Replica a Gulisano
 

del
Prof. Luciano Pranzetti
 
11 marzo 2023




Alessandro Gnocchi e Paolo Gulisano


Il dottor Paolo Gulisano, dovrebbe sapere che quando si entra in un certame dialettico - e questo lo è – sarebbe cosa buona e degna rivelare il nome dell’antagonista dal momento che questi non si nasconde sotto l’ombra di pseudonimi ed io non sono certamente uno di quelli che tirano il sasso e nascondono la mano.
Bene, detto ciò che doverosamente andava esplicitato, mi accingo a chiosare la dichiarazione che il predetto dottore ha inviato al sito www.unavox.it con cui intende precisare la sua posizione riguardante la natura e la filosofia del rapporto che lo unisce ad Alessandro Gnocchi il cui passaggio alla confessione ortodossa russa costituisce il focus di tutto il dibattito.
Poiché l’apostasia di Gnocchi ha suscitato, e suscita tuttora, clamore e rumore e a difesa essendo l’ulteriore intervento di P. Gulisano, non mi resta che mettere in evidenza la debolezza argomentativa di tutto l’impianto con l’esposizione di alcuni passi emblematici di tale tipicità.

1) Affermare, come fa, di rendersi “conto del clamore suscitato nel mondo del Cattolicesimo Tradizionalista” dall’apostasia di Gnocchi, rivela una parziale visione del problema perché il salto mortale – compiuto da uno che giorni prima s’era dimostrato un primipilo, esponente di grido dell’apologetica cattolica – non scuote solamente il Cattolicesimo “tradizionalista” ma l’intera comunità dei fedeli.
Secondo invece il suo punto di vista sarebbe da credere che, eccezion fatta per il settore tradizionalista, al resto dei cattolici non interessi un ette dello stupore, del dolore, dello scandalo, come se il danno si riversi esclusivamente nella coscienza del cattolico della Tradizione;

2) La buona educazione e il rispetto sono i limiti in cui Gulisano è voluto stare e, pertanto, non si è occupato della scelta in sé – l’apostasia - ma dell’analisi del libro scritto da Gnocchi per propria discolpa. Comportamento che, per un medico come lui, equivarrebbe a omettere – tanto per non allarmarlo - un radicale intervento a un suo paziente a pro’ del quale, invece, parlerebbe, ad esempio, di come sia invece più giovevole alla salute fare quattro passi in giardino.
Ciò, applicato al caso in questione, si configura come mancata correzione fraterna per la cui omissione, stando a quanto si legge in Ezechiele, il Signore Iddio chiederà conto a chi poteva e doveva ammonire il perverso e non l’ha fatto (3, 18).

3) Non è vietato – scrive Gulisano – leggere libri di autori appartenenti a chiese scismatiche che, per quanto da lui stesso dichiarato, lo hanno arricchito, tra i quali Clive Staples Lewis, Solgenytsin, Solovev. Certamente non è vietato perché, secondo quanto afferma Ovidio, “Fas est et ab hoste doceri” = è lecito imparare anche da un nemico.
La questione, però, sta tutta in che cosa si possa imparare; ad esempio, la tattica di guerra, la prudenza negli affari, la tempistica degli interventi. Insomma, tutto, fuorché le cose attinenti il sacro.
Il protestante Lewis e gli ortodossi russi Solovev e Solgenytsin non hanno alcunché di positivo né titolo per insegnare a un cattolico il quale può disporre di autori di ben altra levatura e di edificazione.

Il libro di Gnocchi, RITORNO ALLE SORGENTI, va letto – secondo Gulisano – con interesse per capire cosa abbia portato un campione, come il suo autore, ad abbandonare la Chiesa Cattolica. Solo così, conclude il paragrafo, si eviterebbero condanne inesorabili.
Vero, ma non sarebbe meglio una inesorabile condanna umana ma temporanea, che quella divina ed eterna?

4) Gnocchi non ha scelto l’apostasia come semplice ed immediata reazione alla grave situazione critica della Chiesa, ma la sua è stata una decisione a lungo meditata, di consapevole volontà. Tale affermazione, lungi dal conferire all’apostata attestato di alta idealità e di purezza di intenti, costituisce un atto di accusa con cui, in un ipotetico processo, gli verrebbero negate le attenuanti di specie, quali: uno stato di forte delusione, uno sdegno, un rovello interiore, un pungente desiderio di purificare l’ambiente ecclesiale dalle mefitiche arie moderniste. Manifestazioni, come si vede, di una lacerante inquietudine tali da farlo ritenere incapace di intendere e di volere e, pertanto, da mandare assolto.
Ma no! Gnocchi, nell’assumere la scellerata decisione di passare al nemico, ha messo in campo tutta la sua lucidità di mente e tutta la sua capacità di logica con cui – in un serrato confronto con N. S. G. C. – ha stabilito, capovolgendo la Storia, non veritiera la Parola di Dio e della Sua Chiesa accreditando, così, l’eresia e lo scisma di un’aura di verità.
Siffatta azione, condotta con lucida determinazione, chiàmasi, in termini generici, TRADIMENTO, e in termini canonici APOSTASIA, per la quale pagherà – salvo ritorno alla Madre - un dazio scottante.

5) Gulisano – e la cosa ci rinfranca - vorrebbe rassicurare coloro, che si preoccupano per lui, che mai abbandonerà la barca di Pietro “soprattutto ora che è in procinto di affondare”.
Noi siamo lieti di questo suo rincorante messaggio ma vorremmo tranquillizzarlo sul futuro della stessa barca la quale non affonderà mai, a dispetto di quanti remano contro, per espressa garanzia di Colui che l’ha varata quando circa duemila anni fa’ decretò che “le porte degli inferi non prevarranno contro di essa” (Mt. 16, 18) rinforzando questa promessa con la certezza della Sua presenza per tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Mt. 28, 20).

Riflessione finale: ma se Gulisano è determinato “come torre ferma / che non crolla già mai la cima / pel soffiar de’ venti” (Purg. V, 14/15) – nostra citazione - perché tanto trasporto nel proporre la lettura di un libro che, per quanto ben scritto, ben articolato, privo di acredine è tuttavia tossico? e perché non una parola di fraterna correzione nei confronti dell’amico autore del libro?                                                                                                              









marzo 2023
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