Gli auguri per il 2012
del Superiore del Distretto di Francia
della Fraternità San Pio X
Don Régis de Cacqueray

(Sul mondo moderno dominato dal demonio
e
sulla Chiesa infestata dallo spirito del mondo)

Editoriale pubblicato sul sito francese della Fraternità
La Porte Latine

le sottolineature sono nostre

Cari amici e benefattori,
la fede cattolica ci insegna a credere nell’esistenza di Satana, delle sue legioni di demoni e della loro incessante attività per farci cadere nel peccato e precipitarci all’Inferno.
Noi non abbiamo mai visto il diavolo, ma non abbiamo bisogno di vederlo per credere che esista. Ci basta sapere che Dio non mente.
Ora, Dio ha rivelato l’esistenza del diavolo e della sua azione malefica sulla terra. Ecco perché noi vi crediamo e perché vogliamo ricordare questa verità al pari della progresso dell’impresa di Satana nel mondo moderno.

Ma, al suo cospetto, inespugnabile, si trova l’Immacolata Concezione, ed è nel suo Cuore che vi proponiamo di impegnarvi seriamente a vivere. Contro i morsi del nemico del genere umano, coloro che hanno fissato la loro dimora nel Cuore di Maria non hanno nulla da temere.

L’esistenza di Satana
Sappiamo bene che il richiamo a questa terribile realtà dell’Inferno e delle falangi diaboliche, non fa piacere a nessuno. E indubbiamente è questo uno dei motivi per i quali i chierici di questo nostro tempo, per amore della popolarità, l’hanno quasi interamente allontanata dalle loro predicazioni. Tuttavia, una tale omissione è di una gravità immensa. È la stessa salvezza eterna degli uomini, dimentichi dell’esistenza di questo crudele avversario, che rischia di trovarsi compromessa. Per di più, il mondo moderno diventa ogni giorno più incomprensibile se si ignora questa rilevanza del diavolo. Per questo i sacerdoti devono predicare queste verità, affinché i cattolici si guardino dal dimenticare la perseveranza di colui che «come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare».

Infatti, ciascuno deve ricordarsi, come ha giustamente scritto Baudelaire, che: «il maggiore inganno del demonio sta nel persuaderci che non esista».
In effetti, se il demonio si mostrasse com’è in realtà, la sua semplice vista provocherebbe negli uomini un tale sentimento di orrore e di rigetto che senza dubbio passerebbero il resto della loro esistenza a fare di tutto per non cadere nelle sue fauci. Ecco perché il demonio si nasconde. Abitualmente egli porta una maschera. In questo mondo terreno, di cui è il principe, egli distilla il veleno della rivolta nel cuore dell’uomo, con la scusa dell’esaltazione della sua libertà. Egli attizza l’orgoglio dei popoli e li spinge ad affrancarsi dalle leggi divine, indicandole come fossero delle ingiuste oppressioni. Egli lascia credere agli uomini che la loro felicità giungerà al massimo allorché si saranno liberati da tutte le leggi, quelle dell’ordine soprannaturale e quelle dell’ordine naturale.

Sulla terra, questo spirito alimentato dal demonio, si chiama spirito del mondo. Esso si oppone in maniera irriducibile allo spirito di Nostro Signore Gesù Cristo. Tra i due non è concepibile alcuno spazio di conciliazione.
A più riprese, Nostro Signore ne ha espresso la impossibilità, ed ha anche avvisato i  suoi discepoli che non sarebbero stati trattati meglio di Lui: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. … Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi». Gv. 15, 18 e 20.
In francese, il curioso anagramma che permette di passare dalla parola “demon” a quella di “monde”, è parecchio espressivo di questa connivenza che esiste tra lo spirito del demonio e quello del mondo, come della dominanza, tanto potente quanto dissimulata, di Satana sul mondo.

Tuttavia, il demonio, quantunque non possiamo vederlo, talvolta abbandona la sua maschera o, secondo l’espressione comune, mostra la punta della coda, come se in certe circostanze fosse spinto a rivelarsi.
Si pensi alle terribili vessazioni da parte del demonio che hanno dovuto sopportare certi santi: Giobbe, nel Vecchio Testamento, Benedetta Rancurel, la veggente di Laus (Francia), il santo Curato d’Ars e molti altri ancora. Ricordiamoci che lo stesso Nostro Signore è stato tentato del diavolo nel deserto, per tre volte. Quando il diavolo si trova in faccia a questi santi, che per lui sono degli avversari irriducibili, smette di dissimularsi; con loro, i mezzi ordinari con i quali ottiene la caduta di altri uomini non bastano più; usa allora dei sistemi più potenti, ed è anche possibile che il suo furore raddoppiato lo porti a volersi vendicare apertamente di queste persone tanto pure, che riescono a strappargli tante di quelle anime che egli sperava di condurre con lui all’inferno e contro le quali si ritrova impotente.

