Quale soluzione del conflitto russo-ucraino

ha in serbo il Vaticano?


Articolo di Don Francesco Cupello






Papa Francesco e il Patriarca Kyrill


Cosa succederebbe se, come sarebbe suo grave dovere, il Patriarca di tutte le Russie condannasse apertamente la guerra? Come sappiamo Egli non solo non l’ha condannata, ma l’ha addirittura giustificata [e non parliamo delle assurde motivazioni], arrivando addirittura ad incitare dall’Altare i fedeli ortodossi ad arruolarsi: assurdo, incredibile, scandaloso e sacrilego.
Molti si chiedono perché Papa Francesco non si limiti a scontate e generiche condanne della guerra, e non intervenga invece con parresia evangelica a supplicare il Patriarca, facendone nome e cognome, ad essere coerente con il Vangelo e non succube del potere di questo mondo. S. Ambrogio non fece entrare l’imperatore Teodosio in cattedrale, dicendogli apertamente che aveva le mani sporche di sangue per una strage da lui compiuta poco prima. Kyrill invece, non solo fa entrare Putin in cattedrale, ma gli dà un posto di onore, avvolgendolo delle stesse nubi di incenso, che vengono fatte salire a Dio, alla Vergine e ai Santi in segno di adorazione e di venerazione: scandaloso e sacrilego gesto davanti a tutto il mondo cristiano. Come disse un sacerdote ucraino, così facendo il Patriarca non solo danneggia l’intera Ortodossia, ma lo stesso Cristianesimo.

Gli ortodossi seguirebbero Putin o Kyrill, se quest’ultimo condannasse la guerra? Non sarebbe allora auspicabile un intervento più diretto del Papa, se non altro come estremo tentativo, dato l’aggravarsi della situazione e le farneticanti minacce atomiche dell’ex Presidente russo Medvedev, dalle quali Putin non ha preso le distanze? Un intervento diretto del Papa non mostrerebbe a chiare lettere che non è vero che sul colle vaticano gli equilibri diplomatici dei rapporti con l’Ortodossia russa vengono prima di ben altri più infinitamente preziosi valori?

Scrissi queste cose circa tre mesi fa in una lettera inviata a un giornale cattolico, che ritenne di non pubblicarla, evidentemente proprio per quegli equilibri diplomatici. E la guerra continua, sempre più atroce, sempre più pericolosa per il mondo intero. Anche la Pasqua ortodossa è passata invano. Nemmeno una tregua è stata proposta dal Patriarca Kyrill, che invece riguardo alla guerra ha mantenuto, se non consolidato la sua posizione, con una dichiarazione apparentemente auspicante la pace, ma di fatto confermante il suo pieno appoggio all'aggressione russa dell'Ucraina. Egli infatti augurando il raggiungimento di una pace giusta e duratura, che altro ha voluto dire se non che la pace può essere accettata solo se giusta, cioè solo alle condizioni dettate da Mosca, e solo se duratura, cioè con la totale e definitiva rinuncia alla rivendicazione in futuro da parte dell'Ucraina dei territori occupati da Mosca?

Ma in fatto di diplomazia Papa Francesco non è stato da meno, perché rendendo omaggio al popolo russo nel suo messaggio pasquale, che cos'altro ha voluto dire se non che la pace dipende in gran parte anche dalla posizione del popolo russo verso la guerra in corso, e quindi da una chiara condanna di questa da parte del patriarca Kyrill alla quale certamente i fedeli ortodossi, a suo tempo da lui incitati dall'altare ad arruolarsi, non resterebbero insensibili?

E' della ipotizzabile contrarietà alla guerra del popolo russo che Putin ha maggiormente timore, come dimostrano gli assurdi arresti e incarcerazioni di coloro che contestano quella che lui chiama "operazione militare speciale". Se il popolo russo si ribellasse in massa, Putin non lo potrebbe certo incarcerare tutto.

