Perché ci portano
allo scontro col mondo arabo



di Don Curzio Nitoglia


Intervista su Byoblu, reperibile su youtube:
https://www.youtube.com/watch?v=-w7rkuDsN00

L’intervista è stata ripresa nel n° 519, ottobre 2018, del mensile Chiesa Viva.
Da qui la riprendiamo noi, insieme con alcune immagini pubblicate da Chiesa Viva.






Presentazione di Chiesa Viva

La maggioranza dei cittadini, vittima della disinformazione e della manipolazione dei media, pensano all’Islam e al mondo arabo come al nemico da sconfiggere, ma cosa ne sanno davvero?
Dopo una prima parte di ricostruzione delle radici storiche del rapporto tra Islam e la Cristianità, questa intervista va diretta al punto. Dimenticatevi del politically correct: Don Curzio Nitoglia è un teologo, filosofo, storico e sacerdote, dal 1984, che disegna scenari geopolitici senza perdersi in troppi giri di parole. In un video rovente, parla di come la Nato e gli USA abbiano favorito la nascita delle organizzazioni destabilizzanti del Medio Oriente, per soffocare i governi arabi nazionalisti moderati Baatisti, che dialogavano con gli stati europei.
Per Don Nitoglia, questo supposto scontro di civiltà non è altro che l’invasione programmata arabo africana del suolo europeo, orchestrata da chi ha prima provocato le due guerre mondiali per distruggere l’Europa e poi ha cercato di finire il lavoro esportando la “depravazione intellettuale e morale americanista”.
Citando Aristotele, Tommaso d’Aquino, Averroé, Avicenna e molti altri filosofi e pensatori, Don Curzio Nitoglia rivela le pericolose trame di un movimento sincretico giudaico talmudico, massone e protestante sostenuto da Usa e Regno Unito; poteri forti che sono già riusciti a distruggere il Medio Oriente.
Secondo Don Nitoglia, il vero obiettivo di questo movimento sincretico giudaico-massonico rimane la totale distruzione della matrice culturale cattolica, greca e romana su cui si fonda il vecchio continente. L’unico freno a questa pressione potrebbe essere la Russia di Putin: la Siria, infatti, si è trasformata in un punto nevralgico dello scacchiere mondiale, nel quale si annida la miccia della Terza Guerra Mondiale.


L’intervista


Riguardo al Cristianesimo e all’Islam, dal punto di vista religioso non c’è compatibilità, perché:
– il cristiano crede in un Dio unico trascendente, Dio Uno quanto alla natura e Trino quanto alle Persone e l’Islam nega la trinità delle Persone;
- il cristianesimo crede alla divinità di Gesù Cristo, mentre l’Islam reputa Gesù solo un profeta ma non Dio.

La differenza è ancora più grande tra Cristianesimo e Giudaismo, perché il Giudaismo reputa Gesù un malfattore, che da uomo si è fatto Dio ed è stato perciò condannato a morte.

Quindi, teologicamente parlando, tra Cristianesimo e Islam non ci sono punti di contatto.



Avicenna                                        Averroè

Da un punto di vista filosofico, però, bisogna dire che la cultura araba, soprattutto nel Medioevo, e attorno al periodo 1.000-1100 fino al 1.200, ha avuto un grande sviluppo, perché ci sono stati degli arabi, soprattutto Avicenna e Averroè, che hanno tradotto Aristotele in arabo e in ebraico, prima ancora degli Ebrei e lo hanno commentato. I latini, nel primo Medioevo, non conoscevano Aristotele nella lingua originale tranne qualche rarissima eccezione.
San Tommaso d’Aquino, morto nel 1274, (mentre Avicenna morì nel 1037), ha fatto tradurre Aristotele dal greco da un suo confratello e così ha potuto avere a disposizione gli scritti di Aristotele. Questi scritti erano stati commentati e studiati da Avicenna, il quale era arrivato a comprendere quello che è il nucleo della filosofia di Aristotele: la distinzione reale tra essenza ed essere. E anche San Tommaso d’Aquino arriva a questa conclusione.