Ma si constata, al contrario, che a volte egli tradisca la sua presenza quando pensa di trovarsi in un territorio da lui conquistato. Quando certe persone si danno a lui ed egli le possiede, talvolta manifesta la sua vittoria del momento con dei segni preternaturali.
Sulla base degli esempi che ci sono stati lasciati nel Vangelo e poi nel corso dei secoli fino ad oggi, conosciamo dei celebri racconti di queste battaglie che la Chiesa ha dovuto condurre, a imitazione del suo divino Maestro, grazie al potere dell’esorcismo lasciatole da Cristo, per ottenere la liberazione di certe persone possedute. Terribili battaglie volte a strappare letteralmente queste anime dalla schiavitù diabolica.

Il diavolo a viso scoperto

Oggi sembra che il demonio si manifesti in maniera sempre più apparente, nel cuore delle nostre società, come se le possedesse per intero. Non si nasconde più, come se ne fosse giustamente il maestro, come se gli Stati gli appartenessero, come se la terra non fosse altro che un immenso sagrato dell’Inferno. I segni dell’adulazione e dell’adorazione che gli rivolgono gli uomini si moltiplicano, in tutti i modi e in tutti i luoghi.
I ragazzi, come gli adulti, leggono i romanzi di Harry Potter, che li fanno piombare, nel modo più naturale, nell’universo dei demoni. Quando si ascoltano le musiche moderne, sono innumerevoli i canti che esaltano, come un nuovo ideale, che ci si consegni a Satana. Ai bambini si propone, per il giorno di Hallowen, che ha rimpiazzato la festa di Tutti i Santi, di camuffarsi e travestirsi da demoni; e se gli adulti si rifiutano di dare dei dolcetti ai ragazzi che bussano alle loro porte, guai a loro! I ragazzi usano dei malefici da gettare loro addosso. Per i più grandi si è predisposto da diversi anni, a Clisson, in Bretagna, un «festival dell’inferno» (hellfest), che merita bene il suo nome. Vi regna ogni sorta di vizio e di dissolutezza, accompagnati da pratiche di magia e da un culto luciferino. E poi ci si stupisce nel vedere banalizzata la profanazione delle tombe e dei cimiteri cristiani, dove riposano i nostri padri!
Potremmo moltiplicare gli esempi di questo ingresso massiccio e visibile del satanismo nel nostro malcapitato paese. La Francia, figlia primogenita della Chiesa, non è rimasta fedele alle promesse del suo battesimo. Oggi sembra che si sia consegnata al diavolo.
È in questa atmosfera che un’«opera d’arte» è stata esposta al museo di Avignone e due «opere teatrali» sono state rappresentate una dopo l’altra in diverse città della Francia. La prima costituita dalla fotografia di un Crocifisso immerso in un bicchiere con l’urina dell’autore, delle seconde, la prima in cui il Volto Santo di Nostro Signore viene presentato sulla scena per essere violentemente bombardato con finte granate da dei ragazzini di dieci anni, appositamente disposti per questa “lapidazione” in piena regola. Il viso di Nostro Signore si sfigura e si contorce su se stesso prima di essere interamente ricoperto da una materia fecale, con i relativi odori che si diffondono nella sala. La seconda, ancora più apertamente satanica, presenta una vera apologia della caduta morale e del peccato, moltiplicando gli incantamenti demoniaci e le incitazioni a seguire l’esempio degli angeli decaduti.

Ora, quest’«opera d’arte» e queste rappresentazioni teatrali sono ufficialmente sovvenzionate dal ministero della cultura, quindi con il denaro pubblico. Certo, ci si può chiedere se coloro che decidono di sovvenzionare tali spettacoli, conoscano realmente il loro contenuto; noi pensiamo che lo conoscano perfettamente, da capo a piedi. Ma se si pensa di accordare loro, all’inizio, il beneficio del dubbio, è certo che dopo ne sono stati largamente informati. Essi l’hanno saputo sia per l’ampiezza della protesta dei cattolici francesi, sia per la larga diffusione mediatica suscitata da tale protesta. Ora, in nome della «libertà d’espressione», non è stata presa alcuna misura per la soppressione di questi spettacoli abominevoli. Questo è satanismo sovvenzionato dallo Stato.

