MEDITAZIONI
1 - Beato l’uomo che ha riposto in te il suo sostegno e che dalla
valle di làcrime, in cui lo hai posto, ha deciso di ascéndere
verso di te (Salmo 83, 6).
Poiché la beatitudine non è che il godimento del Sommo
Bene, e il Sommo Bene è sopra di noi, nessuno può giúngere
alla beatitudine se non trascende sé stesso, non con il corpo, ma
con lo spírito. Ma non possiamo elevarci sopra di noi se non a causa
di una virtú superiore. Qualunque siano le disposizioni interiori,
queste a nulla vàlgono senza l’aiuto della gràzia divina.
Ma questa è concessa solo a coloro che la chiédono con tutto
il cuore, con umiltà e devozione, e cioè a coloro che in
questa valle di làcrime si rivolgono a Dio con preghiera fervente.
È questa il princípio e la sorgente della nostra elevazione.
Per questo Dionigi, nella sua Teologia Mística, voléndoci
istruire sui rapimenti dell'ànima, premette a ogni cosa la preghiera.
Preghiamo dunque, e diciamo al Signore Dio nostro: Condúcimi,
o Signore, nella tua via e io camminerò nella tua verità.
Si rallegri il mio cuore nel temere il tuo nome (Salmo 85,
11).
2 - Cosí pregando, siamo illuminati nel conòscere i gradi
dell’ascesa a Dio. Infatti, poiché nella concezione del nostro stato
attuale la stessa totalità delle cose è scala per salire
a Dio, e fra gli ésseri creati, alcuni hanno rapporto a Dio di vestígio,
altri di immàgine, alcuni sono corpòrei, altri spirituali,
alcuni temporali, altri immortali, e quindi alcuni fuori di noi, altri
in noi; perché sia possíbile pervenire alla considerazione
del primo princípio, spiritualíssimo, eterno e sopra di noi,
è necessario che prima consideriamo gli oggetti corpòrei,
temporali e fuori di noi, nei quali è il vestígio e l’orma
di Dio, e questo signífica incamminarsi per la via di Dio; è
necessàrio poi rientrare in noi stessi, perché la nostra
mente è immàgine di Dio, immortale, spirituale e dentro di
noi, il che ci conduce alla verità di Dio; infine, occorre elevarci
a ciò che è eterno, spiritualíssimo e sopra di noi,
apréndoci al primo princípio, il che reca letízia
alla conoscenza di Dio e omàggio alla sua maestà.
3 - Questo è dunque il viàggio dei tre giorni nella solitúdine:
questa è la tríplice illuminazione di un sol giorno: la prima
è come il tramonto, la seconda come il mattino, la terza come il
mezzogiorno; a questo allude la tríplice esistenza della cose, cioè
nella matéria, nell'intelligenza creata e nell'arte eterna, per
cui fu detto: sia fatto, fece, fu fatto (Génesi, 1,3); a
questo si riferisce la tríplice sostanza in Cristo: il corpo, l’ànima
e la divinità, che è la nostra scala per ascéndere
a Dio.
4 - Secondo questa tríplice elevazione, l’ànima ha tre
visioni principali. L’una si riferisce alle cose esteriori, e si chiama
animalità o sensibilità; l’altra ha per oggetto lo spírito,
rivolto in sé e a sé; la terza ha per oggetto la mente, che
si eleva spiritualmente sopra di sé. Tre indirizzi che devono disporre
l’uomo a elevarsi a Dio, perché l’ami con tutta la mente, con tutto
il cuore, con tutta l’ànima, nel che consiste la perfetta fedeltà
alla Legge e insieme tutta la sapienza cristiana.
5 - E poiché ciascuna delle predette visioni si dúplica,
dal momento che possiamo considerare Dio, alfa e omega, in ciascuno dei
suddetti modi come per mezzo di uno spécchio o come dentro a uno
spécchio, e ciascun grado può éssere considerato o
in sé stesso o in rapporto ad altri, ne consegue che divéntano
sei i tre gradi principali dell'ascesa, in corrispondenza ai sei giorni
durante i quali Dio creò il mondo e nel séttimo si riposò;
e cosí l’uomo, il microcosmo, attraverso i sei gradi delle illuminazioni
progressive, viene condotto in maniera ordinata alla quiete della contemplazione.
A questa ascesa alludévano i sei gradini per i quali si saliva al
trono di Salomone (I Re, 10, 9); sei ali avévano i Serafini
che vide Isaia (Isaia, 6, 2); dopo sei giorni Dio chiamò
Mosè dalla calígine (Ésodo, 24, 16), e Cristo
dopo sei giorni, come attesta Matteo, condusse i discépoli sul monte,
ove si trasfigurò davanti ai loro occhi (Matteo, 17, 1 ss.).
6 - In corrispondenza a questi sei gradi di ascesa a Dio, sei sono le
potenze dell’ànima, per mezzo delle quali dalle cose inferiori ci
eleviamo alle superiori, dalle esterne alle interne, dalle temporali alle
eterne, e cioè senso, immaginazione, ragione, intelletto, intelligenza,
àpice della mente o sindéresi. Queste potenze, ínsite
in noi per dono della natura, deformate dalla colpa, riformate dalla gràzia,
devono essere purificate dalla giustízia, esercitate per mezzo della
scienza e perfezionate per mezzo della sapienza.
SAN BONAVENTURA DA BAGNOREGIO, Itinerario della mente a Dio,
[A cura di Orlando Todisco], edizioni messaggero, Padova, 1985.
(10/99))
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