CRONOLOGIA DI FATIMA
A cura di GLG
Necessità di una cronologia
Fonti
Luoghi e tempi
Le visioni dell’infanzia (1913)
Le prime tre apparizioni dell’Angelo (1915)
Le seconde tre apparizioni dell’Angelo (1916)
La Prima e la Seconda Preghiera di Fatima
13 Maggio 1917
La prima delle sei apparizioni della
Madonna alla Cova da Iria
La promessa di una settima apparizione
La Terza Preghiera di Fatima
La parte del messaggio tenuta segreta
13 Giugno 1917
La seconda delle sei apparizioni della
Madonna alla Cova da Iria
L’invito a recitare tutti i giorni il Rosario
La visione del Cuore Immacolato di Maria
circondato e trafitto da spine
Il “Piccolo Segreto”
13 Luglio 1917
La terza delle sei apparizioni della Madonna
alla Cova da Iria.
La promessa di un miracolo che tutti potranno
vedere.
La Quarta e la Quinta Preghiera di Fatima.
Il “Grande Segreto”
La visione dell’Inferno (prima parte del
Grande Segreto)
La consacrazione della Russia al Cuore
Immacolato (seconda parte del Grande Segreto)
Il “Terzo Segreto di Fatima” (terza parte
del Grande Segreto)
13 Agosto 1917
Lucia, Francesco, e Giacinta vengono rapiti
e sequestrati.
La presenza della Madonna alla Cova da
Iria.
19 Agosto 1917
La quarta delle sei apparizioni della Madonna
ai Valinhos (invece che alla Cova da Iria).
L’invito a pregare e a fare penitenza per
la salvezza dei peccatori.
13 Settembre 1917
La quinta delle sei apparizioni della Madonna
alla Cova da Iria.
13 Ottobre 1917
La sesta delle sei apparizioni della Madonna
alla Cova da Iria.
Nostra Signora del Rosario.
La Sacra Famiglia.
Nostra Signora dei Dolori.
Nostra Signora del Carmelo.
Il miracolo del sole.
Il Rosario, preghiera di Fatima per eccellenza.
Dopo Fatima
Francesco.
Giacinta.
Lucia.
Lucia a Vilar (1921-1925).
Lucia a Pontevedra (1925 - 1926)
L’apparizione del 10 dicembre 1925
La devozione della Comunione riparatrice
nei primi cinque sabati del mese
Lucia a Tuy ( 1926 - 1934)
L’apparizione del 13 giugno 1929
La domanda di consacrazione della Russia
La rivelazione dell’agosto 1931
La Sesta e la Settima Preghiera di Fatima
La punizione della gerarchia preannunciata
da Nostro Signore
L’incontro fra Suor Lucia e Padre Agostino Fuentes
(26 dicembre 1957).
Un (nuovo) castigo di Dio è imminente.
Il demonio sta per ingaggiare una battaglia
decisiva con la Santa Vergine.
Ciascuno intraprenda la propria conversione
senza aspettare esortazioni dalla Gerarchia.
Stiamo vivendo negli ultimi tempi del mondo.
L’ultimo mezzo di salvezza: la Santissima
Madre di Dio.
Per salvare il mondo: Preghiera, Sacrificio,
Rosario, Devozione al Cuore Immacolato.
Una conclusione provvisoria
Una conclusione pratica
Necessità di una cronologia
Per comando esplicito o per ispirazione divina Lucia, Francesco, e Giacinta
all’epoca delle apparizioni di Fatima hanno mantenuto il segreto su gran
parte di quanto veniva loro rivelato.
Dagli anni successivi al 1917 fino a tutt’oggi (luglio 2001) Suor Lucia
ha reso noto non tutto ma, volta per volta e secondo gli ordini di Dio
o della Madonna, sia parti di quanto le era stato rivelato da fanciulla
sia parti di rivelazioni successive.
Purtroppo la diffusione di tali testi, (anche quelli destinati a ogni
fedele), in genere è stata ostacolata dalla gerarchia. Ancor oggi
non solo non tutto quanto rivelato da Suor Lucia è noto ma dal 1976
non viene permessa nemmeno la pubblicazione di circa 5000 documenti originali
raccolti e commentati in 14 volumi, frutto di 11 anni di lavoro, dall’archivista
ufficiale di Fatima Padre Joaquin Maria Alonso c.m.f. (defunto nel 1982).
Fortunatamente però Padre Alonso rese noti molti fatti importanti
attraverso articoli su pubblicazioni specialistiche.
Il risultato di tutto ciò, lungo il corso di circa ottanta anni,
è una miriade di testi divulgativi e devozionali che, per i nostri
gusti, sotto molti aspetti risultano superficiali, vaghi, incompleti, e,
qualche volta, contraddittori e in cui spesso, per pia intenzione o per
supplire a quanto non noto al tempo della loro scrittura, sono presenti
interpolazioni, modifiche, omissioni degli autori.
A seguito delle perplessità sollevate dalla pretesa e tardiva
pubblicazione nel 2000 del cosiddetto Terzo Segreto, pubblicazione che
avrebbe dovuto essere fatta al più tardi nel 1960 secondo quanto
detto da Suor Lucia, è sembrato utile a chi scrive documentarsi
il più possibile con precisione e, poi, far parte di quanto trovato
ai lettori di questo scritto.
Fonti
La presente cronologia attinge, il più possibile letteralmente,
all’opera di Frére Michel de la Sainte Trinitè des
Petits Fréres du Sacre-Coeur intitolata “Toute la vérité
sur Fatima”, in tre volumi per un totale di circa 1500 pagine, IV edizione,
1986, edita da Rénaissance Catholique / Contre-Reforme Catholique,
10260 Saint-Parres-Lès-Vaudes, Francia.
Fra gli scritti originali e noti di Suor Lucia che riguardano quanto
avvenuto fra il 1915 e il 1917 hanno particolare importanza quattro conosciuti
come I, II, III, IV Memoria, memorie scritte per ordine del vescovo
di Leiria Mons. Da Silva. [Una versione francese di queste memorie
si trova in “Mémoires de soer Lucie”, introduction et notes
du P. Alonso, compilation du P. Kondor, s. v. d., Èd. Vice-Postulaçao
dos Videntes, Fatima, 1980, 216 pages. (Téqui diffuseur)].
La I Memoria è stata composta nel dicembre1935, (una biografia
di Giacinta; circa 39 pagine di quaderno, di una trentina di righe scritte
a mano).
La II Memoria è stata composta nel novembre 1937, (una
autobiografia per completare quanto detto nella prima memoria in cui aveva
parlato soprattutto di Giacinta; circa 38 fogli scritti a mano su entrambe
le facciate).
La III Memoria è stata composta nel luglio/agosto 1941,
(in essa Suor Lucia rivela la prima e la seconda parte del segreto del
13 luglio 1917 mentre mantiene celata la terza parte; si tratta di circa
12 pagine scritte a mano).
La IV Memoria è stata composta nell’ottobre/dicembre
1941, (due quaderni, inviati al vescovo il primo a fine novembre e il secondo
in dicembre; in essi Suor Lucia ripete il testo della prima parte e della
seconda parte del segreto come nella III Memoria, e, mentre conferma di
non poter rivelare la terza parte, aggiunge però, significativamente,
la frase “ Nel Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede
ecc. …”).
La Terza Parte del Segreto sarà scritta da Suor Lucia nel gennaio
1944, come specificato più avanti trattando della apparizione della
Santa Vergine avvenuta il 13 luglio 1917.
Altri due scritti di Suor Lucia sono particolarmente importanti.
Uno scritto del 1927 in cui Suor Lucia narra, in terza persona e per
ordine del suo direttore spirituale Padre Aparicio, gesuita, l’apparizione
del Bambino Gesù e della Vergine, apparizione del 10 dicembre 1925
in cui viene richiesta e spiegata la devozione dei primi sabati del mese
in riparazione delle offese portate al Cuore Immacolato Di Maria.
Uno scritto del 1936 in cui Suor Lucia narra , in prima persona e per
ordine del suo direttore spirituale Padre Gonçalves, gesuita, l’apparizione
trinitaria e di Nostra Signora del 13 giugno 1929 in cui viene richiesta
la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria da parte del
Papa in unione con tutti i vescovi del mondo.
Infine è molto importante uno scritto del 1957 di Padre Fuentes
in cui egli riferisce di un suo colloquio con Suor Lucia; lo scritto contiene
avvertimenti particolarmente importanti per quanto riguarda gli avvenimenti
dal 1960 in poi, avvertimenti che sono certamente in strettissimo rapporto
col Terzo Segreto.
Luoghi e tempi
Fatima si trova a circa metà strada in linea d’aria fra Lisbona
e Coimbra.
Vicino a Fatima c’era un gruppo di una ventina di case che costituivano
la frazione di nome Aljustrel: lì vivevano Lucia, Francesco e Giacinta.
Il 22 marzo 1907 nacque Lucia, figlia di Antonio e Maria Rosa dos Santos.
L’11 giugno 1908 nacque Francesco, figlio di Manuel e Olimpia
Marto.
Il 10 marzo 1910 nacque Giacinta, figlia di Manuel e Olimpia
Marto.
Olimpia Marto è sorella di Antonio dos Santos perciò
Lucia dos Santos è cugina di Francesco Marto e Giacinta Marto.
Le visioni dell’infanzia (1913)
Nel 1913, a sei anni, Lucia riceve la Prima Comunione.
Il giorno prima, dopo la prima confessione preparatoria, Lucia prega
davanti alla statua della Madonna del Rosario e Le chiede di conservare
il suo cuore solo per Dio: Lucia ha l’impressione che la Madonna le sorrida
e che con uno sguardo e con un gesto le dica di sì.
Lucia ripete la richiesta a Dio nel ringraziamento dopo la Prima Comunione
e le sembra di sentire in sé una voce che le concede la grazia richiesta.
Le prime tre apparizioni dell’Angelo (1915)
Nel 1915, a otto anni, Lucia riceve dalla madre l’incarico di pascolare
il gregge della famiglia e si sceglie come compagne per questo incarico
tre amiche: le sorelle Teresa e Maria Rosa Matias e Maria Justino.
Tra l’aprile e l’ottobre del 1915 a Lucia e alle altre tre pastorelle,
mentre sono al pascolo sulla collina del Cabeço, appare loro tre
volte un Angelo, simile a una statua di neve che i raggi del sole rendono
un poco trasparente.
L’Angelo non si avvicina e non rivolge loro la parola.
Lucia non ne parla, nemmeno in casa, ma le tre amiche sì
e le quattro fanciulle sono oggetto di qualche motteggio in paese e in
famiglia.
Lucia ne soffre in particolare e ne trae motivo per aumentare il suo
naturale riserbo.
Le seconde tre apparizioni dell’Angelo (1916)
La Prima e la Seconda Preghiera di Fatima
Nel 1916 Lucia , di nove anni, si sceglie come compagni per andare al
pascolo i cuginetti Francesco, di otto anni, e Giacinta, di sei anni.
Nella primavera 1916 , mentre Lucia, Francesco, e Giacinta sono al
pascolo sulla collina del Cabeço, riappare l’Angelo simile ad un
giovinetto di quattordici o quindici anni, di grande bellezza, bianco come
la neve, reso dal sole come cristallo trasparente.
Questa volta egli si avvicina e rivolge loro la parola: “Non
temete. Io sono l’Angelo della Pace. Pregate con me”.
L’Angelo si inginocchia e curva la fronte fino al suolo e recita tre
volte, imitato da loro, la preghiera:
[Prima Preghiera di Fatima]
“Dio mio, io credo, adoro, spero e Vi amo. Io Vi domando perdono
per coloro che non credono, non adorano, non sperano, non Vi amano.”
L’Angelo si rialza e dice loro: “Pregate così. I cuori di Gesù
e di Maria ascoltano la voce delle vostre sùppliche.” E poi scompare.
Francesco vede l’apparizione ma non ode le parole, parole che gli saranno
riferite da Lucia e da Giacinta: sarà così per tutte
le apparizioni che seguiranno.
Nell’estate 1916, mentre Lucia, Francesco e Giacinta giocano e il gregge
pascola, (ancora sulla collina del Cabeço), appare all’improvviso
al loro fianco il medesimo Angelo. Esso dice loro:
“Cosa fate? Pregate, pregate molto! I Santi Cuori di Gesù e
di Maria hanno su di voi dei progetti di misericordia. Offrite senza cessa
preghiere e sacrifici all’Altissimo.”
Lucia domanda come devono sacrificarsi e l’Angelo risponde:
“In tutto ciò in cui vi è possibile offrite a Dio un
sacrificio in atto di riparazione per i peccati da cui è offeso,
e in atto di supplica per la conversione dei peccatori. In questo modo
voi attirerete la pace sulla vostra patria. Io sono il suo Angelo Custode,
l’Angelo del Portogallo. Soprattutto accettate e sopportate con sottomissione
le sofferenze che il Signore vi invierà”.
Nell’autunno 1916 mentre il gregge pascola, sempre sulla medesima
collina, Lucia, Francesco e Giacinta stanno ripetendo molte volte la preghiera
insegnata loro dall’Angelo ed ecco che questi compare tenendo nella mano
sinistra un Calice su cui è sospesa un’Ostia da cui cadono nel Calice
alcune gocce di Sangue.
