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Chiese da matti ! III (l’orrenda, insopportabile, “arte sacra” modernista) Concludiamo questa rassegna
dell’orribile architettura sacra modernista con un’ultima carrellata di
obbrobri architettonici, iniziando dalla cattedrale di Cristo Re
a La Spezia, di forma cilindrica, opera dell’architetto Brenno
del Giudice :
![]() Cattedrale di Cristo Re a La Spezia per passare poi alla famosa
“chiesa al cubo” di Foligno, opera dell’archistar Massimiliano
Fuksas che, a quanto dicono, sembra essersi convertito durante la
costruzione di questo singolare edificio (forse per un senso di colpa?),
![]() “Chiesa
al cubo” - Foligno
… e dopo il cilindro ed il cubo, poteva forse mancare un’altra figura geometrica? Certo che no! ed allora ecco una chiesa a forma di parallelepipedo, a Conegliano Veneto; si tratta della chiesa della Visitazione della Beata Vergine, meglio nota con il nome Santa Maria delle Grazie, opera dell’architetto Nerino Meneghello : ![]() Chiesa Santa Maria delle Grazie - Conegliano Veneto Chiudiamo questa breve carrellata di immagini con la chiesa dell’architetto milanese Cino Zucchi, “Resurrezione di Gesù”, a Sesto San Giovanni, un’opera talmente surreale ed enigmatica che neppure Giorgio De Chirico (noto per i suoi soggetti astratti) sarebbe riuscito ad immaginare: ![]() Chiesa della Resurrezione di Gesù - Sesto San Giovanni Non presentiamo qui alcune famose opere, non tanto per ragioni di spazio, quanto perché sicuramente note al grande pubblico, e per il fatto che chiunque, con un computer ed un poco di tempo a disposizione, può rintracciarne le immagini in rete; ci riferiamo alla chiesa dell’architetto Michelucci, sull’autostrada del sole, a Firenze, al nuovo santuario di Nostra Signora di Guadalupe, a Città del Messico, al nuovo santuario di Nostra Signora di Fatima, in Portogallo, alla basilica del Santo Rosario di Lourdes, dedicata a San Pio X, ed infine alla nuova chiesa dedicata a Padre Pio, a San Giovanni Rotondo. Ed ora apriamo ad alcune considerazioni critiche di esponenti del cattolicesimo tradizionalista. Questo il parere del professor Francesco Lamendola, storico ed apologeta cattolico : “Le chiese post-conciliari, secondo i cattolici progressisti, non devono spiccare architettonicamente rispetto al contesto circostante, non devono contrastarlo. Passando per la strada, tali edifici “sacri” si possono perfino non notare, o scambiarli, semplicemente, per delle palestre, dei cinema, delle piscine: a mala pena si vede una croce che svetta incongrua e smarrita in cima ad essi, quasi meravigliata d’essere lì; per tutto il resto, niente che faccia pensare a una destinazione sacra, niente che si distingua dalle architetture profane circostanti… a partire dagli anni Sessanta del Novecento, si è verificata nel campo delle arti sacre la stessa cosa che è accaduta per la liturgia, per la teologia, per la catechesi e per la pastorale: in nome del “nuovo”, si è voluta consumare una vendetta sull’antico, si son voluti tagliare i ponti col passato, all’insegna del motto: «Non si torna indietro!» . Si è voluto colpire al cuore il legame con il passato, in nome di un peccato d’orgoglio: che quel passato fosse divenuto un peso ingombrante ed inutile, che quelle generazioni di preti e di fedeli non avessero capito la vera essenza del cristianesimo e che occorresse ripartire da zero, o quasi, facendo “tabula rasa” della tradizione. la fede non deve più essere contemplazione, meditazione, raccoglimento, ma bensì fare, operare, agire, in omaggio alla filosofia della “praxis” (marxiana?). Se l’occhio ha bisogno di bellezza, l’anima ha bisogno di raccoglimento: e la verità del cristianesimo, che si presenta come eterna, non deve correr dietro alle mode, ma restare salda come roccia: solo così può attirare a sé il mondo confuso, angosciato, disperato”. Ecco adesso il parere del giornalista Camillo Langone sulla chiesa cubica di Foligno : “L’ecomostro di Foligno, non riesco a definirlo in altro modo perché chiamarlo chiesa è una bestemmia e c’è il rischio di incappare nell’ira di Dio, è una enorme pubblicità negativa, un colossale respingente per turisti. Basta osservarlo per pochi secondi, anche solo in foto, anche solo su internet, e se hai prenotato una vacanza in regione immediatamente telefoni per disdirla. Meglio una camera con vista sul Petrolchimico di Marghera: è più romantica … il cubo di Fuksas è in esplicita polemica con il Vangelo, il Catechismo della Chiesa Cattolica, l’Ordinamento del Messale Romano, il magistero di Papa Benedetto XVI. Scusate se è poco… la carenza di immagini si configura come un boicottaggio all’Incarnazione, il concetto cruciale di Dio che si fa uomo, di Dio presente… Il cubo di Foligno sembra la versione ingrossata e grigiastra della Kaaba, luogo sacro islamico, meta dei pellegrinaggi alla Mecca”. (Il
Giornale, 27-04-2009).
