Bergoglio… da Panama con amore !

di Belvecchio




[domande e risposte sono state pubblicate sul sito del Vativano:
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2019/january/documents/
papa-francesco_20190127_panama-volo-ritorno.html
]

Finita la kermesse a cavallo tra il Pacifico e l’Atlantico, che ha “distrutto” Bergoglio, “missionario” in mezzo ai giovani, il Papa argentino si è rilassato ad alta quota impartendo una delle sue abituali lezioni magistrali con l’aiuto dei giornalisti che l’accompagnano sempre in questi suoi stratosferici spostamenti.

Nell’introdurre lo scambio di domande e risposte tra i giornalisti e Bergoglio, il Direttore della Sala Stampa del Vaticano, Alessandro Gisotti, ha evocato due momenti significativi del soggiorno a Panama di Bergoglio: l’incontro con la sedicenne Martha Avila che, in nunziatura, gli ha cantato una canzone contro il “bullismo”, e il fatto che al passaggio di Bergoglio per strada, “i giovani che si abbracciavano dopo averLa vista anche solo un istante. Questo è forse qualcosa che è una lezione per noi adulti”.

Non entriamo certo nelle intenzioni di Gisotti, ma abbiamo l’impressione che abbia voluto citare il fatto come se si trattasse di giovani “miracolati”,  dimentico, lui romano, di trovarsi in un paese dell’America Latina.

Da parte sua, Bergoglio, rispondendo alla domanda della giornalista panamense, Edwin Cabrera Uribe, che lamentava la mancanza di educazione sessuale dei giovani nelle scuole cattoliche dell’America Latina, ha risposto:
«Io penso che nelle scuole bisogna fare educazione sessuale. … un’educazione sessuale oggettiva, come è, senza colonizzazioni ideologiche. … Il sesso è un dono di Dio … il sesso come dono di Dio deve essere educato, non con rigidezza … bisogna avere l’educazione sessuale per i bambini. L’ideale è che comincino a casa, con i genitori. Non sempre è possibile, per tante situazioni della famiglia, o perché non sanno come farlo. La scuola supplisce a questo, e deve farlo, altrimenti resta un vuoto che viene riempito da qualsiasi ideologia.»

Educazione sessuale dei giovani? Bergoglio non dice cos’è, ma nel ricordare che sarebbe ideale che la impartisse la famiglia, aggiunge che questa o è impedita o è impreparata, dimenticando di puntualizzare che oggi il mondo moderno fa di tutto per distruggere la famiglia; e tale dimenticanza lo porta ad abbracciare la concezione dell’educazione di Stato: “la scuola supplisce”. … Cosa errata, perché la scuola non supplisce, non potrebbe mai supplire, la scuola indottrina secondo i canoni moderni che mirano a distruggere la famiglia e i giusti rapporti tra i coniugi fin dal tempo del fidanzamento.

Occasione mancata o suggerimento a sostegno dell’educazione sessuale di Stato?
Eppure basterebbe informarsi sulle porcherie che vengono ammannite oggi nelle scuole ai giovani, su sesso, sessualità, affettività e rapporti uomo-donna, per rendersi conto che un papa dovrebbe tuonare, per esempio, contro la masturbazione o il cambio di sesso.
Non era il momento? Forse. Ma allora a che servono le lezioni magistrali ad alta quota?
Era il momento, però, per ricordare che “il sesso è un dono di Dio” e per volutamente dimenticare di ricordare che Dio non ha dotato l’uomo e la donna del sesso come mero e gratuito mezzo di godimento, ma come strumento per collaborare con la sua creazione: mettendo al mondo nuove creature. “Siate fecondi e moltiplicatevi. Riempite la terra.” – disse Dio ad Adamo ed Eva (Gn. 1, 28); “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra” – disse Dio a Noè e ai suoi figli dopo il castigo del diluvio (Gn. 9, 1); mentre riservò la morte a coloro che usavano il sesso come fine a se stesso, come mezzo di brutale godimento (Cfr. Gn. 19, 1-29).
 
