A proposito di Traditionis custodes

Parte sesta

Articolo della Fraternità San PIo X





L'insegnamento di Mons. Marcel Lefebvre



Nel motu proprio Traditionis custodes, Papa Francesco stabilisce tutta una serie di misure destinate a circoscrivere la Messa tridentina, con la speranza di farla sparire a vantaggio esclusivo della Messa di Paolo VI.
Un tale accanimento spinge a porsi una domanda: le motivazioni che egli dà nella lettera di accompagnamento del motu proprio, corrispondono realmente allo scopo che si è posto?

Nel nostro primo articolo abbiamo considerato le motivazioni ufficiali.
Nel secondo articolo abbiamo considerato lo scopo concreto.
Nel terzo articolo abbiamo considerato la questione di fondo: il legame tra il Concilio e il novus ordo.
Nel quarto articolo abbiamo considerato le reazioni, tra attendismo e indignazione
Nel quinto articolo abbiamo considerato lo spirito che Francesco manifesta con quest’atto
Adesso porremo mente all'insegnamento di Mons. Marcel Lefebvre

In questo periodo di crisi senza precedenti, di fronte a questo nuovo attacco contro la Messa tridentina, è utile rifarsi a questa omelia di Mons. Marcel Lefebvre pronunciata il giorno delle ordinazioni sacerdotali del 29 giugno 1982, al seminario di Ecône.
Il fondatore della Fraternità San Pio X vi stabilisce un parallelo fra la Passione di Cristo e la passione della Sua Chiesa nel nostro tempo.
Solo uno sguardo di fede permette di rimanere in piedi nella prova, come la Santissima Vergine Maria ai piedi della Croce: stabat Mater.





In poche parole, vorrei cercare di illuminare un po’ le vostre menti su quella che mi sembra essere la nostra linea di condotta in questi eventi molto dolorosi che stanno avvenendo nella Santa Chiesa. Mi sembra che possiamo paragonare questa passione che la Chiesa sta soffrendo oggi alla Passione di Nostro Signore Gesù Cristo.

Vedete come gli stessi Apostoli rimasero stupiti quando videro Nostro Signore legato, dopo aver ricevuto il bacio del tradimento da Giuda, Egli viene portato via, viene vestito con una veste scarlatta; viene deriso; viene battuto; viene caricato con la Croce e gli Apostoli fuggono. Gli apostoli sono scandalizzati. Questo non è possibile! Non è possibile che colui che Pietro ha proclamato "il Cristo, il Figlio di Dio" (cfr. Mt 16,16), sia ridotto a questa indigenza, a questa umiltà, a questa umiliazione. Non è possibile! Ed essi fuggono da lui.

Solo la Vergine Maria con San Giovanni e alcune donne circondano Nostro Signore. Essi hanno mantenuto la fede. Non vogliono abbandonare Nostro Signore. Sanno che Nostro Signore è Dio; ma sanno anche che è uomo. Ed è proprio questa unione della divinità e dell’umanità di Nostro Signore che ha posto problemi straordinari, perché Nostro Signore non ha voluto essere solo un uomo, Egli ha voluto essere un uomo come noi, con tutte le conseguenze del peccato, ma senza il peccato. A parte il peccato, ha voluto subirne tutte le conseguenze: il dolore, la fatica, la sofferenza, la fame, la sete, la morte, fino alla morte.

Lo scandalo della Croce

Sì, Nostro Signore ha realizzato questa cosa straordinaria che ha scandalizzato gli Apostoli, prima di scandalizzare molti altri che si sono separati da Nostro Signore, o che non hanno più creduto alla divinità di Nostro Signore. In tutta la storia della Chiesa, si vedono delle anime che, stupite dalla debolezza di Nostro Signore, non hanno creduto che fosse Dio.

Questo è il caso di Ario. Ario disse: «No, non è possibile, quest’uomo non può essere Dio. Senza dubbio è un superuomo; è il primogenito; ma non è Dio, perché ha detto che è meno di suo Padre; che suo Padre è più grande di lui. Quindi è meno di suo Padre, quindi non è Dio.

E poi ha pronunciato queste parole così sorprendenti: «L’anima mia è triste fino alla morte». Come poteva Lui che aveva la visione beatifica, che vedeva Dio nella sua anima umana, e che quindi era molto più glorioso che infermo, molto più eterno che temporale, la cui anima era già nell’eternità beata... Eccolo che soffre e dice: «L'anima mia è triste fino alla morte" (Mt 26, 38); e pronuncia quelle parole sorprendenti che noi stessi non avremmo mai immaginato di mettere sulle labbra di Nostro Signore: «Signore, Signore, perché mi hai abbandonato?» (Sal 21, 2).

Ma come può Nostro Signore Dio stesso dire questo: “Perché mi hai abbandonato?». Allora lo scandalo - ahimè! - si diffonde tra le anime deboli, e Ario porta quasi tutta la Chiesa a dire: «No, questa persona non è Dio».