L’essenza per Aristotele è realmente distinta dall’essere. Quindi c’è un punto d’incontro forte nella Scolastica Tomistica, che è la filosofia per eccellenza del Cristianesimo, con la filosofia araba non musulmana.
Perché “non musulmana”?
Perché dopo Avicenna, verrà un teologo, Al-Ghazalì, morto nel 1198, il quale condannò in blocco la ragione e la filosofia. Egli era un fondamentalista teologico e disse che bisognava studiare solo il Corano e ripudiare ogni speculazione e ogni studio razionale del dato rivelato del Corano.



Al-Ghazalì

Quindi costui prese il predominio nel mondo arabo, eclissando Avicenna e Averroè e imponendo una teologia che fosse limitata a ripetere materialmente il Corano, senza interpretazione; com’è scritto, così va interpretato alla lettera. Non ci sono interpretazioni allegoriche, un senso spirituale, il Corano va preso alla lettera e non si fa nessuna speculazione, quindi la filosofia e la teologia di Avicenna e di Averroè furono ripudiate.
Se a confronto, Al-Ghazalì sta all’estrema destra, Averroè sta all’estrema sinistra, perché egli diceva: solo ragione e niente fede, la ragione è più importante della fede, è superiore alla fede, superiore alla religione e, quindi, la filosofia è superiore alla rivelazione e alla religione.

Averroè afferma: l’anima dell’uomo non è immortale, esiste un solo intelletto agente che è comune a tutti gli uomini; questo soltanto è immortale, Dio non è trascendente ma è immanente, sta dentro il mondo, quindi si scivola verso il panteismo, cioè Dio e il mondo fanno una cosa sola e non vi è distinzione tra Dio e il mondo.
Inoltre, Averroè fa sua la teoria delle due verità: c’è una verità per la teologia, contraria a quella per la filosofia, però, tuttavia, entrambe possono essere vere pur essendo contrarie.
Quindi, tra la sana filosofia di Aristotele, com’è commentata da San Tommaso, e la filosofia di Aristotele, come l’ha commentata Averroè, non vi è dialogo, non esiste alcuna compatibilità.

Con Avicenna, invece, esiste una grandissima compatibilità; purtroppo, Al-Ghazalì eclissò Averroè e Avicenna, il quale scrisse anche un manuale di medicina in cinque volumi, che dal periodo 1.000 al 1.500 si studiava in tutte le università più progredite dell’Europa. Con l’eclisse di Avicenna, il punto in comune tra la Cristianità medievale e gli studi e i commenti su Aristotele di Avicenna, non ha poi potuto dare i frutti sperati.
La filosofia scolastica europea poi è progredita, mentre quella araba, purtroppo, con la svolta di Al-Ghazalì è morta definitivamente.

Dal punto di vista geopolitico, il mondo arabo va inquadrato facendo una distinzione fondamentale: dopo l’invasione  di Napoleone dell’Egitto, nell’800, in quel paese, nasce un nazionalismo arabo e si forma un movimento nazionalista arabo che vuol mantenersi fedele alla tradizione e alla cultura araba. Questa cultura araba, infatti, era grande nella matematica, nell’aritmetica, nell’architettura, nella geometria, nella filosofia, nella medicina, mentre nello stesso tempo, gli occidentali europei che si erano laicizzati e avevano rinnegato il Medioevo e la Cristianità avevano fatti propri i valori dell’Illuminismo, della Rivoluzione francese e del Liberalismo.
Questi europei laicizzati hanno portato un progresso tecnologico che è stato accettato dal nazionalismo arabo, però hanno portato uno stile di vita, una filosofia razionalista ed una morale molto aperta all’immoralità e alla decadenza che non è stata accettata dal mondo arabo.
Quindi, il mondo arabo ha lottato contro il Liberalismo, contro l’Illuminismo e contro la Rivoluzione francese, cosa che faceva anche la Chiesa cattolica. Quindi, sul piano geopolitico, c’è un punto di vista comune tra Cattolicesimo e Pan-arabismo.