L’Angelo lascia il Calice e l’Ostia sospesi nell’aria e, prostrato
fino a terra a fianco dei pastorelli, ripete, imitato da loro, tre volte
una nuova preghiera:
[Seconda Preghiera di Fatima]
“Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, io Vi
adoro profondamente e Vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e
Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli
del mondo, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi, delle indifferenze
da cui Egli medesimo è offeso. Per i meriti infiniti del suo Sacro
Cuore e del Cuore Immacolato di Maria io Vi domando la conversione dei
poveri peccatori”.
Raddrizzatosi l’Angelo prende nuovamente il Calice e l’Ostia e dà
l’Ostia a Lucia e il Sangue del Calice a Francesco e a Giacinta dicendo:
“Prendete e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente
oltraggiato dagli uomini ingrati. Riparate i loro crimini e consolate il
vostro Dio”.
L’Angelo si prosterna di nuovo e ripete ancora tre volte la preghiera
“Santissima Trinità”, quindi scompare.
Alcune Osservazioni
In ciascuna delle tre apparizioni l’Angelo fa già menzione del
Sacro Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria come a cuori
legati indissolubilmente fra loro.
L’Angelo richiama l’estrema gravità del peccato e la necessità
di ripararlo per amore attraverso la preghiera, il sacrificio, l’offerta
eucaristica e la comunione riparatrice, anche per i peccati altrui.
A proposito del nome di “Angelo della Pace” (primavera 1916) si noti
che, poco prima delle seconde tre apparizioni, nel febbraio 1916, il Portogallo
ha acconsentito alla richiesta dell’Inghilterra di sequestrare le navi
tedesche il che ha provocata la dichiarazione di guerra della Germania
al Portogallo (9 marzo) e la successiva decisione portoghese di preparare
l’invio di una armata sul fronte francese.
A proposito del nome di “Angelo custode del Portogallo” (estate 1916)
osserviamo che ciò ci fa capire che, per lo meno per le nostre antiche
Patrie Cristiane, esse non sono delle società profane, abbandonate
da Dio ai casi e agli insulti della storia. Battezzate e formate poco a
poco nel corso dei secoli dalla sua benevola Provvidenza, esse sono volute
da Dio e protette, attraverso il ministero degli angeli, dalla sua fedele
e instancabile protezione, nonostante le loro cadute e le loro empietà,
cadute e empietà da Lui castigate con giustizia e misericordia.
(Alcuni studiosi identificano questo Angelo con San Michele Arcangelo a
cui più volte nei secoli passati il Portogallo si era affidato).
A proposito della pace notiamo che l’Angelo (primavera, estate, autunno
1916) non fa pregare per essa ma, invece, per la riparazione dei peccati
e per la conversione dei peccatori.
La guerra è, quindi, un castigo divino e il rimedio è
prima di tutto soprannaturale: quando i crimini degli uomini saranno riparati
e la Giustizia di Dio appagata, quando il castigo avrà condotto
i peccatori alla conversione allora, solo allora, ne conseguirà
la pace.
13 Maggio 1917
La prima delle sei apparizioni della Madonna alla Cova da
Iria
La promessa di una settima apparizione
La Terza Preghiera di Fatima
Il 13 maggio 1917, domenica precedente l’Ascensione, dopo aver assistito
alla Santa Messa, Lucia, Francesco e Giacinta portano il gregge a pascolare
in un luogo detto “Cova da Iria”, [con ogni probabilità il luogo
fu chiamato così in onore di Santa Irene, piccola martire della
purezza, massacrata a Tomar, a una ventina di chilometri di distanza, su
ordine di un pretendente respinto], a cui arrivano verso il mezzogiorno
[qui e in seguito ci riferiremo sempre all’ora solare; in quel periodo,
per avere la stessa ora dei belligeranti, in Portogallo vigeva una
ora legale che anticipava di 90 minuti l’ora solare].
Preso il pasto e recitato il Rosario cominciano a giocare quando vedono
come un lampo; pensando che sia in arrivo un temporale cominciano ad avviarsi
col gregge verso casa. [Suor Lucia ha spiegato che si trattava non di un
lampo vero e proprio ma piuttosto del riflesso di una luce che si avvicinava
]. Poco dopo vedono un altro lampo e, dopo pochi passi, vedono sopra un
piccolo leccio, [alto circa un metro, ben fatto e vigoroso], una Signora
tutta vestita di bianco, più brillante del sole, che irradiava una
luce più bianca e più intensa di quella di un vaso di cristallo
pieno di acqua cristallina attraversato dai raggi del sole più ardente.
Suor Lucia, nel suo quarto memoriale del 1941, così racconta,
(qui e in seguito useremo principalmente la traduzione, a cura di
Emilio Marini, del libro “Il Cuore Che Si Dona A Tutti, Centro Internazionale
Armata Azzurra - Fatima” [“A Heart For All”, Ave Maria Institute, Washington,
New Jersey, USA]:
“Eravamo così vicini a lei che ci trovavamo nella luce che la
circondava o che, piuttosto, emanava da lei, forse solo a un metro e mezzo
di distanza, più o meno.
Allora la Madonna ci disse:
- “Non abbiate timore! Non vi farò del male”
Di dove siete? le chiesi.
- “Sono del Cielo”
E che cosa volete da noi?
- “Sono venuta per chiedervi di venire qui per sei mesi di seguito,
il 13 [di ogni mese] a questa stessa ora. Più tardi vi dirò
chi io sono e quello che voglio. Poi riverrò ancora qui una settima
volta”
Ed io andrò in Cielo?
- “Sì, ci andrai”
E Giacinta?
- “Anche lei”
- E Francesco?
- “Anche lui. Ma dovrà recitare molti rosari”
Mi ricordai allora di formulare una domanda riguardo a due ragazze
che erano morte da poco. Erano mie amiche e venivano a casa nostra per
imparare a tessere con mia sorella maggiore.
- Maria das Neves, è già in Cielo?
- Sì, vi è” (mi sembra che avesse pressappoco 15
anni)
- Ed Amalia?
- “Essa deve restare in Purgatorio fino alla fine del mondo” (mi sembra
che potesse avere 18 o 20 anni)
- “Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli
vorrà inviarvi, in atto di riparazione per i peccati per i quali
è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?”
- Sì, lo vogliamo, certo!
- “Avrete quindi molto da soffrire, ma la grazia di Dio sarà
il vostro conforto”
Fu pronunciando queste ultime parole che la Madonna aprì per
la prima volta le mani [fino a quel momento aveva tenute le mani giunte]
e ci comunicò, a mezzo di una specie di riflesso che emanava da
lei, una luce così intima che, penetrando nel nostro cuore, e fino
al più profondo della nostra anima, faceva sì che vedevamo
noi stessi in Dio, che era questa luce, più chiaramente di come
ci si vede in uno specchio.
Allora, a causa di un impulso interno che ci era anche comunicato,
siamo caduti in ginocchio ed abbiamo ripetuto dal profondo del nostro cuore:
[Terza Preghiera di Fatima]
“O Santissima Trinità, vi adoro! Mio Dio, mio Dio, Vi amo
nel Santissimo Sacramento!”
Dopo qualche momento la Madonna aggiunse:
“Si reciti il Rosario tutti i giorni per ottenere la pace, per la fine
della guerra!”
Poi ella cominciò ad innalzarsi dolcemente, nella direzione
del levante, fino a sparire nella immensità del cielo.”
La sera stessa Giacinta racconterà in famiglia quanto è
avvenuto e così la notizia della apparizione si sparge velocemente
in paese e nei dintorni, accolta ora con fede e ora con incredulità
e diffidenza, anche da parte dei genitori e dei parenti.
Il parroco don Marquès Ferreira, perplesso e piuttosto indifferente,
alla fine di maggio convoca i fanciulli per interrogarli . Di fronte al
loro riserbo (e al silenzio di Giacinta) rimane sfavorevolmente impressionato
e assume un atteggiamento ostile. La madre di Lucia ne deduce che la figlia
sia una mentitrice e la tratta con severità facendola molto soffrire.
L’aspetto della Madonna
In altri scritti, e in certi casi attraverso correzioni apportate a
dipinti o statue rappresentanti le apparizioni, Suor Lucia ci dà
ulteriori particolari sulla apparizione.
La Madonna ha l’aspetto di una fanciulla giovanissima, di circa quindici-diciotto
anni, non molto alta, dalla voce dolce e gradevole, il viso bellissimo,
gli occhi neri.
Le mani sono giunte all’altezza del petto; quando la Madonna le apre
allarga un poco le braccia e le mani hanno le palme volte verso il basso
tenute ad una altezza poco sotto l’orizzontale.
I piedi poggiano su una piccola nuvola come di ermellino che sfiora
i rami verdi del piccolo leccio.
Dal braccio destro pende un bel rosario, con i grani splendenti come
perle, terminato da una croce come di argento luminoso.
L’abito, di luce bianca come la neve, cade fino ai piedi; e un lungo
velo bianco, bordato d’una luce più intensa come d’oro, le copre
il capo, le spalle e, scendendo fin quasi al bordo dell’abito, circonda
tutto il corpo. Sospeso al collo da un cordone giallo o dorato ha un globo
dorato, luminoso in modo particolare; due piccoli orecchini luminosi si
intravedono là dove il velo copre le orecchie.
La parte del messaggio tenuta segreta
La parte del messaggio compresa fra le parole “ Volete offrirvi a Dio”
e “nel Santissimo Sacramento!”, è stata resa nota solo più
tardi da Suor Lucia.
13 Giugno 1917
La seconda delle sei apparizioni della Madonna alla Cova da Iria
L’invito a recitare tutti i giorni il Rosario
La visione del Cuore Immacolato di Maria circondato e trafitto da
spine
Il “Piccolo Segreto”
Il 13 giugno 1917, verso le 11, Lucia, Francesco e Giacinta si trovano
alla Cova da Iria come voluto dalla Madonna; con loro adesso ci sono circa
cinquanta persone che avevano prestato fede al loro racconto e, tutti assieme,
recitano il rosario.
Continuiamo il racconto con le parole di Suor Lucia:
“Dopo aver recitato il rosario con Giacinta e Francesco, e con le altre
persone che erano presenti, vidi nuovamente il riflesso della luce che
si avvicinava (e che noi chiamavamo lampo) e, poi, la Madonna sul leccio,
esattamente come nel mese di maggio.
- Che cosa volete da me? Le chiesi.
- “Voglio che veniate qui il 13 del mese prossimo, che recitiate il
rosario tutti i giorni e che impariate a leggere. Dirò in
seguito cosa voglio.”
- Chiesi la guarigione di un malato.
- “Se si convertirà (rispose la Madonna) guarirà nel
corso dell’anno” - “I Cuori di Gesù e di Maria hanno su di voi dei
progetti di misericordia.”
- Vorrei chiedervi di condurci in cielo.
- “Sì, Giacinta e Francesco ve li condurrò molto presto,
ma tu, ma tu resterai qui ancora per qualche tempo. Gesù vuole servirsi
di te per farmi conoscere ed amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione
al mio Cuore Immacolato. A chi praticherà questa devozione io prometto
la salvezza, queste anime saranno predilette da Dio, come fiori posti da
Me per ornare il suo trono.”
- Resterò qui tutta sola? domandai con tristezza.
- “No, figlia mia! Questo ti fa soffrire molto? Non scoraggiarti! Non
ti abbandonerò mai. Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio
e la via che ti condurrà fino a Dio.”
Nel momento in cui pronunciava queste ultime parole disgiunse le mani
e ci comunicò, per la seconda volta, il riflesso di questa luce
immensa.
In essa noi ci vedemmo come immersi in Dio. Giacinta e Francesco sembravano
trovarsi in quella parte di luce che saliva verso il cielo ed io in quella
che si diffondeva sulla terra.
Dinanzi al palmo della mano destra della Madonna c’era un cuore circondato
di spine che sembravano conficcarsi in esso. Abbiamo capito che si trattava
del Cuore Immacolato di Maria, oltraggiato dai peccati della umanità,
che chiedeva riparazione.”
Durante l’apparizione gli altri testimoni sentivano la voce di Lucia
e poi come il mormorio leggerissimo di una voce, ma inintelleggibile. I
rami dell’arbusto si piegarono all’intorno, da tutti i lati, come se sorreggessero
un peso. Alla fine dell’apparizione si sentì come un soffio e tutti
i rami si raccolsero e si piegarono verso l’est come se fossero sfiorati
dal bordo dell’abito della Madonna che si allontanava. Una piccola nube,
distante un palmo dalle foglie del piccolo leccio, fu vista alzarsi dolcemente
verso l’Oriente, per poi dissolversi completamente. Dopo l’apparizione
i presenti recitarono le Litanie e, sulla via del ritorno, il Rosario.
Arrivati al paese diffusero a tutti il racconto di quanto era avvenuto.
A chi chiedeva ai veggenti cosa avesse detto loro la Madonna, i tre veggenti
rispondevano che aveva raccomandato a tutti di recitare il rosario ogni
giorno e che il resto era un segreto, (cioè la sorte di Lucia,
Francesco, Giacinta e la visione del Cuore Immacolato di Maria circondato
di spine).
