LA VERITA' PRIMA DI TUTTO

Una risposta a Bongi

di S. F.


Caro Bongi,
 
Bisogna innanzi tutto comprendere un fatto: non ci sono i buoni, quelli che volevano e vogliono un accordo con Roma, e i cattivi e non cattolici che non vogliono l’accordo.
Il discorso riguarda la fede e non le beghe clericali per entrare nei salotti buoni romani o avere accesso al potere romano o il diritto di accedere ai giornali o ai mezzi di comunicazione.
Il problema va affrontato diversamente: se i documenti del Vaticano II sono in linea con il Magistero precedente allora la F.S.S.P.X. si sbaglia, se invece non lo sono si sbagliano le autorità romane “tertium non datur”. Non vi è interpretazione o ermeneutica che si possa invocare.

Una cosa deve essere chiara: il Concilio Vaticano II non è un incidente di percorso nella Chiesa, un segno di debolezza della gerarchia, questo significa non affrontare il problema! Il Concilio Vaticano II è stato il Cavallo di Troia per distruggere la Chiesa, che era l’unico baluardo che impediva il coronamento del sogno massonico e liberale di costruire il “novus ordo saeclorum”. Il Vaticano II, come il modernismo condannato da San Pio X, è il corollario di tutte le eresie condannate dai Sommi Pontefici nel corso degli ultimi due secoli.

Qui non si tratta di fare analisi improprie sui testi del compianto Mons. Marcel Lefebvre, c'è un dato di fatto: durante i colloqui dottrinali si capì che era un colloquio tra persone che non si intendevano sui principi, un dialogo tra sordi. Tuttavia si è proseguito credendo in un ripensamento da parte delle autorità romane, ma a nulla è valso. Il Vaticano II rimane per le gerarchie romane un dogma intoccabile e non “un discorso da rifare”.

Fare accordi solo pratici equivaleva a tradire in primo luogo Mons. Marcel Lefebvre, in secondo luogo a cadere in un tranello ancora peggiore di quello preparato nel 1988.
Già il II Manifesto Episcopale firmato da Mons. Lefebvre e da Mons. De Castro Mayer ribadiva che la Roma conciliare doveva ritrattare tutti gli errori e tutte le eresie proferite.
Si andò ben oltre, fu convocata la riunione di tutte le religioni ad Assisi nel 1986. Si passò quindi alle visite alle Sinagoghe e ai templi Protestanti! Si sono aggiunte ultimamente anche le Moschee!

Dopo le consacrazioni, Mons. Marcel Lefebvre rilasciò un’intervista al periodico Fideliter nella quale si esprimeva in questi termini riferendosi alle autorità romane:
«Est-ce que vous êtes en pleine communion avec ces papes et avec leurs affirmations ? Est-ce que vous acceptez encore le serment antimoderniste ? Est-ce que vous êtes pour le règne social de Notre Seigneur Jésus-Christ ? Si vous n'acceptez pas la doctrine de vos prédécesseurs, il est inutile de parler. Tant que vous n'aurez pas accepté de reformer le Concile, en considérant la doctrine de ces papes qui vous ont précédé, il n'y a pas de dialogue possible. C'est inutile ».
«Siete in piena comunione con questi papi e con le loro affermazioni? Accettate ancora il giuramento antimodernista? Siete per il regno sociale di Nostro Signore Gesù Cristo? Se voi non accettate la dottrina dei vostri predecessori, è inutile parlare. Fintanto che non accetterete di riformare il Concilio, considerando la dottrina di questi papi che vi hanno preceduti, v'è dialogo possibile. É inutile».

Che Benedetto XVI sia stato ricattato è poco credibile! Benedetto XVI avrebbe ricevuto i tradizionalisti tanto quanto riceve per spirito ecumenico le frange più progressiste come: Rinnovamento dello Spirito o Neocatecumenali, tutti insieme appassionatamente purché si riconosca il Vaticano II: questa è l’apoteosi del relativismo. L'obiettivo finale delle trattative con la “Roma conciliare” era di portare la Tradizione al Vaticano II ! Questo “modus agendi” rientra perfettamente nella logica hegeliana di Benedetto XVI, la sua formazione filosofica è questa e questa filosofia errata compromette ineluttabilmente tutta la teologia, lo ha dimostrato molto bene Mons. Bernard Tissier de Mallerais, nei suoi studi.
Le nuove nomine fatte a Roma dimostrano chiaramente la malafede e gli intenti degli interlocutori romani: l’ala più progressista ora è nei posti chiave della Chiesa.
 
Per concludere, è necessario, prima di procedere ad analisi e riflessioni su ciò che è accaduto, tenere ben presente, come sostengono i teologi e  insegna lo stesso Pio XII nella enciclica Mystici Corporis, che l'eresia separa dalla Chiesa "suapte natura" ! Lo studio e l’analisi devono concentrarsi principalmente su questo punto: se l’autorità ha effettivamente posto in essere o de facto o de verbo delle eresie, il resto poi viene di conseguenza !
Mi pare che eresie e deviazioni dalla fede ne sono state messe in atto a profusione nella “chiesa conciliare”, sia a parole sia di fatto.
Seguire la romanità non vuol dire seguire la “chiesa conciliare” anche se si trova a Roma. Questa “chiesa conciliare” con la romanità non ha nulla a che fare. Non si possono paragonare le personalità della romanità come i cardinali De Lai, Merry del Val o Ottaviani, con un Card. Ratzinger, che come teologo fu uno degli acerrimi nemici della romanità proprio durante la celebrazione del Vaticano II ! Non si tratta di capire chi ne esce bene o ne esce male dalla situazione dei colloqui con Roma. Si tratta di capire se si è nella verità o nell'errore.

Un accordo soltanto pratico avrebbe isolato la F.S.S.P.X. in una riserva indiana, come d’altro canto sono già state confinate gli altri Istituti aderenti all’Ecclesia Dei.

Se Lei cita il Vangelo del lievito, io Le propongo alla riflessione il Vangelo di San Matteo che insegna che un albero buono non può produrre frutti cattivi, come un albero cattivo produrre frutti buoni, e l’albero si conosce dai frutti.

Non dimentichiamo, infine, prima delle analisi, gli avvertimenti mariani, almeno quelli conosciuti ! 
Ricordiamo la S. Vergine della Salette: «Roma perderà la fede e diventerà la sede dell'iniquità» !
I papi stessi ci hanno profetizzato quanto sarebbe avvenuto:
L'esorcismo solenne di Leone XIII così affermava: «Ubi sedes beatissmi Petri ibi posuerunt abominationis et desolationis quae praedicta est a Daniele Propheta …ut percusso pastore dispergentur oves gregis» !

S. F.



luglio 2012

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