Lettera di Don Matthew Clifton
della Fraternità San Pio X

a
Don Christian Thouvenot
Segretario generale della Fraternità San Pio X

27 giugno 2012


La lettera è stata pubblicata sul sito
Ignis Ardens

a scanso di equivoci  e prevenzioni riportiamo
l'importante avvertimento posto in testa alla prima pagina di questo sito:

Sedevacantists are welcome here so long as they respect that this forum is pro-SSPX and firmly believes that Benedict XVI is the Pope and that his predecessors since 1958 are also valid and legitimate successors of Peter.

I sedecavantisti sono benvenuti, a patto che rispettino il fatto che questo sito è pro Fraternità San Pio X e crede fermamente che Benedetto XVI è il Papa e che i suoi predecessori, dal 1958, sono anch'essi validi e legittimi Successori di Pietro

Il Fr. Matthew Clifton
Saint-Georges House, Wimbledon.

27Juin 2012.

Caro Don Thouvenot,

alla vigilia del 20° anniversario della mia ordinazione sacerdotale, rendendo grazie a Dio Onnipotente e alla Madonna per una grazia così grande e una tale misericordia nei miei confronti, mi sento obbligato a far conoscere il mio pensiero sulle attuali sofferenze che stanno affliggendo la nostra cara Fraternità.
Gli avvenimenti della Fraternità negli ultimi tre mesi, mi hanno condotto prima alla tristezza e all’angoscia, poi alla costernazione e alla collera.

Le terribili divisioni che minano oggi la nostra Fraternità, non sono il frutto della ribellione e della disobbedienza, ma chiaramente sono il risultato di un cambiamento sismico di principio da parte dei nostri Superiori nelle relazioni con Roma. Era stato accertato che sarebbe stato un disastro abbandonare la sicurezza e la prudenza della posizione adottata dalla Fraternità nell’ultima riunione del Capitolo generale (2006), cioè di rifiutare ogni accordo pratico con le autorità romane se prima non vi fosse stata la soluzione dottrinale degli errori del Concilio Vaticano II.

Di conseguenza, la Fraternità, che è sempre stata unita e forte, adesso è divisa e indebolita – il fratello si volge contro il fratello. Nessun argomento convincente è stato presentato a giustificazione di un tale fondamentale cambiamento di posizione – il Santo Padre non ha cambiato, in qualsivoglia maniera – la sua insistenza sull’ermeneutica della continuità a proposito della Tradizione e degli insegnamenti dell’ultimo Concilio. E tuttavia ci si dice di accettare il contrario.

Questo comportamento poteva produrre solo il profondo malessere che colpisce oggi la nostra Fraternità. Inoltre, l’utilizzo abusivo del segreto su così vasta scala da parte dei nostri attuali Superiori, privilegiando un piccolo gruppo di fiducia che sostiene la nuova politica verso Roma, ha contribuito a esacerbare ancor più questa dolorosa situazione.

Di conseguenza, mi appare ben chiaro che quelli che veramente hanno la responsabilità dell’attuale crisi, non sono coloro che hanno tentato di preservare la fermezza della nostra Fraternità e la professione senza ambiguità della fede cattolica al cospetto delle autorità conciliari, bensì coloro che hanno scelto di abbandonare la saggezza di insistere su una vera conversione da parte della Roma modernista, prima di prendere in considerazione un accordo pratico.

Alla luce di tutto questo, la decisione del Superiore generale di escludere uno dei suoi confratelli vescovi (scelti, al pari di lui, da Sua Eccellenza Monsignor Marcel Lefebvre) dalla riunione del Capitolo di luglio, come pure di rifiutarsi di ordinare i candidati provenienti dalle comunità religiose che hanno sempre condiviso con noi la stessa battaglia per la Tradizione, “fino a quando verrà accertata la loro lealtà”, sono profondamente inquietanti e ingiuste.

Continuare a ricorrere semplicemente a delle sanzioni sempre più pesanti contro coloro che si oppongono alla novità della nuova politica – Mons. Fellay ne ha accennato per la prima volta nell’edizione di marzo di Cor Unum – servirà solo a creare ulteriori divisioni e a fare sempre più male alla Fraternità. Al contrario, è mia profonda convinzione che solo un ritorno alla nostra posizione iniziale, di insistere su una reale conversione dottrinale di Roma prima di ogni accordo pratico, sarà in grado di restaurare una volta di più la pace e l’unità della nostra Fraternità Sacerdotale, da sempre fedele all’esempio e allo spirito del nostro beneamato fondatore, Mons. Marcel Lefebvre.

In Christo sacerdote et Maria Immaculata.

Fr. Matthew Clifton




agosto 2012

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