Alcuni prestavano loro fede ma più numerosi erano i curiosi,
e non mancavano i motteggiatori.
Il giorno dopo l’apparizione il parroco don Marquès Ferreira
interroga Francesco e Giacinta (che mantiene il silenzio) e poi Lucia la
cui madre insiste perché confessi di avere mentito.
L’interrogatorio fu pacifico e molto minuzioso.
Il verdetto del parroco, subito comunicato a Lucia e a sua madre, fu
sostanzialmente sfavorevole, anche se non definitivo.
Gli sembrava impossibile che la Madonna venisse sulla terra solo per
dire di recitare il rosario tutti i giorni, devozione, fra l’altro, già
molto diffusa nella parrocchia; inoltre di solito Nostro Signore chiede
a coloro a cui appare di rendere conto al loro confessore o al loro parroco
di ciò che è avvenuto mentre invece i fanciulli si sottraggono
il più possibile a tale dovere: per queste ragioni secondo il parroco
l’avvenire dirà cosa se ne dovrà pensare ma per ora potrebbe
trattarsi anche di un inganno del demonio.
Questo sospetto mette Lucia in grande angoscia, al punto da farla dubitare
in certi momenti se non fosse suo dovere non andare al futuro appuntamento
del 13 luglio nonostante le insistenze di Francesco e di Giacinta.
Il “Piccolo Segreto”
La parte del messaggio compresa fra le parole “I Cuori di Gesù
e di Maria hanno su di voi” e “ che chiedeva riparazione” è
stata resa nota solo più tardi da Suor Lucia ed è nota
come il “Piccolo Segreto”.
Vi si rivelano lo stretto legame fra il Sacro Cuore di Gesù
e il Cuore Immacolato di Maria, che il Cuore Immacolato di Maria è
trafitto di spine simbolo dei peccati e delle offese degli uomini, che
Gesù vuole stabilire la devozione al Cuore Immacolato di Maria,
e che grazie speciali per la salvezza eterna sono riservate a coloro che
praticheranno questa devozione.
Questa parte del messaggio verrà ripresa e completata nella
apparizione del Bambin Gesù e della Vergine a Suor Lucia il10 dicembre
1925.
13 Luglio 1917
La terza delle sei apparizioni della Madonna alla Cova da Iria.
La promessa di un miracolo che tutti potranno vedere.
La Quarta e la Quinta Preghiera di Fatima.
Il “Grande Segreto”
La visione dell’Inferno (prima parte del Grande Segreto)
La consacrazione della Russia al Cuore Immacolato (seconda parte
del Grande Segreto)
Il “Terzo Segreto di Fatima” (terza parte del Grande Segreto)
Il 13 luglio alla Cova da Iria, verso mezzogiorno, sono presenti alcune
migliaia di fedeli. Il padre di Francesco e di Giacinta, Manuel Marto,
è presente accanto ai figli; la madre di Lucia, Maria Rosa dos Santos,
assiste da lontano per non farsi riconoscere.
Riportiamo ancora un passo del racconto di Suor Lucia (IV Memoria):
“Poco tempo dopo che eravamo arrivati alla Cova da Iria, presso il leccio,
in mezzo ad una grande folla, recitando il rosario, vedemmo il riflesso
della solita luce, poi la Madonna sul leccio.
- Che cosa volete da noi ? Le chiesi.
- “Voglio che veniate qui il 13 del mese prossimo, che si continui
a recitare il rosario tutti i giorni in onore di Nostra Signora del Rosario,
per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra, perché Lei
sola può soccorrervi.”
- Vorrei domandarvi chi siete e di fare un miracolo perché tutti
credano che ci apparite.
- “Si continui a venire qui tutti i mesi. Al mese di ottobre dirò
chi sono, quello che voglio e farò un miracolo che tutti potranno
vedere per credere.”
- A questo punto formulai alcune domande [alla Madonna]; non ricordo
quali. Quello che ricordo è che la Madonna disse che bisognava recitare
il rosario per ottenere queste grazie durante l’anno. Essa poi continuò:
- “Sacrificatevi per i peccatori e dite spesso, specialmente quando
fate un sacrificio:
[Quarta Preghiera di Fatima]
“O Gesù è per amor vostro, per la conversione dei
peccatori, ed in riparazione per i peccati commessi contro il Cuore
Immacolato di Maria”.
Dicendo queste ultime parole aprì di nuovo le mani come aveva
fatto il mese precedente.
Il riflesso [della luce] parve penetrare nella terra e vedemmo come
un oceano di fuoco. Immersi in quel fuoco [vedevamo] i demoni e le anime
[dannate]. [Queste] erano come bragia trasparente, nera o bronzea, e avevano
forma umana. Erano come sospese in questo incendio, sollevate dalle fiamme
che uscivano da loro stesse insieme a nubi di fumo. [E poi ] ricadevano
da ogni parte, come le scintille nei grandi incendi, senza peso né
equilibrio, in mezzo a grida e gemiti di dolore e di disperazione che facevano
orrore e tremare di paura. (È alla vista di questo spettacolo che
devo aver lanciato quel grido “Ahi” che si dice aver inteso da parte mia).
I demoni si distinguevano [dalle anime dannate] per le forme orribili e
ripugnanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti, come dei
neri carboni trasformati in bragia.
Questa visione non durò che un momento, grazie alla nostra buona
Madre Celeste che nella prima apparizione ci aveva promesso di portarci
in Cielo, senza di che credo che saremmo morti di spavento e di paura.
Spaventati e come per chiedere soccorso abbiamo alzati gli occhi verso
la Madonna che ci disse con bontà e tristezza:
- “Avete visto l’Inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori.
Per salvarli Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato.
Se si fa quello che vi dico molte anime si salveranno, ci sarà la
pace. La guerra finirà. Ma se non si cessa di offendere Dio allora
sotto il regno di Pio XI ne comincerà un’altra peggiore.”
[Nota: Pio XI morirà il 10 febbraio 1939 e gli succederà
Pio XII. La seconda guerra mondiale fu dichiarata sette mesi più
tardi, il 3 settembre 1939 dopo l’attacco tedesco alla Polonia del 1 settembre
1939. Gli studiosi di Fatima spiegano l’apparente inesattezza facendo notare
che la seconda guerra mondiale in verità cominciò ben prima
di essere dichiarata e, precisamente, il 12 marzo 1938 (quindi sotto Pio
XI) con l’invasione dell’Austria e successiva proclamazione dell’Anschluss
o “Riunificazione dell’Austria al Reich” (a cui nell’ottobre 1938 segue
l’invasione della Cecoslovacchia)].
“Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta allora sappiate
che è il grande segno che Dio vi dà che sta per punire il
mondo dei suoi delitti per mezzo della guerra, della carestia e delle persecuzioni
contro la Chiesa e il Santo Padre.”
[Nota: Si tratta della notte tra il 25 e il 26 gennaio 1938
illuminata da una luce simile a quella di una aurora boreale di intensità,
durata, ed estensione eccezionali (quasi tutta l’Europa, l’Africa del Nord,
il Canadà) di cui parlò tutta la stampa. Nel suo discorso
al Reichstag del 30 gennaio 1939 Hitler dichiarò di aver decisa
l’invasione dell’Austria proprio nel gennaio 1938 e quella della Boemia
a fine maggio 1938]
“Per impedirlo verrò a chiedere la conversione della Russia al mio
Cuore Immacolato e la comunione riparatrice dei primi sabati del mese.
Se si darà ascolto alle mie richieste allora la Russia si convertirà
e ci sarà la pace, altrimenti la Russia diffonderà i suoi
errori per tutto il mondo, provocando guerre e persecuzioni contro la Chiesa.
I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto,
parecchie nazioni saranno annientate. Alla fine il mio Cuore Immacolato
trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia che si
convertirà e sarà concesso al mondo un certo periodo di pace.
Nel Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede, ecc.”.
Questo non ditelo a nessuno; a Francesco, sì, potete dirlo.
Quando reciterete il rosario dite dopo ogni decina:
[Quinta Preghiera di Fatima]
“O Gesù mio, perdonateci, salvateci dal fuoco dell’Inferno,
conducete in cielo tutte le anime, soprattutto quelle che più ne
hanno bisogno.”
Seguì un istante di silenzio, e poi io domandai :
- Vostra Grazia, non mi domandate niente di più?
- “No, per oggi non ti chiedo altro.”
E, come le altre volte, cominciò ad innalzarsi in direzione
del levante fino al momento in cui disparve nell’immensità del firmamento.”
Il “Grande Segreto” e il “Terzo Segreto”
Il passo del messaggio compreso fra le parole “Sacrificatevi per i
peccatori” e “a Francesco, sì, potete dirlo”, è nota come
il “Grande Segreto”.
Suor Lucia l’ha rivelato solo più tardi ma non ancora completamente
e per questo si distinguono tre parti dette, impropriamente, “Primo
Segreto”, “Secondo Segreto”, “Terzo Segreto”.
Il “Primo Segreto”, che oggi leggiamo nel testo sopra citato,
è la visione dell’inferno e la devozione al Cuore Immacolato di
Maria come mezzo per salvare i peccatori.
Notiamo esplicitamente (ci servirà in seguito) che la Madonna
non si limita a far apparire la visione ma subito dopo la spiega Lei stessa
con le sue parole.
Il “Secondo Segreto”, che oggi leggiamo nel testo sopra citato,
è la richiesta di consacrazione della Russia al Cuore Immacolato
di Maria e la devozione consistente nella Comunione Riparatrice nei
Primi Sabati di ogni mese.
[I Vescovi portoghesi consacrarono al Cuore Immacolato di Maria
il Portogallo nel 1931, e rinnovarono la consacrazione nel 1938 e nel 1940.
Grazie al Cuore Immacolato di Maria il Portogallo fu miracolosamente preservato
dall’essere coinvolto nella guerra civile spagnola e fu risparmiato dal
flagello della Seconda Guerra Mondiale.]
La parte riguardante la devozione dei primi sabati verrà ripresa
e completata nella apparizione del Bambin Gesù e della Vergine a
Suor Lucia il 10 dicembre 1925.
La parte riguardante la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato
di Maria verrà ripresa e completata nella apparizione trinitaria
e di Nostra Signora a Suor Lucia il 13 giugno 1929.
Il “Terzo Segreto”, come vedremo, non è ancora noto con
certezza e con completezza (luglio 2001) nonostante che Suor Lucia avesse
a suo tempo detto a più persone che esso avrebbe dovuto essere reso
pubblico al più tardi nel 1960 (cosa che non fu fatta).
Si sa che a metà ottobre 1943 il Vescovo di Leiria Mons.
Da Silva ordinò ufficialmente a Suor Lucia di mettere per iscritto
il Terzo Segreto, (Suor Lucia era seriamente ammalata e si temeva morisse
prima di averlo rivelato).
Si sa ancora che Suor Lucia, in una lettera all’arcivescovo di Valladolid
(già vescovo di Tuy) Mons. Garcia y Garcia, gli confidò che
le era stato ordinato di scriverlo “sia” sui quaderni in cui le è
ordinato di scrivere il suo diario spirituale “sia” su un foglio di carta
da rinchiudersi in una busta suggellata con la ceralacca.
L’autore di queste note non ha chiaro se il “sia… sia…” equivalga ad
un “aut… aut…”, cioè una sola redazione scritta a sua scelta su
un foglio singolo o su un quaderno, oppure equivalga ad un “et… et…”, cioè
due redazioni, (identiche o completantesi a vicenda), su entrambi i documenti,
cioè il foglio singolo ed il quaderno. Siccome, d’altra parte, i
testi del Primo e del Secondo Segreto erano stati proprio riportati nel
diario spirituale prima di essere trascritti nella III e IV Memoria,
chi scrive propende per le due redazioni, che costituiscono due documenti
distinti; (come vedremo la cosa ha grande importanza).
In una lettera datata 9 gennaio 1944 scrive a Mons Da Silva “Ho scritto
ciò che mi avete chiesto; Dio ha voluto mettermi un poco alla prova,
ma, infine, era quella [che lo scrivessi] la sua volontà: è
suggellato in una busta e questa è nei quaderni”, [FRÈRE
MICHEL DE LA SAINTE TRINITÉ, Toute la vérité sur
Fatima, Vol. III, pag. 38].
Si sa, infine, che, nel giugno 1944, Suor Lucia consegnò a un
inviato del Vescovo di Leiria “il quaderno in cui aveva infilata
la busta del Segreto”, [FRÈRE MICHEL DE LA SAINTE TRINITÉ,
Toute
la vérité sur Fatima, Vol. III, pag. 40].
Il fatto che Suor Lucia abbia consegnati, insieme, entrambi i documenti,
cioè la busta suggellata e il quaderno, rafforza l’ipotesi della
esistenza di due redazioni, probabilmente completantesi a vicenda e, si
noti, di diverso grado di segretezza essendo l’una suggellata e l’altra
no.
Del quaderno in cui era infilata la busta suggellata non si sa cosa
sia successo.
