La nuova Cresima è valida?

di Don Matthias Gaudron, FSSPX (1)




Pubblicato sul sito la Crisi della Chiesa

L'impaginazione e le immagini sono nostre


Al momento della pubblicazione di questo estratto, non era ancora disponibile in italiano il Catechismo della crisi nella Chiesa, di Don Matthias Gaudron, pubblicato in francese dalle Editions du Sel, Avrillé, 2008) col titolo Catéchisme catholique de la crise dans l'Église.
Questo chiarisce quanto detto nella nota 1, che noi abbiamo riportato comunque; nonché il fatto che quanto qui riportato è la traduzione affettuata dal sito - come detto in nota - che potrebbe non corrispondere esattamente a quanto oggi pubblicato sul libro in italiano.

Attualmente, il testo, pubblicato in italiano dall'editrice Ichthys, Albano Laziale è disponibile presso la Fraternità San Pio X - Via Trilussa, 45 - 00041 Albano Laziale (RM) -
Tel./Fax [39] 06.930.68.16 - E-mail: albano@sanpiox.it) o presso i Priorati e le cappelle della Fraternità in Italia.





Uno degli argomenti più controversi dell’era postconciliare è senza dubbio quello della validità dei Sacramenti amministrati secondo i nuovi rituali. La validità del Sacramento della Cresima, conferito secondo il nuovo rito e con una materia diversa dall’olio d’oliva, è certamente uno dei temi che ha diviso gli animi anche in ambito «tradizionalista».
L’Autore, seguendo il metodo usato all’interno del suo libro Catechismo della crisi nella Chiesa (domanda-e-risposta), prende in esame la questione della «materia» del Sacramento della Cresima offrendo una risposta che pende verso l’invalidità o quanto meno la validità dubbia di tale Sacramento; e quindi, anche se indirettamente, per la necessità di riamministrarlo sotto condizione usando il vecchio rito e la materia utilizzata da sempre dalla Chiesa.


Perché la Confermazione [...] dev’essere amministrata con l’olio d’oliva?
 
Nella stessa maniera in cui la parola «vino» designa, nel senso primo del termine, il succo d’uva fermentato - anche se viene utilizzata in modo secondo per designare il vino di palma, di riso, ecc... - parimenti, la parola «olio» (oleum), nell’antichità designava innanzitutto - in senso proprio - il liquido ottenuto dalla spremitura delle olive. Ne consegue, dunque, che se solo il vino di vite e il pane di frumento sono la materia valida del Sacramento dell’Eucarestia, solo l’olio d’oliva è materia valida della Confermazione [...]. Tale era l’opinione tradizionale e comune dei teologi (2).
 
Questa opinione si basa unicamente su una ragione filologica?
 
Questa opinione non si basa sopratutto sulla filologia, ma sul fatto che, come Cristo ha impiegato del pane di frumento e del vino di vite al momento dell’Ultima Cena, allo stesso modo le unzioni che ha raccomandato agli Apostoli non potevano che essere unicamente delle unzioni con olio d’oliva; non poteva venire in mente agli Apostoli di utilizzare altra materia che l’olio in senso proprio, nel senso nobile del termine.
L'impiego di un altro olio rende dunque almeno dubbia la validità del Sacramento.
 
Esistono altri argomenti in favore dell’olio d’oliva?
 
Si può notare che lo stesso Giovedì Santo in cui instituì il Sacramento dell’Ordine - il giorno in cui prese del pane e del vino per istituire l’Eucarestia - Nostro Signore arrossò con il sudore del suo sangue il Giardino degli Ulivi - vicino ad un frantoio di olive vicino - come per santificare la materia con cui sarebbero state fatte le sacre unzioni. Infatti, è sempre nel giorno di Giovedì Santo che, ogni anno, i Vescovi consacrano gli oli santi durante della Messa crismale.
 
Da dove deriva l’uso di altri oli diversi dall’olio d’oliva nei Sacramenti?

Il 3 dicembre 1970, un decreto della Congregazione dei Riti autorizzò l’utilizzo di altri oli vegetali nell’amministrazione dei Sacramenti (3).

Come spiegò la Congregazione dei Riti questo cambiamento?
 
La Congregazione dei Riti non spiegò affatto come divenne improvvisamente possibile ciò che era sembra stato considerato come probabilmente invalido.

Non esiste dunque alcuna spiegazione su questo cambiamento di materia?
 
A riguardo di tale cambiamento non venne mai fornita una spiegazione dottrinale. Si invocò solamente una ragione pratica che Paolo VI (1897-1978) riprese due anni più tardi nella Costituzione Apostolica Sacram unctionem infirmorum (del 30 novembre 1972):
«Dato, poi, che l’olio d’oliva, quale fino ad ora era prescritto per la validità del Sacramento, in alcune regioni manca del tutto o può essere difficile procurarlo, abbiamo stabilito, su richiesta di numerosi Vescovi, che possa essere usato in futuro, secondo le circostanze, anche un olio di altro tipo, che tuttavia sia stato ricavato da piante, in quanto più somigliante all’olio d’oliva» (4).
 
Questa spiegazione non risolve la questione?
 
Questa spiegazione pratica non solo non risolve la questione, ma tende piuttosto ad aggravare il problema, perché è evidente che non è mai stato tanto facile come oggi far giungere dell’olio d’oliva in tutti gli angoli del mondo (5). Ora, se fino ad oggi, malgrado tutte le difficoltà di trasporto, la Chiesa si è sempre rifiutata di cambiare la materia dei Sacramenti è perché ha sempre avuto delle buone ragioni per farlo.
 

NOTE
 
1 - Traduzione di un estratto (pagg. 264-266) dall'opera Catéchisme catholique de la crise dans l'Église (Le Sel, Avrillé 2008), a cura di Antonio Casazza.
2 - San Tommaso d’Aquino insegna a proposito dell’Estrema Unzione: «Nel testo di San Giacomo, l’olio è assegnato come materia di questo Sacramento; ora non si parla di olio, in senso proprio, che per l’olio di oliva; dunque è quest’olio che è la materia dell’Estrema Unzione» (Suppl., q. 29, a. 4).
3 - Cfr. Ordo benedicendi olea et conficiendi chrisma, nn. 3-4. Il nuovo Codice di Diritto Canonico del 1983 (§ 847) afferma: «Nell’amministrazione dei sacramenti dove sono utilizzati gli oli santi, il ministro deve utilizzare l’olio di oliva o altri oli vegetali consacrati o benedetti dal Vescovo, ecc...».
4 - Cfr. Documentation catholique, n° 1625, 1973, pag. 102.
5 - Nel XIII secolo, San Tommaso rispose già all’argomentazione secondo cui l’olio d’oliva non si trovava ovunque affermando: «Sebbene non sia prodotto ovunque, l’olio d’oliva può essere trasportato comodamente dappertutto» (Suppl., q. 29, a. 4, a 3).





giugno 2016

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