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IN MEMORIA DI FRANCO MANASSERO
Il 26 giugno 2002, in quel modo che appartiene solo agli imperscrutabili disegni della Divina Provvidenza, veniva chiamato all’altra vita il caro amico Franco Manassero. Chi lo ha conosciuto si stupisce ancora che in cosí poco tempo
siano state stroncate dalla malattia quella forza e quel vigore che facevano
di Franco Manassero una inesauribile fonte di attività, di decisione
e di dedizione in ciò che credeva e faceva.
Fervente cattolico, ha sempre cercato di condurre la propria vita nel rispetto degli insegnamenti morali e religiosi ricevuti fin da bambino: convinto sostenitore della necessità di guardare al futuro mantenendo saldi i vincoli col passato, dal quale scaturisce inesauribile la fonte di luce e di saggezza che, venendo da Dio, ci viene ininterrottamente trasmessa perché la possiamo consegnare intatta e vivificante ai nostri figli. Noi lo ricordiamo in modo particolare per il suo ininterrotto impegno a favore della liturgia tradizionale. Negli anni ’70 e ’80, insieme con altri indimenticati amici, si prodigò per il mantenimento della S. Messa tradizionale. Erano gli anni della “resistenza” passiva intorno alla venerata figura di Mons. Vaudagnotti, gli anni dell’impegno militante dei Durando, degli Olivero, dei Merlo, dei Fantini. Erano gli anni della incredibile emarginazione di uomini che avevano la sola colpa di voler rimanere fedeli ad una pratica della fede durata per secoli nella Chiesa di Torino: da San Massimo fino al Card. Fossati. Gli anni della illusione modernista, in cui finirono col prevalere tra i monsignori di Curia le preoccupazioni mondane e alla moda. Gli anni della ubriacatura “populista” dei prelati “impegnati” a sinistra. Quanti scontri e quante discriminazioni al tempo del Card. Pellegrino
e del Card. Ballestrero. Piú di mille firme raccolte per la richiesta
della S. Messa tradizionale, cinque anni di rifiuti del Card. Ballestrero.
Non fu un lavoro volto al proselitismo, il suo, ma una tenace opera
di ricucitura di un tessuto ecclesiale che era stato lacerato dalla riforma
liturgica seguita al Concilio Vaticano II.
Un lavoro di ricucitura tenace e condotto tra tante controversie e difficoltà,
non escluse le incomprensioni incontrate al tempo del suo impegno in seno
alla sezione di Una Voce Torino, incomprensioni che si conclusero
poi con la costituzione della nuova Associazione Inter Multiplices
Una Vox, la cui attività e ampliata consistenza hanno confermato
l’esattezza dell’analisi a suo tempo avviata da Franco Manassero.
I funerali si sono svolti in quella stessa chiesa della Misericordia
a cui, fino all’ultimo, aveva dedicato tante energie; con una foltissima
presenza di amici e di estimatori che gli hanno testimoniato partecipazione
e riconoscimento. Avrebbero potuto svolgersi nella sua chiesa parrocchiale,
si sono svolti invece nella chiesa della Misericordia su una precisa richiesta
avanzata alla Curia e basata sulla piú volte dichiarata volontà
dello stesso Manassero.
Non è questa l’occasione per ricordare la penosa situazione che si è venuta a creare, le proteste giunte a Torino e a Roma da piú parti, gli strascichi pietosi. Non sono i risentimenti che ci muovono e ci interessano, poiché la nostra fiducia è in Dio, che ci comanda di compatire e di perdonare perfino i nostri nemici. L’amico Franco Manassero è ormai al di là e al di sopra delle piccole cose di questo nostro confuso mondo; forse, col suo sorriso, ci guarda ironicamente considerando da lassú la vanità e l’inconsistenza del nostro rimanere troppo coinvolti nelle cose del mondo. Che Iddio l’abbia in gloria!
(marzo 2003)
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