Chiese da matti !

I

Verrà un giorno in cui gli uomini impazziranno…”, profetizzò il grande Sant’Antonio Abate, riferendosi ovviamente non solo al mondo civile, ma anche al mondo religioso, ai chierici, ai consacrati. Le tracce evidenti di questa follia del clero attuale le riscontriamo anche nei moderni edifici di culto, spesso opera di architetti di grido  (vere e propri “archistar”, come Renzo Piano), ma voluti e commissionati  da un clero che sembra aver perso completamente la bussola, la fede, il senso del sacro (evidente la loro ferma volontà di dissacrare la liturgia, il catechismo, la pastorale, ed ovviamente anche gli edifici sacri). Dalle loro opere traspare un recondito desiderio di vendetta contro tutto ciò che di bello ha prodotto il cristianesimo, la fede cattolica, in due millenni.

Ecco quindi alcuni esempi inconfutabili:







Chiesa di San Giovanni Battista a Mogno, Ticino, Svizzera
http://www.unavox.it/FruttiPostconcilio/ChiesaAMognoTicino.htm




Ecco a cosa ha portato la perdita del senso del sacro, sintomo evidente della perdita della fede da parte del clero modernista.

L’arte sacra è sempre più folle, incomprensibile,  frutto della barbarie modernista, del  desiderio di vendetta contro la Chiesa preconciliare, la bellezza delle sue espressioni, la fede e l’amore che trasparivano da quadri, statue, edifici religiosi. Viene da pensare che, al confronto di questi modernisti, gli iconoclasti islamici (ed in parte anche i bizantini, che dai primi hanno ricevuto una specie di contagio, o di imposizione) abbiano molto più rispetto per il sacro, un più elevato senso di sacralità, sia pur non indirizzato verso la SS.ma Trinità, la Verità tutta intera.
I modernisti invece dissacrano, profanano, sono sacrileghi; sorge il sospetto che oltre ad aver perduto completamente la fede (con il loro antropocentrismo, immanentismo, culto dell’uomo) nutrano un odio profondo contro la vera religione, rappresentata dalla Chiesa preconciliare, e lo sfoghino in questo modo, con queste vendette.

Ci hanno rubato la vera religione, la sua liturgia, il suo magistero, la sua dottrina, per imporci al suo posto una contraffazione del protestantesimo, un ecumenismo suicida calabraghista, una ideologia comunistoide. Una congrega di massoni, già condannati dai papi preconciliari, sostanzialmente eretici (se non addirittura apostati) si  è impossessata della Chiesa di Cristo e con il CV II ha cambiato la dottrina (con la scusa dell’aggiornamento, della pastorale); poi hanno  iniziato a far piazza pulita della liturgia cattolica, delle chiese cattoliche, dell’arte cattolica, mettendo al loro posto la cena protestante (il cd memoriale, la salvezza pro omnibus, anziché pro multis, la pace in terra agli uomini “che Dio ama”, anziché agli uomini “di buona volontà”, ecc.), degli squallidi capannoni anonimi (che nulla hanno di sacro, oltre che di bello. Veri e propri ladri del sacro, questi modernisti.

Se poi ai nuovi, orripilanti edifici di culto aggiungiamo la scomparsa degli inginocchiatoi, dei tabernacoli, dei crocifissi, dei confessionali, dei pulpiti, degli altari laterali dedicati alla Vergine Maria ed ai santi e, dulcis in fundo, il nuovo rito della messa, sostanzialmente protestante, abbiamo il quadro di una ribellione, di una vendetta contro la Chiesa preconciliare, la bellezza della sua liturgia, dei suoi riti, della sua arte sacra. Un clero ribelle, carico di odio e di desiderio di vendetta,  ha attuato una specie di “delenda Cartago” e di “damnatio memoriae” della Chiesa Cattolica bimillenaria.

Già nel lontano 1956 il cardinale Celso Costantino, profondo cultore di arte sacra (specialmente dopo il suo rientro dalla Cina per motivi di salute, nel 1936) non faceva sconti alle nuove tendenze di arte sacra, all’epoca ancora in embrione quanto a stile dissacrante e blasfemo.  “L'arte  sacra moderna è eretica” : questa la conclusione a cui arriva il Nostro, all’epoca Presidente della Pontificia Commissione Centrale per l’Arte Sacra in Italia. Sull’architettura di certe chiese, ad esempio, così commentava il cardinale: “Ci sono ingegneri e architetti, che ignorano ostentatamente l’Istruzione del S. Officio, inserendo e sviluppando negli schemi architettonici delle chiese le più arbitrarie stravaganze costruttive, in modo che dette chiese possono sembrare padiglioni per fiere campionarie o ca¬pannoni per spiagge balneari o qualsiasi altro edificio meno che chiese”.

Oggi siamo circondati da “opere d’arte” spacciate per cattoliche e che, invece, trasmettono uno spirito profondamente diverso da quello di Nostro Signore Gesù Cristo”, affermava l’editorialista del blog Messa in Latino il 20 giugno 2016, presentando il saggio di S.E.R Celso Costantini, invitando “a riflettere su quanto una certa arte “moderna” possa fare molto più male alle anime che non la lettura di tanti testi dottrinali”. Riteniamo quindi importante proporre la lettura del testo integrale del saggio del cardinal Costantini, dal titolo “la nuova eresia iconografica”, recuperabile dal link seguente: (http://blog.messainlatino.it/2016/06/larte-sacra-moderna-e-eretica.html )

Più recentemente il professor Roberto de Mattei ha espresso un analogo parere, prendendo ad esempio l’orrenda Créteil, in Val di Marna, Francia, inaugurata nel settembre 2015; queste le sue parole:
Le radici cristiane della società vengono estirpate ogni volta che viene eretto un tempio come quelli realizzati dai divi dell’architettura contemporanea. Le radici cristiane vengono impiantate ogni volta che si costruiscono e si arredano chiese, secondo le regole dettate dalla ragione, dalla fede e dalla Tradizione. Le radici cristiane si difendono anche combattendo l’arte contemporanea e tendendo l’orecchio al messaggio dolente che, attraverso le antiche cattedrali sfigurate, ci trasmette il passato. Radici Cristiane è nata, dieci anni fa, per farsi eco di questa voce.
http://www.corrispondenzaromana.it/lo-scempio-dellarte-sacra-contemporanea/




Cattedrale di Crétiel


In una gara di bruttezza e dissacrazione degli edifici di culto non sfigurerebbe nemmeno quest’altro tempio:



Tempio mariano di Monte Grisa - Trieste


… e, per finire, ecco  una chiesa che ricorda molto il Teatro dell’Opera di Sydney, in Australia; si tratta della  chiesa “delle vele” a Tor Tre Teste, Roma, opera dell’architetto americano Richard Meier, vincitore del concorso indetto nel 1996 per il progetto “50 chiese per Roma 2000” in occasione del Giubileo, su volere di Papa Giovanni Paolo II :












dicembre 2018
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