MEDITAZIONI
3 - La causa principale per cui nella legge scritta era lecito
interrogare Dio e conveniente per i sacerdoti e profeti desiderare visioni
e rivelazioni divine erano la fede a quei tempi non ben fondata e la legge
evangelica non ancora stabilita… Poiché in questa età di
grazia la fede in Cristo è diventata stabile e la legge evangelica
si è manifestata, non v'è nessuna ragione che s'interroghi
Dio e che Egli parli e risponda come allora. Infatti dandoci il Figlio
suo, che è la sua parola, l'unica che Egli pronunzi, in essa ci
ha detto tutto in una sola volta e non ha piú niente da manifestare.
4 - Multifariam multisque modis olim Deus loquens
patribus in prophetis: novissime autem diebus istis locutus est nobis in
Filio (Ebr. 1, 1-2), come se dicesse: Quel che Dio in molti
modi e in piú riprese disse in antico ai nostri padri per mezzo
dei profeti, l'ha detto in questi giorni in una volta a noi per mezzo del
Figlio suo. Con queste parole l'Apostolo vuol far capire che Dio è
rimasto quasi come muto non avendo altro da dire poiché, dandoci
il Tutto, cioè suo Figlio, ha detto ormai in Lui tutto ciò
che in parte aveva manifestato in antico ai profeti.
5 - Perciò chi oggi volesse interrogare il Signore e chiedergli
qualche visione o rivelazione non solo commetterebbe una sciocchezza, ma
arrecherebbe un'offesa a Dio, non fissando i suoi occhi interamente in
Cristo per andare in cerca di qualche altra cosa o novità… Invero
il Signore gli potrebbe rispondere in questo modo: Se io ti ho detto tutta
la verità nella mia parola, cioè nel mio Figlio, e non ho
altro da manifestarti, come ti posso rispondere o rivelare qualche altra
cosa? … Dal giorno in cui sul Tabor discesi con il mio Spirito su di Lui
dicendo: Hic est Filius meus dilectus, in quo mihi bene complacui,
ipsum audite (Mt. 17, 5), cessai di istruire e rispondere
in queste maniere e commisi tutto a Lui: ascoltatelo perché ormai
non ho piú materia di fede da rivelare e verità da manifestare…
Colui che ora mi consultasse in quel modo e desiderasse che io gli dicessi
e rivelassi alcunché, sotto un certo aspetto mi chiederebbe di nuovo
Cristo e altre verità della fede… In tal modo farebbe un grave
oltraggio al mio amato Figlio, poiché non solo in ciò mancherebbe
alla fede, ma perché lo obbligherebbe ad incarnarsi di nuovo e ad
affrontare ancora una volta la vita e la morte qui in terra…
6 - Se vuoi che io ti dica qualche parola di conforto, guarda
mio Figlio, obbediente a me e per amor mio sottomesso e afflitto, e sentirai
quante cose ti risponderà. Se desideri che io ti sveli alcune cose
o avvenimenti occulti, fissa in Lui i tuoi occhi e vi troverai dei misteri
molto profondi, la sapienza e le meraviglie di Dio le quali, secondo quanto
afferma il mio Apostolo, sono in Lui contenute: In quo sunt
omnes thesauri sapientiæ et scientiæ Dei absconditi,
tesori di sapienza che saranno per te profondi, saporosi e utili piú
di tutte le cose che vorresti sapere. Per questo lo stesso Apostolo si
gloriava dicendo di aver fatto intendere che egli non conosceva se non
Gesú Cristo e questo crocifisso (I Cor., 2, 2). Inoltre,
se tu desideri altre visioni e rivelazioni divine o corporee, mira il Cristo
umanato e vi troverai piú di quanto pensi, poiché San Paolo
afferma a tale proposito: In ipso inhabitat omnis plenitudo
divinitatis corporaliter (Col. 2, 9).
7 - …Dal momento in cui Cristo crocifisso disse sul punto di
morte: Consummatum est (Gv., 19, 30), cessavano
non solo questi modo di fare, ma anche ogni altro rito e cerimonia dell'antica
legge. Perciò dobbiamo lasciarci guidare in tutto in modo umano
e visibile dalla legge di Cristo uomo… Tutto ciò che esce fuori
da tale cammino è non solo curiosità, ma grande presunzione
e noi non dobbiamo credere a cosa ricevuta per via soprannaturale, ma solo
a quanto ci viene insegnato da Cristo uomo e dai suoi ministri, uomini
anch'essi. Per tale ragione l'Apostolo scrive: Quod si angelus
de cœlo evangelizaverit, præterquam quod evangelizavimus vobis, anathema
sit (Gal., 1, 8).
[SAN GIOVANNI DELLA CROCE, Opere, Salita del Monte Carmelo,
Libro 2, Cap. 22, Postulazione Generale dei Carmelitani Scalzi, Roma.]
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