Il secondo argomento affrontato con la risposta alla giornalista francese, Caroline Pigozzi, è stato quello del matrimonio dei preti. Qui Bergoglio si è barcamenato tra il “dico e non dico”. Ha decisamente affermato che lui non avallerà il «celibato opzionale prima del diaconato», anche se se ne sente il bisogno “nelle località più remote” e c’è la “necessità pastorale” … il «problema pastorale per la mancanza di sacerdoti”.… “Non dico che si debba fare … Ma i teologi devono studiare».
E a questo punto, Bergoglio, con fare discorsivo, cita la tesi del vescovo tedesco, Fritz Lobinger, che propone l’ordinazione di uomini sposati a cui l’Ordinario assegnerebbe il solo “munus sanctificandi”,
«cioè che celebri la Messa, che amministri il sacramento della Riconciliazione e dia l’Unzione agli infermi”. “Io credo che il problema dev’essere aperto in questo senso».

La cosa incredibile è che Bergoglio vorrebbe far credere che si potrebbero ordinare degli uomini sposati con un compito sacerdotale “ridotto” al “munus sanctificandi”… come se non fosse proprio questo il fine primario dell’ordinazione sacerdotale!
Ecco quindi che, ancora una volta, Bergoglio dichiara che “non dico che si debba fare”, ma dico come si debba fare: niente “celibato opzionale”, ma ordinazione di uomini sposati; niente abolizione del celibato dei preti, ma introduzione del matrimonio dei preti; il trucco è più che palese, è spudorato, e da oggi tutti i vescovi modernisti si faranno forti del “magistero ad alta quota” di Bergoglio per rivoluzionare “di fatto” il sacerdozio cattolico ed arrivare al prossimo Sinodo già pronti, esperienza alla mano, a vanificare quello stesso “celibato dei preti” che oggi Bergoglio designa, ipocritamente, come “un dono della Chiesa”.

E manco a farlo apposta - oppure sì - ad appena 4 giorni dal magistero volante di Bergoglio, ecco che il vescovo di Carcassona e Narbona, Mons. Alain Planet, il 31 gennaio scorso, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano cosa ne pensasse del celibato dei preti, ha affermato:
«Teologicamente non c’è nulla che lo impedisca, siano essi eterosessuali o omosessuali. Ma sul piano pratico, ho seri dubbi … la vita di coppia impegnerà tutto il loro tempo…».

No! Non è un sagrestano che parla così, ma un vescovo, o supposto tale, che subito ha voluto mandare un messaggio cifrato a Bergoglio: “facciamoli sposare, con una donna o con un uomo”.
E poi dicono che verba volant, questa volta dalla stratosfera a Carcassona sono arrivate come un macigno!

La successiva domanda della giornalista tedesca, Lena Klimkeit, della Deutsche Presse Agentur, è partita ricordando le parole pronunciate da un giovane alla Via Crucis:
“C’è una tomba che grida al cielo e denuncia la terribile crudeltà dell’umanità, è la tomba che si apre nel ventre delle madri da cui si strappa una vita innocente. Dio ci conceda di umanizzarci davvero, di difendere con fermezza la vita e far sì che le leggi che uccidono la vita innocente siano cancellate per sempre”.

Parole semplici e incontrovertibili, che Bergoglio ha regolarmente glissato:
«… io ho aperto la facoltà di assolvere [dal peccato di] aborto per misericordia… E io consiglio, tante volte… “Tuo figlio è in cielo, parla con lui, cantagli la ninna nanna che non hai cantato, che non hai potuto cantargli”. E lì si trova una via di riconciliazione della mamma con il figlio. Con Dio già c’è: è il perdono di Dio. Dio perdona sempre.»

