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Intervista di Paolo Facciotto a Don Pierpaolo Maria Petrucci Superiore del Distretto italiano della Fraternità San Pio X dal sito della Fraternità in italia ![]() -
Può darmi qualche numero del distretto italiano della FSSPX
nell’ultimo anno (quanti nuovi seminaristi e/o nuovi sacerdoti, ecc.)
Due sacerdoti
italiani (e riminesi) hanno partecipato all’ultimo Capitolo generale
della Fraternità San Pio X. Don Davide Pagliarani, Superiore del
Seminario de La Reja, in Argentina, ed io stesso, in qualità di
Superiore del Distretto d’Italia.
Quest’anno un
nuovo giovane sacerdote ha raggiunto il nostro Priorato di Albano: don
Massimo Sbicego che, dopo aver lasciato la diocesi di Vicenza, ha
trascorso un anno nel nostro seminario di Ecône, in Svizzera. Per
il momento cinque seminaristi italiani sono in formazioni di cui due
dovrebbero essere ordinati sacerdoti il prossimo anno.
- Il Capitolo si è concluso riconfermando l'unità interna alla Fraternità, quindi anche con coloro che non vedevano di buon occhio gli sviluppi dei colloqui con la Santa Sede. D'altra parte mons. Fellay ha ribadito “non siamo noi che rompiamo con Roma”, “lungi da noi l'idea di costituire una Chiesa parallela”, “noi riconosciamo il Papa e i Vescovi”. È un’apertura a un ulteriore dialogo? Il dialogo non sarà certo
interrotto da parte nostra poiché non pretendiamo difendere
opinioni personali. Per circa un anno e mezzo tre sacerdoti della
Fraternità, guidati da un nostro vescovo, Mons. de Galarreta,
hanno spiegato ai rappresentanti della Congregazione per la Dottrina
della Fede che il nostro rigetto delle nuove dottrine del Concilio
Vaticano II è motivato dalla loro opposizione al Magistero
perenne della Chiesa. Ogni qual volta saremo chiamati dalle
autorità romane a questo confronto risponderemo all’appello.
- Intendo rispettare il vincolo di segretezza cui è legato sui documenti intercorsi tra Fraternità e Santa Sede. Posso chiederle però di spiegarmi in parole semplici almeno un punto di controversia sui testi del Concilio Vaticano II? Un punto di controversia
è, per esempio, l’erronea affermazione che esistano
verità salvifiche, nelle religioni non cristiane, anche se in
contraddizione con quanto la Chiesa “crede e propone”. (Nostra Aetate n° 2). Tale
dottrina è fondata sul non identificare più la Chiesa di
Cristo con la Chiesa Cattolica (Lumen
gentium n° 8). Tutte le religioni, in particolare quelle
cristiane, divengono allora “strumenti di salvezza”, (Unitatis redintegratio n° 3).
Questa dottrina si oppone
all’insegnamento tradizionale del Magistero ed è all’origine di
tutta una pastorale che mina lo spirito missionario del Corpo Mistico.
- Mons. Fellay ha fatto riferimento alla vostra Fraternità come “un cuore solo e un’anima sola”. Immagino che per voi sia ciò a cui tendere a riguardo di tutta la Chiesa. Lei si dichiara ottimista circa il fatto che un domani la Fraternità ritrovi una piena comunione con la Chiesa? La comunione nella Chiesa
è fondata essenzialmente sulla fede. Poiché, come
Gesù lo ha promesso, “le porte dell’inferno non prevarranno”, un
giorno la Chiesa rigetterà gli errori che sono penetrati nel suo
seno e il problema della Fraternità San Pio X non avrà
più ragione d’essere. Ma fino a quando essa sarà
minacciata da dottrine eterodosse, professate anche dalle più
alte autorità, sarà per noi un dovere di coscienza
continuare a denunciarle. Il fatto che sia stato nominato come Prefetto
della Congregazione per dottrina della fede un
vescovo che ha posizioni, per lo meno ambigue su punti capitali
della fede cattolica, come il mistero della presenza reale di
Gesù Cristo nell’Eucarestia, mostra che questa crisi nella
Chiesa non è ancora finita.
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settembre 2012 |