La vera natura del protestantesimo

parte seconda

LA DOTTRINA DI MARTIN LUTERO


di Don Curzio Nitoglia


Parte prima - La Vita di Lutero
Parte seconda - La dottrina di Martin lutero
Parte terza - Pangermanesimo neo/pagano



Gli articoli dell'Autore sono reperibili sul suo sito
https://doncurzionitoglia.wordpress.com/








La propaganda luterana contro il Papa

Lutero ha attaccato violentemente e volgarmente il Papato, in varie opere sue, abilmente accompagnate da xilografie, che ne hanno assicurata un’ampia recezione anche da parte delle masse incolte e illetterate (Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca del 1520; La cattività babilonese della Chiesa del 1520; La libertà del cristiano del 1520; Anticristo del 1520; Antitesi illustrata della vita di Cristo e dell’Anticristo del 1521; Significato delle due orribili figure, del Papa-asino e del vitelmònaco del 1523; Il Papato coi suoi messo in figura e in scrittura del 1526; Piccolo catechismo e Grande catechismo del 1529; Ritratto del Papato del 1545; Discorsi a tavola del 1546; Contro il Papato di Roma fondato dal diavolo del 1546).
Lutero da abile propagandista ha capito l’importanza delle immagini caricaturali, raffiguranti il Papa e la Chiesa di Roma, ognuna delle quali per le masse incolte vale un libro intero. Il suo metodo propagandistico è stato ripreso dall’Illuminismo, dal Liberalismo, dalla Massoneria, dal Bolscevismo, dal Modernismo, dalla Rivoluzione culturale sessantottina e oggi dalla “TV”.



Il Nominalismo filosofico/teologico di Lutero

Dal punto di vista filosofico Occam col suo Nominalismo ha influito sulla genesi del pensiero protestantico di Lutero. L’odio per la metafisica di Platone, d’Aristotele e di San Tommaso ha portato il francescano inglese - già nei primi anni del Trecento - a negare che si possa conoscere la realtà e la verità, a negare che esistano non solo concetti universali capaci di esprimere la realtà, ma anche le essenze o le nature universali a solo vantaggio dell’individuo.

Tutto questo ha dato luogo all’Individualismo religioso (Luteranesimo: “Sola Scriptura”), filosofico (Cartesianismo: “Cogito ergo sum”), politico (Machiavellismo/Liberalismo: “La Ragion di Stato senza la morale”).

Questi tre errori aprono la porta al soggettivismo relativista, scettico e agnostico: nulla è certo, al massimo ognuno ha la sua opinione personale e interpreta la S. Scrittura come vuole. La Modernità idealistica è contenuta in germe nell’Occamismo e nel Luteranesimo. Essa segna la rottura con la classicità greco/romana, con la Patristica e con la Scolastica, in breve con la Res Publica Christiana, ossia con la Cristianità medievale retta e diretta dal Papa come Vicario di Cristo assieme all’Impero quale antemurale della Chiesa, ossia braccio armato della Chiesa disarmata.


La Modernità nasce anche con Lutero

Già con Occam, poi con l’Umanesimo e il Rinascimento e, quindi, con Lutero finisce un’era tradizionale e classica e inizia formalmente ed esplicitamente, in maniera irreversibile, un’altra rea progressista e moderna, antesignana dell’Idealismo, del Modernismo, il “Collettore di tutte le eresie” (S. Pio X) e del Nichilismo post-moderno (Nietzsche, Marx, Freud, Jung, Scuola di Francoforte e Strutturalismo francese).

La nascita delle religioni nazionali e degli Stati nazionali apre la via alla nascita dell’Assolutismo e alla morte del Sacro Romano Impero, che avverrà formalmente con la fine della Prima Guerra Mondiale (1918). Oggi le Nazioni sono state rimpiazzate dal Mondialismo, dal “Tempio Universale” e dalla “Repubblica Universale” - progettati dal Cabalismo italiano del Quattro/Cinquecento, dalla Massoneria, dall’Alleanza Israelitica Universale - quale autostrada al Regno dell’Anticristo.

Purtroppo lo spirito paganeggiante, ma ancor più quello giudaizzante, talmudico e cabalistico dell’Umanesimo è penetrato nelle menti degli uomini di Chiesa ed anche di alcuni Papi rinascimentali “gran signori, […] dotti mecenati,  che vivono nel lusso e colgono ogni possibile occasione per far festa. I carnevali romani sono famosi in tutto il mondo così come le feste mitologiche per la glorificazione dei Papi. […]. Nepotismo, mondanità, sete di potere, vita spesso dissipata: queste sono le caratteristiche non proprio esemplari del Papato rinascimentale. […]. Come la Chiesa abbia potuto sopravvivere alle persecuzioni e alla vita scandalosa di numerosi suoi prelati è un vero miracolo” (A. PELLICCIARI, Martin Lutero, Siena, Cantagalli, 2012, pp. 27-28). Perciò non dobbiamo disperare oggi che Essa potrà sopravvivere anche alla crisi neo/modernistica, che l’avvolge da oltre mezzo secolo. 