Cos’è veramente la «libertà d’espressione»

Visto che questo argomento della «libertà d’espressione» è il motivo ricorrente invocato per giustificare l’ingiustificabile, è necessario adesso parlare di quest’arma brandita continuamente. In effetti, quando è la religione cattolica ad essere insultata, è proprio la «libertà d’espressione» che viene invocata per permettere che si faccia ciò che si vuole. È questa una delle armi più terribili usate dal mondo moderno: essa, partendo dalla libertà dell’uomo, erige a suo fondamento il diritto per chiunque di esprimere qualsiasi opinione senza che sia possibile impedirglielo.
Non serve consolarsi dicendo che gli insulti possono essere diretti impunemente contro chiunque e che quindi il cattolicesimo non sarebbe il solo ad essere preso di mira e l’unica vittima di questo principio di libertà insensata. Tale considerazione, che sembrerebbe logica, è contraddetta dai fatti. Vi sono tantissimi ambiti in cui il minimo appunto basta già per costituire un grave delitto che sarà punito severamente dalle autorità politiche. Perché questo? Perché la «libertà d’espressione» si rivela soggetta, per poco che si guardi, a dei poteri occulti che sono i veri giudici dei suoi limiti.
Questi poteri occulti si servono di essa per raggiungere il fine che non è altro che la distruzione della Chiesa. È quello che aveva già compreso San Pio X: «Essi vogliono sopprimere la nozione stessa di cristianesimo, e col pretesto di sottrarsi all’autorità dogmatica e morale della Chiesa, ne reclamano un’altra, tanto assoluta quanto illegittima, e cioè la supremazia dello Stato, arbitro della religione, oracolo supremo della dottrina e del diritto» (Allocuzione del 18 novembre 1909).
Ma in ogni caso, quant’anche esistesse una stretta uguaglianza di trattamento tra il cattolicesimo e le altre religioni, questo non potrebbe significare che non ci si trovi di fronte ad una grave ingiustizia nei confronti della sola religione vera, che in tal modo viene trattata allo stesso modo di tutti i falsi culti.

È questo il motivo per cui occorre comprendere, e questa volta ad un livello più profondo, qual è la profonda malizia di questa “libertà d’espressione». Essa ha origine in una concezione estremamente perversa della libertà. Invece di considerare questa ammirevole prerogativa dell’uomo come una attitudine datagli per scegliere sempre ciò che è bene, la libertà viene definita solo come un potere che l’uomo ha di fare ciò che vuole. Non si considera più se i mezzi che vuole usare sono buoni e ancor meno se il fine che cerca è giusto. Tutta la considerazione filosofica che si usa circa l’agire umano si riduce nel dichiarare che ciò che è voluto dall’uomo è buono e legittimo, per il fatto che lo vuole e che non invade lo spazio di libertà dei suoi vicini. Quindi è in nome del rispetto della sua dignità di uomo che bisogna lasciare che si abbandoni a tutti gli istinti e a tutti i capricci del suo io divinizzato.

Data quest’ultima spiegazione, non è più così difficile capire perché il mondo moderno profonda così rapidamente e finisce col darsi completamente al diavolo. Se ognuno si persuade che può abbandonarsi liberamente a tutte le sue passioni, che può disporre del suo corpo come gli pare e che infine non deve renderne conto ad alcuno, non si può pensare che in questo modo si sia inaugurato il regno dell’uomo!

Quando l’uomo, sotto la fallace copertura della libertà, s’immerge sempre più nel cerchio vizioso di queste abitudini peccaminose, non tarda a fare l’amara e spesso fatale esperienza di questa apparenza di libertà che lo conduce alla più terribile delle schiavitù. Divenuto quasi impotente a liberarsi da tale schiavitù, che tuttavia ha scelto liberamente, si trova asservito alle sue sfrenate passioni. Il suo egoismo, che non ha mai cessato di alimentare, lo porta a separarsi dagli altri o che gli altri si allontanino da lui. Si ritrova disilluso dalle creature, ma vittima del suo ripiegamento su se stesso dal quale non sa più come uscire. È allora che spesso si presentano alla sua mente le idee suicide, suggerite dal diavolo, che a quel punto aspetta solo che quest’ultimo peccato gli permetta di impadronirsi della sua preda.

Ma oggi che questa concezione pervertita della libertà viene instillata nelle coscienze fin dalla più tenera età, è l’immensa maggioranza degli uomini delle nostre generazioni che si ritrovano spinti a vivere nella più completa sfrenatezza, senza più alcun punto di riferimento. Interi popoli ormai conoscono solo più questo spirito. Le leggi votate si susseguono continuamente per prendere sempre più contropiede la legge naturale, fin nei suoi più saldi fondamenti.

È esattamente questo che si chiama il regno del diavolo. Egli è l’ispiratore delle nostre società che hanno rinnegato Gesù Cristo e che hanno abbandonato un padrone per volgersi ad un altro. Il vizio si trova codificato nella legge al posto della virtù. L’arte, eterno specchio delle società, coltiva il laidume. Le scienze si preoccupano solamente di una ricreazione artificiale di un mondo plasmato dall’uomo moderno. La vera filosofia, come ricerca della saggezza, viene trascurata e disprezzata. Gesù Cristo è odiato. Se Egli scendesse adesso sulla terra, gli uomini non aspetterebbero certo più trentatré anni per crocifiggerlo di nuovo. Satana trionfa.

