LA RELIGIONE E LA COMUNICAZIONE 
(3/98)




Famiglia Cristiana, che ultimamente, per le sue tendenze ultra-moderniste, è stata oggetto di polemiche per i richiami e le preoccupazioni espresse, piú o meno seriamente, dalla stessa Curia Romana, ha provveduto, tra le altre cose, ad ottenere una apposita intervista dalla televisione di stato (12 febbraio '98). Il suo Direttore, don Leonardo Zega, dal volto radioso, pacioso e accattivante come si addice ad un buon "comunicatore", ha risposto, quasi schernendosi, alle domande retoriche dell'intervistatore. Che bella, Famiglia Cristiana! Che cara! Che bel giornale! Che successo! Centomila copie vendute! Che cultura! Che spirito cristiano!
Come mai un cosí grande successo? Il Direttore risponde che tutto è dovuto al semplice fatto che i preti che la dirigono, con lui in testa, non fanno altro che corrispondere a ciò che viene dal basso: insomma scrivono sul giornale ciò che alla gente piace sentire. Il tutto in un'ottica e con una interpretazione cristiana!? 

Quando il Direttore afferma che i redattori sono tutti presi dall'ascolto di ciò che viene dal basso, in fondo è sincero ed onesto, perché proprio di questo si tratta: questi preti moderni non ascoltano piú ciò che viene dall'alto. Il basso, il mondo, il bisogno vitale, il piacere del mondo, la vita mondana, la sopravvivenza in questo mondo: sono questi i loro canali d'ascolto, sono questi i richiami a cui danno risposte piacevoli e condivise. Tra questi richiami passa di tutto, dalle illusioni agli illeciti, e loro, i Paolini, sono cosí bravi che riescono a vendere piú di qualsiasi altro settimanale (e con un minimo di pubblicità), perché corrispondono a questi richiami con indicazioni, informazioni e consigli che si conciliano perfettamente con lo spirito di questo mondo, con le tendenze all'illusione e con le aspettative illecite.
La verità è che se i Paolini si permettessero anche solo di esprimersi in maniera un po' piú rigorosa nei confronti dei propri lettori e in relazione alla morale e alla dottrina cristiana, venderebbero molte, ma molte meno copie: e loro lo sanno.
Si tratta di un vecchio dilemma: avere le chiese piú o meno piene di gente vociante e irrispettosa della casa di Dio o avere le chiese semivuote con gente in adorazione e in preghiera?
È stato ed è il dilemma del modernismo cattolico: avere milioni di fedeli piú o meno credenti o avere meno fedeli seriamente credenti? È per questo che si è fatto il Vaticano II, è per questo che il Vaticano II si è autodefinito "pastorale", non osando nemmeno sfiorare questioni di dottrina (almeno in teoria: perché in realtà le cose sono andate diversamente con le conseguenze disastrose che tutti conoscono); è per questo che in questi ultimi 30 anni se ne sono viste di cotte e di crude: poiché aver preteso di comportarsi da furbi nei confronti delle suggestioni del mondo moderno ha inevitabilmente condotto molti preti a fare la fine degli apprendisti stregoni.
A volte, e con ragione, si muovono critiche pesanti alla pubblicistica cattolica, compresi i documenti pastorali e quelli del magistero, ma bisogna riconoscere che alla base c'è questo problema della buona fede: piú che la cattiveria poté l'ignoranza! 
Qual'è il vero motivo per cui esiste la Chiesa? Per condurre sulla via della salvezza quante piú anime è possibile: per condurre sulla retta via gli sviati. Purtroppo, invece, in tanti si sono convinti che la Chiesa abbia il compito di fare quanti piú iscritti è possibile, quasi fosse una sorta di associazione filantropica: se per fare aderire piú gente bisogna accattivarsela, cosí sia! 
Ma forse molti di questi non si salveranno ugualmente! Poco importa, dicono i modernisti, noi abbiamo pensato a fare il numero, la Misericordia di Dio farà il resto!
Tanti, in buona fede, hanno pensato che le cose potessero andare cosí, e non si sono accorti che mentre parlavano del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, acconsentivano a tante di quelle cose contrarie da permettere che la gente scambiasse gli insegnamenti del Figlio per delle concessioni alle debolezze umane. E la gente ci sta, sente che in qualche modo è piacevole questa Chiesa che non redarguisce piú i peccatori, che non condanna piú il peccato, che non discrimina piú fra credenti e miscredenti, che non ammonisce piú con il richiamo alle pene dell'inferno. Tutti presi dalla comprensione del mondo, i nuovi preti si sono sforzati sempre meno di comprendere gli insegnamenti di Dio.
In fondo, Famiglia Cristiana non è altro che un esempio di questo processo di mondanizzazione della Fede, col quale ogni insegnamento cristiano si stempera nel mare dei convincimenti e delle pretese degli uomini. Nel migliore dei casi l'insegnamento cristiano è diventato una sorta di "filosofia di vita", un mezzo tra tanti in grado di aiutare gli uomini a vivere e a godere meglio di questo mondo.
Purtroppo per noi, questo migliore dei casi porta inevitabilmente alla perdita della Religione. 

Belvecchio


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