Normalizzazione canonica?


di Mons. Miguel Ferreira da Costa


Pubblicato sul sito Reconquista






Aprile 2016

In una lettera del 19 febbraio 2016, Don Franz Schmidberger ha esposto le ragioni per le quali gli sembra sia arrivata l’ora di normalizzare la situazione della Fraternità San Pio X e, senza dubbio, delle comunità amiche.
Nelle ragioni avanzate dall’ex Superiore Generale, troviamo il fatto che Mons. Lefebvre avrebbe cercato una regolarizzazione canonica per la sua Congregazione.
A dire il vero, Mons. Lefebvre cercava molto di più di questo: cercava la sopravvivenza della Chiesa. La questione canonica aveva la sua importanza, ma quello che cercava soprattutto Mons. Lefebvre era la salvaguardia della Tradizione, senza gli impedimenti con cui i liberali la paralizzano.

Parlando di Mons. Antonio de Castro Mayer, Mons. Lefebvre diceva (mi sembra che fosse il 1985) che bisognava che il vescovo emerito di Campos comprendesse che era necessario entrare nell’illegalità. Mons. de Castro Mayer, malgrado un’analisi teologica profonda della crisi attuale, rimaneva prigioniero di un legalismo che lo paralizzava. Per timore dell’illegalità, Mons. de Castro Mayer non ordinò alcun sacerdote tra il 1984, data in cui fu costretto a lasciare l’incarico di vescovo titolare di Campos, e il 1988, data delle consacrazioni dei quattro vescovi della FSSPX.

Mons. Lefebvre aveva compreso meglio ciò che dice San Paolo: “la lettera uccide, ma lo spirito vivifica”. Egli aveva capito che il colpo da maestro di Satana era stato quello di lanciare tutta la Chiesa nella disobbedienza alla Tradizione, esattamente per obbedienza; l’obbedienza rivoltata contro la sua finalità; il bene al servizio del male.

Che Mons. Lefebvre avesse un tempo cercato una soluzione canonica è evidente, ma è ancora più evidente che non la trovò. E non la trovò perché non esisteva, e non esisterà fintanto che Roma è occupata dai nemici della Regalità universale di Nostro Signore Gesù Cristo.
Fu questo il motivo per cui Mons. Lefebvre consacrò quattro vescovi nel 1988. E ne avrebbe consacrati di più se Mons. de Castro Mayer avesse designato dei sacerdoti per ricevere l’episcopato, come gli venne proposto per intermediazione di Dom Gérard che era giunto in Brasile nel 1987 con la missione di fargli questa richiesta.
Mons. Lefebvre pensava che Mons. de Castro Mayer avrebbe potuto rifiutarsi di abbandonare il suo incarico e avrebbe potuto scegliere il suo successore, lottando apertamente contro la Roma modernista, per preservare la sua diocesi dagli errori attuali. È quello che fece Mons. de Castro Mayer in seguito, ma in condizioni più difficili, avendo accettato di dimettersi come vescovo titolare di Campos.

Certo, Mons. Lefebvre auspicava una soluzione canonica, ma una soluzione che non fosse falsa, ma conforme alla verità.
Per Don Schmidberger, il momento di questa normalizzazione sembrerebbe arrivato, perché Roma non parla più di accettare il Vaticano II, né la legittimità del Novus Ordo. E dice anche che la Fraternità non tacerà a proposito degli errori moderni.
Queste garanzie sembrano essere fragili, poiché anche  Dom Gérard e Campos dicevano che non sarebbe stata imposta alcuna limitazione alla loro battaglia antimodernista. Essi promettevano di continuare la battaglia e certuni arrivavano a dire perfino che era allora che incominciava davvero il combattimento, perché andavano a lottare all’interno stesso della Chiesa. Pura illusione, come dimostreranno i fatti. Illusione e falsa dottrina, secondo le quali la Tradizione sarebbe fuori dalla Chiesa.
Mons. Lefebvre vedeva bene questa illusione riguardo a Dom Gérard. Fintanto che a Roma regnerà il modernismo, ogni speranza di vera normalizzazione sarà vana.

Don Schmidberger afferma anche che la Resistenza ha perduto il senso e l’amore della Chiesa. Certo, noi dovremmo avere maggiori virtù, maggiore Fede e maggiore Carità. E tuttavia possiamo dire a nostra difesa che nella Resistenza si studia la Pascendi, il Syllabus, Quanta Cura, Quas Primas, Quadrigesimo anno, ecc. Nella Resistenza si legge la storia del cattolicesimo liberale del Padre Emmanuel Barbier. Nella Resistenza si traduce il libro Pietro, mi ami tu, di Don Daniel le Roux. Nella Resistenza si pubblica Le Sel de la Terre, si venerano Mons. Lefebvre e Mons. de Castro Mayer, e le loro opere vengono studiate e spiegate ai fedeli.

Se non facciamo di più, è per nostra mancanza, ma noi facciamo qualcosa e questo, io credo, lo facciamo perché abbiamo il senso e l’amore della Chiesa.
Se manchiamo d’amore per la Chiesa, che Dio ce lo doni. Se l’abbiamo già, che Dio ce lo conservi e lo faccia crescere per intercessione del Cuore Immacolato e Doloroso di Maria.




maggio 2016
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A RESISTENZA CATTOLICA