Gli uomini di Chiesa e il Papa stesso si sono fuorviati

Sfortunatamente, da dopo il Concilio, gli uomini di Chiesa, fino agli stessi ultimi papi, hanno ricercato un patto impossibile:la conciliazione fra lo spirito del Vangelo e quello del mondo. La Chiesa si ritrova incredibilmente devastata. Lo spirito del mondo è ormai penetrato fin nei santuari, e le anime cristiane sono state disperse e stravolte dal peccato dei loro pastori. La ripetizione dell’ultimo scandalo di Assisi, dove sono state nuovamente riunite tutte le religioni, basta a mostrarci fino a che punto è giunto il male. Ahimè, è stato lo stesso Vicario di Cristo, Benedetto XVI, che ha invitato a festeggiare le nozze d’argento della prima riunione di Assisi, provocando un nuovo incalcolabile scandalo e lusingando sia il relativismo sia l’indifferentismo religiosi.
Il Buon Dio permette questa prova lunga e terribile per un bene ancora più grande che noi non conosciamo. Ciò di cui siamo certi è che la Chiesa, anche se può trovarsi indebolita all’estremo, non perirà mai e che noi non dobbiamo mai dubitare della sua permanenza fino alla fine del mondo. Tuttavia, oggi dobbiamo opporci a tutti coloro che si accaniscono per la sua demolizione e dobbiamo avere coscienza che mai potremo associarci a coloro che la demoliscono dall’esterno, come dall’interno.

Rimaniamo cattolici!

Quanto a noi, cattolici, se non dobbiamo illuderci sul vero stato delle società in cui viviamo, non per questo dobbiamo lasciarci andare allo scoraggiamento. Il Buon Dio non abbandonerà mai i suoi figli. È possibile che Egli ci chieda ancora di più negli anni o anche nei mesi a venire. Noi non lo sappiamo. Ma di una cosa siamo certi, che la grazia non ci mancherà mai. Sempre, fino al nostro ultimo istante, Egli sarà là per colmarci con le sue grazie e col suo amore sempre così consolante. Dobbiamo quindi rimanere in una inalterabile serenità, anche se dovessimo conoscere delle vere persecuzioni, poiché noi non siamo soli. L’anno del sesto centenario della nascita di Santa Giovanna d’Arco viene a proposito, per ricordarci che lo Spirito Santo non ci abbandona mai e che è ben presente per illuminarci e proteggerci nei pericoli.
Noi esprimiamo tutta la nostra gioia per aver visto i cattolici francesi, e quelli che sono venuti ad assecondarli da fuori, e specialmente la nostra gioventù, reagire così coraggiosamente nel corso degli ultimi mesi contro gli spettacoli blasfemi. In questa occasione, l’espressione: «Il Buon Dio trae un bene da un male» è stata magnificamente illustrata. Il male di queste blasfemie è immenso, ma la profondità e il vigore della reazione cattolica hanno forse permesso un risveglio della Fede, delle testimonianze dell’amore per Nostro Signore, delle riparazioni compiute per il Suo onore oltraggiato e delle ascensioni spirituali nell’intimo delle anime, tutte cose che fanno sì che il bene che si è prodotto come reazione sia stato ancora più grande.

Viviamo nelle nostre case il senso del Cuore di Maria

Per finire, vogliamo raccomandarvi di volgervi generosamente verso la devozione al Cuore Addolorato e Immacolato di Maria. È certo che questa devozione è quella che ci è stata raccomandata specialmente per i tempi convulsi nei quali ci troviamo.
Non trascuriamola, pensando di non essere interessati, perché rischieremmo di passare accanto ad un tesoro senza prezzo per il resto della nostra esistenza.
La Madonna ci propone realmente di venire ad abitare nel suo Cuore, perché questo Cuore ci serva da casa, da baluardo, da lebbrosario, da luogo per la nostra riflessione, da «rifugio e cammino». Si tratta di abituarsi a vivere alla costante presenza della Santissima Vergine Maria, di abituarsi a pesare dapprima i nostri pensieri, le nostre parole, le nostre attitudini, le nostre azioni, in Lei e con Lei, per valutarli in conformità ai suoi desideri, per sceglierli secondo la volontà di farLe sempre piacere.

Se la vita degli uomini, in un mondo in rivolta contro Dio, è talvolta difficile da sopportare, essi possono vivere nel cuore della loro Madre perché Lei apporti loro una dolcezza, un coraggio e un conforto che si augura a tutti.

Vi rivolgo i miei auguri di felicità e di santificazione per questo nuovo anno.
Ritroviamoci tutti i giorni nel nostro grande Rosario chiestoci dal nostro Superiore Generale.

Abbé Régis de Cacqueray, Superiore del Distretto di Francia.

28 dicembre 2011




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