Sunto della dottrina luterana

Lutero ha creduto di aver trovato in San Paolo (Commento alla Lettera ai Romani, 1515-1516) il principio e il fondamento del suo sistema teologico, che può essere sintetizzato così: ) la sola fede senza le buone opere basta a santificare o giustificare l’uomo; 2°) la giustizia originale è connaturale all’uomo, è dovuta alla natura e non è un dono gratuito di Dio; 3°) il peccato originale ha distrutto la ragione rendendola incapace di conoscere la verità ed ha distrutto anche il libero arbitrio, che è totalmente assente; 4°) perciò l’uomo non è responsabile dei suoi atti e non è risanabile neppure da Dio; 5°) la Redenzione e la santificazione della natura umana sono puramente estrinseche all’uomo: sono come un manto che copre il peccato, ma non lo cancella; 6°) la santificazione è solamente opera di Cristo che si sostituisce all’uomo, il quale non deve cooperare all’opera della Redenzione; 7°) la grazia santificante non è presente nell’anima dell’uomo giustificato; 8°) l’unico atto buono che può compiere l’uomo è la fede fiduciale, ossia, abbandonarsi a Dio confidando solo nella Sua misericordia e nel perdono dei propri peccati, senza lottare contro di essi, pentendosene e riparandoli; 9°) i Sacramenti sono inutili e non conferiscono la grazia; 10°) la Chiesa gerarchica è un’invenzione umana e non un’Istituzione divina, tra l’individuo e Dio non vi è nessun intermediario; 11°) la vera Chiesa di Cristo è invisibile ed è la comunità dei predestinati (Cfr. P. PARENTE – A. PIOLANTI – S. GAROFALO, Dizionario di Teologia dommatica, Proceno di Viterbo, Effedieffe, V edizione, 2018, voci Luteranesimo e Protestantesimo).


Odio luterano contro Dio

Tutto ciò ha portato Lutero quasi all’odio verso la giustizia di Dio, non avendo ben formato in sé il concetto della Sua misericordia.

Un anno prima di morire, nel 1545, Lutero ha scritto nella Prefazione alla sua Opera omnia: “Nonostante l’irreprensibilità della mia vita monastica, mi sentivo peccatore davanti a Dio; la mia coscienza era molto inquieta. Perciò, non amavo quel Dio vendicatore, anzi l’odiavo e mormoravo in segreto contro di lui”.

Da qui è nata la sua eresia della giustificazione solo mediante la fede fiduciale in Dio, senza le buone opere, per cui basta avere fiducia di salvarsi e ci si salverà, anche se non si osservano i 10 Comandamenti di Dio: “Pecca fortiter, sed fortius crede / pecca fortemente (M. LUTERO, Lettera a Melantone, 1° agosto 1521), ma spera ancor più fortemente di salvarti”. Come si vede la dottrina luterana è la distruzione della vita morale e della religione poiché spinge al peccato contro lo Spirito Santo, ossia alla presunzione di salvarsi senza merito e all’impenitenza finale.

L’odio contro Dio è connaturale al Protestantesimo e porta con sé la rivolta contro la Chiesa romana fondata da Gesù su Pietro. Non si può capire lo scisma luterano da Roma se non si ha presente la rivolta di Lutero contro la giustizia divina a causa dell’eresia sulla corruzione sostanziale della libera volontà umana.  Per esempio nella terza Tesi di Wittenberg si legge: “L’uomo diventa simile a un albero marcio e può volere e fare solo il male” e nella quinta Tesi: “La volontà umana non è libera di scegliere il bene o il male, ma è schiava [del male]”.