Della busta suggellata si sa che, l’8 dicembre 1945, il Vescovo di
Leiria Mons. Da Silva la rinchiuse, senza aprirla, in una altra busta più
grande che suggellò a sua volta con la ceralacca, busta che rimase
presso di lui.
Secondo numerose e autorevolissime testimonianze, (fra cui quella del
Cardinal Cerejeira Patriarca di Lisbona), Mons. Da Silva, vescovo di Leiria,
e Suor Lucia avevano stabilito che la busta avrebbe dovuto essere aperta
e il segreto reso noto al mondo alla morte di Suor Lucia o nel 1960, a
seconda di cosa sarebbe capitato prima.
Il Cardinal Cerejeira afferma che il Vescovo di Leiria scrisse sulla
busta che avrebbe dovuto essere aperta nel 1960 da lui medesimo Mons. José
Correia Da Silva oppure, in caso di sua premorienza, dal Cardinale Patriarca
di Lisbona, cioè, in quel momento, dal Cardinal Cerejeira stesso.
Suor Lucia disse che nel 1960 il messaggio “sarebbe apparso più
chiaro”, (sul fatto che Suor Lucia si sia espressa così c’è,
ad esempio, la testimonianza del Card. Ottaviani che la incontrò
nel 1955).
[Nota: in genere una profezia diventa “più chiara” quando
comincia a realizzarsi]
Come sappiamo la scadenza del 1960 non fu rispettata.
Nel 1957 il Sant’Uffizio chiese fotocopia di “tutti” gli scritti di
Suor Lucia il che fu fatto, eccetto che per la busta che, essendo sigillata,
fu trasmessa in originale.
Siccome all’epoca il Vescovo Mons. Da Silva era gravemente infermo,
(morirà nel dicembre dello stesso anno), di queste operazioni si
occupò il Vescovo Ausiliare Mons. Venancio il quale, (come rivelerà
poi lui stesso a più persone in occasioni diverse), esaminò
in trasparenza il plico e accertò che conteneva un solo foglio con
ai lati due margini larghi tre quarti di centimetro.
Nella IV Memoria Suor Lucia sembra aver voluto sollevare un poco il
velo del mistero aggiungendo, (rispetto a quanto già scritto, a
questo proposito, nella III Memoria), la frase “Nel Portogallo si conserverà
sempre il dogma della fede, etc.”
Lo “eccetera” compare nel testo originale ma non può essere
certo inteso come parola testuale della Madonna; è invece, ovviamente,
l’indicazione di Suor Lucia che la Madonna subito dopo ha detto altre parole
che vengono tralasciate.
Si possono, perciò, fare logicamente le seguenti supposizioni:
- che le parole “Nel Portogallo si conserverà sempre
il dogma della fede” siano l’inizio del Terzo Segreto;
- che il testo continui con altre parole della Madonna segnalate dallo
“eccetera”;
- che, quindi, a queste parole debba necessariamente allacciarsi ogni
testo che verrà rivelato
successivamente e che si presenti come
Terzo Segreto;
- che l’argomento del Terzo Segreto riguardi in modo speciale la Fede
in pericolo;
- che il testo contenuto nella busta suggellata non sia più
lungo di quanto può contenere un foglio scritto a
mano.
Il documento con cui, il 26 giugno 2000, la Congregazione per la
Dottrina della Fede pretende di rivelare il “Terzo Segreto” fa riferimento,
per ragioni non meglio specificate, non all’ultima Memoria, la IV, ma alla
penultima Memoria, cioè alla III, che non contiene la frase “Nel
Portogallo si conserverà sempre il dogma della Fede, ecc.”
D’altra parte, contradditoriamente, riporta in nota, senza alcun commento,
e come proveniente dalla IV Memoria, la frase sopra citata, troppo conosciuta
per essere ignorata e troppo imbarazzante per essere spiegata.
Viene presentato un testo del Terzo Segreto che non soddisfa nessuna
delle logiche aspettative sopra riportate basate sulla IV Memoria, l’ultima
e la più completa.
Esso consiste non in parole della Madonna ma in una descrizione di
una visione (senza la spiegazione della Madonna come, invece, aveva fatto
per la precedente visione dell’inferno). Non tratta di pericoli per la
conservazione della Fede ma della uccisione di Papa, Vescovi, Religiosi,
Laici in circostanze e tempi non chiariti. È più lungo di
quanto può contenere una pagina.
Queste ed altre difficoltà (ad esempio contraddizioni su date
e circostanze in cui il Terzo Segreto sarebbe arrivato in Vaticano oppure
contraddizioni fra quanto dichiarato in tempi diversi dallo stesso Cardinal
Ratzinger) sembrano indicare che effettivamente il Terzo Segreto sia composto
da due parti su documenti separati e che quello reso noto sia solo uno
di essi: se ne parla in modo approfondito nell’articolo “Are There Two
Original Manuscripts on the The Third Secret?” di ANDREW M. CESANEK
pubblicato su “The Fatima Crusader”, issue 64, summer 2000, la cui
traduzione è riportata a parte in questo stesso giornale. (Consigliamo
al lettore di richiedere, aggiungendo una libera offerta, il numero completo
di “The Fatima Crusader”, che contiene altri studi importanti sull’argomento,
a The Fatima Center, 452 Kraft Road, Fort Erie, ON L2A 4M7, Canada. L’associazione
The Fatima Center ha un sito internet: http://www.fatima.org che
contiene anche una zona in italiano dove sono disponibili le traduzioni
di alcuni articoli.)
Riportiamo qui di seguito il testo reso noto dalla Congregazione Per
La Dottrina Della Fede il 26 giugno 2000, (in nota viene precisato che
“nella traduzione si è rispettato il testo originale anche nelle
imprecisioni di punteggiatura, che peraltro non impediscono la comprensione
di quanto la veggente ha voluto dire”):
“Scrivo in atto di obbedienza a Voi mio Dio, che me lo comandate
per mezzo di sua Ecc.za Rev.ma il Signor Vescovo di Leiria e della Vostra
e mia Santissima Madre .
Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al
lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con
una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che
sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello
splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui:
l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza,
Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa
di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano
davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che
fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose
salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di
tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre,
prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in
rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena,
pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto
alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce
venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma
da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i
Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini
e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano
due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali
raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che
si avvicinavano a Dio.”
Tuy-3-1-1944
È chiaro a chiunque legga che il testo sopra riportato non si
collega in nessun modo, (né grammaticale né concettuale),
alla frase della IV Memoria “Nel Portogallo si conserverà sempre
il dogma della fede, ecc.”, nemmeno forzando il significato dello “eccetera”.
È chiaro anche che il testo sopra riportato non si inserisce
correttamente e logicamente nemmeno riferendosi alla III Memoria che non
riporta la frase di cui sopra ma che per il resto è identica alla
IV per quanto riguarda la narrazione dell’apparizione.
Non si inserisce sic et simpliciter “Dopo le due parti che già
ho esposto” come dice Suor Lucia, cioè dopo la frase “Il Santo Padre
mi consacrerà la Russia che si convertirà e sarà concesso
al mondo un certo periodo di pace” perché non avrebbe senso logico
contraddicendo con un martirio della Chiesa quel “sarà concesso
al mondo un certo periodo di pace” detto prima.
Non si inserisce bene nemmeno prima, ad esempio tra la frase “I buoni
saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, parecchie
nazioni saranno annientate” e la frase “Alla fine il mio Cuore Immacolato
trionferà.Il Santo Padre mi consacrerà la Russia che si convertirà
e sarà concesso al mondo un certo periodo di pace” perché
il Papa “soffrirà molto” ma non sarà “ucciso” come nella
visione.
È chiaro insomma che letterariamente e logicamente manca ancora
una parte di racconto che fa da collegamento.
È anche chiaro che come poco prima la Madonna aveva spiegato
che si trattava della visione dell’Inferno, così non può
aver mancato di spiegare anche questa visione più difficile da comprendere
(si pensi ad esempio alle “frecce” con cui i “soldati” trafiggono il Papa
e tutti gli altri che salgono di loro volontà la “montagna” verso
la Croce dove li aspetta il martirio, o alla “città mezza in rovina”
piena di cadaveri (che non sono quelli dei martiri) attraversata dal Papa.
Mancano le spiegazione della Madonna e nemmeno sono supplite da spiegazioni
di Suor Lucia come ad esempio nel racconto della apparizione del 13 giugno
1917, (“Dinanzi al palmo della mano destra della Madonna c’era un cuore
circondato di spine che sembravano conficcarsi in esso. Abbiamo capito
che si trattava del Cuore Immacolato di Maria, oltraggiato dai peccati
della umanità, che chiedeva riparazione”).
Sembra anche evidente che la visione non si riferisce al passato e che
è , tra l’altro, un invito a chiedere a Dio nella preghiera anche
la grazia di saper affrontare il martirio se ce lo chiederà.
Meraviglia il fatto che, (anche ora dopo la pubblicazione del terzo
Segreto), sia impedito, praticamente a chiunque, di chiedere a Suor Lucia,
(che grazie a Dio e viva e presente a se stessa), quei chiarimenti che
solo lei può dare sul Terzo Segreto, ad esempio sulle parole della
Madonna sottintese dalla frase “In Portogallo si conserverà sempre
il dogma della fede, eccetera”.
13 Agosto 1917
Lucia, Francesco, e Giacinta vengono rapiti e sequestrati.
La presenza della Madonna alla Cova da Iria.
Le migliaia di persone (da tre a cinquemila) presenti il 13 luglio alla
Cova da Iria avevano divulgato l’annuncio del grande miracolo promesso
da Nostra Signora per il 13 luglio.
La grande stampa comincia a parlare delle visioni in termini ironici
e anticlericali; le autorità civili, a loro volta, si interessano
del caso con atteggiamento ostile.
“Administrateur” (una specie di vice-prefetto) del “Concelho” (una
specie di provincia) della città di Vila Nova de Ourem (Fatima si
trova a breve distanza da Leiria e da Ourem) è Artur De Oliveira
Santos; egli è iscritto alla loggia massonica di Leiria ed è
fondatore e presidente della loggia massonica di Ourem.
Usando ed abusando della propria carica civile il 13 agosto, proprio
qualche ora prima del momento in cui sarebbe comparsa la Madonna, egli,
con uno strattagemma, rapisce e sequestra Lucia, Francesco e Giacinta e
li rinchiude in prigione, insieme agli altri carcerati, fino alla mattina
del 15 agosto.
Bisognerebbe avere tempo e spazio a sufficienza per narrare tutte le
sofferenze dei fanciulli incarcerati, minacciati di morte, interrogati,
tenuti isolati dai familiari.
Artur De Oliveira Santos non riuscì né a farsi dire il
segreto né a convincere i fanciulli di menzogna né a dimostrare
che fossero soggetti ad allucinazioni; a proposito di questo episodio e
delle sue azioni si chiuderà in un mutismo assoluto fino alla morte,
avvenuta nel 1955 senza nessun cenno di pentimento.
Alla Cova da Iria, il 13 agosto erano presenti da diciotto a ventimila
persone che pregavano in attesa dei fanciulli. Quando giunge la notizia
del rapimento la folla comincia a rumoreggiare e a agitarsi ma ecco che
si sente un forte tuono a cui segue un lampo. La folla vede apparire una
piccola nuvola bianca che per qualche istante resta sospesa sul piccolo
leccio per poi alzarsi verso il cielo e scomparire. Tutti hanno chiaro
che la Madonna ha tenuto fede all’appuntamento e ha reso certa la sua presenza
pur senza apparire.
19 Agosto 1917
La quarta delle sei apparizioni della Madonna ai Valinhos (invece
che alla Cova da Iria).
L’invito a pregare e a fare penitenza per la salvezza dei peccatori.
Il 19 agosto, Francesco, accompagnato dal fratello Giovanni, e Lucia
portano il gregge a pascolare ai Valinhos (“i valloncelli”).
Verso le quattro del pomeriggio Lucia ha la premonizione che la Madonna
sta per apparire e manda Giovanni a chiamare Giacinta in gran fretta. Poco
dopo l’arrivo di Giacinta appare Nostra Signora, anche questa volta al
di sopra di un piccolo leccio.
Frère Michel de la Sainte Trinité, attingendo alla IV
Memoria e al resoconto di un interrogatorio dei veggenti fatto da Don Ferreira,
così ricostruisce, nel libro citato, il colloquio fra Lucia e la
Madonna:
- Che cosa vuole da me Vostra Grazia?
- “Voglio che continuiate ad andare alla Cova da Iria il 13, che continuiate
a recitare il rosario tutti i giorni. L’ultimo mese io farò il miracolo
affinché tutti credano. Se non vi avessero portati in città
[a Ourem] il miracolo sarebbe stato più conosciuto. Verrà
San Giuseppe con il Bambin Gesù per donare la pace al mondo. Nostro
Signore verrà a benedire il popolo. Verranno anche Nostra Signora
del Rosario e la Madonna Addolorata.”
- Che cosa volete che si faccia del denaro che la gente lascia alla
Cova da Iria?
- “Si facciano due barelle da processione. Tu ne porterai una con Giacinta
ed altre due ragazzine vestite di bianco. L’altra sarà di Francesco
che la porterà con tre altri ragazzini come lui, vestiti con un
camice bianco. Questo sarà per la festa di Nostra Signora del Rosario.