E allora? Che ne è stato della determinazione del ragazzo che afferma: “difendere con fermezza la vita e far sì che le leggi che uccidono la vita innocente siano cancellate per sempre”?  E’ accaduto che Bergoglio non è interessato a parole come quelle, non appartengono al tema a lui caro; a lui importa la panacea della “sua” misericordia, fondata su un assunto blasfemo e anticattolico:
«la riconciliazione … con Dio già c’è: è il perdono di Dio. Dio perdona sempre».
Un ritornello che Bergoglio intona ogni volta che vuole far passare il concetto che non vi è punizione per il peccato, ma solo perdono… ergo: peccate pure, tanto Dio perdona tutto! E poi, con la più sfrontata faccia tosta, parla della Confessione… a che serve la Confessione se Dio perdona sempre?

La verità è che Bergoglio è convinto che l’aborto non sia un omicidio, ma un semplice dramma materno, da trattare con misericordiosa consolazione… “non punire niente” – martella –, mettendosi perfino al posto di Dio e promuovendone di fatto la pratica.  “Tu, mamma che hai abortito, canta a tuo figlio che è in Cielo la ninna nanna che non hai potuto cantargli”, predica Bergoglio, insegnando così che basta un po’ di sentimento umano per fare dell’aborto un mero incidente pratico facilmente risolvibile.
«Per capirlo bene, bisogna essere in un confessionale. E’ terribile.» - confessa Bergoglio – Ma basta trovare la «via di riconciliazione della mamma col figlio».
 
Tutto qui, parola di papa!

E anche in questo caso, quasi in concomitanza con i propositi di Bergoglio di ridurre l’aborto a mero fatto psico-sentimentale, ecco che arriva la notizia che lo Stato di New York ha approvato una nuova legge sull’aborto
https://www.news10.com/news/local-news/full-text-read-
the-full-text-of-the-reproductive-heath-act/1718439748

che stabilisce che ogni donna incinta ha “il diritto fondamentale di scegliere se portare avanti la gravidanza, partorire un figlio o abortire”, mentre un professionista sanitario in regola con la legge, “può eseguire un aborto quando la paziente si trova entro le 24 settimane di gravidanza o quando c’è assenza di attività fetale o quando l’aborto è necessario per proteggere la vita o la salute della paziente.”

La legge in questione è del 9 gennaio scorso, il magistero volante di Bergoglio è del 27 gennaio, ma il Papa argentino non ha sentito il dovere di condannare questo passo avanti nella strage degli innocenti, che, non solo sancisce che la donna avrebbe il diritto di scegliere tra parto ed aborto, non solo sancisce che l’aborto può praticarsi anche al sesto mese di gravidanza, ma addirittura sancisce che possa praticarsi fino all’ultimo momento prima del parto “quando l’aborto è necessario per proteggere la vita o la salute della paziente”!
Tale nuova illuminata erodica legge, non spiega in cosa consista la “salute della paziente”, lasciando che sia lei stessa, con l’avallo del professionista in regola con la legge, a stabilire se si tratti di salute fisica o mentale o psicologica.
Tanto, insegna Bergoglio, a tale mamma basterà che dopo si riconcili col figlio cantandogli una ninna nanna postuma, certa che la riconciliazione … “con Dio già c’è: è il perdono di Dio. Dio perdona sempre.”

E lo scandalo degli abusi sessuali da parte di ecclesiastici negli Stati Uniti?

Ci ha pensato Junno Arocho Esteves, giornalista americano del Catholic News Service, a sollevarlo.
«Tanti cattolici americani pregano per la Chiesa, ma molti si sentono traditi, abbattuti, dopo le recenti notizie di abusi e insabbiamento da parte di alcuni vescovi, e hanno perso fiducia in loro»