Vediamo ora cosa pensa della Cattedrale di Cristo Re “un turista sincero e sconcertato”, come si definisce un anonimo blogger, di ritorno da una visita a La Spezia: “L’esterno
dell’imponente edificio è fortemente caratterizzato dalla sua
pianta circolare e dal paramento esterno, a forma di iperboloide a una
falda … immaginatevi un grande stadio circolare interamente di cemento
armato, costruito spianando una collina e cinturato alla base da una
lunga teoria di negozi - negozi - sotto ad un porticato … dentro
è comunque curiosa, non c'è che dire, perché
bruttezza a parte (e brutta è, brutta forte) segue comunque la
pianta circolare esterna anche nella disposizione delle colonne di
cemento armato che la sostengono e delle panche per i fedeli… insomma,
tipo un'arena per i combattimenti clandestini di galli, con il ring –
pardòn, l'altare - al centro e il pubblico intorno che fa le
scommesse - cioè, le offerte. Roba da prendere l'architetto
Brenno del Giudice e spedirlo a fare il fuochista su un
cacciatorpediniere della Marina ancorato al porto, in partenza per una
missione suicida nel Golfo Persico”.
Vediamo infine cosa pensava delle chiese moderniste Rino Camilleri, noto autore cattolico, appena due anni or sono, il 2 giugno 2016 : “Scordatevi
la riconoscibilità a distanza degli edifici religiosi: oggi le
nuova chiese sono costruite secondo criteri architettonici finalizzati
a nascondere lo scopo. Insomma, le chiese non sono più a forma
di chiesa: col tetto a spiovente e il campanile con la croce sopra…
C’era un tempo in cui si sapeva com’erano fatte le chiese: si
riconoscevano a prima vista… il convegno internazionale “Viste da
fuori” (da oggi al 4 giugno 2016) organizzato dalla Cei (vescovi) e dal
Cna (architetti) … si svolgerà, significativamente, al monastero
di Bose e dibatterà di chiese moderne... temiamo che neanche il
convegno caverà un ragno dal buco, viste le interviste
all’(arci)vescovo Bruno Forte e al (don) responsabile per la Cei dei
Beni culturali & nuovi edifici… con alate parole e circonvoluzioni
semantiche essi dimostrano come le cose non solo resteranno
così, ma la direzione è ormai fissa, perciò
scordatevi la riconoscibilità a distanza degli edifici
religiosi… la Chiesa ha cessato da tempo di essere del cosiddetto
“popolo di Dio”. Appartiene ai preti, è cosa loro, e guai a
dirgli niente”.
