro costituiva parte di un ordine ed elemento di una gerarchia. 
La comunità organica cristiana, secondo l’idea dell’uomo concreto, costituí il contrafforte delle cattedrali tomistiche delle “Summae”, e l’ordinamento umano piú aderente all’ordine divino.

(FRANCISCO ELÍAS DE TEJADA, La Monarchia tradizionale, Prefazione di Pino Tosca, Napoli, Controcorrente, 2001 [trad. it., anonima e con aggiunte, di La Monarquía tradicional, Madrid 1954], pp. 108-110).

(3/2003)
 
 

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