IV assemblea del Cammino sinodale tedesco:

uno scisma consumato

parte seconda

Articolo della Fraternità San Pio X


Pubblicato sul sito informazioni della Fraternità

Parte prima
Parte seconda
Parte terza




Palazzo che ospita il Sinodo tedesco


Da giovedì 8 a sabato 10 settembre si è svolta a Francoforte la IV e penultima assemblea del Cammino sinodale tedesco, dove si è avuta occasione di valutare la determinazione di una parte della Chiesa in Germania ad andare fino in fondo in un processo che tende allo scisma.

Nel corso della prima giornata si è prodotto un colpo di scena: il rigetto del testo sulla morale sessuale, grazie al rifiuto di 21 vescovi che hanno votato contro il testo, rappresentanti la minoranza con diritto di veto, come abbiamo riportato nell’articolo precedente.


Concerto di lamenti

Dopo il rigetto del testo le cui proposizioni sono tutte una più scandalosa dell’altra, il secondo giorno, venerdì 9 settembre, c’è stato un concerto di lamenti contro tale rigetto. Diversi vescovi hanno espresso la loro delusione.

Il vescovo di Hildesheim, Mons. Heiner Wilmer, ha riconosciuto che si è trattato di una battuta d’arresto per i progetti di riforma della Chiesa; ed ha dichiarato: «Io ho votato a favore del documento base sulla riforma della dottrina sessuale cattolica e sono molto contrariato per il fatto che non sia stata raggiunta la maggioranza dei due terzi dei vescovi».

Egli condivide la delusione di numerosi cattolici per il fallimento del testo durante la votazione di giovedì sera. La riforma della dottrina sessuale della Chiesa è e rimane secondo lui un tema essenziale. «Il rigetto del documento base da parte di una minoranza di vescovi non cambia nulla», e assicura che continuerà ad impegnarsi per un rinnovamento della morale sessuale cattolica.

Una suora benedettina è arrivata a parlare di “autoscomunica” dei vescovi interessati! Questo termine è stato fermamente respinto da uno di loro che è stato sostenuto da Mons. Georg Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca (Dbk) e copresidente del Cammino sinodale.


Adozione di un testo contrario alla dottrina e alla disciplina cattoliche

Nella serata, dopo i trambusti generati dal voto negativo, l’assemblea ha ripreso la sua marcia verso l’abisso. E’ stato adottato a larga maggioranza un documento proposto in seconda lettura: approvato dal 92% dei delegati e dall’83% dei vescovi.

Si tratta di un testo “d’azione”, cioè ai fini pratici, intitolato: «Rivalutazione dottrinale dell’omosessualità»; compilato sulla base del testo rigettato il giorno prima esso comporta un problema che è stato percepito da alcuni, ma ignorato dalla presidenza.

Nello spazio di tre pagine, il testo «raccomanda al Papa di procedere ad una precisazione e ad una rivalutazione dell’omosessualità sul piano magisteriale». In esso si afferma che «la sessualità tra persone dello stesso sesso, compresi gli atti sessuali, non è un peccato che separa da Dio e non deve essere giudicata come cattiva in sé».

Il pratica, il testo chiede una revisione del Catechismo e in particolare «gli atti sessuali devono essere ritirati dall’elenco dei «principali peccati contro la castità».
In più: «la Chiesa deve confessare di aver infitto delle sofferenze a delle persone e di avere violato la loro dignità col suo insegnamento e la sua pratica in materia di omosessualità».

E poiché «l’omosessualità non è una malattia, le cosiddette “terapie di conversione” devono essere rigettate».
Ed infine: «a nessuno deve essere impedito di assumere delle funzioni ecclesiastiche o di essere ordinato prete, e nessuna persona al servizio della Chiesa deve subire svantaggi professionali perché orientata all’omosessualità».

La giustificazione avanzata si basa sull’evoluzione delle mentalità e delle scienze umane.
«La rivalutazione dell’omosessualità vissuta, qui proposta, si muove su un percorso che cerca di costruire ponti tra le esistenti dottrina e tradizione della Chiesa e uno sviluppo sopraggiunto».


Modifica del Regolamento base del servizio alla Chiesa

In Germania esiste un Regolamento base del servizio alla Chiesa nel quadro delle relazioni di lavoro ecclesiastico, il quale disciplina l’assunzione, il trattamento e il licenziamento del personale alle dipendenze delle istituzioni ecclesiastiche.

Questo Regolamento, a fianco delle disposizioni riguardanti la qualità del lavoro, prevede misure basate sulla vita morale del dipendente. In particolare, prevede che una vita morale disordinata sia motivo di licenziamento.
Il testo adottato in seconda lettura dall’Assemblea del Cammino sinodale, oltre che dai vescovi, prevede l’abolizione di queste disposizioni.

In nome della dignità umana e dell’evoluzione dell’opinione pubblica, il Regolamento non deve più consentire che «le decisioni a favore di una forma giuridica di convivenza siano considerate violazioni degli obblighi di lealtà e, di conseguenza, impedire l’assunzione al servizio della Chiesa o comportare la cessazione di un rapporto di lavoro esistente».

Inoltre, «è opportuno introdurre nel Regolamento fondamentale una clausola di non discriminazione che vieti ai datori di lavoro ecclesiastici di non assumere una persona a causa della loro identità sessuale o della scelta di una forma giuridica di unione, o di licenziare un collaboratore ecclesiastico per questi motivi».

Infine, devono essere modificate nello stesso senso le ordinanze concernenti la Missio canonica. Lo stesso vale per le modalità di concessione del Nihil obstat.
Tuttavia, per quest’ultimo punto si precisa che, «in quanto materia riguardante la Chiesa universale, esse devono essere modificate in funzione della Chiesa universale».

In altre parole, il documento si oppone ad ogni sanzione o discriminazione nell’assunzione dei divorziati risposati o delle  coppie omosessuali.


Testo base del III forum su «le donne nei ministeri e nelle funzioni della Chiesa


La seconda giornata si è conclusa con l’adozione del testo base del III forum sulla uguaglianza dei diritti delle donne nella Chiesa. Adottato in seconda lettura dal 92% dei delegati e dall’82% dei vescovi, il testo rivendica l’uguaglianza delle donne in tutti i posti di responsabilità e nell’accesso ai ministeri ordinati.

Bisogna notare questo passo dell’introduzione: «la forma istituzionale e ufficiale della Chiesa deve essere modellata in ogni momento»; cosa che si oppone direttamente alla costituzione divina della Chiesa.

Più avanti viene indicato il mezzo per pervenirvi: «Per questo è indispensabile riflettere sulle diverse posizioni teologiche nella prospettiva dell’uguaglianza dei sessi; entrare in stretto contatto con le scienze sociali, culturali e umane e riprendere in maniera costruttiva le loro riflessioni sulla teoria del genere».

I redattori hanno anche cercato l’ispirazione nella teologia e nella pratica degli Ortodossi e dei riformati… senza dimenticare il famoso Sinodo di Würzburg [Bassa Franconia].
Essi contestano la tradizione della Chiesa e mettono in discussione le decisioni definitive sull’esclusione delle donne dai ministeri ordinati.

L’Assemblea del Cammino sinodale è stata così rassicurata: la rivoluzione avanza e lo scisma – per non dire eresia su alcuni punti – si consolida nei cuori e nelle disposizioni pratiche.



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settembre 2022
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