“Le Vie dell'Amicizia”

Lapsus della RAI nella
ripresentazione del concerto di Trieste





Il 13 luglio scorso si è tenuto a Trieste, in piazza Unità d'Italia, il concerto “Le Vie dell'Amicizia - Italia-Slovenia-Croazia”.
Si tratta della quattordicesima edizione di questa simpatica iniziativa che vuole promuovere l'amicizia tra i popoli che hanno vissuto la terribile esperienza del conflitto.
L'idea è che la musica, soprattutto quella radicata nelle secolari tradizioni dei diversi popoli, possa essere veicolo di rinnovate fratellanza e cooperazione.

In questa occasione triestina è stato reso omaggio anche al grande compositore fiorentino Luigi Cherubini (1760-1842) nel 250° anniversario della nascita, con l'esecuzione del Requiem in do minore a conclusione del concerto.

L'evento è stato trasmesso successivamente dal canale 1 della RAI, alle ore 23,30 del 29 luglio 2010.

In questa occasione, il programma televisivo, com'è d'uso, ha accompagnato l'esecuzione dei brani con immagini che al regista sono sembrate appropriate.

È a questo punto che è scattato, inesorabile, il vizio modernista e laico degli accostamenti impropri.
È comprensibile che nella mentalità imperante, intrisa di buonismo a tutti i costi, si finisca col fare la più incredibile della confusioni. È come se scattasse un meccanismo inconscio che porta a mettere insieme cose che non hanno nulla in comune, e in questa confusione, com'è logico, si insinuano le suggestioni del demonio.

Mentre veniva eseguito il Requiem di Cherubini, il regista faceva passare immagini di luoghi di culto di diverse religioni, dalle chiese cattoliche alle singoghe ebraiche, alle moschee musulmane, suggerendo così bellamente che le “Vie dell'Amicizia” coincidono perfettamente con l'indifferentismo religioso. Una sorta di messaggio in cui appariva in tutta la sua subdola concezione l'idea che l'amicizia tra i popoli è quella cosa ben più importante e ben più significativa delle religioni stesse.
Un ritornello che si ripete da troppi decenni e che ormai ha radicato nel “sentire comune” il convincimento che le religioni sono sì importanti, ma secondarie rispetto all'amicizia tra i popoli e alla “pace universale”.
Anzi, quelle immagini continuano a suggerire la suggestione che se si vuole ottenere l'amicizia tra i popoli è giusto, è necessario, relativizzare le religioni: queste fomentatrici di divisione!

Ora, è bene ricordare che in duemila anni di cristianesimo, se è vero che sono accadute le cose più nefande in nome della religione, è anche vero che di religioso c'era solo il nome, poiché tali cose sono accadute per la pochezza degli uomini e per la loro voglia di prevaricazione e di sopraffazione.
Basta vedere come negli ultimi secoli non ci sia stato bisogno di scuse religiose: è bastato l'affermarsi della concezione laica, dell'umanesimo dimentico di Dio, del libertarismo e dell'immoralismo.
Relegato Dio in un cantuccio del “privato”, l'uomo moderno ha dato libero sfogo a tutti gli egoismi e a tutti gli istinti più incontrollati, producendo terrore e morte e devastazione su tutto il pianeta.

Sono constatazioni come questa che ci fanno puntare il dito contro spettacoli come questo che segnaliamo: cosa c'entra la religione nelle porcherie commesse, per esempio, nei Balcani negli ultimi secoli?
Anche la consueta avanzata terrificante e devastatrice dei Musulmani fu mossa  dalla frenesia di conquista degli uomini piuttosto che dalla religione islamica di per sè. Questo però non toglie nulla all'intervento puntuale e subdolo del demonio che, tramite i Musulmani, mirava, e continua a mirare, a distruggere il cristianesimo. Il demonio si serve sempre della volontà di potenza degli uomini per condurli alla perdizione.
La stessa identica cosa che accade oggi, con la libertà di religione, con il mito dell'uguagliana, con la fratermità universale: tutti grimaldelli che permettono al veleno del mondo moderno, laico e agnostico, di penetrare nella coscienza dell'uomo e distruggerne gli ultimi bagliori della presenza di Dio.
Non bisogna mai dimenticare, infatti, che il “Principe” di questo mondo è il demonio e che la tanto decantata “dignità dell'uomo” è figlia dell'uomo che si è messo impunemente al posto di Dio.

In questa ottica si muovono anche l'incontro tra le culture, il dialogo tra le religioni, il superamento di ogni differenza: lo scopo ultimo è la costituzione di una “super-religione del mondo” che azzeri la vera religione e, posto definitivamente l'uomo al posto di Dio, si scateni nella più devastante abberrazione dell'umanità per il trionfo (illusorio) dell'Anticristo.
Quello che fa tristezza è che a questo piano di sovversione del mondo e di perdizione dell'uomo continuino a collaborare tanti uomini di Chiesa.

Voglia Iddio che i cattolici si accorgano sempre meglio dell'inganno, strisciante anche all'interno della compagine ecclesiale, e riescano a preservare le loro anime dalle sulfuree lusinghe della “Scimmia di Dio”: il gran teologo Satana, il seduttore, l'ingannatore.

Santa Madre di Dio, assistici nella battaglia!







agosto 2010

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