Come è cambiata la vita cattolica
in questi anni!



Editoriale di Radicati nella fede, foglio di collegamento della chiesa di Vocogno e della cappella dell’Ospedale di Domodossola (dove si celebra la S. Messa tradizionale)
anno IV - febbraio 2011 n. 2

- impaginazione e neretti sono nostri -




Come è cambiata la vita cattolica in questi anni!”... quante volte ci è capitato di sentire così. E quante volte molti di noi l’hanno detto ad altri.
Ma pur dicendolo e pensandolo, forse nemmeno noi ci rendiamo conto delle dimensioni di questo cambiamento. Non è cambiato qualcosa... se ci è permessa un’espressione forse un po’ semplicistica, vorremmo dire che “è cambiato tutto”.

Cosa vogliamo dire con “è cambiato tutto”?
Semplicemente che è cambiato l’orizzonte totale nel quale il cristiano, il semplice fedele è chiamato a vivere.
Prima bisognava vivere per andare in Paradiso, oggi per promuovere nel mondo la giustizia e la pace!
Prima il grande lavoro era vivere ogni giorno in grazia di Dio per essere pronti all’incontro con il Signore, oggi ti chiedono di essere cristiano “adulto”, capace di affrontare le sfide del nostro tempo.
Prima ti insegnavano a disprezzare le cose del mondo per attendere a quelle di Dio, oggi ad essere in dialogo con il mondo e le sue attese, per essere utile alla società.
Prima ti dicevano di “disprezzare le cose della terra per amare le cose del Cielo, oggi ti insegnano che il cristianesimo migliora innanzitutto la vita di quaggiù.
Prima ti ricordavano che Gesù Cristo ti chiede di farti santo, oggi ti dicono che Gesù ti “realizza” come persona.

Si tratta della stessa cosa? A noi sembra proprio di no!
Perdonateci la nostra ingenua semplicità, ma ci sembra che è cambiato troppo, che è cambiato tutto e questo non è proprio normale.

Non si tratta di adattamento alle mutate situazioni della società come molti dicono, si tratta di aver adattato le fede al mondo, e di aver in qualche modo “perso la fede”: siccome si ha paura a parlare del Cielo, ci siamo ridotti nella Chiesa a fare la politica di questo mondo.

Un tempo le cose non stavano così.
Ma non ci dilunghiamo, vogliamo lasciarvi solo un piccolo esempio, in qualche modo gustoso. Lo prendiamo per voi da una bella biografia di un santo vescovo, mons. Aurelio Bacciarini, che resse la diocesi di Lugano dal 1917 al 1935.
Un vescovo santo che merita di essere conosciuto, imitato e pregato.

Mons. Bacciarini più volte ricordò pubblicamente il bene spirituale che ricevette dal suo buon parroco di Lavertezzo in Val Verzasca, il prevosto don Pietro Vaghetti. Il Signore si servì di questo buon parroco di montagna per seminare la
vocazione sacerdotale nel piccolo Aurelio.
La predicazione di don Vaghetti, ascoltata e meditata dal fanciullo, doveva esercitare un’impressione indelebile nell’animo sensibilissimo di lui.

Più di una volta da sacerdote e da vescovo egli citava ad esempio la predica di Capodanno:
Ricordo – egli diceva – quando ero fanciullo, il primo giorno di ogni anno assistevo sempre ad una mesta e santa cerimonia. Si andava alla chiesa, una chiesa affollata da un popolo umile e povero, ma ricco di quella fede che vale assai più che l’oro e l’argento. Il vecchio parroco saliva sul pulpito; in quel momento la sua fronte era sempre mesta e gli occhi ingombri di lacrime: spiegava un foglio e leggeva con voce commossa i nomi di quelli che l’anno precedente erano passati all’eternità. Quando aveva finito quel mesto elenco, si faceva un momento di silenzio, come per lasciare che i nomi di quei poveri morti si piantassero nel cuore di tutti: poi mostrando al popolo commosso quel melanconico foglio, diceva: “E l’anno venturo, chi di noi sarà scritto su questo elenco?” Quella domanda andava al cuore, trapassava l’anima. E confesso che quella era sempre la Messa più bene ascoltata e anche noi fanciulli si usciva di chiesa quieti e pensosi, come si esce dalla meditazione più profonda.”

E non è forse cambiato tutto? Qualcuno ancora lo dubita?
Vi immaginate un parroco che si permetta questo a capodanno? E un vescovo che lo racconti con questa ammirazione alla sua diocesi, magari in visita pastorale?

No, oggi alcuni preti fanno discorsi politici, magari non intendendosi per nulla di politica.
Oggi quasi più nessuno prepara le anime al Cielo!



dicembre 2014

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