NOTIZIE DAL MONDO DELLA TRADIZIONE
(dicembre 1999)
- Il futuro della liturgia tradizionale dopo
30 anni dalla promulgazione del Messale di Paolo VI
- Nuove manovre contro la liturgia tradizionale
- Il quinto Colloquio Internazionale
del CIEL
- Una opportuna iniziativa per la “buona
battaglia” cattolica
Il futuro della liturgia tradizionale dopo
30 anni dalla promulgazione del Messale di Paolo VI
Come annunciato, il 6 novembre u. s. si è tenuto a Torino, in
una sala dell’hotel Genova, il convegno sul “Futuro della liturgia tradizionale”.
Della manifestazione daremo ampio resoconto nel prossimo numero del
nostro bollettino, per adesso ci limiteremo ad alcune segnalazioni.
Di grande interesse il testo della conferenza che S. E. il Vescovo
Salvador Lazo ha tenuto in America. In essa l’anziano prelato sottolinea
la necessità del mantenimento della liturgia tradizionale della
Santa Chiesa, alla quale si è interamente votato.
Don Emanuele du Chalard ha parlato degli sviluppi della celebrazione
eucaristica secondo il Motu Proprio del Papa, riferendosi particolarmente
alle iniziative della Commissio Ecclesia Dei ed ai problemi sorti in seno
alla Fraternità Sacerdotale San Pietro, sulla incompatibilità
tra celebrazione secondo il Novus Ordo e celebrazione secondo il Messale
del 1962.
Il prof. Massimo De Leonardis, vice presidente di Una Voce Italia,
non ha potuto presenziare perché già impegnato, nello stesso
giorno, nella manifestazione che si è tenuta a Firenze per il Premio
Internazionale Letterario “Tito Casini”. È stata letta la sua relazione.
Il prof. Agostino Sanfratello ha rivelato numerosi restroscena romani
intorno alla riforma liturgica.
Il conte A. Marcello Cristòfani della Magione si è soffermato
sulle esperienze che hanno condotto il gruppo da lui diretto ad abbracciare
appieno la liturgia tradizionale, dopo aver dato vita al Novus Ordo Templi
sotto gli auspici e con l’autorizzazione dell’Ordinario Diocesano di Siena.
Il dott. Francesco Agnoli, servendosi della proiezione di immagini
scelte, ha presentato una breve panoramica sull’architettura religiosa,
facendo notare le coerenze antiche tra liturgia, teologia e costruzione
delle chiese; e segnalando alcune incongruenze moderne che rivelano come
stia cambiando anche la stessa teologia.
Del prof. Paolo Pasqualucci è stata letta la relazione nella
quale egli ha illustrato le incompatibilità tra le implicazioni
moderniste del Concilio Vaticano II e la Tradizione della Santa Chiesa.
Don Michele Simoulin, Superiore del Distretto Italiano della Fraternità
Sacerdotale San Pio X, si è soffermato sui problemi teologici e
pastorali che scaturiscono dalla pratica moderna del nuovo ecumenismo:
dalla famosa riunione di Assisi alle nuove preghiere “interreligiose” di
Roma.
Nuove manovre contro la liturgia tradizionale
Dopo il riuscito e benaugurante pellegrinaggio dell’ottobre scorso
a Roma, per il decennale del Motu Proprio Ecclesia Dei, e forse anche a
causa di questo, in questi ultimi mesi si sono intensificate certe manovre
per intralciare lo sviluppo e la crescente adesione dei fedeli e dei chierici
alla liturgia tradizionale.
Da parte della Curia romana, e in particolare dalla Congregazione per
il Culto Divino e dalla Commissio Ecclesia Dei, si sta cercando di indurre
la Fraternità San Pietro ad usare anche i libri liturgici moderni,
al chiaro scopo di disorientare i fedeli e di “dividere” la stessa Fraternità,
e ciò nonostante il fatto che la Fraternità San Pietro (operante
prevalentemente in Germania, Inghilterra, Francia e Stati Uniti) sia stata
costituita con decreto del 18 ottobre 1988 per dare attuazione al Motu
Proprio Ecclesia Dei (2/7/88), e col formale permesso di usare esclusivamente
i libri liturgici in vigore nel 1962 e di amministrare tutti i Sacramenti
(non solo l’Eucarestia) sulla base di essi. Senza contare che la lettera
Quattuor abhinc annos (3/10/84), espressamente richiamata nel Motu Proprio
vieta formalmente “ogni mescolanza tra i testi e riti dei due messali”.
La pressione si è spinta fino al punto di limitare l’autorità
del Superiore Generale il R. P. Bisig e di sospendere il Capitolo Generale
della Fraternità, che si sarebbe dovuto tenere ad agosto.
Dai diversi gruppi e associazioni internazionali sono state sollevate
vibrate proteste nei confronti degli organismi romani citati, e si sono
ottenute giustificazioni e rettifiche parecchio ambigue, che hanno aumentato
l’allarme e le preoccupazioni.