Ciò che avanzerà servirà per aiutare a costruire una
cappella che si farà fare.”
- Vorrei domandarvi la guarigione di diversi ammalati
- “Sì, ne guarirò qualcuno entro l’anno.”
E prendendo un’aria più triste aggiunse:
- “Pregate, pregate molto e fate dei sacrifici per i peccatori!
Vi sono molte anime che vanno all’inferno perché non c’è
nessuno che si sacrifichi e preghi per loro.”
Poi, come le altre volte, cominciò ad innalzarsi nella direzione
di levante.
Le parole della Madonna che sono evidenziate, da “Pregate, pregate molto
e fate sacrifici” a “preghi per loro”, furono tenute segrete per un certo
tempo.
A questo proposito Pio XII ricorda nella Mystici Corporis:
“C’è un mistero terribile che non mediteremo mai a sufficienza
ed è che la salvezza di molti dipende dalle preghiere e dalle penitenze
volontarie dei membri del Corpo di Cristo”.
Lucia, Francesco e Giacinta presero molto sul serio le parole della
Madonna e cominciarono a praticare volontariamente delle penitenze corporali
molto dolorose per la salvezza eterna dei peccatori e cominciarono a portare
una specie di cilicio (una corda grossa stretta attorno alla vita).
13 Settembre 1917
La quinta delle sei apparizioni della Madonna alla Cova da Iria.
Il 13 settembre alla Cova da Iria, verso mezzogiorno, sono presenti
venticinque-trentamila persone; tra queste una decina di sacerdoti in incognito
e una trentina di seminaristi.
Tra i sacerdoti segnaliamo Don Manuel Formigao che interrogherà
Lucia, Francesco e Giacinta, darà loro direzione e conforto spirituale,
sarà il primo storico di Fatima e avrà il maggior merito
per la divulgazione e il riconoscimento ufficiale della apparizioni; è
presente anche Don Giovanni Quaresma che diventerà vicario generale
della diocesi di Leiria.
Tra i seminaristi c’è il futuro Don Galamba che diventerà
amico intimo di Mons. Da Silva, Vescovo di Leiria, e avrà un ruolo
di primo piano nella divulgazione del messaggio di Fatima.
Al momento dell’arrivo della Madonna circa due terzi dei presenti vedono
nel cielo un globo luminoso che si avvicina da levante verso ponente, in
modo lento e maestoso, dirigendosi verso il leccio delle apparizioni sopra
il quale scompare; la luce del sole si attenua e l’aria diventa come dorata.
Riportiamo anche in questo caso il colloquio fra la Madonna e Lucia
così come lo ricostruisce Frère Michel de la Sainte Trinité
nel libro citato, attingendo alla IV Memoria e al resoconto di un interrogatorio
dei veggenti fatto da Don Ferreira, parroco di Fatima:
- Che cosa vuole da me Vostra Grazia?
- “Voglio che continuiate a recitare il rosario al fine di ottenere
la fine della guerra. In ottobre Nostro Signore verrà così
come anche Nostra Signora Addolorata e del Carmelo e San Giuseppe con il
Bambin Gesù per benedire il mondo. Dio è soddisfatto dei
vostri sacrifici ma non vuole che dormiate con la corda. Portatela solo
di giorno.”
- C’è qui questa piccolina che è sordomuta, Vostra Grazia
non vorrebbe guarirla?
Nostra Signora rispose che fra un anno sarà migliorata.
- Ho ancora tante altre richieste, le une per una conversione, le altre
per una guarigione.
- “Ne guarirò alcuni, ma gli altri no perché Nostro Signore
non si fida di loro.”
- Alla gente piacerebbe molto avere qui una cappella.
- “Con metà del denaro ricevuto fino ad oggi si facciano delle
barelle da processione e le si porti alla festa di Nostra Signora
del Rosario; l’altra metà sia destinata per aiutare la costruzione
della cappella.”
Le parole “Dio è soddisfatto dei vostri sacrifici ma non vuole
che dormiate con la corda. Portatela solo di giorno” sono state mantenute
segrete da Lucia per un certo tempo.
Lucia racconta ancora di aver offerto alla Madonna due lettere e una
piccola boccetta di acqua profumata che le erano state date da un uomo
della parrocchia di Olival.
Offrendole a Nostra Signora Le disse:
- Mi hanno dato questo. Vostra Grazia lo vuole?
- “Ciò non è adatto al Cielo” rispose Nostra Signora.
Nella IV Memoria Lucia aggiunge ancora:
- “In ottobre farò il miracolo affinché tutti credano”
Poi cominciò ad innalzarsi, scomparendo come le altre volte.
Durante l’apparizione la maggior parte dei pellegrini godette di uno
spettacolo meraviglioso: dal cielo cadeva come una pioggia di petali bianchi
o di fiocchi di neve rotondi e brillanti che scendevano lentamente e scomparivano
in vicinanza del suolo; ad altri, invece, apparvero traversare il cielo
da oriente ad occidente.
Per tre volte alla base del piccolo leccio si formò una nube
che si ingrandiva e si sollevava fina a cinque o sei metri di altezza per
poi dissolversi come se fosse il fumo di un grande turibolo dell’incenso.
Alla fine della visione comparve nuovamente il globo luminoso di forma
ovale che si alzò nell’aria e si allontanò dirigendosi verso
l’oriente.
Resta misterioso il motivo per cui, nella sua sapienza, Dio ha voluto
che non tutti i pellegrini vedessero i segni straordinari e, tra quelli
che ne avevano il privilegio, non tutti nello stesso modo.
È però documentato che sia tra chi aveva visto che tra
chi non aveva visto c’erano sia credenti che non credenti.
D’altra parte anche tra i tre pastorelli c’erano disparità: Lucia
vedeva, sentiva e parlava alla Madonna, Giacinta vedeva e sentiva ma non
ha mai parlato alla Madonna, Francesco vedeva solamente ma non udiva né
ha mai parlato.
13 Ottobre 1917
La sesta delle sei apparizioni della Madonna alla Cova da Iria.
Nostra Signora del Rosario.
La Sacra Famiglia.
Nostra Signora dei Dolori.
Nostra Signora del Carmelo.
Il miracolo del sole.
Il Rosario, preghiera di Fatima per eccellenza.
Durante tutta la notte tra il 12 e il 13 ottobre e tutta la mattina
del 13 ottobre cade una pioggia continua, insistente e a volte torrenziale,
ma ciò non ferma i pellegrini che raggiungono un numero stimato
fra le cinquantamila e le settantamila persone.
Verso le undici e mezza arrivano Lucia, Francesco e Giacinta, sotto
la pioggia; ciò non ostante Lucia domanda alla folla, che acconsente,
di chiudere gli ombrelli per recitare il rosario.
L’apparizione di Nostra Signora del Rosario
A mezzogiorno la Madonna compare sul piccolo leccio, preceduta come
le altre volte dal “lampo” da oriente.
La pioggia cessa del tutto e, di colpo, il cielo si rasserena.
Suor Lucia, nella IV Memoria del 1941, così racconta, (riportiamo
qui la traduzione, a cura di Emilio Marini, dal libro “Il Cuore Che
Si Dona A Tutti, Centro Internazionale Armata Azzurra - Fatima” [“A
Heart For All”, Ave Maria Institute, Washington, New Jersey,
USA]):
“Abbiamo lasciato la casa di buon’ora, pensando che la strada sarebbe
stata lunga.
La gente era già là in folla: pioveva a torrenti. Mia
madre, temendo che fosse l’ultimo giorno della mia vita [Nota: essa non
credeva che si sarebbe verificato il miracolo e temeva la reazione della
folla delusa e ingannata] col cuore lacerato dall’inquietudine per quanto
sarebbe capitato, avrebbe voluto accompagnarmi.
Lungo la strada si riproducevano le scene del mese precedente, più
numerose e più commoventi. Neppure il fango dei sentieri impediva
a questa gente di mettersi in ginocchio, in atteggiamento umile e
supplichevole.
Giunta alla Cova da Iria, vicino al leccio, spinta da un moto interiore,
chiesi alla folla di chiudere gli ombrelli per recitare il rosario. Poco
dopo abbiamo visto il riflesso della luce e poi la Madonna sul leccio.
- Che cosa vuole da me Vostra Grazia?
- “Voglio dirti che si faccia qui una cappella in mio onore. Io sono
Nostra Signora del Rosario. Che si continui sempre a recitare il rosario
tutti i giorni. La guerra sta per finire e i soldati ritorneranno presto
alle loro famiglie.”
- Avrei molte cose da chiedervi: di guarire alcuni malati e convertire
alcuni peccatori, ecc.
- “Gli uni sì, gli altri no. Bisogna che si correggano, che
domandino perdono dei loro peccati.”
Poi, prendendo una espressione più triste:
- “Che non si offenda di più Dio, Nostro Signore, perché
è già troppo offeso!”
Aprendo le mani fece con esse specchio al sole. E, mentre si innalzava,
il riflesso della sua luce continuava a proiettarsi sul sole.
Ecco il motivo per il quale ho gridato che guardassero il sole. Il
mio scopo non era di richiamare l’attenzione della folla da quel lato:
non mi rendevo neppure conto della sua presenza; lo feci soltanto perché
trascinata da un moto interiore che mi spingeva.
Una volta sparita la Madonna nell’immensità del firmamento abbiamo
visto vicino al sole San Giuseppe col Bambino Gesù e la Madonna
vestita di bianco con un mantello azzurro. San Giuseppe ed il Bambino Gesù
sembravano benedire il mondo con i gesti che facevano con la mano in forma
di croce.
Poco dopo, scomparsa questa apparizione, ho visto il Signore e la Madonna
sotto un aspetto che dava l’idea di essere Nostra Signora Dei Dolori [Nota:
in altra occasione Lucia specifica che l’Addolorata non aveva le sette
spade confitte nel petto, che Nostro Signore era in età adulta vestito
di rosso.]. Il Signore sembrava benedire il mondo nello stesso modo come
aveva fatto San Giuseppe.
Scomparsa questa apparizione mi parve di vedere ancora la Madonna con
un aspetto che sembrava Nostra Signora Del Carmelo. [Nota: in altra occasione
Lucia specifica che le sembrava che la Madonna tenesse in mano lo scapolare
del Carmelo mentre nelle apparizioni precedenti teneva in mano la corona
del rosario.]
Ecco, Monsignore, la storia delle apparizioni della Madonna alla Cova
da Iria nel 1917.
Anche questa volta, durante il colloquio, per tre volte, alla base del
piccolo leccio, si forma, visibile alla folla, una nube che si ingrandisce
e si solleva fina a cinque o sei metri di altezza per poi dissolversi come
se fosse il fumo di un grande turibolo dell'incenso .
Il miracolo del sole
Quando Nostra Signora si eleva in cielo per allontanarsi e Lucia grida:
“Se ne va! Se ne va!” e poi: “Guardate il sole!” comincia per la folla
il miracolo del sole mentre invece, e contemporaneamente, per Lucia,
Francesco e Giacinta avvengono le tre apparizioni descritte prima.
Il sole appare allo zenit, nel cielo senza nuvole, come un disco dal
bordo ben netto che è possibile fissare senza danno per gli occhi;
esso ha un colore bianco ben chiaro, con sfumature perlacee, da non confondere
con quello di un sole velato.
All’improvviso, a tre riprese separate da brevi intervalli, il sole
si mette a tremare, a scuotersi con movimenti bruschi, a girare su se stesso,
come un fuoco di artificio, a velocità vertiginosa, lanciando intorno
fasci di luce abbagliante di tutti i colori dell’arcobaleno, raggi che
coloravano la folla.
All’ultima delle tre riprese, dalla folla si alza un clamore, come
un grido di angoscia e di terrore: il sole, conservando il suo moto vorticoso
di rotazione sembra staccarsi dal firmamento e, rosso sangue, sembra piombare
verso la terra, scendendo verso destra con movimenti bruschi, minacciando
di schiacciare tutti con la sua massa infuocata mentre un calore intenso
si fa sentire. Precipitato fin quasi alla linea dell’orizzonte il sole
rimonta verso lo zenit, spostandosi verso sinistra, e, infine, si arresta.
Il percorso complessivo sembra una specie di ellisse sinuoso. La folla,
passato il terrore, si scopre, con sua sorpresa, asciutta da fradicia
che era. Il miracolo è durato circa dieci minuti e, a differenza
da quanto successo per i segni straordinari del 13 settembre, è
stato visto da tutti, come preannunciato dalla Madonna, e non solo nella
Cova da Iria ma anche a distanza di qualche decina di chilometri (villaggi
di Alburitel e di Sao Pedro De Muel).
Il grande miracolo del sole, visto da decine e decine di migliaia di
persone, preannunciato mesi prima, ci appare come il sigillo visibile,
tangibile, incontestabile, che Dio ha voluto apporre alle apparizioni di
Fatima, alle profezie, alle promesse, agli avvertimenti terribili che la
Madre Sua Immacolata è venuta a rivelare alla Cova da Iria. Il grande
miracolo del sole ha avuto l’aspetto di un terribile castigo di Dio che
si abbatte sulla umanità peccatrice per sollecitarla a convertirsi:
teniamone conto.
