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Traduzioni tendenziose anche
sull'Istruzione “Universae Ecclesiae”? O comunque, significative sfumature diverse tra la versione italiana e la versione latina: perchè?
Chiaravalle, 24 maggio 2011 Maria Santissima Ausiliatrice 8° Anniversario della S.Messa gregoriana a S. Maria Maggiore celebrata dall'Em.mo Card. Darìo Castrillón Hoyos OGGETTO:
RICORSO, DI CARATTERE GENERALE, A MENTE DELL'ART. 10 COMMA 1 DELLA ISTRUZIONE “UNIVERSAE ECCLESIAE” Rev.ma Pontificia Commissione Ecclesia Dei, innanzitutto esprimiamo grato apprezzamento per quanto la Santa Sede, e segnatamente codesta Pontificia Commissione, ha potuto fare con l'Istruzione “Universae Ecclesiae”; “parto” oggettivamente non facile, nelle presenti condizioni sfavorevoli, e “messa a punto” che il nostro gruppo aveva auspicato, in un certo senso, per la Chiesa universale. Ciò detto, nel medesimo cuore filiale e franco inoltriamo ricorso, a mente dell'Art. 10 comma 1 della predetta Istruzione, avverso punti della sua traduzione italiana (fonte: il sito Internet ufficiale della S. Sede, www.vatican.va), che non appaiono pienamente e oggettivamente fedeli al testo latino; e che nella loro maggior vaghezza sembrano talvolta aver dato il destro a titolazioni e commenti giornalistici faziosi o servili, prospettanti condizioni non esattamente richieste dal documento normativo. Verbi gratia: all'Art. 19 si legge di «gruppi che si manifestano contrari». Sebbene nel contesto il senso sia comunque chiaro, appare discutibile che la traduzione più propria del latino «consociationibus, quae [...] inpugnent», sia questa; a maggior ragione per la presenza nel periodo di una parola “forte” come «infensae». Verbi gratia: all'Art. 29, appare altrettanto discutibile la resa di «facultas» con «concessione» (espressione che appare inclinare all'abrogato indulto, più che alla ratio della nuova norma), piuttosto che con il semplice "facoltà". Verbi gratia: non vediamo come l’espressione «se le esigenze pastorali lo suggeriscono» (Art. 21) possa essere ritenuta la più corrispondente ad «adiunctis id postulantibus». L’una o l’altra esemplificazione potrà forse essere, o venir ritenuta, poco convincente: ma si può dire che tutte lo siano? Anche perché già in precedenza si era verificato, in tempi recenti nella Chiesa, tale fenomeno: v. g. : «actioni schismaticae» che viene subito accresciuto in «scisma»; v.g.: «un prostituto» che diventa «una prostituta»... E tali esempi vanno tutti in una ben precisa direzione. Quanto sopra premesso, si chiede: 1) la revisione - tempestiva e con la debita visibilità - delle traduzioni vernacolari, secondo la massima fedeltà oggettiva al testo latino; 2) come mai tale fenomeno reiteratamente si verifichi: forse i problemi, per così dire “di latino”, prima che nelle Diocesi sono a Roma? Ringraziando per la cortese attenzione Vi assicuriamo del nostro ricordo nella preghiera all'Ausiliatrice, per la Santità di Nostro Signore, per codesta Pontificia Commissio e per tutta la Rev.ma Curia Romana. Circolo "Cattolici per la
Tradizione
Chiaravalle (An) Circolo "Cattolici per la Tradizione", Corso Matteotti 1, 60033 Chiaravalle (AN) (torna
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giugno 2011 |