Lo scatenamento dei sentimenti e delle passioni

Lutero ha saputo spargere il veleno della sua dottrina ereticale con molta sagacia, utilizzando un linguaggio semplice, chiaro, caricaturale, ironicamente volteriano e accessibile a tutti. Egli è stato un vero maestro della “propaganda popolare”, aiutata dalla recente invenzione della stampa abilissimamente impiegata da lui tramite messaggi brevi, lapidari, slogan, facili da capire, imparare a memoria e poi ripetere.
L’odio contro l’ordine divino è scatenato da Lutero tramite quest’abile propaganda, la quale mira a parlare al cuore e al sentimento più che alla ragione, odiata da Lutero al pari di Dio e della Chiesa e definita da lui “la Prostituta del diavolo”.
Come si vede in Lutero si trovano in potenza gli elemento basilari del Nichilismo filosofico del XXI secolo, che odia e vuol distruggere la logica, la morale e l’essere creato e Increato. Nietzsche, Marx, Freud, Jung, il Sessantotto (con la Scuola di Francoforte e lo Strutturalismo francese) non hanno inventato nulla di nuovo, lo hanno ripescato e riproposto con tutta la forza delle passioni scatenate dalla musica pop, dall’alcol e dalle droghe ed hanno sfondato le ultime barriere che ancora difendevano lo Stato, la famiglia e perfino l’individuo nell’interiorità della sua anima, la quale è stata violata attraverso l’influsso nefasto esercitato dallo scatenamento delle passioni sulla sensibilità (“nihil in intellectu quod prius non fuerit in sensu / niente entra nell’intelletto se prima non è passato attraverso i sensi”). Solo Dio, infatti, può agire direttamente sull’essenza dell’anima, ma il diavolo e i suoi suppositi (tra cui spicca Lutero) possono, mediante i sensi esterni e interni dell’uomo, cercare di influire sul suo intelletto e sulla sua volontà. Il subconscio, il sentimentalismo e l’esperienza religiosa del sistema modernistico affondano le loro radici nel Luteranesimo, che ha raggiunto il suo zenit con il Modernismo e il Sessantotto.


L’uomo non è libero

Dopo aver snaturato Dio, anche l’uomo è stravolto e quasi distrutto da Lutero, secondo il quale la volontà umana è “schiava”, non è per nulla libera e non è, quindi, responsabile delle sue azioni. Nella sua opera De servo arbitrio del 1525 Lutero scrive che l’uomo è come un cavallo sul quale possono salire due cavalieri senza che lui possa far nulla per volerlo o impedirlo: “Se sale Dio, l’uomo va e vuole dove va e vuole Dio. Se vi sale il diavolo, l’uomo va, dove il diavolo lo conduce. Non dipende da lui dove andare, sono i cavalieri che decidono”.

Inoltre Dio non vuole che tutti si salvino, ma alcuni li predestina alla dannazione, senza alcuna loro colpa. Si capisce come un “Dio” simile, se per assurdo esistesse, sarebbe malvagio e degno di odio.
Lutero ha distrutto la natura stessa di Dio, che non è il Dio Padre, Onnipotente, Provvido e Misericordioso dell’Antico e Nuovo Testamento e non ha nulla a che fare con Gesù Cristo; sembra piuttosto il “Dio cattivo”, che appartiene alla visione dualistica dello Gnosticismo manicheo e si contrappone a quella del Cristianesimo. Un “Dio” che crea degli uomini per mandarli eternamente all’inferno sarebbe un mostro, anzi un diavolo.

L’odio di Lutero contro Dio e la Chiesa romana traspare dal linguaggio dell’ex frate tedesco, che è violento, passionale, volgare, retorico, demagogico quasi “sindacalistico”. Il linguaggio tipico del rivoluzionario è impregnato di odio e di violenza e trova facile accoglienza nell’animo umano ferito dal peccato originale, il quale lo inclina più facilmente al male che al bene, all’odio che all’amore, alla violenza che all’equilibrio. Si ritrova qui nitidamente tratteggiato il quadro delle “Due Città”, dipinto da S. Agostino nella Città di Dio: da una parte l’amore di Dio, che porta l’uomo a sentire umilmente di sé (Città di Dio) e dall’altra parte l’amore di sé, che lo spinge all’odio di Dio (Città di Satana). La storia umana è fatta dallo scontro continuo di queste due Città e di queste due filosofie, che si attaccheranno tutti i giorni sino alla fine del mondo, con alterne vicende, ma con il trionfo finale della Città di Dio.

Lutero non voleva cercare la verità e dibattere, ma voleva solo insultare, ridicolizzare, aizzare odi e rancori, essendo ripieno di odio contro Dio e quindi contro le sue creature. Il “principio e fondamento” del Luteranesimo è l’odio metafisico e demoniaco contro Dio, la sua Chiesa e le sue creature umane.
Egli prima ha scatenato metà Germania contro Roma e poi i Prìncipi tedeschi contro i contadini.


