Non indurite i vostri cuori
 



A causa dell'attuale emergenza, il numero di Radicati nella Fede di aprile non è stato possibile stamparlo, quindi non ne possiamo pubblicare l'editoriale.
In sostituzione pubblichiamo il contenuto dei video che sono stati messi in linea e che contengono gli interventi di Don Alberto Secci.

In questa pagina il primo, del 1 aprile 2020.
il video può essere visto su YouTube
https://www.youtube.com/watch?time_continue=
1&v=s9KDfZ20GPI&feature=emb_logo

L'immagine è nostra
E' stato mantenuto lo stile parlato.


 Radicati nella Fede, foglio di collegamento della chiesa di Vocogno e della cappella dell’Ospedale di Domodossola (
dove si celebra la S. Messa tradizionale)




NON INDURITE I VOSTRI CUORI





Nell’Ufficio Divino, il Mattutino di questi giorni, che inizia sempre con il Salmo invitatorio, il Salmo 94, porta questo ritornello: “Hodie si vocem Domini audieritis, nolite obdurare corda vestra”, “Oggi, che udite la voce del Signore, non indurite i vostri cuori”.

E’ proprio la grazia che dobbiamo chiedere: se udiamo la voce del Signore, non dobbiamo indurire i nostri cuori, non dobbiamo restare ostinati, fermi semplicemente in ciò che pensiamo, in ciò che già facciamo, in ciò che già decidiamo. Permettiamo che il Signore ci cambi. Non indurite i vostri cuori.

Ma, come è fatta la voce del Signore? “Oggi se udite la voce del Signore, non indurite i vostri cuori”. Come è fatta la voce del Signore? Certamente la voce del Signore è nella Sacra Scrittura, nella Sacra Bibbia, certamente è in tutto il Magistero della Chiesa, in tutto l’insegnamento della Chiesa, in tutta la Tradizione cristiana. Certamente è nella voce dei Santi, in ciò che i Santi hanno fatto e detto. Ma la voce del Signore è sicuramente nelle cose accadono, negli avvenimenti; e forse è proprio su questo aspetto che il nostro cuore si indurisce. “Oggi, se udite la voce del Signore, non indurite i vostri cuori”.

Se capitano determinate cose, non indurite i vostri cuori, perché il Signore parla anche attraverso una pandemia, anche attraverso una grande e diffusa epidemia, come quella che stiamo vivendo, che ci ha costretti a casa e che ha fatto morire tanta gente e soffrire e preoccupare tante anime. “Non indurite i vostri cuori”.

Allora, che cosa ci dice il Signore, ci dice che innanzi tutto che la vita quaggiù è precaria, che siamo fatti per altro. Ma che, e ne parlo in modo molto prudente, è un grande richiamo alla nostra conversione. Sempre, la sofferenza e la malattia sono stati presi nella vita della Chiesa come un grande richiamo alla conversione. Ma è tutta la Sacra Scrittura che ci dice questo.

Ora, e ne abbiamo già parlato tante volte, ma permettetemi di dire una parola su un aspetto; ora, bisogna stare attenti a come se ne parla. Certamente, la malattia, la sofferenza e la morte sono entrati nel mondo dopo il peccato originale, e quindi, la sofferenza, la malattia e la morte sono un richiamo per noi alla nostra condizione di peccato. Ma occorre iniziare da noi stessi.
Perché vi dico questo, perché bisogna stare molto attenti a quelli che dicono che la pandemia è arrivata perché il mondo deve convertirsi. Va bene. E’ vero. Ma questa conversione deve iniziare da noi stessi. E’ vera se inizia da te. E’ vera se inizia nel tuo dolore, nel dolore del tuo cuore.

Quello che fanno i profeti, accusando la società moderna, accusando il mondo di aver provocato il male con il suo peccato; ma se dicendo questo non provano dolore, non sono profeti cristiani; sono profeti di sventura; non sono veri profeti.
Da cosa capisci che uno è vero profeta? Che si richiama il mondo veramente a tornare a Dio? Quando, dicendo agli altri: occorre convertirsi, sente immediatamente il dolore per il suo personale peccato.
Mai nella Chiesa si ammette qualcuno che richiama alla conversione e che non sente a sua volta il dolore per il suo peccato, e quindi domandi la grazia per la propria conversione.
La Chiesa ci dice: misere nostri, Domine; o misere mei. Abbi pietà di noi, abbi pietà di me. Non ci si può tirar via dalla condizione di peccato, che universalmente accomuna tutto il mondo. E quando si vede che la società va male, si piange di dolore, ma di dolore sincero, perché è offeso Dio, certamente sì, ma anche perché il nostro peccato personale, il mio peccato personale, ha provocato, ha aumentato questo male nel mondo. Se il mondo è così è perché anch’io ho peccato, se il mondo è così è perché anch’io non sono stato fedele a Gesù Cristo.

Ma senti bene, se la Chiesa è indebolita, la Chiesa Una, Santa, se la Chiesa è indebolita e a volte sfigurata, è perché io, suo figlio, l’ho appesantita con il mio peccato.
Credo che questo sia il tema di questi giorni, dentro questa grande epidemia: “Hodie si vocem Domini audieritis, nolite obdurare corda vestra”. Non indurite i vostri cuori.
Allora, come si sciolgono i nostri cuori induriti, come si sciolgono i nostri cuori di pietra?
Solo piangendo i proprii peccati; e sentendo già la dolcezza della misericordia di Dio. Chi non parte da questo, non è cristiano. Chi non parte da questo è pericoloso.











Aprile 2020

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