DALLA CRISTIANITÀ AL "REVISIONISMO": 
UN PERCORSO DISCENDENTE 
(12/96)

SS Giovanni Paolo II: tra viaggi, messe e dichiarazioni








Da un po' di tempo a questa parte ci viene spesso ricordato come la Chiesa abbia commesso nel passato tanti errori, anzi, piú che la Chiesa, i cristiani dei secoli scorsi; errori che la Chiesa però ha tollerato e, nel corso dei tempi, sottaciuto o minimizzato. 
Se ci riferiamo al rinnegamento di Pietro, anticipato da Gesú stesso, la cosa non ci stupisce affatto. Uomini, anche sant'uomini, che commettono errori da uomini. Come potrebbe essere diversamente?
Ciò che invece stupisce, e alla lunga insospettisce, è questa supponenza che finalmente oggigiorno (…potenza del progresso!) siamo diventati cosí bravi e cosí buoni, e cosí saggi e cosí santi, che possiamo permetterci di guardare a due millenni di vita della Chiesa giudicando su tutto, approvando certe cose e condannandone altre, fino a riscrivere la storia della Chiesa.

L'ultima notizia l'abbiamo avuta in occasione della visita pastorale del Santo Padre in Francia. Siamo venuti a sapere che nel corso dei massacri che i portatori della libertà, dell'uguaglianza e della fraternità, operarono nei confronti degli abitanti della Vandea, rei di voler resistere alle pretese atee e sovversive, si verificarono azioni riprorevoli e condannabili: da una parte e dall'altra.
Ora, la cosa ci ha fatto riflettere non poco. 
Vuoi vedere, abbiamo subito pensato, che i cattolici della Vandea, allorché vennero assaliti dalle truppe mandate dai liberatori di Parigi per far loro rinnegare la religione, decisero di reagire e di difendersi? 
Vuoi vedere che invece di farsi immediatamente massacrare a schioppettate e sciabolate, gli stolti risposero con gli schioppi e le sciabole?
Siamo rimasti davvero sorpresi di fronte a questa rivelazione di cosí tanta incoerenza cristiana! 
Invece di porgere l'altra guancia hanno fatto a botte con i loro persecutori! Inaudito! Non ce l'aspettavamo proprio!
Dobbiamo confessare che, fino ad oggi, eravamo convinti che i Vandeani fossero andati al martirio senza colpo ferire, che si fossero semplicemente inginocchiati di fronte alle orde inferocite e indemoniate dei nemici di Dio e della religione, turpi individui forniti di corna e di coda biforcuta, sputanti fuoco e fiamme dalle nari.
Certo la vecchia pubblicistica cattolica, alla quale ci siamo imprudentemente abbeverati fino ad oggi, non ci diceva la verità: meno male che oggi, finalmente, sappiamo come sono andate realmente le cose!

Presi da tanto fervore e pentiti di cosí puerile ingenuità, ecco che improvvisamente ci viene in mente un'altra riflessione.
Chi ci ha raccontato tante inesattezze? Chi ci ha nascosto che i Vandeani non si comportarono da bravi cristiani? 
Chi ci ha propalato la leggenda che i rivoluzionari francesi fossero i soli cattivi del momento? …Chi? 
Chi, se non i preti? Chi, se non i Vescovi e i Cardinali? Chi, se non il Papa?
Preti, Vescovi, Cardinali e Papi tutti insieme deformatori della verità!
Che scoperta terrificante!
E se ancora oggi non avessero perso il vizio di raccontarci le cose a modo loro? 
E se anche oggi le cose che ci dicono servissero solo a certi loro scopi?
E noi, poveri mortali, come possiamo regolarci: a chi credere? A quelli di ieri o a quelli di oggi?
Ed ecco insinuarsi il sospetto che forse non si debba credere a nessuno!

È questo il vero motivo che ci ha spinti a scrivere queste poche righe: di fatto, il grande risultato di tanto frenetico "revisionismo" è l'insinuarsi, lo stabilirsi e l'affermarsi dell'incredulità. Incredulità che incomincia a riferirsi ai fatti storici, poi va a toccare i concetti morali, passa quindi agli insegnamenti dottrinari e infine indebolisce e annulla la Fede.
L'unica cosa che sembra rimanere è la possibilità di restare soli con sé stessi, ad informarsi, a capire, a credere: la mia religione, non quella insegnata dalla Chiesa. E se qualche volta la mia religione coincide con quella insegnata dalla Chiesa, tanto meglio per quest'ultima!

Nessuno si scandalizzi per queste nostre considerazioni, anzi si guardi silenziosamente in giro e troverà conferma che oggi l'uomo della strada vive ogni giorno un tal processo di "crescita", e non solo in riferimento alla storia! 
Da parte nostra non v'è alcuna esagerazione, solo la semplice constatazione di un fatto.

