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Cronache della Roma occupata di
Francesca de Villasmundo
Pubblicato
sul sito francese Medias presse info![]() «Bisogna esser vissuti dal 1960 ai nostri
giorni per sapere che i
Papi possono condurre la Chiesa alla rovina […] Contro i fatti gli
argomenti non valgono niente. I fatti sono davanti ai nostri occhi.
Allora siamo costretti a concludere che Nostro Signore pronunciando le
parole sull’assistenza fino alla fine dei tempi, non escludeva dei
periodi di tenebre e un tempo di Passione per la Sua Sposa
mistica».
(Lettera di Mons. Lefebvre del 1984, citata in Mons. Lefebvre, una vita, di Mons. Tissier de Mallerais [Chieti, Tabula Fati, 2005]). «Mi sembra che si possa comparare questa
Passione
che soffre oggi la Chiesa alla Passione di Nostro Signore Gesù Cristo» (Mons. Lefebvre, Omelia del 29 giugno 1982). In questi primi giorni del mese di aprile 2017, in cui ha inizio il tempo liturgico dedicato alla Passione di Cristo, le novità che arrivano da Roma indicano chiaramente che la Chiesa cattolica vive anch’essa questo tempo di Passione richiamato dal vescovo tradizionalista: il Papa attuale, nella logica sequela dei suoi predecessori ferventi artefici della riforma conciliare nata dal Vaticano II, conduce anche lui la Chiesa alla rovina. I fatti sono là: nella bruta realtà. Papa Francesco vuole finire di trasformare la Chiesa aprendola ampiamente alle diversità confessionali, religiose, femminili, antropologiche, ecc. Il suo «cantiere» di trasformazione avanza a grandi passi. Venerdì scorso, il Papa ha ricevuto i partecipanti ad un colloquio su Martin Lutero, organizzato dal Pontificio Comitato delle Scienza Storiche in quest’anno del quinto centenario della Riforma luterana. E si è nuovamente lanciato in un panegirico della riforma del monaco apostata, nella implicita colpevolizzazione della Chiesa dell’epoca e ha vantato l’ecumenismo moderno che predica l’unità nella diversità a detrimento della dottrina cattolica. Egli ha considerato questo Colloquio uno dei «frutti dell’azione dello Spirito Santo,
che sorpassa ogni
barriera e trasforma i conflitti in occasioni di crescita nella
comunione»,
egli si è appellato alla «purificazione
della memoria»: «Approfondimenti seri sulla figura di
Lutero e la sua critica contro la Chiesa del suo tempo ed il papato
contribuiscono certamente a superare quel clima di mutua sfiducia e
rivalità che per troppo tempo in passato ha caratterizzato i
rapporti tra cattolici e protestanti», «Oggi, come
cristiani siamo tutti chiamati a liberarci da pregiudizi verso la fede
che gli altri professano con un accento e un linguaggio diverso, a
scambiarci vicendevolmente il perdono per le colpe commesse dai nostri
padri e ad invocare insieme da Dio il dono della riconciliazione e
dell’unità.»
Per il Venerdì Santo, le meditazioni della Via Crucis presieduta da Papa Francesco al Colosseo, saranno scritte dal biblista francese Anne-Marie Pelletier, che milita per una femminilizzazione della Chiesa e invoca una più grande rappresentanza della donna nell’esercizio del potere in seno alla Chiesa. Nel contempo, la Santa Sede ha appena pubblicato il programma del viaggio del Papa in Egitto, i prossimi 28 e 29 aprile: «Il Papa di pace nell’Egitto di pace». Ecumenismo e dialogo religioso sono le due colonne d’argilla che ispirano questo viaggio di Jorge Mario Bergoglio, che si vuole portatore di pace per mezzo del relativismo religioso. Sono previsti numerosi incontri interconfessionali fra Papa Francesco e i responsabili di altre religioni: fin da adesso, essi sono considerati i punti salienti di questo trasferimento apostolico, e le autorità egiziane non si sono sbagliate ed hanno dichiarato: «L’Egitto accoglie con piacere questa
visita che
contribuirà a radicare il messaggio dell’islam basato sulla
tolleranza e sul dialogo con tutte le religioni, e a rinunciare al
linguaggio della violenza e dell’estremismo.»
D’altronde, è all’Università sunnita di Al-Azhar, sotto l’egida del grande imam Ahmed El-Tayyb, che è stata preparata questa visita bergogliana: tutto un programma, è il caso di dire! E, ultimo ma non meno importante, il nuovo direttore dell’edizione argentina de L’Osservatore Romano, il quotidiano ufficiale del servizio d’informazione del Vaticano, è un protestante, proprio così: Marcelo Figueroa, biblista, teologo e pastore della Chiesa presbiteriana. Egli deve al Papa stesso la sua nomina a questo posto strategico per l’informazione dei fedeli cattolici sudamericani! Tutti questi fatti, queste azioni a venire, queste innovazioni, queste nomine e interventi laici e religiosi, sono lungi dall’essere cattolici, e il meno che si possa dire è che: il pontificato di Papa Francesco è risolutamente girato verso il mondo con i suoi concetti moderni e le sue mode progressiste e femministe, esso si articola intorno all’ecumenismo e al dialogo interreligioso, che sono e restano la bussola mortale che ispira le mentalità conciliari. La Chiesa vive la sua Passione, ma la sua resurrezione alla fede cattolica integrale non coinciderà, disgraziatamente, con la festa di Pasqua del prossimo 16 aprile. Roma è sempre occupata… (torna
su)
aprile 2017 |