LA MUSICA DI SATANA
ovvero le superficiali preoccupazioni di certi bravi
cattolici
(12/96)
In questi ultimi tempi si è parlato con maggiore frequenza dei
problemi e dei pericoli legati al fenomeno musicale moderno, e in particolare
sono state espresse, da parte cattolica, non poche preoccupazioni circa
l'evidente influenza satanica che caratterizza certi filoni musicali molto
seguiti dalle giovani generazioni.
A onor del vero, voci allarmate sulla "satanicità" della musica
maggiormente seguita dai giovani è ormai da anni che si levano da
piú parti, come è altrettanto vero che molti laici e chierici
continuano a parlare di allarmismo ingiustificato.
L'accresciuto interesse degli ultimi tempi, legato soprattutto alla
morbosità ed alla frenesia dei mezzi di comunicazione, è
da collegare ad alcuni fenomeni di esaltazione patologica verificatisi
negli ambienti delle sette, fenomeni che hanno anche condotto a forme di
suicidio o di omicidio di gruppo; cosí che giornali e televisioni
hanno ritenuto di poter allargare la propria clientela col dare risalto
a certi studi e a certe prese di posizione di laici e chierici, i quali
fanno notare, fra l'altro, come i testi di certe canzoni siano intrisi
di pericolosissimi richiami al demonio.
Considerando certi testi e osservando certe immagini, diffuse a stampa
o su nastri e dischi magnetici, non si può fare a meno di rimanere
sconcertati: i richiami al demoniaco sono cosí palesi e cosí
volutamente marcati che c'è da chiedersi cosa ci sia sotto.
La questione è sicuramente molto complessa e richiederebbe uno
studio approfondito, anche in considerazione del fatto che tali fenomeni
non sono né isolati né recenti. Per questo ci limiteremo
ad alcune considerazioni di ordine generale, soprattutto per quanto attiene
ai nessi che si possono facilmente stabilire tra progresso materiale e
involuzione spirituale, da un lato, e tra desacralizzazione della vita
e supervitalismo, dall'altro.
Beninteso, non abbiamo certo la pretesa di mettere a nudo il fenomeno,
ma siamo convinti che sia utile suggerire degli elementi di riflessione
che, sembra, siano poco considerati o sottovalutati da molti "studiosi".
La prima cosa che salta agli occhi è che questi fenomeni si presentano
in maniera cosí eclatante da sollevare non poche perplessità.
Se si trattasse di fenomeni legati all'intervento diretto delle forze del
male, siamo convinti che ben difficilmente si potrebbero individuare con
tanta facilità; l'azione del maligno non può essere considerata
con leggerezza, il demonio, si è sempre detto, è "buon teologo".
Si deve trattare allora di qualcosa di piú capzioso, di piú
sottile.
Si può facilmente osservare come questi fenomeni poggino su
due elementi principali: il primo è lo stato di confusione mentale
e di debolezza psichica in cui versa la maggior parte dei nostri contemporanei,
stato ben riscontrabile e piú che comprensibile ove si pensi al
diffuso abbandono della pratica religiosa; il secondo è che il demonio
ha sempre interesse a creare dei diversivi per stornare l'attenzione dal
suo lavoro principale.
Per quanto riguarda il primo elemento, è cosí facile
da verificare che non è nemmeno il caso di approfondirlo. Per il
secondo, invece, occorre tenere presente che i fenomeni in questione sono
solo uno dei tanti effetti di cause che sono attive in seno al mondo contemporaneo
ormai da qualche secolo.
Verso la metà dell'Ottocento, per esempio, mentre si diffondevano
sempre piú perniciosamente le idee sovversive dell'ateismo, dell'individualismo
e del naturalismo, si manifestò il fenomeno dell'occultismo. Tutti
gli occhi si puntarono sulle iniziative e sulle tematiche paradossali degli
occultisti, queste si presentavano in maniera cosí palesamente abnorme
e dissacrante che sembrava giusto dar loro battaglia, senza tregua e senza
alcuna debolezza. La cosa, peraltro, era piú che giusta, se non
fosse che si spesero in quella direzione moltissime energie, tanto da permettere
che le coeve idee sovversive prendessero piede e si costruissero un alone
di rispettabilità tale da finire col gareggiare, quasi alla pari,
con la stessa dottrina della Chiesa.
I pronunciamenti del Magistero contro queste idee sovversive produssero
allora pochi risultati, anzi, esse finirono pian piano col farsi spazio
in seno allo stesso mondo dei chierici, ed in molti casi addirittura ad
affermarvisi. Per quanto possa apparire paradossale, i chierici finirono
col far proprie le stesse concezioni "razionaliste", illudendosi cosí
di poter meglio combattere l'irrazionalismo occultista, ovviamente fino
al punto di operare, anche senza volerlo, una completa rilettura della
dottrina tradizionale della Chiesa e, con l'esegesi razionalista, financo
delle sacre Scritture.
