I compromettenti compromessi del dialogo ecumenico moderno

Sulla Dichiarazione congiunta tra la Chiesa Cattolica 
e la Federazione Luterana Mondiale 
sulla Dottrina della Giustificazione

(12/99)
 
 

Il 31 ottobre scorso è stata firmata ufficialmente la Dichiarazione congiunta tra la Chiesa Cattolica e la Federazione Luterana Mondiale sulla Dottrina della Giustificazione, che, come si sa, è uno dei punti nodali che segnano la profonda differenza tra la dottrina ortodossa della Santa Chiesa e l’eresia divulgata a suo tempo da Lutero. Questo documento ufficiale consiste nella definitiva stesura, con qualche aggiornamento, del testo già concordato nel 1997. In attesa di leggere con attenzione il nuovo testo,  pubblichiamo una breve nota sull’argomento, apparsa nel n° 48 (dicembre 1998) del periodico Sodalitium
(“Sodalitium”, Loc Carbignano, 36 - 10020 Verrua Savoia (TO) - tel. 0161.83.93.35 - fax 0161.83.93.34).






[…] Nel presentare il documento [la Dichiarazione Comune] nella sala-stampa vaticana il 25 giugno 1998 (cfr. Documentation Catholique, n° 2187, 2-16/8/98, pp. 716-718), il suo firmatario, card. Cassidy (presidente del Consiglio Pontificio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani), ne ha tracciato anche la storia. È una storia di clamorosi insuccessi travestiti da abbaglianti successi. Il dialogo inizia nel 1967, ed è giunto alla “quarta fase”, ed ha partorito ben sette documenti (senza contare due studi teologici): nel 1972, nel 1980, nel 1981, nel 1994, poi una prima versione della Dichiarazione comune nel 1994, una prima versione nel 1996 e una seconda, la definitiva, nel 1997. In tutti si suonano le trombe del vicino successo: già il Rapporto di Malta (1972) parla di “consenso di vasta portata” (n. 4, p. 716), che nel 1980 diventa un “largo consenso” (ibidem) e nel 1997 si può annunciare che “esiste un consenso su delle verità fondamentali della dottrina della giustificazione” (n. 8, p. 717). Insomma, può dichiarare soddisfatto Cassidy, “esiste un alto grado di consenso” (DC n. 6, p. 717) che “risolve virtualmente una questione lungamente dibattuta” (DC n. 9, p. 718) per cui si tratta “di un risultato eccezionale del movimento ecumenico” (n. 2, p. 716). Lo scopo era privare di portata gli anatemi del Concilio di Trento contro i Protestanti e, incredibile ma vero, quelli dei Protestanti contro la Chiesa cattolica, aprendo la via all’unione delle 124 “chiese” luterane con la Chiesa cattolica: scopo ottenuto “là dove questo consenso è realizzato”; in questo caso, “le condanne pronunciate reciprocamente nel XVI sec. non si applicano più oggi l’uno per l’altro” (DC n. 6, p. 717). In realtà, la Risposta alla Dichiarazione Comune, elaborata in collaborazione da Cassidy e Ratzinger, è una bocciatura solenne. Cassidy (nella Risposta) condanna per eresia Cassidy (nella Dichiarazioine Comune). La “Chiesa” (nella Risposta) condanna 
la “Chiesa” (nella Dichiarazione Comune). E l’unione resta così “virtuale”, ma per niente “reale”.

In questa sede non esamineremo le 44 affermazioni comuni della Dichiarazione (DC n° 2168, 1997, pp. 875-885), ma la critica che ne fa nella Risposta della Chiesa cattolica il card. Cassidy stesso, limitandoci ai punti essenziali. La dottrina del n. 29 della D., scrive, “non è accettabile. In effetti, questa affermazione [l’uomo giustificato è simultaneamente giusto e peccatore] non è compatibile con il rinnovamento e la santificazione dell’uomo interiore di cui parla il Concilio di Trento (D. S. 1528, 1561)”. Sempre Cassidy definisce “equivoca”  la dottrina espressa ai numeri 28-30 e “ambigua” quella del n. 22, per concludere: “Per tutte queste ragioni, è pertanto difficile vedere come si possa affermare che questa dottrina sul ‘simul iustus et peccator’, nello stato attuale della presentazione che se ne fa nella Dichiarazione comune, non cada sotto gli anatemi dei decreti di Trento sul peccato originale e la giustificazione” (DC, n. 1, p. 714). La Risposta prosegue citando numerosi altri casi nei quali la Dichiarazione comune parla, a torto, di consenso raggiunto tra cattolici e luterani. A noi basta la citazione già riferita. Essa dimostra che la ‘Dichiarazione comune’ ha prodotto un testo eretico, passibile di condanna in base ai canoni del Concilio di Trento, e ciò in base al giudizio del superiore stesso dei teologi cattolici che hanno collaborato alla stesura del testo. Se per Cassidy in altri punti cattolici e luterani si sono accordati realmente nella suddetta Dichiarazione, questo non migliora certo la situazione: la Dichiarazione resta eretica, anche se in maniera ancora più ambigua e, pertanto, più pericolosa. Come si può definire tutto ciò “un risultato eccezionale del movimento ecumenico”? Ventun’anni di dialogo ecumenico coi luterani su di uno solo dei punti che li divide dai cattolici ha avuto come “eccezionale risultato” una ‘Dichiarazione comune’ fatta anche a nome della Chiesa cattolica che non sfugge alla censura di eresia! Dei cattolici son dunque diventati luterani. I luterani non sono per questo divenuti cattolici.



 
Abbiamo riportiamo, tra i DOCUMENTI, i CANONI del Concilio di Trento sulla Dottrina della Giustificazione

ALLA PRIMA PAGINA (Home)
AL SOMMARIO GENERALE
AL SOMMARIO PER ARGOMENTI