A conclusione di questa galleria degli orrori è utile ricordare la forma che per quasi due millenni ha caratterizzato gli edifici sacri, quella “a croce latina”, una vera e propria catechesi a beneficio delle classi più umili e meno acculturate, come pure dei fedeli colti e raffinati. Vediamo quindi alcuni stralci di un articolo “a tema” , apparso qualche anno fa in rete : La Croce che dà forma alla Chiesa
![]() Basilica di Santa Croce - Firenze ... È dalla Croce che ci viene ogni beneficio spirituale, ogni grazia e l’efficacia dei Sacramenti. Per questa ragione, la Chiesa, da sempre, ha voluto esaltare il Crocifisso, offrendolo continuamente alla contemplazione dei suoi fedeli. Dunque, tutta la spiritualità cattolica è basata sulla Croce! … Togliere dai nostri occhi il Crocifisso significa perdere il senso del dolore, significa perdere il senso della vita. Ecco perché il Crocifisso, forma simbolica della nostra Religione, ha improntato la stessa “pianta” della chiesa, racchiudendo in essa un universo simbolico che ha conferito al suo edificio il carattere di “luogo sacro”. Nel “Dizionario di Architettura” leggiamo: «L’antica Basilica di San Pietro, a Roma, iniziata intorno al 320 D.C. e consacrata nel 326 da Papa Silvestro I, costituiva uno dei primi esempi di architettura cristiana. Aveva la tipica pianta basilicale a croce latina, con aula divisa in cinque navate longitudinali e incrociata perpendicolarmente da un transetto». Più avanti leggiamo: «Tra l’VIII e l’XI secolo si impose, nell’edilizia ecclesiastica occidentale, la pianta a forma di croce (croce “latina”, cioè con assi di lunghezza diversa), che riprendeva la forma simbolica per eccellenza della Religione cristiana. Il braccio corto della croce (transetto) distingue nettamente il presbiterio dalla navata centrale». Nel “Dizionario” di Viollet-Le-Duc si legge: “Nella maggior parte delle “piante” delle chiese del Medio Evo, dal XI al XIV secolo, si osserva che l’asse della navata e quello del Coro formano una linea spezzata al transetto. È un simbolismo commovente; è un atto di fede sublime agli occhi di un architetto cristiano! … Concepire lo spazio sacro della chiesa come qualcosa di estetico (cosa usuale al giorno d’oggi) significa non aver capito niente! La chiesa non è importante o “sacra” perché è bella, comoda, funzionale. Che differenza ci sarebbe, allora, tra l’edificio religioso ed una sala polifunzionale? Nessuna! Infatti, non è un caso che molte chiese, oggi, assomiglino a sale polifunzionali. A monte di tali costruzioni esiste, dunque, un concetto annebbiato di cristianesimo e, forse, un cristianesimo che ha perso il senso della propria Tradizione. Il credente che si affaccia all’interno di un’antica basilica si trova davanti ad una prospettiva, davanti ad un cammino con una meta: l’abside e il santuario. La parte iniziale della chiesa (Nartece) simboleggia lo stadio esistenziale di chi si avvicina per la prima volta al cristianesimo. Chi attendeva di essere battezzato sostava nell’area accanto alla porta d’ingresso. Tutta l’area interna (Navata), invece, simboleggia il cammino della Fede del credente. Il Santuario, luogo dov’è posto l’altare e dove si celebra l’Eucarestia, rappresenta il luogo della visione, il luogo in cui la luce di Dio giunge agli uomini per illuminarli. Così, non desta meraviglia che la maggioranza delle chiese antiche siano rivolte con l’abside a est, luogo dove sorge il sole … Ecco dunque la Croce, pianta del luogo sacro, sola, immensa, con la sua navata, il suo transetto e il suo Santuario, imprimere all’edifico sacro tutta la spiritualità cattolica basata sulla Croce: l’essenza di Dio, l’essenza del Sacrifico di Cristo sulla Croce, l’essenza del cammino di Fede del credente per la sua salvezza. Questa “croce immensa” del luogo sacro, quindi, è un “atto di fede” e, nello stesso tempo, manifestando l’eccellenza e la sovranità di Dio, come pure la nostra dipendenza da Lui, è anche un grandioso ed esteriore “atto di culto. (torna
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gennaio 2019 |