Il cosiddetto Partito Baath è un partito arabo che viene da una formazione europea, soprattutto francese. È molto simile a un nazionalismo come lo abbiamo avuto noi di tipo sociale in Europa: in Italia, con Mussolini, in modo particolare in Spagna con Franco e in Portogallo con Salazar. Un po’ si potrebbe dire in Germania con Hitler, ma Hitler era un nazionalista socialista e neo-pagano pangermanista, quindi, in questo, non vi erano punti di collegamento con la filosofia e con la geopolitica araba.


Questi movimenti nazionalisti arabi sono andati al potere e sino al 1990, hanno diretto il Vicino e Medio Oriente; Vicino Oriente, la Palestina e la Siria perché sono vicini all’Europa e soprattutto all’Italia e Medio Oriente con Iraq e Iran, poi l’Estremo Oriente: l’India e la Cina, ecc.
Allora il Vicino e Medio Oriente hanno avuto dei regimi fondati sul Partito Baath che erano nazionalisti, che non erano fondamentalisti religiosamente e quindi erano tolleranti nei confronti del Cristianesimo, tant’è vero che in Iraq con Saddam Hussein c’era libertà di culto per i cristiani, così nella Siria di Assad c’era libertà di culto per i Cristiani, prima che le bombe dell’Isis li massacrassero. La stessa storia l’abbiamo vista, nella Libia, con Gheddafi e con Ben Alì, in Tunisia.
Questi sono stati dei movimenti pan-arabi nazionalisti, in Egitto con Nasser o con Mubarak con i quali si poteva ragionare. Erano d’ispirazione islamica, ma non erano fondamentalisti, non imponevano la Sharia, lasciavano una certa libertà di culto e tolleranza nei confronti del Cristianesimo. Tanto è vero che in Iraq, il ministro degli esteri di Saddam Hussein, Tareq Aziz, era un ministro dell’Iraq pur essendo Cattolico.



Allora, cos’è successo? È successo che l’Isis ha aggredito soprattutto questi movimenti, perché l’Isis è una forma di fondamentalismo non religioso, ma politico; si può dire che l’Isis è una forma di trotskismo. Mentre il comunismo, con Marx, voleva portare il comunismo, il marxismo e il socialismo scientifico solo e soltanto nella Russia (Lenin e Stalin), Trotskij dice no: la rivoluzione permanente e costante va portata nel mondo intero. Stalin riuscì a prendere il sopravvento su Trotskij e installò un regime ferreo comunista in Russia che poi è crollato verso la fine del 1980 e i primi del ’90.

Dopo il crollo, il posto del regime stalinista è stato preso dal comunismo trotskista che, in Europa, ha fatto molti danni col ’68, in quanto non era più il proletariato che doveva portare la rivoluzione comunista solo in Russia, ma gli studenti che dovevano portare una sorta di anarchismo intellettuale, grazie alla Scuola di Francoforte e allo Strutturalismo Francese che facevano proprie non solo la filosofia di Marx, ma anche quella di Nietzsche e la psicanalisi di Freud e di Jung. Essi hanno portato la rivoluzione all’interno dell’uomo stesso: hanno distrutto l’individuo, hanno portato l’immoralità americana/atlantica nell’Europa, la cui tradizione è greca e romana antica e patristica scolastica.

La Scuola di Francoforte e lo Strutturalismo Francese, passata la rivoluzione studentesca del sessantotto, hanno ceduto il passo. Ecco che, con il 1990, nascono questi movimenti Al Qaeda e Isis i quali debbono fare la rivoluzione permanente mondiale grazie a “islamisti” che non hanno una religione islamica ma una ideologia politica islamista di cui si servono per portare la guerra nel mondo intero, nei vari paesi la guerriglia, la guerra civile nell’Europa e nell’America con attentati, e devono soprattutto sovvertire e attaccare quei paesi in cui regnava il nazionalismo arabo. Le prime vittime dell’Isis sono stati: Saddam Hussein, Gheddafi, Assad, Ben Alì e Mubarak.
Ci domandiamo, come mai proprio questi paesi, in cui il movimento arabo di ispirazione islamica poteva dialogare col Cristianesimo su basi culturali e non su basi teologiche sono stati distrutti dall’Isis?