Altri, al contrario, reagiranno e diranno: «Ma forse tutto quello che Nostro Signore ha subito, questo sangue che scorre, queste ferite, questa Croce, tutto questo è immaginazione. Infatti, si tratta di fenomeni esterni che sono accaduti, ma che non erano reali, un po’ come l’Arcangelo Raffaele, quando accompagnava Tobia e poi diceva a Tobia: «Tobia, tu pensavi che io mangiassi quando ho preso il cibo, ma no, io mi nutro di cibo spirituale» (cfr. Tb 12, 19).

Così l’Arcangelo Raffaele non aveva un corpo come quello di Nostro Signore Gesù Cristo; non era nato nel grembo di una madre terrena come Nostro Signore era nato dalla Vergine Maria. Forse Nostro Signore era un fenomeno del genere e che, sembrando mangiare, non mangiava, sembrando soffrire, non soffriva.
E poi ci furono quelli che negarono la natura umana di Nostro Signore Gesù Cristo, i Monofisiti, i Monoteliani, che negarono la natura umana e la volontà di Nostro Signore Gesù Cristo: tutto era Dio in Lui e tutto ciò che accadeva era solo apparenza.
Vedete le conseguenze di coloro che si scandalizzano della realtà, della verità.

Allora, farò un confronto con la Chiesa di oggi. Oggi, siamo scandalizzati - sì, veramente scandalizzati - dalla situazione della Chiesa. Pensavamo che la Chiesa fosse veramente divina e non potesse mai sbagliare, che non potesse mai ingannarci.


La Chiesa divina e umana

Sì, è vero, la Chiesa è divina, la Chiesa non può perdere la Verità, la Chiesa conserverà sempre la Verità eterna. Ma essa è anche umana, la Chiesa è umana e più umana di Nostro Signore Gesù Cristo! Nostro Signore non poteva peccare, Egli era il Santo, il Giusto per eccellenza. Ma la Chiesa, se è divina, e veramente divina, ci porta tutte le cose di Dio e particolarmente la Santa Eucarestia, quelle realtà eterne che non potranno mai cambiare, che faranno la gloria delle nostre anime in Cielo.
Sì, la Chiesa è divina, ma è anche umana. Essa è condotta da degli uomini che possono essere peccatori, che sono dei peccatori e che, se partecipano in una certa maniera alla divinità della Chiesa – in una certa misura, come per esempio il Papa col carisma dell’infallibilità partecipa alla divinità della Chiesa, e tuttavia egli resta un uomo, resta peccatore. E al di fuori dei casi in cui egli usa il carisma dell’infallibilità, egli può errare, egli può peccare.

Allora, perché scandalizzarci e dire come certuni a imitazione di Ario: «Egli non è Papa, non è un Papa», come Ario diceva: «Questi non è Dio. Non è vero, Nostro Signore non può essere Dio». Così anche noi saremmo tentati di dire ugualmente: «Non è possibile, non può essere papa facendo ciò che fa».

E come altri, al contrario, che divinizzerebbero la Chiesa a tal punto che tutto sarebbe perfetto nella Chiesa, e che - essendo tutto perfetto nella Chiesa – per noi non si tratterebbe di fare nulla che possa opporsi a qualcosa che ci viene da Roma.
O anche, siccome a Roma tutto è divino e bisogna accettare tutto quello che viene da Roma, fanno come quelli che dicevano che Nostro Signore era talmente Dio che non era possibile che soffrisse, che erano apparenze di sofferenza, ma che in realtà non soffriva, che in realtà il suo Sangue non scorreva, che queste erano apparenze che stavano davanti agli occhi di chi gli stava intorno, ma che non erano una realtà.

Così è lo stesso con alcuni oggi che seguono, dicendo: «No, niente può essere umano nella Chiesa, niente può essere imperfetto nella Chiesa». Anche loro si sbagliano. Non seguono la realtà delle cose. Fino a che punto può arrivare l'imperfezione nella Chiesa? Fin dove può arrivare il peccato nella Chiesa - direi - il peccato nell’intelligenza, il peccato nell’anima, il peccato nel cuore e nella volontà?

I fatti ce lo dimostrano. Come vi ho detto prima, non avremmo mai osato mettere sulle labbra di Nostro Signore questa parola: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» Non avremmo mai osato mettere una parola del genere sulle Sue labbra. Né avremmo mai pensato che il male e l’errore potessero penetrare nella Chiesa in questo modo.

Noi viviamo in questi tempi! Non possiamo chiudere gli occhi. Le cose sono lì davanti a noi, non dipendono da noi. Siamo testimoni di ciò che sta accadendo nella Chiesa. Siamo testimoni delle cose spaventose che sono successe dopo il Concilio, delle rovine che si accumulano giorno dopo giorno, anno dopo anno nella Santa Chiesa. E più si va avanti, più si diffondono gli errori e più i fedeli perdono la fede cattolica.

Un’inchiesta condotta recentemente in Francia, diceva che praticamente si può ritenere che vi sono solo due milioni di cattolici francesi che sono ancora veramente cattolici.

Quindi stiamo andando verso la fine. Tutti cadranno nell’eresia, tutti cadranno nell’errore, perché i chierici - come diceva San Pio X – si sono introdotti nella Chiesa, hanno occupato la Chiesa e hanno diffuso gli errori col favore dell’autorità che hanno nella Chiesa.

