Alessandro Gnocchi e Paolo Gulisano

Ho seguito questa tristissima vicenda, ed ho la presunzione, finalmente, di scrivere per contribuire alla discussione con un mio breve commento, per quello che vale, e per chiedere un chiarimento, se possibile.

Mi permetto di osservare che il Dottor Giulisano, senza tante tergiversazioni, Sisi - Nono,  dovrebbe solo cortesemente dirci:

1) se lui crede la Chiesa Una Santa Cattolica Apostolica, Corpo Mistico di Cristo, con alla testa il Papa, capo visibile, Successore di Pietro e Vicario di Gesù Cristo, capo invisibile (con buona pace dell’Annuario pontificio).
 
2) Se crede che al di fuori della Chiesa non vi sia salvezza (a meno che non si verifichino condizioni particolarissime).

3) Se considera che il lasciare la Chiesa per una setta qualunque sia apostasia.

4) Se considera l’apostasia un peccato mortale.

5) Se ha cercato di dissuadere il suo amico dal mettere la sua salute eterna a rischio compiendo il passo che ha compiuto.

Per giunta, come medico, mi permetto di dissentire dalla diagnosi del mio esimio collega Dottor Gulisano: la Santa Chiesa è certamente “malata” gravemente, a causa del veleno neomodernista che le fu inoculato all’epoca del Vaticano II e che ne ha infettato la gerarchia fino al vertice, ma la Santa Chiesa non è e non potrà mai essere “in fase terminale”, cioè moribonda e senza alcuna speranza di guarigione,  dal momento che la Sua vitalità e la Sua forza le vengono dall’antica promessa, non prevalebunt, che non fu fatta mai né a nessun altro malato, né tantomeno, per parlar fuor di metafora, a nessuna setta separata, men che meno a quella arbitrariamente detta Ortodossa.

Lo crede questo il mio esimio collega?

Lo spero sinceramente, ma allora, con tutto il rispetto, e per coscienza e per l’edificazione dei suoi lettori, farebbe meglio a chiarire il suo pensiero.

Molto cordialmente

Dott. Paolo Ferrante

11 marzo 2023