Il Papa ha incontrato sabato
Bernard Fellay, capo dei lefebvriani


di Matteo Matzuzzi

Pubblicato sul quotidiano Il Foglio del 4 aprile 2016





Il colloquio “è andato bene”, spiegano fonti vaticane al Foglio. Si va verso la prelatura sul modello Opus Dei


Il Papa ha incontrato sabato in Vaticano Bernard Fellay, Superiore generale e diretto successore di monsignor Marcel Lefebvre alla guida della Fraternità San Pio X.
Il colloquio, apprende il Foglio, “è stato positivo”. Tra Francesco e Fellay “l'intesa è buona”. Si tratta di un ulteriore passo verso il riconoscimento canonico della Fraternità da parte della Santa Sede, nella forma di una prelatura costituita ad hoc sul modello di quella dell’Opus Dei, quindi con ampi margini di autonomia non solo organizzativa.

In una recente intervista tradotta in più lingue e pubblicata sul sito della Fraternità, Fellay si mostrava assai disponibile al dialogo, sottolineando in più d’un passaggio l’apprezzamento per il Pontefice regnante: “Non mi stupirebbe – diceva il Superiore generale – che ci considerasse come una di queste periferie alle quali dona palesemente la sua preferenza. E in quella prospettiva, usa l’espressione ‘compiere un percorso’ con la gente in periferia, sperando che si arriverà a migliorare le cose. Dunque non è una volontà ferma di risolvere subito: un percorso va dove va… ma, alla fine, è abbastanza calmo, tranquillo, senza troppo sapere ciò che potrà risultare. Probabilmente, è questa una delle ragioni più profonde”.

Un precedente incontro, portato alla luce dal sito Rorate Caeli, si era tenuto negli ultimi mesi del 2013, a Santa Marta. Non un vero colloquio, ma un incontro poco più che casuale.

Sempre nell’intervista, Fellay osservava un altro aspetto, che fa comprendere quanto il percorso di riconciliazione sia avviato: “E’chiaro che Papa Francesco vuole lasciarci vivere e sopravvivere. Ha perfino detto, a chi lo vuole sentire, che non farebbe mai del male alla Fraternità. Ha anche detto che noi siamo cattolici. Ha rifiutato di condannarci per scisma, dicendo: ‘non sono scismatici, sono cattolici’, anche se dopo ha usato un termine un po’ enigmatico, cioè che noi siamo in cammino verso la piena comunione. Questo termine ‘piena comunione’... sarebbe proprio bello una volta avere una definizione chiara, perché si vede che noncorrisponde a niente di preciso. E’ un sentimento… è un non si sa troppo bene cosa”.

Un passaggio assai apprezzato a Econe, dove ha sede la Fraternità, è quello relativo alla facoltà concessa dal Pontefice ai cattolici di confessarsi anche presso sacerdoti lefebvriani. Il Papa lo ha chiarito nella Lettera dello scorso 1° settembre con cui ha concesso l’indulgenza in occasione dell’Anno giubilare: “Un’ultima considerazione è rivolta a quei fedeli che per diversi motivi si sentono di frequentare le chiese officiate dai sacerdoti della Fraternità San Pio X. Questo Anno giubilare della Misericordia non esclude nessuno. Da diverse parti, alcuni confratelli Vescovi mi hanno riferito della loro buona fede e pratica sacramentale, unita però al disagio di vivere una condizione pastoralmente difficile. Confido che nel prossimo futuro si possano trovare le soluzioni per recuperare la piena comunione con i sacerdoti e i superiori della Fraternità. Nel
frattempo, mosso dall’esigenza di corrispondere al bene di questi fedeli, per mia propria disposizione stabilisco che quanti durante l’Anno Santo della Misericordia si accosteranno per celebrare il Sacramentodella Riconciliazione presso i sacerdoti della Fraternità San Pio X, riceveranno validamente e lecitamente l’assoluzione dei loro peccati”.





aprile 2016

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