E allora viene spontaneo domandarsi perché Papa Francesco non parli chiaro, rivolgendosi direttamente al Patriarca Kyrill, invocandone una netta condanna della guerra e perché non lo supplichi in ginocchio, come ha fatto inginocchiandosi letteralmente per baciare i piedi delle autorità musulmane sudanesi, per supplicarne l'impegno a porre fine alla guerra in quel Paese.
Perché non supplica in ginocchio il Patriarca Kyrill, guida spirituale dell'Ortodossia russa, se solo pensa che il grande Pontefice Paolo VI supplicò in ginocchio le Brigate Rosse, chiedendo loro di liberare Aldo Moro?
La diplomazia non può essere al di sopra di certi valori e non sempre essa raggiunge gli scopi che si prefigge, come dimostrato dallo stesso appello di Paolo VI "agli uomini delle Brigate Rosse", dove il diplomatico inciso [si dice fortemente voluto dalla Segreteria di Stato] senza condizioni nella liberazione di Moro, fu la causa della caduta nel vuoto di tale appello. Non per nulla Norina, la consorte di Moro, se ne resentì molto, ponendosi in dura polemica con il Vaticano, arrivando persino a definire "singolare" la decisione di Paolo VI di presiedere i funerali dello Statista italiano e a nemmeno partecipare ad essi.

Allora è meglio salvaguardare i rapporti con l'Ortodossia russa, dalla quale poi in tanti anni di ecumenismo ben poco si è ottenuto al di là di vaghe dichiarazioni di reciproco rispetto e di qualche abbraccio, o tentare tutte le vie per porre fine a un assurdo massacro, a folli distruzioni e a sofferenze indicibili di tanti innocenti, anche a rischio di qualche raffreddamento nelle reciproche relazioni?

A un chiaro e pubblico appello del Papa, Kyrill dovrebbe pur rispondere. E a quel punto sarebbe chiaro a tutti, compreso il popolo russo, da che parte sta il male.

Questo è il testo della lettera che scrissi a due giornali cattolici, che non vollero pubblicarla. Ora, davanti a un fantomatico piano di pace del Vaticano, mi vengono spontanee queste riflessioni:

Il Vaticano parla di una mediazione, ma senza dare corpo a nessuna proposta, tant’è che il Presidente ucraino Zelensky ha detto chiaro e tondo al Papa in persona che l’Ucraina non ha bisogno di mediatori, lasciando intendere che qualunque mediazione è inaccettabile, perché comporterebbe un’accettazione, per quanto limitata da parte dell’Ucraina, dello statu quo che ha fatto seguito all’invasione e aggressione russa con annessione di territori ucraini.

La Russia da parte sua non è assolutamente disposta a tornare allo statu quo ante, ritenendosi più che giustificata all’annessione dei territori invasi e occupati, dai referendum da essa stessa indetti [e solo per questo da ritenersi assolutamente inammissibili e illegali], per chiedere ai russofoni ucraini da quale parte stare.

Sic stantibus rebus, non c’è nessuna soluzione, che preveda cedimenti dalle parti in conflitto. Una diversa convinzione sarebbe pura illusione e causa di cronicizzazione delle ostilità.

A mio modesto parere però (per quanto questo poco valga per ovvia mancanza di autorevolezza), una soluzione c’è ed è una sola: essa è esclusivamente nelle mani del popolo russo, come dimostra chiaramente la dura repressione fin dall’inizio da parte di Putin, di ogni contestazione contro la guerra. D’altra parte l’omaggio indirizzato il giorno di Pasqua da papa Francesco al popolo russo, come ricordavo già nella lettera sopra riportata, non sottintendeva tale concetto?

Ora, chi sul popolo russo può incidere più autorevolmente e fattivamente del Patriarca Kyrill, che infatti Putin, di ciò ben consapevole, cerca di tenersi buono con la concessione di grandi privilegi, con la ricostruzione e costruzione di chiese e con lauti finanziamenti, come dimostrato dal ricco patrimonio personale del Patriarca che si vocifera ammontante a circa quattro miliardi di euro?

Una evangelica condanna della guerra da parte del Patriarca, o quanto meno un suo rifiuto di giustificarla e di benedire uomini e mezzi militari, nonché l’impegno a non esortare più i fedeli ortodossi ad arruolarsi, avrebbe come risultato almeno un raffreddamento di costoro nell’appoggiare Putin in quella che quest’ultimo chiama operazione militare speciale come a suo tempo Stalin definì il suo intervento armato in Polonia e Cecoslovacchia. E senza l’appoggio del popolo russo, Putin non andrebbe molto lontano.

Cosa succederebbe dunque, insisto, se il Papa, a nome di tutte le Confessioni cristiane, che si impegnerebbero a sottoscriverlo, rivolgesse un pubblico appello al Patriarca Kyrill, perché esorti il popolo russo a ripudiare la guerra e a rifiutarsi di mandare i suoi giovani a morire, non per la Patria, ma per impadronirsi di terre di una Nazione sovrana?

Sono molto curioso di conoscere quali altre vie per la pace il Vaticano abbia in serbo di indicare.







giugno 2023

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