Evidentemente a certi prelati e a molti vescovi non va giú il
fatto che i fedeli che si accostano alla liturgia tradizionale siano in
continuo aumento: che non si tratti piú solo di “tutti coloro che
si sentono legati alla tradizione liturgica latina” (come recita il Motu
Proprio del 1988), ma di chi “riscopre” oggi la liturgia tradizionale e
quindi la povertà e la pochezza della liturgia moderna.
La questione è tutt’ora in fase di sviluppo e molto resta ancora
da chiarire, cosí che, a tutt’oggi, non sappiamo come si concluderà.
Ci ripromettiamo, nel prossimo numero, di darne piú ampia notizia.
Il quinto Colloquio Internazionale
del CIEL
Al quinto Colloquio tenuto dal CIEL (Centro Internazionale di Studi
Liturgici di Parigi) all’Ermitage di Versailles, dall’11 al 13 novembre
scorso, come sempre gli interventi sono stati molto interessanti. Centrati
sul tema degli “Aspetti storici e teologici del Messale romano classico”,
sono stati tenuti da:
- l’Abbé Quoëx, dell’Istituto Cristo Re di Gricigliano,
sul valore teologico del Canone;
- il R. P. Guy Nichols, dell’Oratorio di Birmingham, sul valore teologico
dell’Offertorio;
- il R. P. Jean-Marie Pommarès, della Congregazione per il Culto
Divino, sul lavoro di messa a punto nel Messale di San Pio V, che non costituí
affatto una “riforma” della liturgia, ma una sua saggia, prudente e paziente
restituzione.
- il R. P. Etienne Henry, dell’abbazia di Randol, sulla ripresa dell’amore
per la tradizione liturgica della Santa Chiesa, che ha nel Messale tradizionale
il suo tesoro piú grande; ripresa operata a partire dall’opera di
Dom Guéranger, non a caso spesso criticato dai modernisti.
- S. E. Mons. Juan Rodolfo Laise, Vescovo di San Luis (Argentina),
sull’amara constatazione che solo una insufficiente conoscenza della dottrina
cattolica poteva portare all’attuale riforma liturgica e alla pratica di
certe aberrazioni pastorali che costituiscono dei veri e propri scandali;
com’è il caso della Comunione sulla mano, che costituisce una chiara
rottura con la dottrina e la pratica della Santa Chiesa;
- il Prof. Bianchi, sul valore teologico delle preghiere del Messale
tradizionale e sull’importanza dell’uso dei termini, scelti in maniera
appropriata, cosí da costituire parte integrante del significato
piú completo delle orazioni;
- l’Abbé François Clément, sulla ricchezza dogmatica
contenuta nel Messale tradizionale, come si può coglierla dall’insieme
delle orazioni, dalla loro formulazione, dal cerimoniale, dallo svolgimento
dell’anno liturgico e dalla scelta dei testi scritturali;
- l’Abbé Mark Drew, sull’importanza della teologia trinitaria
e della sua manifesta presenza nel Messale tradizionale, attraverso le
orazioni, il rituale e i gesti del celebrante;
- Mons. Schmitz, consigliere scientifico del CIEL, sull’importanza
delle preghiere del Messale tradizionale, come base della dottrina ecclesiologica
della Santa Chiesa;
- il R. P. Basile Valuet, monaco a Le Barroux, sulla maniera eminente
con cui il Messale tradizionale mette in risalto la presenza reale, il
sacrificio propiziatorio e il sacerdozio ministeriale, in quanto essenzialmente
distinto dal sacerdozio dei fedeli.
Una opportuna iniziativa per la “buona
battaglia” cattolica
Da diversi mesi gli amici del “Movimento Lotta per i Valori” di Trento
continuano a distribuire, con l’aiuto di altri gruppi in tutta Italia,
un manifestino contro l’aborto e tutte le iniziative cosiddette “laiche”
(e laide) che tengono in assoluto dispregio la dottrina cattolica, l’insegnamento
della Santa Chiesa e le leggi che Dio ci ha donato per mezzo del Suo Unigenito
Gesú Cristo, nostro Signore e Salvatore nostro.
Lo scopo è di sollecitare i cattolici a farsi promotori di iniziative
nazionali atte a determinare una nuova attiva attitudine del mondo tradizionale,
capace di resistere all’offensiva dell’”Avversario”, comunque camuffato.
A questo numero del nostro Bollettino abbiamo allegato una copia del
manifestino in questione, allo scopo di informare gli amici che ci seguono.
Tutti coloro che avessero l’intenzione e la possibilità di farlo
circolare possono prendere contatto con il “Movimento”, a Trento, e farsi
spedire le copie necessarie: come hanno fatto alcuni amici di Carmagnola.
[Movimento Lotta per i Valori, Cas. Post. 587 - Trento]
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