Il vero nemico, si diceva allora e si continua a ripetere, si trova
tra le fila degli ambienti occultistici: convinti che il demonio possa
seriamente tentare di perseguire le sue illusorie vittorie tramite le puerili
farneticazioni dei novelli maghi di tutte le risme.
In realtà, il fenomeno dell'occultismo fu una vera e propria
azione diversiva messa in atto da quel furbo di Satana, il quale, nel frattempo,
manovrava con maggior sottigliezza e con ben altri risultati in tutti gli
altri campi della vita ordinaria. Come fare a meno di ricordare che nel
secolo scorso si produssero tutte quelle ideologie, quelle concezioni e
quelle teorie che hanno poi trionfato in pieno XX secolo, tanto da renderlo
quell'accumulo di violenza, di indifferenza e di egoismo che esso è?
Dall'ateismo al mondialismo, dalla psicanalisi all'esegetica razionalista,
dall'esistenzialismo al nichilismo, dall'indifferenza religiosa all'idolatria
della ragione e della scienza: fu un pullulare di idee, di iniziative,
di attività e di realizzazioni pratiche che non ci sembra eccessivo
paragonare al brulichio che si manifesta nei corpi in decomposizione.
Beninteso, qui non si tratta minimamente di giustificare in qualsivoglia
maniera il fenomeno dell'occultismo, né di creare dei puntelli,
sia pure involontari, nei confronti della nascita e della diffusione di
tutti quei fenomeni che sono stati il seme delle sette e delle pseudo-religioni
moderne. Tutt'altro. Si tratta piuttosto di riflettere sul fatto che tutti
questi fenomeni furono, e sono ancora, solo "effetti" prodotti da cause
che vanno ricercate in profondità e in maniera da tenere conto di
"ciò che sta dietro", piuttosto che di ciò che appare.
Un esempio valga per tutti.
Cosa sarebbe mai la pretesa degli occultisti di poter fare a meno della
Rivelazione, senza la premessa della esaltazione dell'individuo in sé,
che, a sua volta, è la conseguenza di quella concezione che pone
l'uomo al centro dell'interesse materiale e spirituale? Senza l'"umanesimo"
non ci sarebbe stato l'individualismo, né si sarebbero potute affermare
le cosiddette "concezioni filosofiche" di Hegel, di Kant e compagni, né
tampoco ci sarebbero stati il nichilismo e il socialismo e, soprattutto,
non ci troveremmo oggi ad ascoltare tante prediche sulla cosiddetta "dignità"
dell'uomo, dimentichi ormai che l'uomo, solo in quanto tale, non è
"segnato" dalla "dignità", ma dal peccato originale, dal quale si
salva e si "rende degno" solo sottomettendosi alla Volontà di Dio
ed alla Sua Rivelazione, ultimamente realizzatasi nell'incarnazione del
Figlio Unico: Gesú Cristo, nostro Signore e Salvatore.
Ora, se ci soffermiamo a considerare il fenomeno musicale moderno seguendo
questa linea di riflessione, ci accorgiamo che anche in questo caso si
tratta di un ramo che inevitabilmente si diparte dalla medesima mala pianta
che produce solo un certo tipo di frutti. Infatti: ammesso e non concesso
che sia giusto che, oggi, si riconosca all'uomo una "sua" dignità,
e cioè una dignità che scaturisce automaticamente dalla sua
semplice esistenza, è inevitabile che si giunga poi a considerare
ogni parto della fantasia e dell'istinto umano come altrettanto "dignitoso".
Se un uomo ha una sua dignità per il semplice fatto che nasce e
vive, è inevitabile che ogni suo pensiero, ogni sua azione ed ogni
suo desiderio siano ugualmente "degni" di rispetto e di considerazione.
Una delle conseguenze di tale atteggiamento mentale è la sopravvalutazione
della vita, cosí da scadere in una sorta di vitalismo idolatrico,
sulla base del quale qualsiasi cosa che abbia a che fare con il mero vivere
e con i cosiddetti "bisogni vitali", non solo deve essere rispettato, ma
addirittura incoraggiato, esaltato e protetto; fino alla richiesta di una
apposita legislazione civile atta a "tutelare i diritti" a questo o a quel
desiderio, a questa o a quella pulsione, a questo o a quel comportamento.
Ci si stupisce che qualche invasato, posseduto dai suoi istinti piú
materiali e magari in preda ai fumi dell'alcool o agli effetti della droga,
scriva e canti strofe inneggianti alla morte, al suicidio, al demonio.
Ma non ci si stupisce affatto, anzi si esprime "tolleranza" e "carità",
nei confronti di coloro che pretendono riconoscimenti ufficiali per le
loro deviazioni sessuali. Non ci si stupisce affatto di chi antepone il
"bisogno" di "divertirsi" alla necessità di pregare Iddio, anzi
si asseconda ogni comportamento disordinato che miri al soddisfacimento
del piacere. Non ci si stupisce affatto se c'è un mondo intero che
considera Dio e le sue Leggi alla stessa stregua di un presidente di circolo
e dei suoi regolamenti per il giuoco delle bocce, anzi si arriva perfino
all'invenzione dei "riti prefestivi", cosí da lasciare la Domenica
libera (!?), come se il "Giorno del Signore" fosse una quisquilia, una
qualsiasi convenzione umana, un fatto del tutto trascurabile e quindi facilmente
subordinabile ai "bisogni reali" dell'uomo: la gita del fine settimana.
