Il nome del nemico

di Leonardo Rodríguez


Articolo pubblicato sul sito spagnolo Itinerarium mentis

L'impaginazione è nostra





Abbiamo dimenticato il nome del nemico!

Forse è che siamo stati contagiati non poco, consciamente o inconsciamente, da quell’errore che i nostri padri hanno combattuto già da un paio di secoli. Tuttavia, ciò che è certo è che il cattolico di oggi ha dimenticato il vero nome del nemico: LIBERALISMO.

Durante il XVIII secolo, maldestramente chiamato “secolo dei lumi” (forse, mai un nome è stato assegnato così malamente), fece la sua apparizione trionfale sulla scena politica il liberalismo. Era stato preceduto dal protestantesimo di Lutero e dal razionalismo di Cartesio con la sua filosofia immanentista. Per non parlare della comparsa delle società segrete che intendevano portare tutto questo nella sfera politica e riorganizzare la società su basi diverse da quelle del “vecchio regime”, con particolare attenzione alla distruzione del ruolo sociale del cattolicesimo.

Questo secolo e il seguente videro con stupore l’esplodere delle idee “liberali”, che non erano altro che l’applicazione del razionalismo all’ordinamento socio-politico dei popoli; con la conseguente decristianizzazione della società, col pretesto di ottenere il trionfo della “libertà”, supposta messa in catene negli anni bui dalla teologia e dall’inquisizione. Era questo, più o meno, il discorso di quegli anni.

Sorsero allora con forza i difensori delle “libertà moderne”: la libertà di coscienza, di religione, di culto, di stampa, di parola, ecc., miranti tutte a contribuire con il loro granello di sabbia ad assolvere il compito di rimuovere dalle anime ogni traccia di credenza soprannaturale. Quello che è certo è che prima della Rivoluzione (nome assunto da questo processo di decristianizzazione in nome della “libertà”) tutte queste “libertà” esistevano già, ma per il bene: coscienza retta, religione cattolica, culto tradizionale, stampa edificante e pia, parola onesta. Quello che si orchestrò fu di usarle come trampolino per il male, per giustificare l’eccesso di individualismo e di soggettivismo che già guadagnava terreno a partire dalle rivoluzioni di Lutero e di Cartesio.

Fu per questo che le dette “libertà moderne” furono giustamente immediatamente condannate dai papi, che le qualificarono come “libertà di perdizione”.
I cattolici fedeli alla voce dei loro pastori si lanciarono nella lotta antiliberale, comprendendo che il liberalismo era in definitiva niente di più e niente di meno che l’esclusione di Dio dalla società, allo scopo di installare al suo posto l’uomo, l’umanità. Era il trionfo del più puro gnosticismo.

In questa lotta tremenda che si svolse nei due secoli XVIII e XIX non mancarono campioni da parte cattolica, uomini pieni di dottrina e di prudenza, che seppero esporre e difendere la visione cattolica del mondo in piena fedeltà alla Chiesa e per il bene comune della patria. Dai loro scritti possiamo alimentarci con la più pura dottrina cattolica, esposta con l’ardore e la passione propri del fragore della battaglia.
[si veda qui, qui e qui]

Ma da allora è passato molto tempo. E’ passata tanta acqua sotto i ponti e le nuove generazioni di cattolici ormai non conoscono nemmeno il nome del nemico.

Qui non si tratta di analizzare le cause di questo ammorbidimento degli spiriti, che sono molte: edonismo traboccante, consumismo soporifero e materialista, apostasia del clero cattolico, ecc. Per una piena esposizione, ognuna di esse necessiterebbe ben più di un articolo su internet: ci vorrebbero degli interi libri. Compito che esula dalle nostre forze. Ciò che ci limitiamo a fare è richiamare l’attenzione sul fenomeno, come indicato nel titolo di questo scritto.

Com’è possibile che i cattolici di oggi non riconoscano nel liberalismo settecentesco il nemico letale del cattolicesimo?

Si dirà che la Chiesa dell’età moderna si è riconciliata col liberalismo e che non c’è più motivo che il cattolico continui la crociata antiliberale. Certo, il clero moderno si è arreso al liberalismo ed ha adottato i suoi postulati, ma questo non cambia di una virgola la dottrina della Chiesa, che rimane immutabile nei secoli, al di là dei capricci degli uomini e degli errori delle anime scelte.




febbraio 2018
AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI