Incoronazione di Carlo III,

una cerimonia multireligiosa unta di veganismo


Articolo della Fraternità San Pio X



Pubblicato sul sito informazioni della Fraternità





La cerimonia di incoronazione del nuovo Re d’Inghilterra rimarrà eccezionale sotto molti aspetti: per la prima volta si è visto un vescovo cattolico partecipare attivamente alla benedizione del Re; ma non è stato il solo: lo stesso ha fatto un vescovo ortodosso, così come il «clero» femminile.

Tre donne «vescovo» hanno partecipano alla cerimonia insieme al primate della Chiesa anglicana, Justin Welby: una britannica di origini irlandesi e nigeriane, Dame Elizabeth Anionwu, che ha portato il globo; la baronessa Floella Benjamin, di origine caraibica, che si è occupata di uno degli scettri.

La moderatrice delle Free Churches [chiese libere], Helen Cameron, ha presentato a Carlo la lunga veste del mantello imperiale, e si è unita ai colleghi anglicani nella benedizione: Stephen Cottrell, di York, numero tre nella gerarchia anglicana, e Justin Welby, primate anglicano.

Sono intervenuti anche Nikitas Loulias, vescovo ortodosso, il segretario generale delle United Churches [Chiese Unite] e l’arcivescovo cattolico di Westminster, il  cardinale Vincent Nichols.

Da aggiungere anche i capi religiosi ebrei, musulmani sunniti e sciiti, sikh, buddisti, indù, giainisti, baha’i e zoroastriani, che hanno preso parte all’incoronazione. Quanto al primo ministro britannico, Rishi Sunak, indù praticante, ha letto l’epistola…


Il titolo di Defensor fidei

In seguito alla pubblicazione della Difesa dei Sette Sacramenti di Enrico VIII, dedicata a Papa Leone X, quest’ultimo gli aveva conferito nell’ottobre del 1521 il titolo di Defensor fidei, titolo che gli fu revocato negli anni Trenta del Cinquecento in seguito alla defezione del re e alla sua separazione dalla Chiesa cattolica.
Questo titolo venne nuovamente attribuito dal Parlamento inglese a Edoardo VI nel 1544, ma con un significato completamente diverso poiché si trattava della fede anglicana, di cui il Re stesso è il capo. Il Re d’Inghilterra continua a portare questo titolo, ma esso ha cambiato completamente natura.


Cosa ne pensa lo stesso Carlo III?

Il titolo di Defensor fidei non sembra immune da nuove storture. Già nel 1994, il futuro Re aveva espresso la sua preferenza per Defender of Faith rispetto a Defender of the Faith. La seconda formula, quella tradizionale, significa: Difensore della fede (intendendo la fede: prima cattolica, poi anglicana). La prima formula invece indica una fede indistinta, così che dovrebbe essere tradotta con Difensore delle credenze.

D’altronde, lo stesso Carlo III ha indicato chiaramente di non voler rinunciare a questo titolo, ma di volerlo intendere come «protettore delle credenze», lui che è il Re di questo Regno Unito così multireligioso, dove il Primo Ministro d’Inghilterra è indù e il Primo  Ministro della Scozia è musulmano.

Non deve quindi sorprendere che il rito che si è svolto a Westminster poggia sulla volontà di essere «inclusivi» a tutti i costi, in linea con il politicamente corretto.

Ma in una tale cerimonia, la partecipazione di un vescovo cattolico è dolorosa. Come dimenticare che per un secolo e mezzo il passaggio dell’Inghilterra all’anglicanesimo è avvenuto versando sangue cattolico?

E se oggi la «libertà religiosa» tollera la fede della Chiesa cattolica, ridotta tristemente a un credo come un altro, come non deplorare la confusione che questa cerimonia multireligiosa non mancherà di aumentare nell’animo di tanti cattolici?


 Profumo vegano

Questo strano sincretismo sarà il segno distintivo del nuovo Re?
Va tenuto presente che il crisma con cui è stato unto il nuovo sovrano è stato consacrato congiuntamente a Gerusalemme dal patriarca ortodosso Theophilos III e dall’arcivescovo anglicano Hosam Naoum; poiché Carlo III riserva un posto speciale all’Ortodossia, per via delle origini greche e ortodosse del padre Filippo.

Al pari di quest’ultimo, Carlo è un fervente ecologista: caratteristica che è manifesta nel crisma stesso. Esso è stato composto con gli elementi tradizionali di sesamo, rosa, gelsomino, cannella, neroli, benzoino, ambra e fiore d’arancio, ma sono mancati due ingredienti di origine animale; lo zibetto e l’ambra grigia, derivati rispettivamente dalle secrezioni dello zibetto e del capodoglio: un crisma vegano…









maggio 2023

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