Scelsero Dio e salvarono la Chiesa



Editoriale di Radicati nella fede, foglio di collegamento della chiesa di Vocogno e della cappella dell’Ospedale di Domodossola (dove si celebra la S. Messa tradizionale)
anno V - aprile 2012 n. 4

- impaginazione e neretti sono nostri -



Ripartire dalla semplicità.
Ne siamo sempre più convinti: più la crisi della fede si fa sentire, più occorre  ripartire dalla semplicità di una vita cristiana vissuta quotidianamente.
Lo vogliamo ribadire, speriamo di riuscirci, con altrettanta semplicità.

Assisteremo purtroppo ad anni ancora molto complicati. Un mondo cattolico già profondamente in crisi, pensiamo alla confusione di questi ultimi decenni, sarà tentato di affrontare il vertiginoso calo della pratica cristiana, con mezzi terribilmente umani e perciò inutili se non dannosi.
Vedremo il moltiplicarsi delle trovate degli stanchi “pastoralisti”, figli di quei “pastoralisti” che nell’epoca del Concilio Vaticano II hanno portato la Chiesa
alla perdita della coscienza di se stessa.
Ascolteremo il risuonare di frasi spaventosamente stanche che nascondono il vuoto della fede. Siccome i preti non ci sono più, arriveranno a dire che occorre una  Chiesa più ministeriale, dove i laici tirano avanti la “baracca”, dove il sacerdote non è più la guida ma il valorizzatore di carismi.
Vedremo l'intersecarsi di commissioni e sottocommissioni, giunte e quant’altro, per promuovere le unità pastorali, che non si sa mai cosa siano di preciso... la verbosità di incontri per riflettere sulla situazione alla luce del Vangelo, le tecniche per conquistare le persone che hanno abbandonato la vita delle parrocchie... e intanto la tua vita passa... nella nostalgia di una vita semplicemente santa, come Dio comanda.

Occorre stare molto lontani da tutte queste cose umane che non hanno mai fatto il Cristianesimo. Il Cristianesimo è sempre stato fatto da Dio in anime che lo hanno ascoltato. E per fare questo ci vuole un lavoro semplicissimo: una Chiesa aperta, che sia veramente luogo di preghiera, la Messa veramente cattolica, un prete che ascolta le confessioni, la consegna di una dottrina sana che dica subito tutta la verità della Rivelazione.
Il resto è la vita da vivere non secondo il mondo, ma secondo Dio.

È un lavoro grande, sì, ma semplicissimo. È il lavoro di sempre.

Siamo convinti che questo sarà il futuro. Più la crisi si farà sentire, più i preti mancheranno, più bisognerà tenere aperti dei luoghi, magari piccoli, dove la fede sia vissuta intensamente: saranno questi luoghi i fari nella notte della nostra cristianità scomparsa.

Saranno i luoghi di Dio che illumineranno questa terribile notte.

Siamo ancora in tempo, non sappiamo per quanto, nel garantire questa vita semplice, semplicemente cristiana. Occorre avere dei luoghi della grazia, della fede, della misericordia di Dio.
Ci saranno se molti sacerdoti, lasciando un mondo complicato dalle moderne inutilità anche “ecclesiastiche”, abbracceranno una vita interamente sacerdotale, di preghiera – studio – apostolato. Come fece il monachesimo nell’epoca delle invasioni barbariche: scelse Dio e salvò la Chiesa.

Scelse Dio e salvò la Chiesa: chi invece sceglie le molte attività per la Chiesa, perde le anime e allunga un'agonia che sta intristendo i cuori.





dicembre 2014

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