Il Rosario, preghiera di Fatima per eccellenza
La Madonna ha raccomandata la recita quotidiana del Rosario in ciascuna
delle sei apparizioni a Fatima, in particolare per ottenere la pace nel
mondo e la fine della guerra.
La Madonna, quando, nella ultima apparizione, ha rivelato chi fosse
ha voluto scegliere, fra i tanti, proprio il titolo di Nostra Signora Del
Rosario legando, quindi, intimamente ad esso il suo messaggio, in particolare
quello dei Segreti, e l’ottenimento delle grazie promesse.
Il Rosario, quindi, può essere detto, ben a ragione, la preghiera
di Fatima per eccellenza.
Facciamo notare, infine, come la Madonna di Fatima, Nostra Signora
Del Rosario, abbia sempre messo come condizione per esaudire le nostre
preghiere la previa conversione spirituale e la recita continua e perseverante
del rosario con cui impetrare, prima di tutte le altre grazie, il pentimento
dei nostri peccati.
Dopo Fatima
Non abbiamo il tempo e lo spazio necessari per una narrazione particolareggiata
delle vicende successive.
Ci limiteremo a brevi cenni sulla vite di Francesco, Giacinta e Lucia
, vite il cui corso, accettato dai fanciulli, era stato preannunciato dalla
Madonna:
Il 13 maggio 1917:
- “Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli
vorrà inviarvi, in atto di riparazione per i peccati per i quali
è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?”
- Sì, lo vogliamo certo!
- “Avrete quindi molto da soffrire, ma la grazia di Dio sarà
il vostro conforto.”
Il 13 giugno 1917:
- “I Cuori di Gesù e di Maria hanno su di voi dei progetti di
misericordia.”
- Vorrei chiedervi di condurci in cielo.
- Sì, Giacinta e Francesco ve li condurrò molto
presto, ma tu, ma tu resterai qui ancora per qualche tempo. Gesù
vuole servirsi di te per farmi conoscere ed amare. Egli vuole stabilire
nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato.”
A parte tratteremo in modo particolareggiato di alcune altre visioni
di Lucia particolarmente legate al messaggio di Fatima.
Francesco
Francesco si mostrò sempre particolarmente desideroso di “consolare
Nostro Signore”; per tale intenzione, prima delle altre, offriva
i suoi sacrifici e le sue sofferenze.
Un anno dopo l’ultima apparizione, a fine ottobre 1918, Francesco,
che ha dieci anni, viene contagiato dalla terribile epidemia di “spagnola”.
Nel corso della malattia e delle sue complicazioni confiderà
a Lucia che più volte la Madonna gli era comparsa per confortarlo.
Morirà sorridente il 5 aprile 1919 dopo aver ricevuta il 3 aprile
dal parroco Don Ferreira la sua prima ed ultima Comunione.
Giacinta
Giacinta si mostrò invece particolarmente desiderosa di salvare
le anime dall’inferno e non metteva limiti alle penitenze per questo scopo.
Anch’essa, qualche giorno prima di Francesco, nell’ottobre 1918, si
ammala di spagnola, a cui seguiranno dolorosissime complicazioni (broncopolmonite
e pleurite purulenta).
Prima della malattia la Madonna le appare più volte (in chiesa
o a casa) e, in altre occasioni, ha delle visioni profetiche che riguardano
il Grande Segreto del 13 luglio 1917: le riportiamo seguendo il racconto
che ne fa Suor Lucia nella III Memoria:
“Un giorno andammo a passare le ore della siesta vicino al pozzo dei
miei genitori. Giacinta si sedette sulle lastre del pozzo e Francesco venne
con me a cercare del miele selvatico in un cespuglio di rovi che si trovava
su una roccia lì vicina. Poco dopo Giacinta mi chiamò: -
«Non hai visto il Santo Padre?»; «No.»; «Non
so come sia avvenuto; ho visto il Santo Padre in una grande casa, inginocchiato
davanti a un tavolo, con la testa fra le mani che piangeva. Fuori c’era
molta gente e alcuni gli tiravano pietre, altri lo maledicevano e gli dicevano
molti insulti. Povero Santo Padre! Dobbiamo pregare molto per lui!»
“In un’altra occasione ci recammo alla nostra “Lapa” del Cabezo. Arrivati
lì ci prosternammo a terra per recitare le preghiere dell’Angelo.
Dopo un certo tempo Giacinta si raddrizzò e mi chiamò: «Non
vedi anche tu tante strade, tanti sentieri e campi pieni di gente che piange
per la fame e che non ha nulla da mangiare? E il Santo Padre in una chiesa
che prega il Cuore Immacolato di Maria? E tanta gente che prega con lui?…».
“Qualche giorno dopo Giacinta mi domandò: «Posso dire
che ho visto il Santo Padre e tutta quella gente?»; «No! Non
vedi che ciò fa parte del Segreto? E che così tutto sarebbe
scoperto ben presto?»; «Bene, allora non dirò nulla!”
Nella I Memoria Suor Lucia dice che Giacinta dopo il rosario aggiungeva
sempre tre Ave Maria per il Santo Padre: possiamo seguire il suo esempio
anche noi.
Dopo l’inizio della malattia la Madonna appare più volte a Giacinta
e Francesco; di una abbiamo il racconto di Suor Lucia nella I Memoria:
“Un giorno mi fece chiamare perché andassi da lei [da Giacinta]
in fretta: vi andai correndo. [Mi disse:] «Nostra Signora è
venuta a trovarci e ci ha detto che verrà ben presto a prendere
Francesco per portarlo in Cielo. Mi ha domandato se volevo convertire ancora
dei peccatori. Io Le ho detto di sì. Mi ha detto che andrò
in ospedale e che lì soffrirò moltissimo; che soffrirò
per la conversione dei peccatori, in riparazione dei peccati contro il
Cuore Immacolato di Maria, e per amore di Gesù. Le ho domandato
se tu saresti venuta con me, mi ha risposto di no: è questo che
mi sarà più difficile. Mi ha detto che mia madre mi porterà
in ospedale e che poi resterà là tutta sola.”
Nella II Memoria Suor Lucia scrive :
“[Un altro giorno Giacinta mi confidò:] «Nostra Signora
vuole che vada in due ospedali, ma non è per guarirmi, è
per soffrire di più per amore di Nostro Signore e per i peccatori.»
Il primo luglio 1919 (quindi dopo la morte del fratello Francesco) Giacinta,
nove anni, viene ricoverata all’ospedale Sant’Agostino diVila Nova de Ourem
dove si ferma fino al 31 agosto senza nessun giovamento. Viene riportata
a casa con una piaga purulenta nel costato. Nel dicembre 1919 la Madonna
appare a Giacinta: ecco come lo racconta Lucia nella I Memoria:
“La Santa Vergine si degnò di visitare nuovamente Giacinta per
annunciarle nuove croci e nuovi sacrifici. Giacinta mi diede la notizia
e mi disse: «Mi ha detto che andrò a Lisbona in un altro ospedale;
che non ti rivedrò più, e nemmeno i miei genitori; che dopo
aver sofferto molto morirò tutta sola; ma che non devo aver paura
perché verrà a prendermi per andare in Cielo». Poi
piangendo mi abbracciò dicendo: «Non ti rivedrò mai
più. Laggiù non potrai più venire a trovarmi . Allora
prega per me che dovrò morire tutta sola».”
Il 21 gennaio 1920 Giacinta parte per Lisbona dove è ospitata
da Maria Godinho, fondatrice e direttrice dell’orfanatrofio “Nostra Signora
Dei Miracoli”, la quale si occuperà anche di soddisfare il vivo
desiderio di Giacinta di ricevere la Prima Comunione, fino ad allora negatale
dal parroco del suo paese.
Nella I Memoria Suor Lucia racconta:
“Da Lisbona Giacinta mi fece riferire che Nostra Signora era già
venuta a vederla, che le aveva detto l’ora e il giorno della sua morte,
e che mi raccomandava di essere molto buona.”
Il 2 febbraio 1920 Giacinta fu ricoverata all’ospedale Dona Estefania
per essere operata. Il 10 febbraio le furono rimosse due costole, con la
sola anestesia locale non essendo possibile cloroformizzarla per la sua
debolezza. Il 20 febbraio, verso le dieci e mezza di sera, Giacinta, sempre
lucida, moriva da sola ma confortata alcuni giorni prima da una visita
della Madonna che la aveva miracolosamente sollevata dai dolori.
Lucia
Il compito principale riservato a Lucia è quello di diffondere
il culto del Cuore Immacolato di Maria:
“Tu resterai qui ancora per qualche tempo. Gesù vuole servirsi
di te per farmi conoscere ed amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione
al mio Cuore Immacolato.”, (apparizione del 13 giugno 1917).
Lucia a Vilar (1921 - 1925)
Dopo il grande miracolo del 13 ottobre 1917 il culto della Madonna
di Fatima si diffonde spontaneamente sempre di più mentre la gerarchia
non si pronuncia e il parroco di Fatima è ostile.
La condizione di Lucia diventa difficile perché migliaia di
pellegrini la cercano e si rivolgono a lei affinché interceda per
le grazie di cui hanno bisogno; così facendo da una parte
impediscono a lei e alla sua famiglia di condurre una vita normale (le
coltivazioni e i prati della Cova da Iria, di proprietà della famiglia
di Lucia, sono distrutte e calpestate dai pellegrini e la famiglia è
costretta a vendere il gregge, trattenendo solo tre pecore), e da un’altra
parte la mettono in situazione difficile con la gerarchia che né
riconosce né nega le apparizioni ma, di fatto, è in gran
parte ostile e diffidente.
A ciò si aggiunge la morte improvvisa di Antonio, padre di Lucia,
il 31 luglio 1919.
Per iniziativa di Don Formigao, uno dei pochi sacerdoti che credono
a Lucia e la aiutano, e del nuovo vescovo di Leiria Mons. Da Silva, incardinato
nell’agosto 1920, e con il consenso di Lucia e di sua madre, la fanciulla
viene mandata nel collegio delle Suore Dorotee, a Vilar presso Porto, nascondendone
l’identità e la provenienza sotto il nome fittizio di Maria Das
Dores dei dintorni di Lisbona (Maria Das Dores, cioè Maria Dei Dolori,
cioè Maria Addolorata).
[La congregazione delle Dorotee era stata fondata da una santa italiana
S. Paola Frassinetti (1809-1882) e approvata da Pio IX nel 1863. La rivoluzione
portoghese del 1910 aveva disciolto gli ordini religiosi ma il collegio
rimaneva come scuola, con le suore in abiti secolari in veste di direttrici
e insegnanti.]
Nella notte fra il 15 e il 16 giugno 1921 Lucia, senza dir nulla a
nessuno, parte da Fatima con sua madre per andare prima a Leiria
dal Vescovo e poi a Vilar in collegio.
Passa per un ultimo addio dalla Cova da Iria (non la rivedrà
che nel 1946) e per recitarvi un’ultima volta il rosario; in una lettera
del 1946 al Canonico Galamba Suor Lucia gli rivela che in quella occasione
le comparve la Madonna, silenziosa, che le riempì l’anima di forza
per affrontare le prossime sofferenze e vincere il dolore del distacco.
Questa apparizione non sembra essere quella settima apparizione promessa
dalla Madonna il giorno della prima apparizione il 13 maggio 1917:
“Sono venuta per chiedervi di venire qui per sei mesi di seguito, il
13 [di ogni mese] a questa stessa ora. Più tardi vi dirò
chi io sono e quello che voglio. Poi riverrò ancora qui una settima
volta”.
Siccome l’apparizione del 13 ottobre 1917 è la sesta, allora
sembra che dobbiamo attendere ancora la settima e solenne apparizione pubblica
della Madonna alla Cova da Iria.
Il 17 giugno 1921 Lucia, che ora ha quattordici anni, entra al collegio
delle Dorotee; le viene comunicato il nome e la provenienza fittizia sotto
cui deve nascondersi (Maria Das Dores dei dintorni di Lisbona) e le viene
ingiunto di non parlare di Fatima e di non fraternizzare con le altre allieve,
(la superiora, che conosceva la vera identità di Lucia, aveva, a
sua volta, il divieto del vescovo di interrogarla su Fatima).
Lucia si fermerà allo “Asilo de Vilar” fino al 24 ottobre 1925
ricevendo una istruzione soprattutto di tipo pratico (ad esempio il ricamo
in cui divenne bravissima), pur non mancando i corsi scolastici veri e
propri.
In questi quattro anni Lucia soffre per la lontananza della famiglia
e la mancanza di notizie particolareggiate su Fatima ma per il resto
sembra che il soggiorno sia stato abbastanza sereno e la sua vita come
quella di ogni collegiale, apprezzata anzi dalle superiore e dalle sue
compagne tanto che, dopo due anni, le sarà affidato il compito di
fare da catechista per le più piccole.
Nel gennaio 1922, per probabile ordine del confessore R. P. Pereira
Lopes, mette per scritto per la prima volta un breve racconto delle apparizioni
sotto il titolo “Gli avvenimenti del 1917”.
