In risposta alla Correctio Filialis:
una lettera aperta dalla Germania
pro Papa Francesco

La riproposizione post conciliare de
Il Reno si getta nel Tevere


di Francesca de Villasmundo


Pubblicato sul sito Medias Presse_Info

Le immagini sono nostre

Abbiamo riportato in calce il testo di questa lettera,
sulla quale abbiamo redatto una breve nota che invitiamo i lettori a leggere





Si sapeva già che un bel po’ di cattolici tedeschi sono dei feroci progressisti, all’avanguardia in tutte le innovazioni conciliari, come se quasi rimpiangessero che i loro padri a suo tempo non abbiamo abbracciato il protestantesimo.
Nell’era Bergogliana, non smentiscono la loro reputazione: in risposta ai dubia ed alla Correctio Filialis, arriva da questa Germania sempre al limite dell’eresia una lettera aperta a sostegno del pontificato e delle azioni di Francesco.

Questa brevissima missiva, pubblicata in tedesco e in inglese, è accessibile sul sito internet aperto per promuovere questa iniziativa, che ha raccolto già più di 200 firme:
http://www.pro-pope-francis.com/

Gli autori fanno riferimento ai veementi attacchi «da parte di un gruppo nella Chiesa» che subirebbe il Papa argentino, e ai quali loro oppongono la loro «gratitudine» per la «coraggiosa e teologicamente sana autorità papale».

«In poco tempo Lei è riuscito» - scrivono questi sostenitori di Papa Francesco - «a rimodellare la cultura pastorale della Chiesa cattolica romana in accordo con le sue origini in Gesù».

La lettera continua in questa lode di Jorge Mario Bergoglio su un piano ancora più sentimentale:
«Le persone ferite e la natura ferita vanno dritte al suo cuore. Lei vede la Chiesa come un ospedale da campo nelle periferie della vita. La sua cura è rivolta verso ogni persona amata da Dio

Sentimento e dottrina si oppongono in questa visione naturalista tedesca della vita cattolica:
«Quando noi incontriamo gli altri, la compassione e non la legge ha l’ultima parola.»

Si tratta di un’allusione appena velata alle aperture fatte da Amoris Laetitia verso i divorziati risposati, sulla base di questo sentimentalismo irrazionale e disancorato dalla legge divina, che non è la vera compassione cristiana mossa dalla virtù della carità che opera perché tutte le anime vadano in Cielo, ricordando loro, tra le altre cose, i loro doveri verso Dio.

I firmatari concludono la loro lettera assicurando al Papa che condividono il suo sogno di una nuova Chiesa:
«Dio e la misericordia di Dio caratterizzano la cultura pastorale che lei si aspetta dalla Chiesa. Lei sogna una Chiesa madre e pastora

«Noi condividiamo il suo sogno», affermano i firmatari, chiedendogli di non deviare da questa strada ed assicurandogli il loro sostegno e le loro preghiere.

Questa iniziativa in opposizione ai dubia e alla Correctio Filialis, testimonia la profonda divisione dottrinale e morale che regna in seno al mondo cattolico conciliare uscito dal Vaticano II. E tuttavia, essa non deve stupirci: questo funesto Concilio, favorendo il relativismo dottrinale e l’indifferentismo religioso, predicando l’evoluzione del dogma a seconda delle circostanze e dei tempi, sacralizzando la libertà umana, portava in germe questa disunione che oggi esplode alla luce del sole tra i membri della Chiesa ufficiale.
In effetti, si tratta di due concezioni del post-modernismo conciliare che si affrontano tra loro: da un lato i conservatori che aspirano a conservare la rivoluzione antropocentrica del Vaticano II allo stato in cui essa è giunta con Benedetto XVI, sotto il cui pontificato si è accennato ad un certo ritorno, non ad una dottrina, ma ad una sensibilità e ad una morale più tradizionale; e dall’altro i progressisti, di cui fa parte Papa Francesco, che militano per una Chiesa in cammino che deve costantemente adattare la sua dottrina ai continui cambiamenti dei costumi dei nostri tempi apostati.

In un certo senso, questa disunione non dovrebbe sconvolgere i cattolici tradizionalisti legati all’insegnamento di Mons. Lefebvre. Se essa è rivelatrice della profonda crisi dottrinale e morale che dilaga da decenni in seno a tutto il mondo cattolico, questi cattolici,  se hanno adottato l’attitudine prudente del vescovo di Ecône, che rifiutava «gli errori del Vaticano II, ma anche di seguire gli artefici di questi errori e quelli che li favoriscono», sapranno non inquietarsi oltre misura, sicuri che seguendo la dottrina tradizionale della Chiesa cattolica non avranno niente a che vedere con «questa nuova religione e questa nuova morale [che] beneficiano dell’avallo della “nuova Roma”» (Don Jean-Michel Gleize, della Fraternità San Pio X, in Courrier de Rome n° 602).

Testo della lettera aperta

http://www.pro-pope-francis.com/


«Caro e altamente stimato Papa Francesco.

Le sue iniziative pastorali e le loro giustificazioni teologiche sono attualmente attaccate con veemenza da un gruppo nella Chiesa. Con questa lettera aperta noi desideriamo esprimere la nostra gratitudine per la sua coraggiosa e teologicamente sana autorità papale.

In poco tempo lei è riuscito a rimodellare la cultura pastorale della Chiesa cattolica romana in accordo con le sue origini in Gesù. Le persone ferite e la natura ferita vanno diritte al suo cuore. Lei vede la Chiesa come un ospedale da campo nelle periferie della vita. La sua cura è rivolta verso ogni persona amata da Dio. Quando noi incontriamo gli altri, la compassione e non la legge ha l’ultima parola. Dio e la misericordia di Dio caratterizzano la cultura pastorale che lei si aspetta dalla Chiesa. Lei sogna una Chiesa madre e pastora. Noi condividiamo il suo sogno.

Noi le chiediamo di non deviare dalla strada che lei ha intrapreso e le assicuriamo tutto il nostro sostegno e la nostra preghiera costante.

I firmatari»




ottobre 2017
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