Funzionarii vaticani
a nome di Papa Francesco:
Cattolici, siete tutti imbecilli!

di Belvecchio






Grazie reverendissimi! Grazie Santo Padre!

Ce lo meritiamo di essere trattati da imbecilli, perché ancora non siamo andati a defenestrare nessuno di questi chierici, come si usava fare molto civilmente un po’ di secoli fa. Ma oggi, che siamo diventati più – molto più – civili, certe cose non si fanno più e non si possono fare più, e non si debbono fare più, e si fa invece buon viso a cattivo giuoco, anche quando ti trattano a pesci in faccia.
Tuttavia, noi che siamo irriducibilmente retrogradi, non stiamo zitti quando ci trattano come se fossimo degli imbecilli e reagiamo, magari limitandoci a scrivere come facciamo adesso, nonostante nel mondo di oggi, guai ad essere schietti a viso aperto e dire pane al pane e vino al vino, si corre il rischio di finire in tribunale o perfino in galera.

Ma allora, cos’è successo?

È successo che come abbiamo già accennato nel nostro articolo: Erano terre cattoliche, ovvero, Pensieri in libertà, e come più dettagliatamente ha scritto il sito Riscossa Cristiana, richiamando alcuni giornali che hanno pubblicato la notizia (1), papa Bergoglio ha risposto ad una lettera scrittagli da una lesbica che di mestiere fa la corruttrice di bambini a mezzo carta stampata, ed invece di ricordarle quali sarebbero i suoi doveri quantomeno umani, l’ha incoraggiata e l’ha benedetta.

Inaudito! direte voi, cari lettori. Oh, ingenui! C’è di più inaudito!

Ed è quello che abbiamo letto su un dispaccio dell’Agenzia cattolica Zenit, notoriamente legata al Vaticano e che qui riportiamo:

“Nessuna benedizione del Papa alla teoria del gender”
Ancora una volta papa Francesco è stato strumentalizzato sulla questione gender/omosessualità. L’ultimo caso in ordine tempo si è scatenato stamattina a seguito dello scambio epistolare tra il Santo Padre e Francesca Pardi, l’autrice dei libricini diffusi presso le scuole di Venezia (è noto in particolare Piccolo uovo, storia di un pinguino con due papà) e poi ritirati per volontà del nuovo sindaco Luigi Brugnaro.
I volumetti sono pubblicati dall’editrice Lo Stampatello, fondata dalla Pardi assieme alla sua compagna Maria Silvia Fiengo, con il precipuo scopo di diffondere la teoria del gender tra i minori.

Lo scorso giugno la Pardi aveva scritto recentemente al Pontefice, presentandosi come parte di una “famiglia composta da due mamme e 4 bambini”, illustrando il contenuto delle sue pubblicazioni ed affermando che in esse non vi sarebbe stata “neanche l’ombra di quella teoria del gender di cui sarebbero lo strumento principale”.
Dopo aver criticato i cattolici impegnati nella difesa della famiglia naturale (in quei giorni impegnati nella preparazione del Family Day di piazza San Giovanni), l’autrice domandava al Santo Padre: “Moltissimi cattolici ci restituiscono lo stesso rispetto, perché non possiamo averlo indietro da tutte le gerarchie della Chiesa?”.
La missiva si concludeva con la speranza, da parte dell’attivista lgbt in “una Chiesa che non sia integralista e disumana come l’abbiamo conosciuta in altre epoche storiche”.

Secondo quanto oggi riferito dal Corriere del Veneto (edizione regionale del Corriere della Sera), la Prandi affermava di aver ricevuto riposta da Bergoglio, il quale, a suo dire, le comunicava: “Auspico che tu vada avanti”. E aggiungeva: “Mi ha impartito la sua benedizione”.

Poche ore dopo è arrivata la precisazione da parte del vicedirettore della Sala Stampa Vaticana, padre Ciro Benedettini, in un’intervista a Tempi. “Come è noto – ha dichiarato Benedettini - non è affatto singolare e, anzi, è di prammatica che la segreteria di Stato risponda alle missive inviate al Papa. È un adempimento di routine, ma è da escludere che nel cortese invito ad “andare avanti” ci sia un incoraggiamento alla teoria Lgbt”.

È seguita la replica ufficiale da parte della Santa Sede, nella quale lo stesso padre Benedettini, definendo i toni della lettera della Pardi “rispettosi ed educati”, confermava l’invio di una risposta del Pontefice, firmata dall’assessore per gli Affari Generali della Segreteria di Stato della Santa Sede, monsignor Peter Brian Wells, precisando che “si trattava di una risposta privata e quindi non destinata alla pubblicazione (cosa che purtroppo è avvenuta)”.
“In nessun modo la lettera della Segreteria di Stato intende avallare comportamenti e insegnamenti non consoni al Vangelo”, ha proseguito Benedettini, sottolineando al contrario l’auspicio della Santa Sede di “una sempre più proficua attività al servizio delle giovani generazioni e della diffusione degli autentici valori umani e cristiani”.
Il viceportavoce vaticano aggiunge poi che “la benedizione del Papa nella chiusa della lettera è alla persona e non a eventuali insegnamenti non in linea con la dottrina della Chiesa sulla teoria del gender, che non è minimamente cambiata, come più volte ha ribadito anche recentemente il Santo Padre. Quindi è del tutto fuori luogo una strumentalizzazione del contenuto della lettera”, ha poi concluso.

