La crisi del buonsenso


di
Mons. Richard Williamson


Il presente scritto di S. Ecc. Mons. Richard Williamson è un compendio di un capitolo del libro scritto da Marcel de Corte già nel 1962. Il libro venne pubblicato in Francia col titolo L’homme contre lui-même (Nouvelles Editions Latines),




e poi pubblicato in Italia col titolo Fenomenologia dell’autodistruttore (Borla Editore).



L’edizione italiana è di difficile reperibilità, pensiamo di fare cosa gradita al lettore rendendola disponibile in formato pdf (qui).









I – INTRODUZIONE

A – IL NOSTRO MONDO È FALSO…

Affermare l’ovvio è oggi un’impresa pericolosa, perché l’uomo moderno non vuole sentire la semplice verità. Dire che il bianco è bianco o che il nero è nero significa quasi sempre incorrere nell’ostilità degli “intellettuali” e dell’opinione pubblica che essi formano. Se oggi si cerca di promuovere il Vero, il Bene o il Bello, si viene liquidati come deboli di mente, preistorici o comunque non in sintonia con il mondo di oggi!

A riprova della giustezza di tale affermazione, basta guardare la massa di menzogne, l’immoralità e la bruttezza a tutto tondo che escono dalle nostre macchine da stampa (e dai media elettronici): illusione continua, irrealtà, abile finzione, sfacciata falsità, apparenze travisate e irruzione dell’immaginazione. Tutto questo sta travolgendo le ultime sacche di resistenza, e il desiderio di ciò che è illusorio, brutto e sensazionale sta travolgendo tutto davanti a sé.

Se qualcuno obietta che sto esagerando perché, direbbe, la nostra epoca non è né migliore né peggiore di quella che l’ha preceduta, rispondo in primo luogo che l’uomo può abituarsi a qualsiasi cosa, così che anche la più profonda anormalità può diventare normale. E in secondo luogo, come potrebbe essere l’intero pianeta in tali difficoltà se non fossimo afflitti da una malattia profondamente abnormale, che colpisce l’uomo  nel suo intimo più profondo?

B - … PERCHÉ MANCA IL BUONSENSO

Quindi, volendo diagnosticare questa malattia, io sostengo che la nostra epoca soffre di una massiccia, generale perdita di senso comune, o se si vuole di buon senso. La natura dell’uomo viene svuotata sotto i nostri occhi. Gli uomini stanno diventando sempre più “uomini vuoti” (T. S. Eliot).


II – LA SANA NATURA DEL BUON SENSO

A – DEFINIZIONE

Senso

Ora, perché sia messa in gioco la sopravvivenza stessa dell’uomo, come è il caso, ciò che lo affligge deve attaccare la sua stessa essenza di animale razionale, o, di animale materiale con la facoltà spirituale della ragione. Intimamente connesso con questa essenza materiale e spirituale dell’uomo è il suo senso comune, o buon senso. Infatti la creazione non è un caos, ma tutte le creature, animali, vegetali o minerali, nascono con una natura dotata di uno specifico scopo o direzione o “senso”. Il mondo stesso ha un senso. Ogni creatura ha il proprio scopo o senso.

Senso comune o buonsenso

E l’uomo ha il “buonsenso” o senso comune, cioè la capacità intrinseca di guidare ciò che egli è e ciò che fa verso il suo scopo, o la diretta e sana padronanza della direzione in cui deve andare per agire correttamente come uomo. Come la mente umana è progettata per cogliere la realtà, così il “buon senso” di un uomo discerne il modo di gestire la realtà che lo circonda per raggiungere la sua vera realizzazione. Tutta la vita di un uomo dipende da questo senso della realtà che alberga nella sua mente, con cui ordina la sua vita in relazione all’ordine che sta dentro e fuori di lui.

Comune

Il senso comune così definito corrisponde alla mente dell’uomo che permea tutta la sua attività. Esso presuppone un’innata salute del corpo e della mente che abbia una comprensione naturale della realtà che lo circonda. Questa salute innata, connessa a tutto il suo essere, un uomo la può minare, come dimostrano tanti esempi, o promuovere e sviluppare con attenzione.


