QUARESIMA 2009


Due editoriale di Radicati nella fede, foglio di collegamento della chiesa di Vocogno e della cappella dell’Ospedale di Domodossola (dove si celebra la S. Messa tradizionale)
anno II - febbraio 2009 n. 2
anno II - marzo 2009 n. 3

- impaginazione e neretti sono nostri -



Febbraio

Carissimi,
entriamo in questo mese di febbraio nel tempo sacro della Quaresima, il 25 febbraio, Mercoledì delle Ceneri. Per noi che seguiamo la liturgia tradizionale il richiamo alla penitenza e a una preghiera sempre più profonda e sincera
inizierà già nel tempo di Settuagesima, con la Domenica 8 Febbraio.
Siamo chiamati alla conversione, ad una continua conversione, non riponendo più la speranza in noi stessi e nelle nostre opere, ma unicamente in Dio e nella Sua Grazia.
Proprio per questo siamo chiamati ad accogliere la Grazia di Dio.

Nell’enciclica “Mediator Dei” sulla divina liturgia, Papa Pio XII, di cui si è appena ricordato il cinquantesimo della morte, così si esprime:
<>Nei giorni della Settuagesima e della Quaresima, la Chiesa nostra Madre moltiplica le sue cure perché ognuno di noi si renda diligentemente conto delle sue miserie, sia attivamente incitato alla emendazione dei costumi, e detesti in modo particolare i peccati cancellandoli con la preghiera e la penitenza; giacché l’assidua preghiera e la penitenza dei peccati commessi ci ottengono l’aiuto divino, senza il quale è inutile e sterile ogni opera nostra.” (Mediator Dei, n. 132).

Un grande richiamo ad una vita interiore autentica.

Sarebbe un’illusione pericolosa, molto pericolosa, cercare una bella liturgia, una “bella” Messa, ben celebrata e ben cantata, una interessante predicazione... e poi fermarsi lì. Molti hanno fatto così, più attratti da un fatto estetico, che mossi da una vera ricerca di Dio, e si sono presto stancati.
C'è ben altro in gioco!
La nostra conversione, la nostra santificazione... ”attivamente” domandata e cercata.
Allora sì (se ci sono le giuste disposizioni, se c'è una vera domanda di Dio) che la liturgia tradizionale comunica tutta la sua vera, profonda, interiore bellezza.

Sempre Pio XII nella Mediator Dei, al n° 20 richiama a questa serietà:
<><>Ma l’elemento essenziale del culto deve essere quello interno; è necessario, difatti, vivere sempre nel Cristo, tutto a Lui dedicarsi affinché in Lui, con Lui e per Lui si dia gloria al Padre. La sacra Liturgia richiede che questi due elementi(culto esterno e interno) siano intimamente congiunti; ciò che essa non si stanca mai di ripetere ogni qualvolta prescrive un atto esterno di culto. Così, per esempio, a proposito del digiuno ci esorta: “Affinché ciò che la nostra osservanza professa esteriormente, si operi di fatto nel nostro interno” (Missale Rom. Secreta, feriae V post Dom. II Quadrag.). Diversamente la religione diventa un formalismo senza fondamento e senza contenuto” (...).
<>

E al numero 22 così si esprime:
Deve, quindi, essere ben noto a tutti che non si può degnamente onorare Dio se l’anima non si rivolge al conseguimento della perfezione della vita, e che il culto reso a Dio dalla Chiesa in unione col suo Capo divino ha la massima efficacia di santificazione”.

...meditiamo queste parole e Buona Quaresima!

Marzo

Carissimi,
siamo entrati nel tempo sacro della Quaresima. Il Signore ci chiede di viverlo come il tempo opportuno per la Conversione.
Tempo sacro perché è di Dio, tempo opportuno perché in esso il Signore ci darà grazie particolari perché la nostra conversione avvenga.
Il pericolo è quello di pensare che sia, la Quaresima, un tempo degli uomini, cioè una semplice convenzione umana, una piccola tradizione della nostra civiltà, un piccolo e umano richiamo ad essere semplicemente un po’ più buoni, o almeno meno cattivi.
No! È Dio, e non gli uomini, che ci chiede di fare Quaresima, e noi dobbiamo obbedirgli, perché non possiamo vivere senza di Lui.

Dobbiamo tornare a Dio.

Tutto inizia con il mettersi alla presenza di Dio.
Più ci si avvicina a Dio, più si avverte che non siamo a posto, che siamo peccatori. “L’abisso invoca l’Abisso”: l’abisso del nostro peccato invoca l’abisso della Misericordia di Dio.
Come non vedere che coscienza della presenza di Dio e coscienza del nostro peccato vanno insieme: più si perde il senso della presenza di Dio, più si perde il senso del peccato. E questa stanca società, che mette al centro l’uomo dimenticando che è creatura di Dio, non può nemmeno lontanamente capire cos’è la conversione.

La grande opera della Quaresima cristiana è accorgersi profondamente che Dio è qui, che tutto dipende da Lui, che noi siamo suoi, che tutta la realtà Gli appartiene, che tutto ha consistenza solo in Lui: è lo spirito di Adorazione. Ed è solo dall’adorare Dio presente che può sgorgare come grazia una conversione vera.

La liturgia della Tradizione anche in questo è un grande aiuto, proprio perché è un continuo richiamo a mettersi alla presenza di Dio, è una continua educazione all’adorazione. Pensiamo ai grandi silenzi della Messa in rito tradizionale, dove solo la preghiera resiste.

Allora viviamo pienamente, in verità, con generosità questa Quaresima, facendo bene ciò che la Chiesa ci chiede di fare tutto l'anno.
Ma per farlo occorre alimentare con la preghiera la coscienza della presenza di Dio e quindi la coscienza del nostro peccato e della Sua Misericordia.

San Pio X su questo ha dei consigli per ogni cristiano, li prendiamo dal suo Catechismo Maggiore:
Quali pratiche di pietà dovrebbe ogni giorno compiere il buon cristiano?
Il cristiano, potendolo, dovrebbe ogni giorno:
1. Assistere con devozione alla santa Messa
2. fare una visita, anche brevissima, al Santissimo Sacramento
3. recitare la terza parte del Santo Rosario” (n. 975).

Che il Signore ci conceda la grazia di vivere questo, perché la conversione nostra sia possibile.




maggio 2013

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