Silenzio, preghiera, Messa



Editoriale di Radicati nella fede, foglio di collegamento della chiesa di Vocogno e della cappella dell’Ospedale di Domodossola (dove si celebra la S. Messa tradizionale)
anno IV - agosto 2011 n. 8

- impaginazione e neretti sono nostri -



Bisogna amare il Silenzio. Bisogna fare silenzio. Bisogna custodire il silenzio.
È la condizione necessaria perché la preghiera sgorghi sincera e abbondante dalla nostra anima.

Ben inteso, sappiamo che questo è detto da molti, ma quanti lo fanno e lo insegnano e lo pretendono da sé e dagli altri?

Se c’è una cosa lamentata da molti è che il silenzio non lo trovi più nemmeno nelle chiese. Se hai la fortuna di trovarle aperte, fortuna sempre più rara, ti capita facilmente la sventura di imbatterti in “orde” di turisti che girano convulsamente nel tempio per trovare chissà ché di prezioso, perdendo il grande tesoro di sostare in silenzio di fronte a Dio presente: e così anche tu sei espropriato, dall’allegra brigata, dalla possibilità di pregare.

Se poi in chiesa, aperta per l’occorrenza, ti imbatti in una celebrazione, sei assalito da un’ondata di parole, malamente cantilenate, una gara nel coprire la voce del prete celebrante con la propria voce, pensando così di pregare di più. Così torni a casa più stanco e frastornato di prima.

Se c’è un dono della liturgia tradizionale, della Messa di sempre, é proprio quello del silenzio ritrovato. E nel silenzio Dio Parla. Certo all’inizio il silenzio può sconcertare, proprio perché la liturgia “rinnovata” ce ne aveva disabituato. Ma se si superano le prime difficoltà, questo silenzio lo senti come una benedizione, non lo
lasci più.

O Silenzio benedetto da Dio, come fortifica la nostra preghiera!
Allora, carissimi, impariamo a custodire con forza questo silenzio, non solo durante la Messa, ma anche prima e dopo di essa.

Prepariamoci alla Messa nel silenzio, ne trarremo grandi frutti.

Continuiamo nel silenzio, dopo la Messa, il nostro ringraziamento, evitando inutili discorsi che iniziati per gentilezza, bruciano subito il frutto della preghiera.

Custodiamo il silenzio per noi e per gli altri: se uno dovesse entrare per la prima volta in una delle nostre chiese, dovrebbe essere subito colpito da questa pace della preghiera. È il più bel discorso che gli si possa fare.

Molti nel periodo estivo capitano nei monasteri e si “esaltano” per la bellezza della preghiera e della pace che vi respirano: ma tutto questo non dovrebbe essere il clima normale di ogni chiesa cattolica? Il Silenzio orante non è lo straordinario, ma l’ordinario della vita cristiana.






dicembre 2014

Ritorna al Sommario articoli diversi

Ritorna ad Appunti per una pastorale veramente cattolica