B. OSSERVIAMOLO IN AZIONE

Per illustrare che cos’è il buon senso, osserviamolo in azione. Vediamo come nasce la “soluzione del buon senso” quando esso si accinge a risolvere un problema particolarmente difficile.

Semplicità

La nostra esperienza ci dice che mentre ci siamo lambiccati il cervello su qualche problema, girandolo e rigirandolo, quando poi la soluzione del buon senso si presenta essa sembra improvvisamente evidente.  Perché non l’avevamo visto prima?  In realtà è che la nostra mente confondeva il problema. Con un senso di sollievo troviamo che il buon senso è andato dritto al punto, mettendo tutto al suo posto, ristabilendo l’equilibrio e l’ordine.

Senso della realtà

Se questa presentazione del buon senso all’opera è accurata, allora ciò che il buon senso ha da dirci non è immediatamente ovvio, ma deve farsi strada all’interno di noi per rivelare alla nostra mente il cuore della problematica in atto. Da questo punto di vista, il buon senso è come la luce della mente, la punta di diamante della mente, che dà alla mente il suo SENSO DELLA REALTA’.

Differenza rispetto alla mente

Tale sensibilità in presenza della realtà indica che il “senso comune”, nel pieno significato dell’espressione, è ampiamente aperto a tutta la realtà, corrisponde alla sua presenza e percepisce la sua assenza in tutto ciò che è illusorio o mera apparenza. Sotto questo aspetto il buon senso si differenzia dalla mente che è del tutto in grado di scambiare per realtà le nostre illusioni, e perfino di preferire l’irrealtà.

L’esperienza dimostra ampiamente questa importante differenza tra il buon senso e, per esempio, l’intelligenza. Quanti contadini, per esempio, che non sarebbero considerati particolarmente “intelligenti”, hanno un giudizio sicuro e del “buon senso”!
Al contrario, quanti “intellettuali” presunti intelligenti sono veri e propri imbecilli quando si tratta di giudicare la vita reale, che si tratti di questioni personali, familiari o nazionali!


C. UNICITA’

Ordine al di fuori dell’uomo

Così, il buon senso è costituito da una certa corrispondenza con la realtà, che gli dà la sua forza e la sua immediatezza, gravitando per così dire verso la luce e lasciando da parte tutto ciò che non è essenziale. Per essere così sicuro della sua strada, esso deve avere una visione dell’unicità e dell’ordine gerarchico della realtà nel suo insieme, tale che le sue soluzioni non lasciano più dubbi.

Ordine all’interno dell’uomo

Questa capacità di discernere l’ordine essenziale nelle cose al di fuori di lui, a sua volta presuppone in un uomo che mostra buon senso che abbia ordine, unità ed equilibrio anche dentro di lui, che egli non sia diviso contro se stesso, con le sue facoltà che si fanno la guerra le une con le altre. Questo richiede la salute o la sanità mentale dell’uomo nel suo insieme. Come le sue soluzioni sono semplici e dirette, così deve essere egli in se stesso.

Unione di mente e corpo

Da questo consegue che il buon senso appartiene all’essere umano nella unicità della sua natura composta di corpo e anima. Il buon senso non è né infraumano né sovrumano; non è mero istinto animale né pura intuizione angelica. Esso nasce dalla congiunzione del corpo e dell’anima. Non è disincarnato. Come la salute, esso attiene a tutto l’uomo.
Infatti l’uomo di buon senso, se dovesse scegliere tra di esse, potrebbe preferire l’evidenza dei suoi sensi alle idee della sua mente, perché le sue sensazioni sono reali in un modo che le sue idee non lo sono necessariamente. Questo significa che a volte sarà accusato di essere troppo concreto, e forse lo è, ma il buon senso può anche elevarsi ad altezze sublimi, come si vede nel caso di una Santa Teresa d’Avila.
Tuttavia, quando il senso comune funziona normalmente, lungi dal separare la sensazione e l’intelletto, lavora con entrambi, discernendo il significato intelligibile all’interno dei dati dei sensi. Per esempio, di fronte ad un’immagine che è solo uno scarabocchio di colori, il buon senso dirà: “Non ha senso!” Questa lettura a partire dai dati dei sensi è il modo in cui la mente umana stessa lavora correttamente – e così torniamo al buon senso come senso della realtà della mente.