È successivamente arrivata una parziale smentita da parte della Pardi. L’autrice dei libretti sul gender ritratta che il Papa le abbia scritto: “Vai avanti”. Nega anche che la risposta di Francesco sia “un’apertura alle famiglie omogenitoriali”, pur definendola “un cambiamento di tono nel confronto. Ci restituisce il rispetto che meritiamo, come persone e come famiglia”.

Notiamo subito che in questa informazione diffusa da “Zenit”, si conferma che la tizia che ha scritto a papa Bergoglio si è presentata come «parte di una “famiglia composta da due mamme e 4 bambini”», cioè come una che vive dichiaratamente in stato di peccato mortale… e se ne vanta. Per di più, costei è «autrice dei libricini diffusi presso le scuole di Venezia (è noto in particolare Piccolo uovo, storia di un pinguino con due papà) … pubblicati dall’editrice Lo Stampatello, fondata dalla Pardi assieme alla sua compagna Maria Silvia Fiengo, con il precipuo scopo di diffondere la teoria del gender tra i minori», cioè costei è abitualmente dedita a diffondere la corruzione moderna tra i minori e quindi a “scandalizzare i piccoli” e a richiamare su di sé il castigo sollecitato da Nostro Signore: «Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. (Mt. 18, 6)».

Da queste premesse si passa poi alle precisazioni e alle smentite, che di seguito richiamiamo.

Zenit scrive:
Poche ore dopo è arrivata la precisazione da parte del vicedirettore della Sala Stampa Vaticana, padre Ciro Benedettini, in un’intervista a Tempi. “Come è noto – ha dichiarato Benedettini - non è affatto singolare e, anzi, è di prammatica che la segreteria di Stato risponda alle missive inviate al Papa. È un adempimento di routine, ma è da escludere che nel cortese invito ad “andare avanti” ci sia un incoraggiamento alla teoria Lgbt”.

Del canto suo, la Sala Stampa Vaticana ha diffuso il seguente comunicato:
In risposta ad una lettera al Santo Padre di Francesca Pardi, dai toni educati e rispettosi, la Segreteria di Stato ha accusato ricezione della medesima con uno stile semplice e pastorale, precisando in seguito che si trattava di una risposta privata e quindi non destinata alla pubblicazione (cosa che purtroppo è avvenuta). 
In nessun modo la lettera della Segreteria di Stato intende avallare comportamenti e insegnamenti non consoni al Vangelo, anzi auspica “una sempre più proficua attività al servizio delle giovani generazioni e della diffusione degli autentici valori umani e cristiani”. La benedizione del Papa nella chiusa della lettera è alla persona e non a eventuali insegnamenti non in linea con la dottrina della Chiesa sulla teoria del gender, che non è minimamente cambiata, come più volte ha ribadito anche recentemente il Santo Padre. Quindi è del tutto fuori luogo una strumentalizzazione del contenuto della lettera.

Ora, che noi poveri mortali non abbiamo l’enciclopedica istruzione dei chierici di Curia, è possibile – anzi, ce ne vantiamo – ma che non ci manca il cervello e la capacità media di farlo funzionare, è cosa certa. Di conseguenza ci sentiamo fortemente offesi da precisazioni e smentite come queste.

Innanzi tutto, è falso – ed è noto esattamente il contrario – che “non è affatto singolare e, anzi, è di prammatica che la segreteria di Stato risponda alle missive inviate al Papa”. Padre Ciro Benedettini – e con lui tutti quelli che lo attorniano in Vaticano – non dovrebbe neanche tentare di farci credere che la Segreteria di Stato risponde a tutte le lettere scritte al Papa; tranne che abbia sbagliato ad usare il verbo “rispondere” al posto di “accusare ricevuta”, espressione, questa, che si trova invece, più correttamente, nel comunicato ufficiale. Ma, quando nello stesso comunicato si dice: “precisando in seguito che si trattava di una risposta privata e quindi non destinata alla pubblicazione”, ecco che verifichiamo la prodezza dei funzionarii vaticani che riescono a contraddirsi nello stesso rigo.
Delle due l’una: o è stata accusata ricevuta o è stata formulata una risposta articolata; a quanto ci risulta, ancora in Vaticano si compie il miracolo di fare due cose diverse contemporaneamente… nello stesso rigo.
Siamo mica imbecilli, noi!