La ragione è che l’Isis è stato creato, foraggiato, finanziato e addestrato militarmente dagli Stati Uniti d’America, dalla NATO e, dietro, dallo Stato d’Israele che ha creato tutto il pandemonio che si è scatenato nel Vicino e Medio Oriente, avendo invaso metà della Palestina, nel 1948, avendone preso un altro 30%, successivamente. Adesso, vogliono tutta Gerusalemme per sé e stanno facendo fuori quei rimanenti palestinesi che occupano un 20% di terra desertica, che rimane della Palestina ai Palestinesi.
Allora noi ci troviamo di fronte a un paradosso: un movimento cosiddetto islamico, ma che di islamico non ha nulla, si serve di questa facciata islamica per portare avanti una rivoluzione trotzkista e politica, foraggiato dall’America e dallo Stato di Israele, vuole distruggere i movimenti nazionalisti arabi e impedire quindi che l’Europa possa dialogare e fare anche affari economici (petrolio, ecc.) con il mondo arabo; quindi, far regredire il mondo arabo a uno stato di povertà, di inciviltà dal momento che c’erano università che funzionavano molto bene sia in Iraq, (sia nell’Iran attuale), sia nella Libia, nella Tunisia e c’era un livello di civiltà avanzato e una certa ricchezza.
Tutto ciò è stato voluto da questo piano dei neo-conservatori che sono di origine trotzkista, che si sono avvalsi dell’amministrazione neo-conservatrice dei Bush e oggi di Donald Trump, per distruggere il mondo arabo. È il famoso scontro di civiltà ideato già da Samuel Huntington che è un ebreo americano.
Questo è il problema che ci troviamo davanti.




Dal punto di vista religioso non c’è nulla in comune, sarebbe ipocrisia dire: “parliamo con un musulmano”, poiché io credo nella divinità di Gesù Cristo, mentre il musulmano non ci crede; io credo nella Trinità e il musulmano no. Dal punto di vista filosofico, invece, la corrente di Avicenna, con la grande Scolastica e lo studio di Aristotele, è in piena sintonia.
Dal punto di vista geopolitico tanto di cappello ad Arafat, ai Palestinesi, ai movimenti baathisti del Vicino e Medio Oriente; nulla a che fare con l’Isis, nulla a che fare con l’America e con lo Stato di Israele. Quello che può accomunare l’Europa al mondo arabo è un certo tipo di Europa, l’Europa tradizionale che si rifà alla Grecia antica, a Platone e Aristotele, alla Roma antica e alla Roma dei Papi con la filosofia dei padri della Chiesa, Sant’Agostino, la Scolastica, San Tommaso d’Aquino perché, qui, c’è un punto d’incontro.
I riferimenti ad Allah nelle dichiarazioni dell’Isis, quando compiono attentati, sono solo uno specchietto per le allodole per screditare il lato rispettabile del mondo arabo col quale si può dialogare, perché è di ispirazione islamica, ma non vuole imporre con la scimitarra l’Islam e la Sharia.
Quindi fanno degli attentati di matrice comunista marxista, solo che al proletariato russo o agli studenti europei del ‘68 hanno sostituito il mondo afro-arabo per creare il caos in Europa e nel mondo intero e così arrivare alla distruzione di quello che resta della civiltà greco-romana e cristiana.
Gli Americani, il mondo dell’alta finanza, la Massoneria e il mondo ebraico hanno provato a distruggere l’Europa con la Prima e Seconda Guerra mondiale portando la depravazione intellettuale, morale americanista in Europa.
1a Guerra mondiale: fine del Sacro Romano Impero;
2a Guerra mondiale: Europa americanizzata;
3a Guerra mondiale: il mondo arabo e africano si riversa, con migliaia e migliaia di immigrati che, come invasori, dovrebbero distruggere l’Europa.