D. CONCLUSIONI

Il buon senso è individuale

Dal buon senso che nasce così dove corpo e anima si incontrano, seguono conseguenze importanti.
In primo luogo, come l’uomo è un individuo costituito dal suo corpo (materia) individuato dalla sua anima (forma), così il buon senso, impegnando corpo e anima, appartiene all’uomo individuale e sarà diverso al pari dei suoi particolari doni di corpo e anima.

Tradizionale

In secondo luogo, un uomo può pensare senza percepire con i sensi, un altro uomo può percepire con i sensi senza pensare, ma il buon senso coinvolge entrambe le cose, e dove la mente da sola può essere confusa da un problema, il buon senso si rivolgerà per una soluzione all’esperienza passata, all’insegnamento tradizionale e a quelle estensioni del corpo di un uomo in cui è incarnata la sua vita: come la famiglia, la patria e la Chiesa, dove la vita continua il suo cammino concreto. Così il buon senso è tradizionale.

Sanità di mente

In terzo luogo, il senso comune che appartiene all’uomo in carne e sangue va di pari passo con il suo essere ciò che egli è, cioè una natura umana individuale in carne e sangue che non vuole essere nessun altro o nessun’altra cosa. Questa è la salute mentale di un uomo, in contrapposizione a quella “malattia mentale” che affligge così tante persone moderne, che vogliono essere diverse da chi o cosa sono.

Moderazione

Quando i Greci dicevano: “Conosci te stesso”, intendevano dire che l’uomo doveva riconoscere i suoi limiti e non oltrepassarli. Tale possibile arroganza essi la rappresentavano come se fossero immediatamente puniti dagli dei con la follia. Così il buon senso che scaturisce da una natura umana in carne e sangue ne riconoscerà i limiti e osserverà la Regola d’oro della moderazione. In questo modo esso permetterà all’uomo di fare ciò che può realmente fare, invece di illudersi su ciò che non può fare. Tuttavia, i limiti del buon senso non sono una sorta di prigione, come pensano i romantici, ma una solida base perché l’uomo possa arrivare al prossimo e possa arrivare a Dio.


III. CRISI MALSANA DEL BUON SENSO

A. L’UOMO DIVISO IN DUE

Se un uomo non sarà ciò che è per natura, cosa farà? Appassirà. Le limitazioni riconosciute dal buon senso significano la possibilità di agire entro tali limitazioni. Se una mente si sforza di agire al di fuori di esse, si perderà in un mondo di sua fabbricazione, irreale e inumano.
E così arriviamo all’odierna crisi del buon senso. Quando l’uomo rifiuta la sua condizione di carne e sangue, la sua mente spirituale disprezza il suo corpo materiale, la sua natura che è unica è divisa in due e il suo buon senso è paralizzato, non più in grado di moderare il suo pensiero o la sua azione. Ci sono molti esempi della conseguente mancanza di moderazione, ma guardiamo prima di tutto alla concezione dualistica dell’uomo che, dividendolo in due, è responsabile della crisi del buon senso.

B. RADICI MALSANE

La divisione protestante

Naturalmente il peccato originale è sempre esistito, ma non ha mai spazzato via tutto il bene della natura dell’uomo, altrimenti l’uomo non avrebbe potuto riprendersi da una data condizione come ha sempre fatto nella storia. Quindi, quando il PROTESTANTISMO sostiene che non ci sarebbe più nulla di buono nella natura umana, sta negando la storia, sta isolando l’uomo dalla società che lo circonda, sta lasciando l’anima individuale a trattare da sola con Dio, separando l’anima dalla sua incarnazione in carne e sangue, in gruppo e parenti, in patria.