Il Santo Padre, è stato detto, è andato in Francia per celebrare la S. Messa nel 15° centenario del battesimo di Clodoveo. 
Chi era costui?
Tralasciamo quello che ci è stato insegnato dalla Chiesa sulla sua storia e guardiamo, molto piú seriamente, a cosa dicono i libri di storia, quelli veri, beninteso, quelli laici e "scientifici". 
Si tratta di un tizio (dice il testo redatto da G. Corradi per il Grande Dizionario Enciclopedico della U.T.E.T), vissuto fra il V e il VI secolo, 
"audace davanti al pericolo, pronto anche al delitto per raggiungere il suo fine… Aveva 17 anni quando, morto il padre, si trovò a capo di una turba di compagni d'armi… e a 21 anni faceva già le prime conquiste territoriali. …La tradizione narra che a 31 anni, nel momento del pericolo durante una nuova guerra, fece voto di convertirsi alla religione cattolica; …ma nella sua conversione ebbe parte soprattutto il calcolo politico. …Si fece battezzare nella cattedrale di Reims, nel 496, da San Remigio, e da allora si diede a consolidare quello che poi sarà il regno dei Franchi. …Assoggettò i Romani, gli Alamanni e i Visigoti, e si liberò con la forza e con l'inganno dagli altri capi dei Franchi. …Rese omaggio alla civiltà romana e alla potestà imperiale avviando con la Chiesa cattolica quell'alleanza che fu mantenuta dai suoi successori …Il Concilio d'Orleans lo proclamò protettore della Chiesa, i cui privilegi egli confermò nello stesso Concilio, nel 511, …anno della sua morte."
C'è da chiedersi, di fronte a una lettura cosí edificante, se il Santo Padre abbia fatto cosa opportuna ricordando solennemente il battesimo di questo capostipite della dinastia dei Merovingi. Tranne che non si voglia affermare che i libri di storia dicano delle bugie, soprattutto quando si tratta di avvenimenti che toccano la Chiesa. In questo caso, però, lascia stupiti il fatto che il Santo Padre si basi su questi stessi libri per condannare i due trascorsi millenni della Cristianità: perché allora non ha condannato anche Clodoveo? Non facendolo sembra che abbia voluto adottare due pesi e due misure: i Vandeani, bravi ragazzi, certo, ma anche un po' cattivi; Clodoveo, invece: un sant'uomo!

Siamo ben consapevoli che il Santo Padre non parlava ex cathedra, e quindi non era infallibile, ma ciò non toglie che ci ha messo in una ben strana posizione: quando era fallibile? Quando parlava dei Vandeani e delle loro malefatte o quando pregava di Clodoveo? Era forse fallibile in entrambi i casi? E se è cosí, perché perdere una nuova occasione per starsene zitto?
Non nascondiamo che le notizie sulle dichiarazioni del Santo Padre le abbiamo avute tutte dai mezzi di informazione, e che quindi è possibile che il Santo Padre abbia voluto dire qualcosa di diverso. Certo, è possibile, ma ciò non toglie che la stragrande maggioranza dei cattolici di tutto il mondo è stata informata dai mezzi di comunicazione e non da una nota personale inviata dal Papa a tutti loro; e questo il Santo Padre lo sa benissimo, anzi lo sapeva ancor prima di parlare; e non può esservi dubbio che abbia parlato con la piena consapevolezza che i cattolici sarebbero stati informati dai mezzi di comunicazione in questione, quindi è a ragion veduta che ha detto e che dice certe cose, con la certezza che ai cattolici giungerà inevitabilmente un certo messaggio.

Qualcuno potrebbe pensare che abbiamo il dente avvelenato perché il Santo Padre ci ha toccato una nostra personale reliquia storica: la Vandea. Noi, irriducibili reazionari e integralisti impenitenti, che ci attacchiamo a certe leggende per giustificare il nostro immobilismo, il nostro conservatorismo, la nostra miopia e la nostra patologica nostalgia.
Teniamo a precisare che della Vandea ci interessa esattamente quanto della terza crociata, e cioè molto poco; anche perché siamo perfettamente consapevoli di vivere oggi, nel XX secolo, e non 200 o 1000 anni fa. Tant'è che dobbiamo confessare che è proprio la preoccupazione per l'oggi e per i nostri figli e per la salute dell'anima di noi tutti, che ci ha fatto scattare un campanello d'allarme quando abbiamo saputo che il Santo Padre ha pensato bene di legittimare e di associare alla dottrina della Chiesa, le idee, i concetti e le parole d'ordine della rivoluzione francese. Quelle stesse idee, quegli stessi concetti, quelle stesse parole d'ordine che per due secoli la Chiesa ha condannato e combattuto.
Ora, o quelle condanne erano ingiustificate o ci troviamo a dover constatare che ci sono ormai due Chiese: una esistita dal tempo degli Apostoli fino a qualche decennio fa, e un'altra che è quella di adesso. Una che ha commesso un sacco di errori, e un'altra che finalmente ha capito tutto, magari aiutata dai laici.
Ebbene, noi ci rifiutiamo di accettare una simile possibilità, sia pure in via ipotetica e sia pure in presenza di mille distinguo, di mille precisazioni, di mille giustificazioni piú o meno fondate o piú o meno dettate dalla "opportunità". Rifiutiamo che ci si induca a ragionare come se la Chiesa fosse una qualunque associazione umana.

Da queste pagine, rivolgiamo un appello accorato al Santo Padre e ai nostri Pastori, perché ci aiutino a vincere lo stato di confusione e di continua provvisorietà in cui ci fanno piombare i ripetuti pronunciamenti degli uomini di Chiesa. Siamo certi di essere molto prossimi alla verità quando consideriamo che, da un po' di anni, i cattolici sono sinceramente afflitti da una profonda crisi di identità, come si usa dire oggi: non sanno piú chi sono e cosa sono. Si sentono disorientati e in balia dell'errore, non hanno piú punti di riferimento… mentre famelico il demonio si aggira tra di noi per condurci alla perdizione eterna.

No, non ci si venga a dire che ciò che importa è la saldezza della Fede, perché le cose sono un poco piú complesse. Non è vero che queste questioni non hanno a che vedere con la fiducia nella Chiesa e nel suo messaggio di Verità, e questo è talmente vero che proprio il Santo Padre, in prima persona, si preoccupa di parlarne, a dimostrazione del fatto che l'insieme dei fedeli è cosí sensibile a queste cose, da considerarle come strettamente connesse con le verità di Fede, o comunque in maniera tale da condizionare il loro rapporto con la Chiesa, con i suoi insegnamenti e con la sua dottrina. 
Se cosí non fosse il Papa non ne parlerebbe.

C. C.



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