Sappiamo bene che con quanto diciamo ci incamminiamo lungo un sentiero
minato e ci procuriamo il marchio di "fanatici fondamentalisti", ma sappiamo
anche che potremmo riempire pagine intere elencando tutti i comportamenti
"normali" e tutte le giustificazioni filosofiche, sociologiche e teologiche
che sono il supporto di una vita condotta all'insegna del disconoscimento
della Volontà di Dio.
Quello che qui ci interessa sottolineare è che il fenomeno della
"musica satanica" non può essere considerato come una sorta di "anomalia"
in un contesto "ordinato", e non si può cercare di comprenderne
la genesi e lo scopo senza tenere presente il contesto complessivo in cui
esso prende vita e si sviluppa, contesto che dev'essere considerato non
dal punto di vista "sociologico" o "filosofico", bensí dal punto
di vista semplicemente e realmente religioso.
In altri termini: se viviamo in un mondo che rifiuta il primato della
Legge divina a favore del primato dei bisogni umani, in che cosa consiste
lo scandalo delle invocazioni al demonio? Ci sembra che esse siano del
tutto naturali, anzi, paradossalmente del tutto legittime. Se ciò
che conta primariamente è l'uomo, i suoi bisogni vitali, la sua
esistenza in questo mondo: cosa c'è di stupefacente se un tale uomo
"canta" inni a Satana, che è il Principe di questo mondo?
In base a quale logica, si pretende prima di giustificare in una qualche
maniera una vita siffatta, accettandone i presupposti, blandendone i sistemi
e condividendone i fini, e poi di condannarne certi aspetti dichiarandoli
"eccessivi" e "inaccettabili"?
In base a quale logica si accetta che perfino negli oratori si suonino
e si ballino musiche frenetiche, dissocianti e dannose per il corpo e per
lo spirito, per poi condannare queste stesse musiche quando al posto di
un testo pieno di insulsaggini sull'erotismo sono accompagnate da un altro
pieno di imbecillità sul suicidio e sul demonio?
Se poi si pensa di poter e di dover emettere condanne in nome dei comandamenti
divini, allora occorre incominciare a condannare tutto ciò che sta
prima e alla base di tali eccessi, perché altrimenti: una volta
ceduto su uno o piú punti è inevitabile che si debba cedere
su tutti gli altri.
Senza dubbio, siamo i primi a riconoscere che questo modo di presentare
le cose si scontra immediatamente con la "sensibilità" corrente,
e siamo ben disposti ad ammettere che possano anche esserci altri modi,
piú confacenti e piú idonei, forse, ad affrontare l'argomento;
ma una siffatta cautela, magari fondata sul richiamo ad esser prudenti
come serpenti, richiederebbe un'altra tempra d'uomo, ben diversa da quella
posticcia e sabbiosa dell'uomo moderno. Se cosí non fosse, la stessa
Chiesa non si troverebbe nelle condizioni di quasi totale ininfluenza in
cui versa oggigiorno, e nonostante abbia fatto di tutto, soprattutto in
questi ultimi decenni, per adattarsi alle esigenze del mondo profano.
Noi ci permettiamo di osservare, piaccia o no, che proprio la debolezza
di certe tempre, la vischiosità di certe posizioni e la prudenza
eccessiva di tante dichiarazioni sono servite alla realizzazione dei disegni
del maligno.
Si potrebbe far notare che, in ogni caso, resta il fatto che con i
mezzi di comunicazione moderni e con l'infatuazione "musicale" delle nuove
generazioni, l'infezione demoniaca rischi di diffondersi come una epidemia,
e senza alcuna denuncia ciò accadrebbe in maniera del tutto inavvertita
e, quindi, in maniera ancora piú grave. È vero. Ma allora,
a maggior ragione, il problema andrebbe affrontato nella sua globalità,
proprio come abbiamo detto fin qui. Diversamente, si continueranno a sprecare
energie per combattere i mille effetti piú o meno eclatanti, senza
avere piú il tempo e la forza e la lucidità mentale e, infine,
la chiara consapevolezza per combattere le cause.
Ben inteso, non intendiamo affermare che tante battaglie contro il
satanismo, contro l'occultismo, contro la pornografia, contro l'indifferentismo…
non vadano combattute. Tutt'altro. Ma è certo che se non sono accompagnate
da una attenta e rigorosa messa a punto sulle cause che hanno generato
questi fenomeni, tutte le battaglie saranno destinate a svolgere un ruolo
ben misero; anzi, al contenimento di un fenomeno seguirà il manifestarsi
di dieci altri, piú complessi e piú perniciosi del precedente.
Ne abbiamo la prova sotto gli occhi, tutti i giorni, da anni!
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