Considerata la continua attualità del problema trattato, e la necessità di sottolineare la capziosità di certe presunte verità scientifiche, siamo certi di fare cosa gradita ai nostri lettori riproducendo un vecchio articolo apparso sulla rivista FIDELITER, nel n° 97 di gennaio-febbraio 1994 

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LA CONTRACCEZIONE ABORTIVA

È il titolo dato da un medico ginecologo, cattolico, ad un rapporto sugli effetti della "pillola", rapporto capitale e che interessa il moralista, il prete ed il confessore tanto quanto il medico.
Abitualmente si insegna da parte dei medici che la "pillola" ha un effetto contraccettivo stretto, cioè che essa impedisce puramente e semplicemente la fecondazione. 
Certo, si tratta già di un peccato molto grave e che riceve l'epiteto di "contro-natura", ma occorre dire di piú: la "pillola" possiede in piú una azione abortiva.
Non si tratta di una ipotesi ma di una certezza scientifica. 
Non che essa provochi questa azione in maniera sistematica: l'effetto principale, centrale per parlare da medico, è proprio l'effetto contraccettivo, cioè l'inibizione della ovulazione e quindi della fecondazione. 
Ma nei casi in cui, per varie ragioni, una fecondazione avesse comunque luogo il contraccettivo  produce altri effetti, secondari o periferici, che concorrono in modi diversi ad un aborto: sia rallentando l'arrivo dell'ovulo fecondato, cioè del bambino, nel luogo dove si impianterà (ed esso allora ne sarà incapace a causa del suo invecchiamento), sia per la diminuzione degli elementi nutritivi necessari alla sua sopravvivenza, sia, infine, impedendo il suo impianto nell'utero, impianto che viene detto nidificazione.
Cosí la "pillola", tutte le "pillole" attualmente in vendita sul mercato, e soprattutto le piú recenti, hanno un effetto anti-annidamento chiamato pudicamente "antigestativo" ma il cui nome in linguaggio profano è semplicemente: aborto.
Con che frequenza hanno luogo questi aborti? 
Si sa che la "pillola" ha un tasso di insuccesso che varia tra lo 0,2% e il 6% a seconda delle regioni, delle utilizzatrici, .... 
È altrettanto provato, inoltre, che tra il 7% e il 10% dei casi, al momento dell'uso di questa medesima "pillola", una fecondazione è possibile (perché l'effetto inibitore dell'ovulazione non ha avuto successo), ma non obbligatoria ovviamente. Il che equivale a dire che si ha aborto in misura variabile fra l'1% e il 10% dei casi. Il che, ancora, equivale a una frequenza che può raggiungere uno o due aborti all'anno.
Come per l'intrauterino, non è possibile affermare che l'aborto si produce in questo o quel momento, anche se è moralmente certo che se ne producono uno all'anno o piú, e quindi non è lecito applicare la sentenza di scomunica prevista per l'aborto.
Tuttavia questa "rivelazione" scientifica è un argomento importante e supplementare per combattere la contraccezione chimica.
È necessario che le donne siano informate che il ricorso a questi mezzi aggiunge al peccato contro-natura il peccato di omicidio.
Occorre notare con quanta cura questo effetto (recensito da circa il 1984 nelle pubblicazioni scientifiche ma già noto fin dal 1967) sia stato accuratamente nascosto nel pubblico dibattito. 
I promotori della contraccezione ben sapevano che una comunicazione prematura e diffusa di questa informazione avrebbe inpedito a molte donne l'uso della "pillola".
Il fatto che la "pillola" sia stata introdotta come mezzo sedicente non abortivo ha permesso alla nostra società moderna di abituarsi alla sua utilizzazione, come per l'intrauterino.
La presa di conoscenza attuale della sua azione abortiva precoce, presa di conoscenza ritardata e successiva, praticamente non impressiona piú i nostri contemporanei, poiché la potenza delle abitudini domina sulla conoscenza ottenuta successivamente. D'altra parte ci si abitua sempre di piú alla nozione di assassinio, e ciò lo si vede bene per l'aborto e l'eutanasia attiva, tanto piú quanto piú vengono sempre messe avanti delle ragioni umanitarie.
Resta infine da considerare la posizione del prete nel confessionale.
Mi sembra che quanto detto sopra permetta di considerare l'uso della "pillola" alla stregua di quello dell'intrauterino, poiché si arriva regolarmente ai medesimi risultati, anche se non c'è parità completa. Il che ovviamente aumenta la gravità del peccato commesso: quello delle donne, quello dei medici, quello dei vescovi francesi e dei preti da loro formati ad accettare la contraccezione.

(Si confronti la nota pastorale dei vescovi francesi sulla enciclica Humanæ Vitæ che dichiara: "La contraccezione non può mai essere un bene. Essa è sempre un disordine, ma questo disordine non è sempre colpevole ...").

In occasione di questa comunicazione mi sia permesso ricordare l'esistenza della Associazione Cattolica degli Infermieri e dei Medici (ACIM) che pubblica un bollettino trimestrale: Cahiers Saint-Raphael, in cui sono affrontati vari argomenti che riguardano la morale medica. (Association Catholique des Infermieres et Medecins, 3, rue Antoine Coypet, F-78000 Versailles, France; tel 0033-1-30.21.20.21  e  0033-1- 45.20.38.22 ).
Questo bollettino pubblicherà prossimamente un riassunto di questo rapporto, cosí come dei consigli spirituali per i membri delle professioni del campo sanitario.
L'ACIM ha per scopo l'unione degli appartenenti a queste medesime professioni per aiutarli a formarsi a condurre una vita cristiana profonda nell'ottica della loro professione; essa cerca anche di difendere la morale implicata nel campo medico.
Per questo motivo essa si rivolge anche alle famiglie, agli insegnanti ed educatori e anche ai singoli individui, perché tutti siamo toccati da questi problemi e dalle risposte da darvi. Attualmente stiamo cercando di aumentare la nostra diffusione, ma anche di costituire delle liste di medici sicuri dal punto di vista morale al fine di poter informare quelli che ce ne fanno richiesta.
Per tutto ciò abbiamo bisogno del vostro sostegno, e ve ne ringraziamo in anticipo. 

Abbé Arnaud Selegny


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