Il 26 agosto 1923 Lucia viene accolta fra le Figlie Di Maria dello
“Asilo De Vilar”; quel giorno stesso le compare la Madonna che le dice
che accettava di essere la sua Madre Celeste perché per suo amore
lei, Lucia, aveva lasciata la sua mamma terrena; le raccomanda ancora di
pregare e di sacrificarsi per i peccatori perché moltissimi si dannano
perché nessuno prega e si sacrifica per loro.
L’8 luglio 1924 Lucia viene interrogata dai giudici del processo canonico
aperto nel 1922 in vista dell’eventuale riconoscimento ufficiale delle
apparizioni di Fatima.
Da una allusione contenuta in una lettera del 1925 al suo confessore
Mons. Pereira Lopes sappiamo che in data ignota ma del biennio 1924-1925
le compare il Bambino Gesù.
Negli anni tra il 1923 e il 1925 in Lucia matura la sua vocazione religiosa.
Prima confida alla superiora Madre Magalhaes il suo desiderio di farsi
carmelitana ma viene dissuasa dall’abbracciare una regola che viene ritenuta
troppo dura per lei. Successivamente Lucia, seguendo i consigli ricevuti,
esprime alla Superiora il suo desiderio di farsi anch’essa Dorotea al che
la Superiora le consiglia di aspettare ancora un anno dato che ha solo
diciassette anni. Al compimento del diciottesimo anno di Lucia la Superiora
la interroga sulle sue intenzioni e la ragazza conferma il desiderio espresso
l’anno precedente.
Il 24 agosto 1925 Lucia riceve la Cresima dal vescovo Mons. Da Silva
che si rallegra della sua vocazione e le dà il permesso di recarsi
a Tuy dove si trova una casa delle Suore Dorotee. [Tuy è una cittadina
della Galizia spagnola, vicinissima alla frontiera con il Portogallo.]
Il 24 ottobre 1925 Lucia si congeda dalle compagne di collegio; in
questa occasione viene rivelata la sua vera identità e parte per
Tuy.
Il 25 ottobre 1925, a Tuy, Lucia incontra la Madre Provinciale da cui
riceve il privilegio di essere ricevuta subito come postulante, nella casa
di Pontevedra, senza dover prima fare un anno come aspirante a Tuy.
Lucia a Pontevedra (1925 - 1926)
L’apparizione del 10 dicembre 1925
La devozione della Comunione riparatrice nei primi cinque sabati
del mese
Il 25 ottobre 1925 stesso Lucia, sempre sotto il nome fittizio di Maria
Das Doras, parte e raggiunge Pontevedra, sempre in Spagna, poco distante
da Tuy, dove si trova il noviziato delle Suore Dorotee. Vi si fermerà
fino al 20 luglio 1926.
Il 10 dicembre 1925 la Madonna e il Bambin Gesù apparvero a
Lucia per completare quanto la Santa Vergine aveva preannunciato il 13
luglio 1917, a Fatima,: “…verrò a chiedere la consacrazione della
Russia al mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice dei primi sabati…”.
Lucia, in un suo scritto della fine del 1927, steso dietro richiesta
del suo direttore spirituale Padre Aparicio S.J., così racconta,
in terza persona:
“Il 10 dicembre 1925, la Santissima Vergine le apparve con a fianco
il Bambino Gesù sorretto da una nube luminosa. La Santissima Vergine
le pose una mano sulla spalla e le mostrò, al tempo stesso, un Cuore
circondato di spine che teneva nell’altra mano. Contemporaneamente il Bambino
Gesù le disse: ‘Abbi compassione del Cuore della tua Santissima
Madre circondato di spine che gli uomini ingrati Le conficcano ogni momento,
senza che vi sia nessuno che compia un atto di riparazione per toglierle’.
“In seguito la Santissima Vergine le disse: ‘Vedi, figlia mia, il mio
Cuore circondato di spine che gli uomini ingrati mi conficcano ogni momento
con le loro bestemmie e le loro ingratitudini. Tu, almeno, cerca di consolarmi
e dì che a tutti coloro che, durante cinque mesi, il primo sabato,
si confesseranno e riceveranno la Santa Comunione, reciteranno un rosario
e mi terranno compagnia per quindici minuti, meditando sui quindici misteri
del Rosario, in spirito di riparazione, io prometto di assisterli nell’ora
della loro morte con tutte le grazie necessarie per la salvezza della loro
anima’.”
Trattiamo nei particolari, in un articolo a parte, le condizioni necessarie
per compiere validamente questa devozione di importanza grandissima e ancora
troppo poco conosciuta e praticata. In essa appare l’incommen-surabile
misericordia divina e l’immenso amore della Santa Vergine per noi: per
sua intercessione il Cielo si fa condiscendente al massimo e la grazia
più sublime di tutte, quella della salvezza eterna, viene promessa
a chi pratica una devozione semplice, precisa, facile, che ciascuno può
sapere se ha compiuto (bene) o no. La sproporzione fra la semplicità
della devozione richiesta e la grazia delle grazie, la perseveranza finale,
che viene promessa rivela la quasi infinita potenza della intercessione
della Madre di Dio.
Lucia si trova ora incaricata di cominciare a svelare il Secondo Segreto
(la seconda parte del Grande Segreto) e incontra subito delle difficoltà.
Si confida prima con la Superiora (Madre Magalhaes che informerà,
ma in maniera imprecisa, il Vescovo di Leiria), poi con il confessore della
casa Don Lino Garcia, poi con Mons. Pereira Lopes, suo confessore
dell’Asilo de Vilar ma in pratica riceve solo obiezioni, riserve, consigli
di aspettare.
Il 15 febbraio 1926 incontra il Bambino Gesù che la rimprovera:
“e tu hai rivelato al mondo ciò che la Madre Celeste ti ha domandato?”.
[Il colloquio fra Lucia e il Bambin Gesù è lungo, articolato
e di grande importanza ma purtroppo per ragioni di spazio non possiamo
riportarlo e rimandiamo il lettore al libro citato (secondo volume) di
Frère Michel de la Sainte Trinité] .
Lucia a Tuy ( 1926 - 1934 )
L’apparizione del 13 giugno 1929
La domanda di consacrazione della Russia
La rivelazione dell’agosto 1931
La Sesta e la Settima Preghiera di Fatima
La punizione della gerarchia preannunciata da Nostro Signore
Il 20 luglio 1926 Lucia lascia Pontevedra e viene trasferita a Tuy al
noviziato delle Dorotee.
Il 2 ottobre 1926 Lucia prende l’abito.
Il 3 ottobre 1928 Lucia pronuncia i primi voti, sempre sotto l’identità
di Maria Da Dores.
Il 13 giugno 1929 ha una visione della Trinità e della Madonna.
Ne riportiamo il racconto che ne fa Lucia in un testo redatto nel maggio
1936 per comando del suo direttore spirituale Padre José Bernardo
Gonçalves, gesuita.
“Nostro Signore mi avvertì che il momento era venuto in cui
voleva che facessi conoscere alla Santa Chiesa il suo desiderio di consacrazione
della Russia e la sua promessa di convertirla.”
La comunicazione avvenne così:
“Dai miei superiori e dal mio confessore avevo ottenuto il permesso
di fare un’ora santa dalle undici a mezzanotte nella notte fra il giovedì
e il venerdì di ogni settimana. Una notte, trovandomi sola, mi inginocchiai
presso la balaustra, nel mezzo della cappella, per recitare, prosternata,
le preghiere dell’Angelo. Sentendomi affaticata mi rialzai e continuai
a recitarle con le braccia in croce, l’unica luce era quella della lampada
[del tabernacolo]. All’improvviso tutta la cappella si illuminò
di una luce soprannaturale e, sopra l’altare, apparve una croce di luce
che raggiungeva il soffitto. In una luce più chiara si vedeva sulla
parte superiore della croce un viso di uomo, con il corpo fino alla vita;
sul suo petto una colomba, anch’essa luminosa, e, inchiodato alla croce,
il corpo di un altro uomo. Un poco più in basso della vita (di quest’ultimo),
sospeso nell’aria, si vedevano un calice e una grande ostia sulla quale
cadevano alcune gocce del sangue che colava sulle guance del Crocifisso
e da una ferita del petto. Colando sull’Ostia queste gocce cadevano nel
Calice. Sotto il braccio destro della croce si trovava Nostra Signora con
il suo Cuore Immacolato in mano (Era Nostra Signora di Fatima con il suo
Cuore Immacolato “nella mano sinistra” senza spada né rose ma con
una corona di spine e delle fiamme). Sotto il braccio sinistro [della croce]
delle grandi lettere, come di acqua cristallina che sarebbe calata sull’altare,
formavano queste parole: ‘Grazia e Misericordia’. Compresi che mi era mostrato
il mistero della Santissima Trinità e ricevetti su questo mistero
dei lumi che non mi è permesso rivelare. Poi Nostra Signora mi disse:
‘È venuto il momento in cui Dio domanda al Santo Padre di fare,
in unione con tutti i vescovi del mondo, la consacrazione della Russia
al mio Cuore Immacolato, promettendo di salvarla con questo mezzo. Sono
così numerose le anime che la giustizia di Dio condanna per i peccati
commessi contro di me che io vengo a domandare riparazione. Sacrificati
per questa intenzione e prega’. … Più tardi, per mezzo di una comunicazione
intima, Nostro Signore mi disse, lamentandosi: ‘Non hanno voluto ascoltare
la mia domanda! … Come il re di Francia se ne pentiranno e lo faranno,
ma sarà tardi. La Russia avrà già diffusi nel mondo
i suoi errori provocando guerre e persecuzioni contro la Chiesa: il Santo
Padre dovrà soffrire molto.’”.
In due lettere del 1930 a Padre Gonçalves Suor Lucia unisce strettamente
la devozione riparatrice dei primi sabati con la consacrazione della Russia
esprimendosi così:
“Il Buon Dio promette di mettere fine alla persecuzione in Russia se
il Santo Padre si degna di fare, e di ordinare di fare egualmente ai vescovi
del mondo cattolico, un atto solenne e pubblico di riparazione e di consacrazione
della Russia ai Santissimi Cuori di Gesù e di Maria, e se Sua Santità
promette, per mezzo della fine di questa persecuzione, di approvare e di
raccomandare la pratica della devozione riparatrice qui indicata”.
Nell’agosto 1931 Lucia ha una rivelazione interiore mentre si trova
a Rianjo piccola città in riva al mare, (vicino a Pontevedra), dove
si trova per un breve periodo per motivi di salute.
Lucia ne informa il Vescovo di Leiria con una lettera di cui
riportiamo un passo:
“Il mio confessore mi ordina di far sapere a vostra Eccellenza ciò
che è avvenuto poco tempo fa fra il nostro buon Dio e me. Siccome
domandavo a Dio la conversione della Russia, della Spagna e del Portogallo
mi sembra che Sua Divina Maestà mi abbia detto: ‘Tu mi consoli molto
domandandomi la conversione di queste povere nazioni. Domandala anche a
mia Madre dicendole sovente: Dolce Cuore di Maria siate la salvezza della
Russia, della Spagna e del Portogallo, dell’Europa e del mondo intero’
[Sesta Preghiera di Fatima]. E altre volte: Per la vostra concezione pura
ed immacolata, o Maria, ottenetemi la conversione della Russia, della Spagna,
del Portogallo, dell’Europa e del mondo intero.’ [Settima Preghiera di
Fatima]. Fai sapere ai miei ministri, dato che seguono l’esempio del Re
di Francia nel ritardare l’esecuzione della mia richiesta, che lo seguiranno
nella sciagura. Non sarà mai troppo tardi per ricorrere a Gesù
e a Maria”.
Nel 1689 Nostro Signore aveva fatto sapere per mezzo di Santa Margherita
Alacoque che desiderava che il Re Luigi XIV consacrasse al Sacro Cuore
di Gesù se stesso, la sua corte e tutta la Francia e che voleva
che il Suo Sacro Cuore regnasse nel suo palazzo, fosse dipinto sugli stendardi,
fosse inciso sulle armi: l’ubbidienza alle sue richieste avrebbe assicurato
al re grazie e gloria eterna (nel cielo) e la vittoria su tutti i nemici
suoi e della Chiesa (su questa terra). Luigi XIV ricevette il messaggio
(ma non tramite il Padre De La Chaise, gesuita, che ne era incaricato)
ma non vi obbedì, né lui né i suoi successori. Da
allora le fortune del regno di Francia e dell’ordine dei gesuiti declinarono
fino al ghigliottinamento di Luigi XVI (21 gennaio 1793) e alla soppressione
dei gesuiti in Francia (1764).
Come la rivelazione di Paray-Le-Monial a Santa Margherita Maria Alacoque,
nel 1689, così la rivelazione di Rianjo a Suor Lucia, nel 1931,
è una chiave per l’interpretazione della nostra storia. La profezia
è terribile: con la loro indocilità alla voce del Cielo i
Sovrani Pontefici di oggi, come due secoli fa i Re per la Francia, attireranno
la sciagura su loro stessi, sulla Chiesa e sulla Cristianità, assalite
da ogni lato dal demonio scatenato.