Ma, attenzione, dice Bergoglio :
«Mi permetto di dire che ho percepito un’aspettativa un po’ gonfiata: bisogna sgonfiare le aspettative … Perché il problema degli abusi continuerà, è un problema umano, ma umano dappertutto! … È un dramma umano di cui dobbiamo prendere coscienza. E noi, risolvendo il problema nella Chiesa, prendendo coscienza, aiuteremo a risolverlo anche nella società, nelle famiglie, dove la vergogna fa coprire tutto.» … « E abbiamo sentito la responsabilità di dare una “catechesi” su questo problema alle conferenze episcopali. Per questo si chiamano i presidenti [all’incontro di febbraio prossimo]. Una catechesi affinché, primo, si prenda coscienza del dramma: cosa significa un bambino abusato, una bambina abusata. … Secondo: che sappiano cosa si deve fare, la procedura. Perché a volte il vescovo non sa cosa fare, perché è una cosa che è cresciuta molto forte, e [la conoscenza del da farsi] non è arrivata dappertutto, diciamo così. E poi, che si facciano programmi, generali, ma che arrivino a tutte le conferenze episcopali: cosa deve fare il vescovo; cosa deve fare l’arcivescovo che è il metropolita; cosa deve fare il presidente della conferenza episcopale. Ma che sia chiaro, in maniera tale che ci siano – diciamolo in termini un po’ giuridici – dei protocolli che siano chiari. Questa è la cosa principale. »

No! La cosa principale è che un papa non può fare il furbo al punto da affermare che “il problema degli abusi continuerà, è un problema umano, ma umano dappertutto!”; e non può essere così bugiardo da affermare che “a volte il vescovo non sa cosa fare, perché è una cosa che è cresciuta molto forte, e [la conoscenza del da farsi] non è arrivata dappertutto”; e non può essere così spudorato da sostenere che per i vescovi sia necessaria “una catechesi affinché, primo, si prenda coscienza del dramma … e poi, … facciano programmi, generali, ma che arrivino a tutte le conferenze episcopali: cosa deve fare il vescovo; cosa deve fare l’arcivescovo che è il metropolita; cosa deve fare il presidente della conferenza episcopale.»

E’ come se Bergoglio avesse detto a tutti i cattolici che “si sentono traditi, abbattuti, dopo le recenti notizie di abusi e insabbiamento da parte di alcuni vescovi” – come indicato dal giornalista – che nessuno dei prelati sapeva bene di cosa si trattasse e non sapeva cosa fare esattamente!
Ma caro Bergoglio, la verità è che tanti preti, religioni e vescovi sapevano benissimo cosa facevano e sapevano benissimo come arrivare ad essere coperti in loco e soprattutto a Roma… fino al punto da far carriera ed essere promossi con le loro malefatte… perfino da un certo Bergoglio.

E l’ultima domanda, di Manuela Tulli dell’Ansa, dà modo a Bergoglio di rinnovare la sua propaganda a favore dell’invasione programmata dell’Europa da parte di gente organizzata per venire a devastare le nostre società e ad annientare la nostra religione.
« … il problema dei migranti è un problema molto complesso, molto complesso. È un problema che richiede memoria, ossia domandarsi se la mia patria è stata fatta dai migranti. Noi argentini: tutti migranti. Gli Stati Uniti: tutti migranti. »

E così l’oriundo italiano Bergoglio mescola le carte e pretende di dare ad intendere che i suoi nonni andarono in Argentina a costruirla e a renderla cristiana… al pari degli africani maomettani che vengono in Europa per distruggerla e renderla musulmana.
Solo un cieco e un sordo non si rende conto che, in qualche modo, Bergoglio predica e pratica per collaborare per la fine della nostra gente, dei nostri costumi e della nostra religione.

Non essendo più in uso la sacrosanta defenestrazione di un tempo, un papa così bisognerebbe quanto meno metterlo sotto accusa per tradimento, prima perché tradisce il mandato assegnato a Pietro da Nostro Signore, e poi perché tradisce i cattolici che dovrebbero fidarsi di lui, anche se oggi molto spesso, purtroppo, in tanti lo seguono e lo condividono … ma sempre di tradimento si tratta… e anche del più subdolo!

Dómine, ad adiuvandum nos festina.




gennaio 2019

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