MEDITAZIONI
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1 - Delizia mia, Signore del creato e Dio mio, fino a quando
dovrò aspettare per vedervi di presenza? Che rimedio offrite a chi
quaggiú ne ha cosí poco per avere un po' di sollievo fuor
di Voi? Oh, vita lunga! vita amara! vita che non si vive! Oh, desolata
solitudine che non ha rimedio! Quando, dunque, Signore? Quando? quando?…
Che farò io; mio Bene, che farò? Desidererò forse
di non piú desiderarvi? Ah, mio Dio e creator mio! Voi ferite e
non date il rimedio; piagate e le piaghe non si vedono; uccidete per lasciare
piú vivi! In una parola, Signore, fate quello che vi piace, dimostrandovi
onnipotente. E insieme volete, o mio Dio, che un verme cosí spregevole
provi in sé stesso tanti contrari sentimenti!…
Sia cosí, Signore, perché Voi lo volete. Io non voglio
altro che amarvi.
2 - Ahi, ahi, Creator mio! Il mio immenso dolore mi fa uscire
in lamenti e mi óbbliga a riconoscere che sarà senza rimedio
fino a quando non piacerà a Voi di porvi fine. Dal suo stretto carcere
l'ánima mia desidera la libertà ma sempre a patto di non
allontanarsi in nulla da quello che Voi volete. - O fate, Gloria mia, che
il suo spasimo aumenti, o apportatele un rimedio radicale.
O morte, morte, come ti si può temere se in te è la vita!
Eppure, chi non temerà dopo aver trascorso parte dei suoi giorni
senza amare il suo Dio? E poiché questo è il caso mio, che
cosa chiedo e desidero? Forse il castigo meritatomi con i miei peccati?
- Non permettetelo, mio Bene, per il molto che vi è costato redímermi!
3 - Anima mia, lascia che si compia la volontà del tuo
Dio, perché cosí ti conviene. Sérvilo e spera nella
sua bontà, e quando avrai fatto penitenza dei tuoi peccati e ne
avrai meritato un po' perdono, Egli darà rimedio al tuo dolore.
- Non voler godere senza prima patire.
Ma neppur questo sono capace di fare se non mi sostenete Voi con la
vostra mano potente e con la vostra grandezza, o mio vero re e Signore.
Col vostro aiuto mi sarà facile ogni cosa.
[7]
1 - Speranza mia, Padre mio, mio Creatore, mio vero Signore e
Fratello, quando penso a quello che Voi dite, cioè, che le vostre
delizie sono nell'abitare con i figliuoli degli uomini, la mia ánima
s'inonda di gioia. Signore del cielo e della terra, ov'è il peccatore
che dopo tali parole possa ancora disperare? Forse, Signore, che non avete
altri con cui deliziarvi per venir da un verme cosí ributtante come
son io? Quando vostro Figlio fu battezzato, si udí che Voi vi compiacevate
in Lui. Gli siamo forse uguali Signore?
Oh, immensa misericordia! Oh, favore infinitamente superiore ai nostri
meriti! E noi, mortali, ce ne scorderemo? - Signore, voi che conoscete
ogni cosa, pensate alla nostra debolezza e non dimenticatevi della nostra
immensa miseria!
2 - Considera, ánima mia, con che gioia ed amore il Padre
riconosce suo Figlio e il Figlio suo Padre; contempla l'ardore con cui
lo Spirito Santo si unisce ad Essi, e come nessuno dei Tre possa separarsi
da tanto amore e conoscenza, formando essi una cosa sola: si conoscono,
si amano e si compiacciono a vicenda. Ora, che bisogno v'è del mio
amore? Perché lo volete, o mio Dio? Che ci guadagnate con esso?
- Oh, siate per sempre benedetto, mio Dio! Tutte le creature vi lodino,
e con lodi senza fine, come senza fine siete Voi!
3 - Rallégrati, ánima mia, per esserci chi ama
il tuo Dio come merita; rallégrati per esserci chi conosce la sua
bontà e potenza, e ringrazialo per aver Egli inviato sulla terra
il suo unico Figliuolo che cosí bene lo conosce, con la protezione
del Quale puoi avvicinarti al tuo Dio e pregarlo. Se Egli trova in te le
sue delizie, non permettere che le cose della terra t'impediscano di trovare
il Lui le tue e di rallegrarti delle sue grandezze. Giacché tanto
merita di essere amato e lodato, pregalo che ti dia di contribuire almeno
un poco nel far celebrare il suo nome, onde tu possa dire con verità:
La mia ánima loda ed esalta il Signore.
[SANTA TERESA D'AVILA, Opere, Esclamazioni dell'anima a Dio,
Postulazione Generale O. C. D., Roma, 1981.]
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