MEDITAZIONI



 
 
 
 

Il cammino della Croce
È la croce gioia e luce, 
vita e via che al ciel conduce. 

Sulla croce, d'ogni cosa 
sta il Signore, 
sta la gioia pur se gemi 
nel dolore: 
essa allieta di sua luce, 
essa è via che al ciel conduce. 

È una pianta da cui dolce 
frutto pende: 
e la Sposa che lo dice 
se n'intende. 
Piace molto al sommo Duce, 
essa è via che al ciel conduce. 

Essa ombreggia come olivo 
questo suolo; 
tempra l'olio che distilla 
ogni duolo. 
Essa l'alma mi seduce, 
essa è via che al ciel conduce. 

Pianta verde, sogno caro 
della Sposa, 
sotto cui col suo Diletto 
si riposa: 
tal la croce mi riluce, 
essa è via che al ciel conduce. 

Per chi il mondo e le sue offerte 
fugge e aborre, 
per chi gode in Dio ogni bene 
sol riporre, 
è la croce vita e luce, 
essa è via che al ciel conduce. 

Dacché l'unse col suo sangue 
il Signore, 
v'è la gioia nella croce, 
v'è l'onore; 
essa giubilo produce, 
essa è via che al ciel conduce. 
 
 
 

Alla Croce
Croce, dolcezza del mio cuor quaggiú, 
splendi, fra tutti benvenuta, tu! 

Sei la bandiera sotto cui chi pugna, 
anche s'è infermo, si dimostra forte. 
Tu sei la vita della nostra morte: 
pago tu fêsti il gran Leon Gesú. 
Splendi, fra tutti, benvenuta, tu! 

Chi te non ama, libertà non ama; 
retto è il sentier che tu sorvegli e allumi; 
e dell'inferno i tenebrosi numi, 
vinti, conquide l'alta tua virtú. 
Splendi, fra tutti, benvenuta, tu! 

I lacci nostri il tuo potere infranse; 
tolse dall'alme il nostro vero male. 
Tu sei la gioia dell'esilio, e sale 
chi per te sale, a tripudiar lassú. 
Splendi, fra tutti, benvenuta, tu! 
 
 
 

(per professione)
Tutti voi che militate 
sotto il labaro di Cristo, 
state all'erta, vigilate, 
non è tempo di dormir! 

Come ardente condottiero, 
il Signor si spinse a morte; 
e pur noi quel suo sentiero 
sú, calchiam con tanto ardir! 
Questa guerra è a noi sorgente 
di ricchezze invidiate. 
State all'erta, vigilate, 
non è tempo di dormir! 

Ei la croce con trasporto 
del suo sangue imporporava, 
e la strada verso il porto 
ci tracciava col soffrir. 
Oh che splendidi trionfi! 
Oh che lotte fortunate! 
State all'erta, vigilate, 
non è tempo di dormir! 

Lungi i vili! Si disprezzi 
e s'arrischi pur la vita! 
Non v'è alcun che piú l'apprezzi 
quanto quei che sa morir. 
È Gesú la luce nostra, 
nostro premio e nostro vate. 
State all'erta, vigilate, 
non è tempo di dormir! 

Sú, con forza e con ardore, 
sú, moriam per Cristo tutte, 
ché del regno dell'amore 
senza limiti è il gioir! 
Il Signor ci va dinanzi: 
sú, seguiam le sue pedate! 
State all'erta, vigilate, 
non è tempo di dormir! 
 

[SANTA TERESA DI GESÙ, Dottore della Chiesa, Opere, Poesie, 19, 18 e 29, Postulazione Generale dei Carmelitani Scalzi (O. C. D.), Roma, 1981.]

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