LE CONDANNE  DEL  SILLABO 
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Conferenza del prof. Cammilleri a Torino





Una folta partecipazione di pubblico ha presenziato alla conferenza organizzata dalla nostra associazione, sul tema Le condanne del Sillabo: oscurantismo o profezia? Un giudizio alla luce degli ultimi 130 anni di modernità

Davanti ad una platea attenta e composita, in cui erano rappresentati in egual misura esperti del settore e cultori della materia, l'ing. Franco Manassero, presidente pro-tempore di Una Vox, ha presentato l'autore e ha illustrato gli scopi che la nostra associazione si propone, invitando gli interessati a iscriversi: «Tra i nostri scopi associativi vi è l'approfondimento culturale dell'immenso patrimonio della Cristianità, non possiamo oggi non constatare la verità della frase orwelliana secondo cui chi racconta il passato influenza il presente e, quindi, il futuro. Le nostre iniziative vogliono anche essere un momento di riflessione storica e culturale sulla Cristianità e sulla sua centralità nella storia umana».

Il compito di introdurre la conferenza è stato affidato al prof. Gianluigi Marianini, esperto di filosofia e conduttore di programmi televisivi, che con la verve che lo contraddistingue, impreziosita da riferimenti storici ed aneddotici assai interessanti, ha presentato al pubblico il relatore, prof. Rino Cammilleri. 

Questi, autore di numerosi libri e saggi, ha fatto precedere la trattazione del tema in questione, con una lunga e pregevole introduzione di inquadramento storico. 
«Risulta assai necessario rivedere i luoghi comuni della storiografia attuale - ha tra l'altro affermato il prof. Cammilleri - che oppone in una visione manichea infantile i buoni del Risorgimento (Mazzini, Garibaldi, Cavour) ai cattivi (il Papa, gli Austriaci, il re di Napoli). Questo non per simpatie di parte, ma perché non sempre le cose che ci vengono raccontate normalmente nei libri di testo stanno proprio cosí». 

Questo sarebbe stato anche il caso del papa Pio IX, al secolo Maria Mastai Ferretti, l'autore del Sillabo, che venne salutato alla sua elezione come un campione del Risorgimento italiano e poi, invece, vituperato dalla stampa dell'epoca per le sue prese di posizione che tendevano solamente a difendere i diritti della Cristianità. 
«In quel clima di lotte e intrighi internazionali - ha proseguito il prof. Cammilleri - la Chiesa e il suo Pastore, di fronte ad un atteggiamento pernicioso assunto dalle idee e dalle nascenti ideologie nella società di allora, decideva di illuminare i fedeli, secondo il millenario Magistero della Chiesa, sui rischi di un modernismo in campo religioso, sociale e politico di grande pericolosità». 

Sarebbe sbagliato però intendere il Sillabo, raccolta di errori contenuta nell'enciclica Quanta cura pubblicata l'8 dicembre 1864, come un documento oscurantista o, peggio, sanfedista. 
«Forse mai nessun'altra istituzione al mondo, come la Chiesa Cattolica, ha dimostrato un indefesso interesse per il progresso scientifico e tecnologico: quello che si ribadiva, e l'insegnamento sarebbe valido tutt'oggi, era la pericolosità dell'idea e dello spirito che volevano orientare tale corsa verso la modernità, e che si possono sintetizzare nel concetto dell'abbandono di Dio e dell'idea di Dio.
«Il compito che nello scrivere il libro Elogio del Sillabomi sono posto - ha ricordato l'autore - non era altro che quello di dimostrare come questo documento non sia altro che la sintesi dell'insegnamento del Magistero della Chiesa: insigni studiosi mi hanno confermato che, per quanto se ne dica, anche dal punto di vista strettamente canonico, esso conserva tutta la sua autorità di documento pontificio». 

D'altronde, a dimostrare la "lungimiranza" storica del documento papale basterebbe mettere insieme le vittime create dal liberismo sfrenato, dalla follia dell'ideologia nazi-fascista, dall'applicazione pratica dei principi del comunismo marxista-leninista, tutte cose condannate in nuce dal Sillabo. 
«Perché non proviamo a chiederci cosa potrebbe essere adesso l'Europa, l'America, la Russia, il Mondo, che hanno conosciuto in questo secolo le piú grandi guerre e sanguinose stragi che la storia umana possa ricordare, se gli ammonimenti pontifici fossero stati seguiti?» 

Animato ed articolato il dibattito seguito alla conferenza. Perché, si è chiesto, principalmente nei paesi cattolici e cristiani si sono sviluppati i progressi scientifici, sociali e culturali che tutti conosciamo? 
«La ragione - ha risposto il prof. Cammilleri - è soprattutto religiosa: il Cristianesimo è una religione di libertà dalle catene del peccato e dalla schiavitú dei luoghi comuni delle varie culture. La nostra comune discendenza da Dio, per cui tutti gli uomini sono fratelli in Cristo, ha spinto e spinge i popoli di cultura cristiana a cimentarsi in ogni settore per alleviare sofferenze fisiche, sociali e morali. Invece le altre religioni non sviluppano questa sensibilità umana, pur avendo altrettante doti culturali e ricchezze sociali, proprio per il loro orientamento religioso: ora di abbandono totale a Dio (Islam), ora di atarassia (Buddismo)». 

Quanto l'attuale magistero della Chiesa è vicino agli insegnamenti del Sillabo
«È l'unica domanda a cui non posso e non voglio rispondere - ha concluso l'oratore - per un buon motivo: la mia incompetenza in campo teologico. Io sono uno storico e nel mio libro ho cercato di spiegare cosa rappresenta il Sillabo. È compito del teologo, del liturgista, del canonista, invece, vedere se la Chiesa attuale, post-conciliare, vive in aderenza con i principi e le ragioni esposte nel Sillabo. Io posso fornire gli elementi per riflettere, non spetta a me tirare anche le conclusioni». 

Luc De Pollien


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