La divisione romantica

A differenza del protestantesimo, il ROMANTICISMO sostiene che non ci sarebbe niente di male nella natura umana, esso divide parimenti l’uomo in due parti, perché sostiene che tutta la corruzione verrebbe dalla società, così che la coscienza individuale è divina mentre la fonte di tutto il male nell’uomo sarebbe la sua incarnazione in mezzo ai suoi simili. E torniamo al disprezzo del corpo.

Entrambi sono insostenibili

Sia il protestantesimo sia il romanticismo dividono l’uomo in due e cercano di separarlo dai suoi limiti incarnati. E’ interessante osservare come entrambi si sforzino poi di superare il loro insostenibile dualismo e di restaurare l’unità dell’uomo: il protestantesimo religioso diventando secolare e il romanticismo secolare trasformandosi in religione, idealizzano un progresso illimitato dell’uomo verso un futuro in cui la materia sarerebbe sollevata fino a reintegrarsi nello spirito. Teilhard de Chardin ha culminato questa illusione nel suo Punto Omega!


C. FRUTTI MALSANI

Il buon senso paralizzato…

Ma torniamo alla realtà della natura umana in carne e sangue e alla sua fragilità. L’esperienza ci dice che per gli esseri umani vivere bene è l’eccezione piuttosto che la regola. Il buon senso può sempre essere un elemento di sanità mentale e di equilibrio nella vita di un uomo, ma sembra che vada e venga. Tuttavia, la sua sistematica eliminazione può venire solo da una visione contraria dell’uomo costantemente e interamente fatto dipendere da ciò che dice la gente.

… dal RAZIONALISMO

Secondo questa visione contraria: la debolezza osservabile dell’uomo non avrebbe una spiegazione ragionevole, per cui l’uomo dovrebbe diventare sempre più ragionevole per superare tale debolezza. Ma la carne e il sangue resistono alla ragione, pertanto la carne e il sangue devono essere accantonati. Quanto alla spiegazione soprannaturale della Chiesa cattolica della debolezza dell’uomo dovuta alla caduta, essa avrebbe tenuto l’uomo in soggezione e lo avrebbe posto a dipendere dai miti religiosi e dal suo presunto buon senso per essere in grado di risorgere. Ma questo era un bene solo per l’“uomo vecchio”; ciò di cui il mondo avrebbe bisogno oggi è un “uomo nuovo” in grado di superare questa debolezza: l’uomo nuovo del RAZIONALISMO.

Dividere la carne dallo spirito

l razionalismo governa il pensiero e l’azione dell’uomo moderno. Radicato nel dualismo, cioè nella tendenza della natura umana a separare la carne dallo spirito, rende il più debole possibile il legame tra loro, come se non avessero più nulla a che fare l’una con l’altro. Così il buon senso che li collega tra loro deve scomparire, sotto la pressione di una mente che non lavora più a partire dai sensi, ma prefabbrica le sue idee indipendentemente dalla realtà.

Razionalismo e Rivoluzione

Lo storico francese dell’Ottocento, Michelet, è andato al cuore della questione quando ha dichiarato che l’essenza del razionalismo moderno risiede nel suo rifiuto manicheo della carne, che è tuttavia alla base della comunicazione dell’uomo con l’universo che lo circonda, e infine con Dio. A questo rifiuto seguì la Rivoluzione francese che fece la guerra alle incarnazioni materiali di Dio e dello Stato, cioè ai sacerdoti e ai re.

Il razionalismo è irreale

In fondo il razionalismo è la dichiarazione di indipendenza della ragione umana dalla sua carne imprigionata e dal buon senso. Il razionalismo non conosce limiti. La sua arroganza è sconfinata. Da quel momento in poi il buon senso è sotto costante attacco da parte dei politici e dell’intellighenzia. Questi nuovi dirigenti del nuovo modo di fare le cose si ubriacano del loro nuovo potere, che spingono in avanti il più possibile per far cadere i vecchi controlli ed equilibri del buon senso. Naturalmente, “non c’è alcuna differenza di valore” tra i politici moderni di questo tipo. Le loro differenze non hanno alcuna sostanza reale – essi hanno lasciato tutta la realtà alle spalle.