In secondo luogo, visto che la lettera – dice il comunicato – auspica una virgolettata “sempre più proficua attività al servizio delle giovani generazioni e della diffusione degli autentici valori umani e cristiani”, ci sarebbe da credere che la Segreteria di Stato, a nome di papa Bergoglio, prenda abitualmente in giro i suoi corrispondenti, con un fare che è insieme strafottente e offensivo. Come si può auspicare “la diffusione degli autentici valori umani e cristiani”, rivolgendosi a chi notoriamente - e apertis verbis nella lettera spedita al Papa – diffonde pseudo valori autenticamente anti-umani e anti-cristiani, come la pratica dell’omosessualità, l’annullamento della specificità di genere presente in natura per volere di Dio, nonché la corruttela dei minori attraverso la propaganda libresca e l’esempio personale?
O la Segreteria di Stato, a nome di papa Bergoglio, sfotte sfacciatamente, o esprime auspici sinceri che tradiscono una colpevole complicità ed una diabolica connivenza con i nemici di Dio e della Chiesa.
Siamo mica imbecilli, noi!

In terzo luogo, quando leggiamo che “La benedizione del Papa nella chiusa della lettera è alla persona e non a eventuali insegnamenti non in linea con la dottrina della Chiesa sulla teoria del gender”, ci chiediamo: quel “eventuali”, riferito a ciò che rappresenta, in teoria e in pratica, la destinataria della lettera, significa che il Segreteria non sono certi della contraddizione tra la vita intera della stessa destinataria e la dottrina della Chiesa sulla teoria del gender? Se così fosse, dovrebbero essere tutti mandati a casa a calci nel sedere, per manifesta macroscopica incapacità. Se invece non è di questo che si tratta, ne deriva, inevitabilmente, che la Segreteria di Stato è convinta che la pratica omosessuale della destinataria, il fatto di vivere con una “compagna” lesbica, e di avere in casa quattro “bambini”, uniti al fatto che queste due splendide “signore” scrivono e stampano libri che pubblicizzano l’omosessualità, le famiglie anormali, l’istigazione a cambiare sesso, che tutto questo sia “in linea con la dottrina della Chiesa sulla teoria del gender”.
Ora, cari i nostri chierici vaticani, credete davvero che noi cattolici siamo tutti imbecilli?

E sì, perché non si può affermare, ufficialmente, che “la benedizione della lettera è alla persona”, perché sarebbe come dire che è sacrosantamente vera la seguente storiella:
«Un giorno Berlicche scrisse a papa Bergoglio a nome del suo signore e padrone messer Belzebù, lamentandosi perché troppi cattolici parlano male di lui e dei suoi compari, senza mostrare la minima sensibilità quantomeno per le persone. Dispiaciuto per tale mancanza di carità cristiana, Berlicche chiese a papa Bergoglio di fare in modo che le cose cambiassero, perché in fondo lui e i suoi compari, Belzebù in testa, non fanno altro che quello che permette Dio stesso. Quindi chiese la dovuta comprensione. La Segreteria di Stato accusò ricevuta della lettera e indirizzò qualche pensiero di risposta, non facendo mancare la benedizione di papa Bergoglio… rigorosamente rivolta alla persona di Berlicche.»

I lettori tengano presente che nonostante la storiella sia inventata da noi, quello a cui oggi assistiamo in Vaticano vi corrisponde quasi alla lettera.

Per ultimo, facciamo notare che nessuno ha “strumentalizzato” il contenuto della lettera, se non altro perché nessuno ancora la conosce, e tuttavia, se il comunicato parla di “contenuto”, per di più strumentalizzabile, è evidente che si tratta di una lettera articolata, che sarebbe doveroso rendere nota, non tanto per fugare eventuali dubbi, che non ci sono, ma perché, in verità, i cattolici hanno il diritto di sapere con che razza di chierici e di papi hanno a che fare.

Non ci resta che intensificare le nostre preghiere, perché il Signore ci usi misericordia e abbia pietà di tanti empii che fanno strame dei suoi comandi.

Kyrie, eleison.
Christe, eleison.
Kyrie, eleison.


NOTA

1 - Il Mattino di Padova - Libri gender a Venezia: il Pontefice benedice le due editrici lesbiche ; Il Secolo XIX - «Io mamma gay», Francesca Pardi scrive al Papa e lui risponde ; Rainews - Libri Gender all'indice: autrice scrive a Papa Francesco che le risponde: "Vai avanti" ; Il Giornale - Il Papa benedice i libri gender. All'autrice scrive: "Vai avanti"; Imola Oggi - Autrice di libri gender scrive a Bergoglio che risponde “Vai avanti”. Poi la smentita ; Il Corriere del Veneto - Il Papa scrive all’autrice dei libri gender
. Vaticano: «Strumentalizzata la lettera»


agosto 2015

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