INDIRIZZO DI SALUTO DEL SANTO PADRE
AI PELLEGRINI DELL' "ECCLESIA DEI"
(12/98)
Vi saluto cordialmente, cari pellegrini che avete tenuto a venire a
Roma in occasione del decimo anniversario del Motu Proprio Ecclesia
Dei, per affermare e rinnovare la vostra fede in Cristo e la vostra
fedeltà alla Chiesa.
Cari amici, la vostra presenza presso il “Successore di Pietro al quale
spetta in primo luogo vegliare sull'unità della Chiesa” (Concilio
Ecumenico Vaticano I, Costituzione Dogmatica I Pastor Æternus)
è particolarmente significativa.
Per salvaguardare il tesoro che Gesú le ha affidato, ed essendo
risolutamente volta verso il futuro, la Chiesa ha il dovere di riflettere
continuamente sul suo vincolo con la Tradizione che ci viene dal Signore
attraverso gli Apostoli, cosí come si è costituita nel corso
della storia. Nello spirito di conversione della Lettera Apostolica
Tertio Millennio adveniente (nn. 14, 32, 34, 50), esorto tutti
i cattolici a compiere gesti di unità e a rinnovare la loro adesione
alla Chiesa, affinché la legittima diversità e le differenti
sensibilità, degne di rispetto, non li separino gli uni dagli altri,
bensí li spingano ad annunciare insieme il Vangelo; cosí,
stimolati dallo Spirito che fa concorrere tutti i carismi all'unità,
tutti potranno glorificare il Signore e la salvezza sarà proclamata
a tutte le nazioni.
Auspico che tutti i membri della Chiesa restino gli eredi della fede
ricevuta dagli Apostoli, degnamente e fedelmente celebrata nei santi misteri,
con fervore e bellezza, al fine di ricevere la grazia in modo crescente
(cfr. Concilio Ecumenico di Trento, sessione VII, 3 marzo
1547,
Decreto sui Sacramenti) e di vivere una relazione intima
e profonda con la divina Trinità. Confermando il bene fondato della
riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II e messa in atto da Papa
Paolo VI, la Chiesa offre anche un segno di comprensione alle persone “legate
ad alcune forme liturgiche e disciplinari anteriori” (Motu
Proprio Ecclesia Dei, n. 5).
È in questa prospettiva che si deve leggere ed applicare il
Motu
Proprio Ecclesia Dei; auspico che tutto sia vissuto nello spirito
del Concilio Vaticano II, nella piena armonia con la Tradizione, mirando
all'unità nella carità e alla fedeltà alla verità.
È per “l'azione dello stesso Spirito Santo che conserva e fa
progredire nella unità della fede tutto il gregge di Cristo” (Concilio
Ecumenico Vaticano II, Costituzione dogmatica Lumen Gentium, n.
25), che il Successore di Pietro e i Vescovi, successori degli Apostoli,
insegnano il mistero cristiano; in modo particolare, i Vescovi, riuniti
in Concili ecumenici cum Petro e sub Petro, confermano e rafforzano
la dottrina della Chiesa, erede fedele della Tradizione, esistente da oltre
venti secoli come realtà vivente che progredisce, conferendo uno
slancio nuovo all'insieme della comunità ecclesiale. Gli ultimi
Concili ecumenici - Trento, Vaticano I e Vaticano II - si sono impegnati
in modo particolare a chiarire il mistero della fede e hanno intrapreso
riforme necessarie al bene della Chiesa, preoccupandosi della continuità
con la Tradizione apostolica, già raccolta da Sant'Ippolito.
Spetta dunque in primo luogo ai Vescovi, in comunione con il Successore
di Pietro, esercitare con fermezza e chiarezza la guida del gregge, affinché
la fede cattolica sia salvaguardata ovunque (cfr. PAOLO VI, Esortazione
Apostolica Quinque iam anni; Codice di Diritto Canonico,
can. 386) e degnamente celebrata. In effetti, secondo le formule di Sant'Ignazio
d'Antiochia, “laddove vi è un Vescovo, vi è anche la Chiesa”
(Lettera agli Smirnioti, VIII, 2).
Invito inoltre fraternamente i Vescovi ad avere una comprensione e
un'attenzione pastorale rinnovata per i fedeli legati all'antico rito e,
alle soglie del terzo millennio, ad aiutare tutti i cattolici a vivere
la celebrazione dei santi misteri con una devozione che sia un vero alimento
per la loro vita spirituale e che sia fonte di pace.
Affidandovi all'intercessione della Vergine Maria, modello perfetto
della sequela Christi e Madre della Chiesa, cari Fratelli
e care Sorelle, vi imparto la Benedizione Apostolica, che estendo a tutti
coloro che vi sono cari.
Saluto cordialmente tutti i pellegrini che sono giunti a Roma presso
le tombe dei Príncipi degli Apostoli in occasione del decimo anniversario
del Motu Proprio Ecclesia Dei. Imparto di cuore a voi e a
tutti i vostri cari la mia Benedizione Apostolica.
Porgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua inlgese che sono
venuti qui per venerare le Tombe degli Apostoli in occasione del decimo
anniversario del Motu Proprio Ecclesia Dei. Invoco su di
voi e sulle vostre famiglie le abbondanti benedizioni di Dio Onnipotente.
(Questa traduzione del discorso del Papa è stata pubblicata nel
n° di lunedí-martedí, 26-27 ottobre, dell'Osservatore
Romano, pag. 8, da cui lo abbiamo tratto. Il Papa lo ha pronunciato
in francese, concludendo poi con brevi messaggi in tedesco e in inglese.)
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