Il razionalismo ama l’astrazione

L’elenco delle follie di questi dirigenti della nuova società è senza fine, ma si può individuare un fattore comune: la sostituzione del concreto con l’astratto, con le astrazioni, con le idee disincarnate, in cui i sensi hanno ben poco a che fare se non fornire quantità, numeri e statistiche per tutto ciò che è misurabile numericamente.

Il razionalismo disprezza l’umanità

Da qui l’arte astratta di oggi, la musica astratta, le filosofie astratte, dove l’elemento umano si svuota, come nell’hegelianesimo e nel marxismo, perché la mente si nutra esclusivamente della mente. Mentre gli esseri e le cose in natura erano amici del filosofo nella sua ricerca di un resoconto soddisfacente della realtà, ora non sono altro che il punto di partenza perché un “filosofo” possa costruire il proprio sistema di “pensiero” che fornisce la soddisfazione di un complicato cruciverba-puzzle.

Il razionalismo procede da una mente sconnessa

Una mutazione così radicale del pensiero è resa possibile dalla particolare capacità della mente umana che, una volta che ha tratto le sue idee originali dalla realtà, è capace di giocarci come vuole, indipendentemente dalla realtà stessa. Ecco come molte menti moderne si stanno trasformando da un mondo mentale di carne e sangue ad un mondo mentale di ideologia, in cui le idee non hanno quasi nessuna base nella realtà, ma si pretende che siano più reali della realtà! La moderna cartamoneta senza basi, gonfiabile a piacimento, corrisponde a questo divorzio mentale dal mondo reale.

E schiaccia la realtà

Così la mente moderna disincarnata agisce come un rullo compressore, distruggendo il mondo secondo le sue idee prefabbricate, attingendo al mondo reale solo per gli istinti più bassi, i sentimenti viscerali, le pulsioni emotive e le forze impure che motivano l’essere umano la cui carne è stata abbandonata dal suo spirito. Le astrazioni distruggono le reazioni di Pavlov, riducendo gli uomini a poco più delle loro quantità calcolabili, né buone né cattive, senza valore o scopo, per cui il Vero è ciò che riesce, il Bene è ciò che stimola ogni reazione e la Bellezza è ciò che è di moda.

La scienza non è d’aiuto…

Né la scienza o la tecnologia sono d’aiuto. Non sono cattive sotto tutti i punti di vista, ma il loro progresso negli ultimi tempi non è in alcun modo un progresso umano perché esse non toccano alcun problema propriamente umano, perché escludono ogni comunione dell’essere umano con la realtà che lo circonda, che è il punto dove opera il buon senso. La scienza moderna si occupa esclusivamente di misurare i fenomeni quantificabili, un processo in cui osservatore e osservato sono del tutto indifferenti l’uno all’altro. In una società che idealizza il metodo scientifico, il buon senso, con la sua comprensione di valori non scientifici come lo scopo e la direzione, non può che appassire. La scienza moderna può alimentare la mente con una certa conoscenza, ma affama l’anima.

… piuttosto d’intralcio

Peggio ancora, la scienza moderna presenta l'uomo, come essere umano, con una tremenda tentazione al potere. La fisica moderna, matematica e quantitativa, gli conferisce una padronanza della natura senza precedenti, di cui solo il supremo buon senso saprà fare il giusto uso. Ma la padronanza della natura non promuove la sua stessa limitazione, ma la sua estensione illimitata. Così, più la scienza moderna progredisce, meno buon senso è disponibile per guidarla verso mete veramente umane. Il senso di moderazione dei Greci è andato. Si ha solo una tecnica che ne tiene sotto controllo un’altra, come rimedio artificiale per una malattia artificiale. Nessun equilibrio può derivare da questo gioco di tecniche artificiali, perché l’astrazione o la disincarnazione della vita umana hanno eliminato il concetto stesso di equilibrio naturale, al pari del buon senso che lo percepiva.


