Matrimonio in divisa da carabiniere:

Elena e Claudia coronano il loro sogno d’amore

di Letizia Cini







Dopo le nozze vip che hanno fatto il giro del web fra la cantautrice Paola Turci e Francesca Pascale, è la volta di una nuova unione che sta facendo il giro dei social, abbattendo un altro tabù: quello della divisa.
E non una a caso, ma quella dell’Arma dei Carabinieri, indossata da Elena Mangialardo che ha convolato a giuste nozze con Claudia De Dilectis (lei in abito bianco). Le due giovani donne si sono unite civilmente lo scorso 18 luglio a Cefalù – dove si sono conosciute e innamorate 8 anni fa – regalando un ritratto dell’amore assoluto, quello in grado di andare oltre i pregiudizi.

Elena, 33 anni, vicebrigadiere in servizio a Roma, ha sposato la sua compagna in alta uniforme, seguendo tutto il cerimoniale dell’Arma. Per loro picchetto d’onore con tanto di colpo di sciabola. All’arrivo delle due spose, i militari si sono messi sull’attenti e sulle note di Gabriel’s Oboe di Ennio Morricone, sotto un ponte di spade, hanno atteso il loro passaggio mano nella mano. “Finalmente spose, abbiate il coraggio di amare” hanno detto a Palermo Today

Elena è vicebrigadiere in servizio al Radiomobile Cassia di Roma mentre Claudia è una imprenditrice. L’alta uniforme, che Elena ha indossato per il momento più celebrativo della cerimonia, è poi stata dismessa. Al ricevimento anche Elena ha indossato un elegante abito bianco. racconta la loro storia.





Un amore nato a Cefalù

Una storia d’amore nata d’estate proprio a Cefalù, dove Elena è nata (anche se da anni vive ormai a Roma, dove ha preso servizio). “Lì i nostri occhi si sono incrociati 13 anni fa e non hanno più smesso di cercarsi – racconta Claudia a PalermoToday – fino a ritrovarsi. Ad oggi condividiamo il nostro amore da 8 anni ed è ancora tutto come il primo giorno. Speriamo che il nostro matrimonio sia solo un monito per tutti ad avere il coraggio di amare. Ci auguriamo che tutto ciò possa servire a far vedere semplicemente la forza dell’amore nonostante tutto. Non vogliamo essere le prime donne, la prima donna in divisa, la prima donna imprenditrice o quant’altro, ma una coppia come tante che porta dentro di sé le proprie battaglie di vita trionfando con l’amore”.

“Speriamo che la nostra unione faccia capire la forza dell’amore: abbiate il coraggio di amare”, così la carabiniera Elena e Claudia condividono la gioia per il loro matrimonio.
 Le due vivono a Roma e stanno insieme da 8 anni ma è la città di Cefalù ad aver fatto da Cupido alle due: “Lì i nostri occhi si sono incrociati 13 anni fa e non hanno più smesso di cercarsi fino a ritrovarsi. Ad oggi condividiamo il nostro amore da 8 anni ed è ancora tutto come il primo giorno – spiegano – non vogliamo essere le prime donne, la prima donna in divisa, la prima donna imprenditrice o quant’altro, ma una coppia come tante che porta dentro di sé le proprie battaglie di vita trionfando con l’amore”.

Unioni civili e matrimoni egualitari: a che punto siamo?

La cerimonia che ha coronato il sogno d’amore di Elena e Claudia è stata un’unione civile. Che, per quanto somigli ad un vero e proprio matrimonio, ha le sue importanti differenze. Le unioni civili, legali in Italia dal 2016 dopo l’approvazione della cosiddetta Legge Cirinnà, dal nome della senatrice del Pd che l’aveva proposta, garantiscono alle persone omosessuali che scelgono di ‘sposarsi’ la tutela dal punto di vista legale e alcuni diritti e doveri previsti anche per il matrimoni. Non tutti. Da allora, comunque, sono più di 10.000 coppie in tutta Italia ad aver contratto un’unione di questo genere.

Tuttavia, per quanto questo tipo di istituto rappresenti un passo avanti importante nel riconoscimento dei diritti della comunità Lgbtq+, nel nostro Paese siamo ancora ben lontani dall’essere considerati all’avanguardia sul tema. Intanto perché i matrimoni tra persone dello stesso sesso erano e sono illegali.

Vediamo quindi quali sono le differenze – sostanziali – tra le due formule:

▪    il matrimonio civile viene celebrato solo tra un uomo e una donna, l’unione civile solo tra persone dello stesso sesso;
▪    nel matrimonio sono necessarie le pubblicazioni, nell’unione civile non sono previste;
▪    il matrimonio in Italia può essere sia concordatario (con celebrazione in chiesa e poi relativo riconoscimento da parte dello Stato), sia civile, celebrato nel comune scelto dai due coniugi. L’unione civile si può celebrare invece esclusivamente davanti all’ufficiale di Stato Civile e a due testimoni;
▪    i diritti dei coniugi nel matrimonio e nell’unione civile sono simili (obbligo di coabitazione, assistenza morale e materiale e di contribuire al bene comune della famiglia) ma ci sono due importanti differenze per quanto riguarda le adozioni dei figli e l’obbligo di fedeltà, che non sono previsti per le coppie dello stesso sesso;
▪    per il divorzio le coppie sposate possono richiederlo dopo 6/12 mesi, mentre le coppie unite civilmente possono ricorrervi tramite una dichiarazione all’ufficiale di Stato Civile. Dopo soli tre mesi, la coppia può chiudere l’unione rivolgendosi al tribunale.


Com’è intuibile quella del matrimonio egualitario è una richiesta pressante che le coppie Lgbtq+ e gli attivisti della comunità stanno facendo da tempo alle nostre istituzioni. Anche perché ci troviamo, come spesso accade in questo frangente tematico, ad essere tra gli ultimi Paesi in materia di diritti per le persone dello stesso sesso. Basti pensare che siamo l’unica nazione dell’Europa occidentale a non prevederlo, mentre è valido, ad oggi, in 28 paesi del mondo, tra i quali Spagna, Germania e Malta. Per questo in Senato sono stati presentati, solo negli ultimi mesi, sia una proposta di referendum sia un disegno di legge perché il matrimonio egualitario diventi legale anche in Italia. Staremo a vedere, ma intanto celebriamo l’amore.




 


agosto 2022
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