Siamo obbligati a seguire l’errore perché ci viene dall’autorità? Non più di quanto dovremmo obbedire a genitori indegni che ci chiedono di fare cose indegne; né dovremmo obbedire a chi ci chiede di abbandonare la nostra fede e di abbandonare ogni tradizione. È fuori questione!

Certamente è un grande mistero. Grande mistero di questa unione della divinità con l’umanità. La Chiesa è divina, la Chiesa è umana. Fino a che punto i difetti dell’umanità - direi - possono quasi raggiungere la divinità della Chiesa? Solo Dio lo sa. È un grande mistero.

Per amore della Chiesa

Ma noi costatiamo i fatti. Dobbiamo porci davanti a questi fatti e non abbandonare mai la Chiesa. La Chiesa cattolica romana, non abbandonarla mai! Non abbandonare mai il successore di Pietro, perché è attraverso di lui che siamo legati a Nostro Signore Gesù Cristo, lui il Vescovo di Roma, successore di Pietro.

Ma se per disgrazia, trascinato da non so quale spirito o quale formazione o da quale pressione che subisce, se per negligenza egli ci lascia e ci conduce su cammini che ci fanno perdere la fede, non dobbiamo seguirlo pur riconoscendo che è Pietro, e che se parla con il carisma dell’infallibilità, dobbiamo accettarlo. Ma quando non parla con il carisma dell’infallibilità, può anche sbagliarsi. Ahimè! Non è la prima volta che questo accade nella storia.

Forse a questo livello e a questo grado, è la prima volta che costatiamo una cosa del genere nella storia, quindi siamo davvero profondamente turbati, profondamente mortificati, noi che amiamo tanto la Santa Chiesa, che l’abbiamo venerata e la veneriamo ancora. Ed è per questo che esiste questo seminario [di Ecône], per amore della Chiesa, cattolica, romana, e che esistono tutti questi seminari! Noi siamo profondamente feriti nel nostro amore per nostra Madre, a pensare che i suoi servitori - ahimè! - non la servono più e le servano perfino un cattivo servizio.

Allora, noi dobbiamo pregare, dobbiamo sacrificarci, dobbiamo restare come Maria ai piedi della Croce, non abbandonare Nostro Signore Gesù Cristo, anche se sembra come dice la Scrittura: «era come un lebbroso sulla Croce» (cfr. Is. 53, 3 e seguenti).
La Vergine Maria aveva la fede e vedeva dietro le Sue ferite, dietro il Suo cuore trafitto, vedeva Dio, il Suo Figlio divino.

Anche noi, attraverso le ferite della Chiesa, attraverso le difficoltà che affrontiamo, attraverso le persecuzioni che subiamo anche da parte di coloro che hanno autorità nella Chiesa, non abbandoniamo la Chiesa.

Amiamo nostra Madre la Santa Chiesa, serviamola sempre, nonostante le autorità se ci perseguitano. Sì, nonostante le autorità che ci perseguitano ingiustamente, noi continuiamo la nostra strada, continuiamo il nostro cammino. Vogliamo mantenere la Santa Chiesa cattolica romana. Vogliamo continuarla e la continueremo col sacerdozio, col sacerdozio di Nostro Signore Gesù Cristo, con il vero sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo, con i veri sacramenti di Nostro Signore Gesù Cristo, col suo vero catechismo.

Perciò, miei cari amici, oggi, vedete: come io stesso sono stato ordinato, e come qui sono stati ordinati i confratelli che hanno una certa età, tutti ordinati nella Santa Messa tradizionale di sempre, hanno ricevuto il potere di celebrare la Santa Messa e il Santo Sacrificio in questo rito romano di sempre. Ricordatelo: sono stato ordinato in quel rito e non voglio lasciarlo; non voglio abbandonarlo, è la Messa in cui sono stato ordinato e in cui devo continuare a vivere. Ed è veramente la Messa della Chiesa cattolica romana.

Siate fedeli al vostro Santo Sacrificio della Messa che vi dà tante e tante consolazioni, tanta gioia, tanto sostegno nelle vostre difficoltà, nelle vostre prove. Nelle persecuzioni che rischiate di subire, troverete la forza di sopportare.

Siate fedeli al vostro Santo Sacrificio della Messa, che vi dà tanta consolazione, tanta gioia, tanto sostegno nelle vostre difficoltà, nelle vostre prove. Nelle persecuzioni che rischiate di subire, troverete la forza di sopportare con Nostro Signore Gesù Cristo tutti questi scompensi; la troverete nel Santo Sacrificio della Messa.

E dando veramente Nostro Signore Gesù Cristo nel suo Sangue, nel suo Corpo, nella sua Anima, nella sua Divinità, ai fedeli, darete anche ai fedeli il coraggio di continuare a seguire la Chiesa nella sua Tradizione e di conformarsi a tutti gli esempi dei santi che li hanno preceduti, che ci hanno preceduto. Tutti coloro che sono stati canonizzati, beatificati, mostrati come esempi di santità nella Santa Chiesa, tutti questi continueranno ad essere i nostri modelli.



novembre 2021
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