IL CAPOVOLGIMENTO

DELLA GIUSTIZIA E DEL BENE



di L. P.





Domenica, 7 luglio 2019, Papa Bergoglio ha celebrato, nella Basilica di San Pietro, una Messa ‘Pro migranti’ quale ricorrenza del suo viaggio a Lampedusa – luglio 2013 – allorché vi si recò per testimoniare la sua vicinanza ai clandestini che, nel tentativo di approdare in Italia, erano morti in un naufragio. 

Presenza, la sua, che ha segnato la linea “politica” vaticana in termini di immigrazione condensata nella formula “ponti e non muri” e che, negli anni successivi – sino al 2018 – portò a un notevole incremento di sbarchi clandestini.
E, sull’impatto massmediatico di questo fatto condotto sull’opinione pubblica prese il via la campagna – area cattosinistra – per il riconoscimento dello “jus soli” per quanti clandestini avessero messo piede in Italia, non dimenticando che il governo di allora – Enrico Letta, PD – addirittura propose di cancellare, dal Codice Penale, il reato di clandestinità che, sia detto, è invece bello e vigente nello Stato Vaticano. 
Bergoglio, per questo anniversario, ci ha riprovato e questa volta mettendo, in modo allusivo, nel mirino della sua adunca misericordia, il ministro Salvini che, come è noto specialmente dalle parti di “Famiglia Cristiana”, è il moderno satana a cui lanciare l’invettiva ‘vade retro’!.

Il mio pensiero va agli ‘ultimi’ che ogni giorno gridano al Signore, chiedendo di essere liberati dai mali che li affliggono. . . sono gli ultimi che sfidano le onde di un mare impietoso; sono gli ultimi lasciati in campi di accoglienza troppo lunga per essere chiamata temporanea. Essi sono solo alcuni degli ultimi che Gesù ci chiede di amare e rialzare”.
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2019/documents/papa
-francesco_20190708_omelia-migranti.html

Mielosa retorica che non dice essere, questo, il moderno mercato schiavistico non dissimile da quello 800sco, quello praticato dall’anglicana Inghilterra, dai puritani Padri  Pellegrini, dai Voltaire, dai Locke, dai Garibaldi – icone del liberalismo filantropico – e che, guarda caso, è diretto da personaggi altrettanto liberalfilantropi – vedi G. Soros – come dall’ONU e così dalle così dette ONG.

Nella mente di Papa Bergoglio gli ultimi sono sempre i clandestini e non gli passa per la stessa mente che esistono gli ultimi di casa nostra, il prossimo più prossimo: i senza tetto, i disoccupati, gli ammalati, gli orfani, gli anziani soli, dei quali si sbandierano le cifre a sei zeri. No, essi non trovano posto nel suo programma di accoglienza, ed allora, sopperendo a tale suo stato di presbiopia – difetto dell’età senile per cui l’occhio tende a veder bene le cose lontane e meno le vicine – noi, rispettosamente, suggeriamo al Pontefice di leggersi, e commentare, quanto in tema di accoglienza affermano tre personaggî, certamente non ultimi ma decisamente i primi quanto a verità:

Frange esurienti panem tuum, et egenos vagosque induc in domum tuam; cum videris nudum, operi eum, et carnem tuam ne despexeris.
Spezza il tuo pane a chi ha fame, accogli in casa tua l’indigente e l’errabondo; allorquando vedi un ignudo, coprilo, ma non trascurare la tua famiglia (Isaia, 58, 7);

Ergo dum tempus habemus, operemur bonum ad omnes, maxime autem  ad domesticos fidei.
Dunque, finché abbiamo tempo, operiamo il bene verso tutti, ma prima di tutto verso i fratelli nella fede (San Paolo, Galati 6, 10).

La pace degli uomini è la concordia ordinata; la pace della casa è la concordia dei suoi abitanti nel comandare e nell’obbedire; la  pace della città è la concordia ordinata dei suoi cittadini nel comandare e nell’obbedire. . . L’ordine è la disposizione di realtà uguali e diseguali, ciascuna nel proprio posto. (S. Agostino: La città di Dio, XIX, 13, 1).

Solo rispettando ed applicando questi comandi – comandi e non  consigli – si ristabiliscono la giustizia e il bene.








luglio 2019

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AL PONTIFICATO DI PAPA FRANCESCO