D. NUOVO UOMO MALSANO

Chi vuol essere angelo diventa bestia

Ma, come dice il vecchio detto, qualsiasi uomo che pretende di essere un angelo finisce col diventare una bestia. L’uomo razionalista, interiormente diviso, cerca con ogni mezzo razionale di rimettersi insieme finché non si imbatte nei recessi oscuri e nelle forze selvagge della sua natura inferiore, la sua carne da tempo abbandonata dal suo spirito si difende da sola.  Così, le razionalizzazioni diventano fangose, e il fango è razionalizzato. Per esempio, l’invidia genera la “lotta di classe”; la paura della sofferenza e della morte generano l’“eutanasia”; la pulsione sessuale genera l’“amore libero”, il divorzio, il matrimonio in prova, e così via. Le astrazioni vestono il fango e il fango rafforza le astrazioni, tutto l’equilibrio e l’armonia nell’uomo diventa artificiale.

Fai da te

Un uomo nuovo sta sorgendo, che scaccia il vecchio uomo di buon senso fuori dal palcoscenico della storia. Mentre quell’uomo di buon senso era centrato per sua natura su obiettivi posti al di fuori di se stesso, indipendentemente dalla propria mente o libertà, l’uomo nuovo è interamente egocentrico, fa di se stesso il proprio scopo, perché ha ripudiato ogni natura data, supposta come presunta. Mentre l’uomo di buon senso ha semplicemente perfezionato la sua natura data, l’uomo nuovo fa da sé la propria natura. Centrandosi su se stesso, egli afferma la sua libertà di fare di se stesso ciò che gli piace.  “Puoi essere quello che vuoi”, è il messaggio di innumerevoli pubblicità moderne.

Esistenzialista

Mentre l’uomo naturale si affida alla sua natura, per realizzarla, l’uomo moderno ripudia la sua natura, per alterarla. L’uno cerca in se stesso ciò che è, l’altro cerca in se stesso cosa cambiare. L’esistenzialista Jean-Paul Sartre è il classico razionalista moderno. Con lui il ragionamento mentale in se stesso precede e determina liberamente l’esistenza, che a sua volta precede e modella ogni essenza. La libertà a tutti i costi di essere il mio creatore, il creatore di “me stesso”!

Artificiale

Non ci si illuda, il mondo di oggi è pieno di uomini e donne che si sforzano di essere diversi da quello che sono, lungo linee esistenzialiste. Gli esempi abbondano. Si legga “Wasteland” [Terra desolata] di T. S. Eliot per incontrare una varietà di anime moderne che si trasformano in personalità artificiali per motivi personali, professionali o sociali. Il rullo compressore del razionalismo sta schiacciando intere popolazioni.

Alienato

In tal modo, il nostro mondo moderno, dove tutti vogliono essere ciò che non sono, è un mondo folle di anime alienate da se stesse, completamente opposto al mondo del buon senso.


IV. SOLUZIONE

Vivere una vita ordinaria

Qual è allora la soluzione? Come ripristinare il buon senso? Il farlo è di vitale importanza, ma non esiste una soluzione prevedibile o artificiale. Dobbiamo tornare alla vita ordinaria dove la normalità non è meno evidente dell’aria che respiriamo. Ma tale naturalezza non è più naturale per noi che siamo in corsa verso la follia, e potrebbe non essere più recuperabile con alcun mezzo normale. Nemmeno due Guerre Mondiali potrebbero farci tornare indietro.

La “Piccola Via” di Santa Teresa del Bambino Gesù

Allora dovremmo disperare? In nessun caso. C’è una via d’uscita. Vi è una sola via d’uscita. Il buon senso supremo è rivolgersi a Dio, per tornare a Dio, Creatore e Salvatore della nostra natura. Per vivere una vita umana ordinaria e naturale, abbiamo bisogno non meno della grazia che scende dal Cielo. Santa Teresa del Bambino Gesù ci ha mostrato la via per superare questa crisi di buon senso: è la Piccola Via, seguita fino alla fine.







marzo 2019
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