Il 3 ottobre 1934 Lucia pronuncia i voti perpetui alla presenza di sua
madre, di due sue sorelle e del Vescovo di Leiria Mons. Da Silva, riacquistando
così la sua vera identità. Suor Lucia viene trasferita nuovamente
a Pontevedra dove resterà dal 9 ottobre 1934 al 27 maggio 1937.
L’incontro fra Suor Lucia e Padre Agostino Fuentes (26 dicembre 1957).
Un (nuovo) castigo di Dio è imminente.
Il demonio sta per ingaggiare una battaglia decisiva con la Santa
Vergine.
Ciascuno intraprenda la propria conversione senza aspettare esortazioni
dalla Gerarchia.
Stiamo vivendo negli ultimi tempi del mondo.
L’ultimo mezzo di salvezza: la Santissima Madre di Dio.
Per salvare il mondo: Preghiera, Sacrificio, Rosario, Devozione
al Cuore Immacolato.
Il tempo e lo spazio ci costringono a fare un salto di vent’anni.
Di questo periodo diamo solo due notizie prima di arrivare al 1957.
Nel 1942, in occasione del XXV anniversario delle apparizioni di Fatima,
il Padre Galamba, in un suo libro su Giacinta, rende pubblico per la prima
volta il testo della Prima e della Seconda Parte del Grande Segreto, testo
tratto dalla III e dalla IV Memoria .
Nel 1948 Lucia realizza finalmente, dopo aver scritto al Papa, il suo
primo desiderio di essere suora carmelitana; il 25 marzo 1948 entra
nel Carmelo di Coimbra in Portogallo; il 13 maggio 1948 prende l’abito
e riceve il nome di Suor Maria Lucia del Cuore Immacolato; il 31
maggio 1949 fa la professione solenne.
Il 26 dicembre 1957 ha luogo l’importantissimo incontro fra Suor Lucia
e il Padre Agostino Fuentes postulatore delle cause di beatificazione di
Giacinta e di Francesco, interlocutore, quindi, privilegiato e a cui Suor
Lucia poteva aprire il suo animo con maggior confidenza e fiducia e, per
queste due ragioni, testimone particolarmente degno di fede.
Tornato in Messico, nella casa madre delle Suore Missionarie del Sacro
Cuore e di Nostra Signora di Guadalupe, Padre Fuentes fece una conferenza
in cui citò questo colloquio .
La conferenza fu trascritta e il testo fu pubblicato in spagnolo
con l’imprimatur di Mons. Sanchez, Arcivescovo di Vera Cruz e, quindi,
con le massime garanzie di autenticità e di ortodossia.
Riportiamo i passi essenziali del resoconto di Padre Fuentes così
come lo riporta (parzialmente) in un suo articolo Padre Alonso, archivista
ufficiale di Fatima.
Padre Fuentes fa parlare Suor Lucia :
“ … Padre, la Santissima Vergine è tristissima perché
nessuno fa caso al suo messaggio, né i buoni né i cattivi.
I buoni continuano il loro cammino, ma senza far caso al suo messaggio.
I malvagi, non vedendo cadere su di loro adesso il castigo di Dio, continuano
la loro vita di peccato senza preoccuparsi del messaggio. Ma, credetemi
Padre, Dio castigherà il mondo e sarà in una maniera terribile.
Il castigo celeste è imminente.
[Nota: Siccome siamo nel 1957 allora non si tratta della Seconda Guerra
Mondiale, già terminata, e, se il terribile castigo era imminente
nel 1957, allora lo è ancora di più adesso nel 2001.]
“È la terza parte del messaggio di Nostra Signora che resterà
segreta fino a quella data del 1960. Dite loro, Padre, che la Santissima
Vergine, molte volte, sia ai miei cugini Francesco e Giacinta che a me,
ci ha detto che molte nazioni spariranno dalla faccia della terra, che
la Russia sarà lo strumento del castigo del Cielo per il mondo intero
se non otterremo prima la conversione di quella povera nazione.
“ … Padre, il demonio sta per ingaggiare una battaglia decisiva con
la Vergine, e siccome conosce ciò che offende di più Dio
e che gli farà conquistare il numero maggiore di anime in poco tempo
allora fa di tutto per conquistare le anime consacrate a Dio, perché
in questo modo lascia indifeso il campo delle anime, e così se ne
impadronirà più facilmente. Padre, dite loro ancora che i
miei cugini Francesco e Giacinta si sono sacrificati perché hanno
sempre vista la Santissima Vergine molto triste in tutte le sue apparizioni.
Ella non ci ha mai sorriso e questa tristezza, questa angoscia che notavamo
in Lei a causa delle offese a Dio e dei castighi che minacciano i peccatori,
penetrava la nostra anima e noi non sapevamo cosa inventare nella nostra
piccola immaginazione infantile come mezzo per pregare e fare sacrifici
. … L’altra cosa che santificò i fanciulli provenne dalla visione
dell’inferno. …
“Ecco perché, Padre, la mia missione non è di indicare
al mondo i castighi materiali che arriverano certamente se il mondo non
prega e non fa penitenza. No. La mia missione è di indicare a tutti
il pericolo imminente in cui ci troviamo di perdere per sempre la
nostra anima se noi restiamo ostinati nel peccato. Padre, non attendiamo
che venga da Roma un invito alla penitenza da parte del Santo Padre per
il mondo intero; non attendiamoci nemmeno che questo appello provenga dai
nostri vescovi nelle loro diocesi, e nemmeno dalle congregazioni religiose.
No. Nostro Signore ha già usato ben spesso di questi mezzi e il
mondo non ci ha fatto caso. Ecco perché adesso è necessario
che ciascuno di noi cominci lui stesso la propria riforma spirituale. Ciascuno
deve salvare non solamente la propria anima ma anche tutte le anime che
Dio ha posto sul suo cammino. …
“Padre, la Santissima Vergine non mi ha detto che stiamo vivendo negli
ultimi tempi ma me lo ha fatto vedere per tre motivi: Il primo motivo è
perché mi ha detto che il demonio sta per ingaggiare una battaglia
decisiva con la Vergine, e una battaglia decisiva è una battaglia
finale in cui si saprà da quale parte sta la vittoria, da quale
parte sta la sconfitta. Inoltre fin da adesso o apparteniamo a Dio o apparteniamo
al demonio: non c’è via di mezzo. Il secondo motivo è perché
Ella ha detto, sia a me che ai miei cugini, che Dio donava al mondo gli
ultimi due rimedi: il Santo Rosario e la devozione al Cuore Immacolato
di Maria, e dato che questi sono gli ultimi due rimedi questo significa
che non ce ne saranno altri. Il terzo motivo è che sempre
nei piani della Divina Provvidenza quando Dio si accinge a castigare il
mondo prima ha esaurito tutti gli altri soccorsi. Ora, quando ha visto
che il mondo non ha fatto caso a nessuno di essi, allora, come diremmo
noi nella nostra maniera imperfetta di esprimerci, Egli ci offre con un
certo timore l’ultimo mezzo di salvezza, la Sua Santissima Madre. Perché
se disprezzeremo e respingeremo questo ultimo mezzo allora non avremo più
il perdono del Cielo perché molto amoroso e che non permette che
noi offendiamo e disprezziamo la Sua Santissima Madre. Abbiamo come patente
testimonianza la storia della Chiesa di molti secoli che, con esempi terribili,
ci mostra come Nostro Signore Gesù Cristo ha sempre preso la difesa
dell’onore di Sua Madre.
“ … Due mezzi per salvare il mondo: la preghiera e il sacrificio…
“ … E poi il Santo Rosario. Guardate, Padre, la Santissima Vergine,
in questi ultimi tempi in cui viviamo ha data una efficacia nuova alla
recita del Rosario. In modo tale che non c’è nessun problema, per
difficile che sia, temporale o, soprattutto, spirituale, che riguardi la
vita personale di ciascuno di noi, delle nostre famiglie, delle famiglie
del mondo o delle comunità religiose, oppure la vita dei popoli
e delle nazioni. Non c’è nessun problema, dico, per difficile che
sia, che noi non possiamo risolvere con la preghiera del Santo Rosario.
Con il Santo Rosario noi ci salveremo, ci santificheremo, consoleremo Nostro
Signore e otterremo la salvezza di molte anime. Infine la devozione al
Cuore Immacolato di Maria, nostra Santissima Madre, considerandola come
la sede della clemenza, della bontà e del perdono, e come la porta
sicura per entrare in Cielo…”
La pubblicazione del testo della conferenza sul quotidiano portoghese
“A Voz” del 22 giugno 1959 scatena una tempesta sul Padre Fuentes e, indirettamente,
su Suor Lucia.
A Coimbra, dove si trova il carmelo di Suor Lucia viene pubblicata
una nota sconcertante firmata in modo colletivo e impersonale “Curia diocesana
di Coimbra” (nessun nome di persona fisica) in cui si accusa Padre Fuentes
di essersi inventate le dichiarazioni di Suor Lucia; la “Curia Diocesana
di Coimbra” (nella persona di nessuno) attribuisce a quest’ultima una dichiarazione,
(che sarebbe stata resa a persona che non viene resa nota ma viene qualificata
come “avente il diritto” di interrogarla), dichiarazione in cui essa negherebbe
di aver parlato con Padre Fuentes di argomenti che esulino dalla beatificazione
dei cugini.
Questa pretesa dichiarazione non è mai stata confermata da Suor
Lucia.
L’arcivescovo di Vera Crux, Mons. Manuel Pio Lopez, e il Cardinale
José Garibi y Rivera, arcivescovo di Guadalajara, prendono le difese
di Padre Fuentes che, ciò nonostante, viene destituito dalla sua
carica di postulatore della causa di beatificazione di Giacinta e Francesco.
Quanto a Suor Lucia la “Curia Diocesana di Coimbra” nella suddetta
nota ritiene di poter affermare che Suor Lucia ha già detto tutto
quello che riteneva di dire su Fatima fin dal 1955 e che quindi non ci
possono essere “novità”. Di fatto da allora diventa sempre
più difficile per chiunque incontrarsi con Suor Lucia, per molti
anni non è più pubblicato nessuno suo scritto, e si comincia
a mettere in dubbio pubblicamente il valore delle sue dichiarazioni.
Una conclusione provvisoria
Una conclusione pratica
La conclusione non può essere che una conclusione provvisoria
perché proprio ora e proprio noi stiamo vivendo i tempi del Terzo
Segreto nell’attesa della settima apparizione della Madonna alla Cova da
Iria (messaggio del 13 maggio 1917).
Nessuna delle richieste di Nostro Signore e della Madonna di Fatima
è stata soddisfatta nei modi, nei tempi, nella misura richiesti
(Consacrazione della Russia da parte del Papa in unione con tutti i vescovi
del mondo; approvazione solenne e diffusione della devozione dei primi
sabati in riparazione delle offese fatte al Cuore Immacolato di Maria;
divulgazione piena del Terzo Segreto).
Molti dei castighi minacciati si sono già avverati, (Seconda
Guerra Mondiale; diffusione del comunismo in tutto il mondo; persecuzioni
dei cristiani).
Molti e più gravi pericoli e castighi incombono (la Fede si
sta affievolendo all’interno della Chiesa; ciascuno deve essere l’artefice
della salvezza spirituale propria e dei suoi cari senza aspettarsi esortazioni
e guida dalla Gerarchia che seguirà i Re di Francia nella sciagura;
il Papa sarà ucciso insieme a religiosi e laici e moltissime anime
saranno dannate).
All’atto pratico e per quanto riguarda noi laici vediamo cosa dobbiamo
fare.
È urgentissimo che, prima che ci sorprenda il castigo terribile
di cui parla Lucia a Padre Fuentes nel 1957, ciascuno si garantisca gli
aiuti soprannaturali promessi per morire in grazia di Dio praticando subito
e con esattezza la devozione dei Primi Cinque Sabati del mese in spirito
di riparazione alle offese al Cuore Immacolato di Maria (vedasi l’articolo
dedicato a questo argomento).
Non c’è grazia più grande della certezza della perseveranza
finale e non c’è scusa per non ricorrere a un mezzo così
semplice e facile per ottenerla.
Ciò fatto, siccome la Madonna a Fatima ha scelto di rivelarsi
con il titolo di Nostra Signora Del Rosario e tenendo in mano lo Scapolare
del Carmelo, dobbiamo recitare quotidianamente il Rosario per ottenere
la pace e la conversione nostra e dei nostri cari e dobbiamo, se possibile,
portare lo scapolare del Carmelo (vedasi l’articolo dedicato a questo argomento)
di cui quest’anno ricorre il settecentocin-quantesimo anniversario.
Come raccomandato dalla Vergine a Lucia, Francesco e Giacinta dobbiamo
pregare e sacrificarci, nel nostro piccolo, per la conversione dei peccatori
e per il Papa.
È vero che “Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà”
ma non è detto che proprio noi saremo ancora presenti quando il
trionfo arriverà perciò è bene lavorare da subito
e di nostra iniziativa alla nostra piena conversione, anche se resta poco
tempo, dato che “Non sarà mai troppo tardi per ricorrere a Gesù
e a Maria”.
(gennaio 2002)
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