Paradossalmente, si vorrebbe dare la colpa a quella parte dell’Islam che non ha nessuna responsabilità in merito, come lo è l’Islam Baatista.

C’è un fondamentalismo teologico che è quello di Al-Ghazalì. Il “fondamentalismo” è una parola protestantica, non è assolutamente musulmana. I protestanti americani nell’800 dicevano che bisognava ricorrere ai fondamenti della Bibbia e, quindi, leggere la Bibbia “materialmente” come Al-Ghazalì diceva che bisogna leggere il Corano, a “piè de lettre”, come le lettere suonano, senza dare un’interpretazione. Ebbene, questo fondamentalismo protestante, che poi ha fatto l’America in funzione anti-europea e anti-Cattolico-Romana, noi lo ritroviamo nel mondo arabo in Al-Ghazalì, il quale era un teologo che però ha escluso lo studio della teologia per il solo Corano, e lo ritroviamo nell’Isis.
Si tratta di un fondamentalismo di matrice puramente ideologica che non ha nessuna base teologica. Se chiediamo a un qualsiasi teologo del mondo arabo se questi guerriglieri dell’Isis, o di Al Qaeda, sono veri musulmani, se conoscono la religione islamica, essi ci rispondono di no. È un’ideologia politica che deve scardinare le reliquie che ancora stanno in piedi in Europa, che deve scardinare la Cristianità. Quindi, noi abbiamo il blocco afro-arabo, da una parte, e il blocco americanista, dall’altra, creato dall’America e da Israele per distruggere totalmente l’Europa e quello che rimane ancora della Civiltà Cristiana.
Si tratta di una strategia che comincia già nelle amministrazioni di Reagan e della Thatcher in Inghilterra, che va avanti poi con le guerre contro Saddam (1990 Bush padre, 2003 Bush figlio), con la distruzione dell’Iraq e poi, da lì, non si sono più fermati. Siamo arrivati, pian piano, alla Libia, all’Egitto e alla Tunisia. Quella che ha resistito fortemente è la Siria non perché fosse forte in sé, ma perché la Russia di Putin, che è Cristiano Ortodossa, si è schierata, non potendo permettere all’America di entrare nei suoi confini, di occupare la Siria e, quindi, di essere troppo pericolosa per la Russia stessa. Questo fortissimo movimento degli americani è stato arrestato grazie alla Russia di Putin, altrimenti sarebbe caduta anch’essa.

I primi kamikaze non sono arabi; basta studiare un po’ la storia di quando è nato lo Stato d’Israele. Anche Sergio Romano lo dice, e certamente lui non è un fondamentalista arabo. Se noi vediamo bene la storia, i primi attentati kamikaze sono stati fatti proprio dai sionisti contro gli inglesi e contro i palestinesi. Poi, ci sono stati i giapponesi, nella Seconda Guerra mondiale. Gli arabi palestinesi hanno preso l’esempio e così anche loro hanno iniziato a fare di questi attentati. Attribuire il kamikaze all’Islam è nulla di più falso. I primi kamikaze moderni sono sionisti.

L’America è fondata su tre idee: Massoneria, Giudaismo talmudico e Protestantesimo liberale/liberista con l’alta finanza e le banche. Queste sono le tre forze su cui si fonda l’America. Queste tre forze sono nemiche della Chiesa Cattolica Romana; la vorrebbero distruggere e per far questo ci hanno già provato, prima, col proletariato che si è fermato in Russia, poi, col movimento studentesco che ha distrutto la gioventù e, adesso, lo vorrebbero fare con queste orde che vengono dall’Africa con lo scopo di far piazza pulita di quel poco che resta di Cristianesimo in Europa.
C’è un mondo arabo che è moderato e che è nazionalista, vuole il bene della propria patria, è d’ispirazione musulmana perché sono arabi, non sono islamici fondamentalisti, perché l’Islam in sé ha il fondamentalismo nelle sue vene; l’Islam, con Maometto, ha conquistato mezzo mondo con la scimitarra, quindi nell’Islam c’è questa carica di conquistare il mondo con la spada e non con la predicazione.
Invece nel movimento arabo del 1800-1900, Baatista e nazionalista, non c’è più questo intento di conquistare con la spada, c’è la volontà di assorbire la tecnologia dell’Europa e degli Stati Uniti d’America, far avanzare il proprio paese arabo, stando fedeli alle tradizioni arabe e islamiche, senza ricorrere alla forza, alla Sharia e alla scimitarra.

Il mondo arabo, nel 732, è stato bloccato a Poitiers, in Francia, altrimenti avrebbe invaso l’Europa, Carlo Martello riuscì a fermare i musulmani fondamentalisti che volevano portare l’Islam con la scimitarra.
Poi, nel 1571, c’è stata la battaglia di Lepanto in cui la Cristianità sconfisse la flotta turca che altrimenti avrebbe poi conquistato l’Europa.
Nel 1683, durante l’assedio di Vienna, il generale polacco Sobieski riuscì a sbaragliare l’esercito turco che era molto più numeroso; se ciò non fosse avvenuto, l’Europa oggi sarebbe islamica.

In seguito, ci sono delle tappe positive nel mondo arabo, perché non bisogna confondere l’arabo con l’Islam, non bisogna identificarli. L’arabo, in fondo, sino a quando non era stata occupata la Palestina, trattando i palestinesi peggio delle bestie, era una persona con la quale si poteva parlare, convivere e non presentava grossi problemi. Il fondamentalismo era stato ormai sormontato e superato.
Purtroppo l’Inghilterra, avendo vinto la Prima Guerra mondiale, e avendo sconfitto la Turchia, prende in mano quello che era l’Impero Ottomano inclusa la Palestina, e allora riconosce agli Ebrei, ai sionisti, il diritto di ritornare alla terra che duemila anni prima era stata la loro.
Questi entrano in Palestina e si prendono il 50% della terra e dopo le prime guerre che fanno, dal 1948 al 1963, arrivano a prendersi l’80% della Palestina. Ai Palestinesi lasciano un 20% di deserto. Adesso, li vogliono cacciare anche di là.

Quindi, c’è un problema che si pone e che ha contrapposto il mondo arabo allo Stato d’Israele e alle potenze che lo aiutavano, che sono l’Inghilterra e gli Stati Uniti d’America.
L’Europa, soprattutto l’Italia, non si è mai schierata con Israele. L’Europa fino ai tempi di Andreotti, con tutti i suoi limiti, ha avuto sempre una politica abbastanza filo araba e questo è uno dei motivi per cui Aldo Moro è stato fatto fuori.
Questi sono gli elementi che potevano essere di coagulo tra Europa e il mondo arabo.

Poi, purtroppo, hanno inventato questo mostro dell’Isis cui hanno dato una verniciatura di islamico, mentre di islamico non ha nulla: sono rivoluzionari comunisti che si servono di una maschera islamica per mettere contro l’Europa cristiana una parte del mondo arabo e poi soprattutto l’Africa che invade, adesso, l’Europa con gli immigrati.
Per di più l’Europa, oggi, si sta auto-distruggendo perché ha rinnegato le proprie radici. Noi europei abbiamo come radici la Grecia, Platone, Aristotele, Roma, Seneca, Cicerone, sant’Agostino, san Tommaso d’Aquino; queste sono le nostre radici.
Il mondo anglo-sassone, soprattutto l’America, ha come proprie radici il Protestantesimo, un mondo che è nato nel periodo 1600-1700. Quindi, nasce un mondo giovane, il liberismo, la massoneria, cui si aggiunge il giudaismo che è andato in massa in America, perché quello era un paese molto ricco e si potevano fare i soldi e dal quale si poteva, poi, con le banche, dominare il mondo intero.
E questo perché lo scopo del giudaismo, nell’apocalittica giudaica e nel messianismo ebraico, è quello di avere un messia temporale che dia a Israele il dominio sul mondo intero.
È questo che li spinge, anche oggi, a provocare la Russia, a bombardare i siti iraniani, siriani, hezbollah, col rischio di scatenare una guerra mondiale atomica.




 


settembre 2018
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