La guerra contro i “contadini”

Per “contadini” qui s’intende non solo coloro che, lavoravano la terra, ma il popolo in generale che viveva nella povertà. Questo popolo prima è stato carezzato e adulato da Lutero, ma poi gli si è rivoltato contro come lui si era rivoltato contro il Papa. Il popolo ha iniziato a non obbedirgli più, allora Lutero si è schierato con i Prìncipi e li ha aizzati contro il popolo che avrebbe dovuto obbedire all’autorità sua e dei Prìncipi e non contestarla. Lutero ha incitato violentemente i Prìncipi a combattere i contadini, a “strangolarli, impiccarli, bruciarli, decapitarli” (Contro le bande brigantesche e assassine dei contadini, 1525).
In una predica del 1526 Lutero ha sostenuto che “il popolo e la massa sono e restano non-cristiani” perché hanno avuto il torto di non averlo seguìto. Tutto ciò Lutero l’ha affermato mentre si era già rivoltato contro il Papa e l’Imperatore, appoggiandosi ai Prìncipi tedeschi, senza i quali il Luteranesimo non avrebbe attecchito. Circa 100 mila contadini saranno uccisi nella sanguinosa guerra mossa loro dai Prìncipi tedeschi e durata circa 8 anni.
Lutero nella sua opera Se le soldatesche possano andare in Paradiso, conformemente alla sua ideologia, ha sostenuto che l’autore di tali massacri era Dio

L’unità religiosa dell’Europa ha iniziato a morire con la Pace di Augusta (1555), che riconobbe ai Prìncipi protestanti il diritto d’imporre ai propri sudditi il culto riformato nei loro territori (“cujus regio ejus et religio / la religione di ognuno è quella del suo re”). Le ultime vestigia del Sacro Romano Impero sono state abbattute dalla Prima Guerra Mondiale, che ha rimpiazzato l’Impero o il Regno sociale di Cristo col Nuovo Ordine Mondiale o il Regno sociale di Satana. Certamente il Luteranesimo è una pietra miliare di questo Nuovo Ordine Mondiale, che è l’anticamera del Regno dell’Anticristo.

Lutero più che un’innovazione nella storia della Chiesa e dell’umanità ha segnato un’involuzione. Infatti, il suo nazionalismo esasperato gli ha fatto fondare una “chiesa” nazionale, l’ha fatto rivolgere ad un solo popolo, come succedeva nel Vecchio Testamento, che è stato rimpiazzato dal Nuovo ed Eterno Testamento, in cui Gesù chiama tutti gli uomini di tutte le Nazioni ad entrare nella sua Chiesa fondata su Pietro.
Lutero ha chiamato l’uomo germanico a rivoltarsi contro l’universalismo o il cattolicesimo romano. Egli ha rotto radicalmente con 1.500 anni di Cristianesimo per ritornare al particolarismo rabbinico e giudaico, che riservava la salvezza solo a Israele.


Odio contro la Chiesa di Cristo

Lutero ha distrutto anche la struttura della Chiesa come Cristo l’ha voluta. Infatti, ha rimpiazzato il Sacerdozio col laicato, ha abolito il Sacramento dell’Ordine sacro e gli altri Sacramenti, tranne il Battesimo, che però - secondo lui - non cancella il peccato originale, ma attribuisce una santità esteriore all’anima del battezzato; ossia, copre il peccato originale come un tappeto copre la sporcizia che sta sotto di esso.

Certamente molti ecclesiastici rinascimentali erano poco edificanti, ma Lutero ha assolutizzato ed estremizzato questo triste stato di cose e ne ha visto un’occasione per sentenziare che Dio  avrebbe salvato la sua Chiesa per mezzo dei laici, perché gli ecclesiastici erano diventati del tutto indegni. Egli si è messo al posto di Cristo ed ha fondato un’altra “chiesa” essenzialmente diversa da quella del Verbo Incarnato, in cui lui e i Prìncipi tedeschi hanno preso il posto di Pietro, degli Apostoli, dei Sacerdoti e dell’Impero.

Per volontà di Cristo i fedeli laici possono essere uniti a Dio, offrire a Lui i loro doni e ricevere da Lui le Sue grazie tramite la mediazione ascendente e discendente del Sacerdozio esercitato solo da chi ha ricevuto il Sacramento dell’Ordine sacro. Lutero ha parlato, in senso stretto, di Sacerdozio universale di tutti i fedeli, che possono confezionare e amministrare i Sacramenti senza la mediazione del Ministro che ha ricevuto l’Ordine sacro. Invece, si legge nel Vangelo che Gesù ha scelto i suoi Apostoli ed ha detto: “Non siete voi che avete scelto Me, ma sono Io che ho scelto voi” (Giov., XV, 16).

L’eresiarca tedesco ha contraddetto Gesù Cristo.

Infatti, mentre Gesù ha detto: “Tu sei Pietro e su questa pietra Io edificherò la Mia Chiesa. A te darò le chiavi del Regno dei Cieli. Tutto ciò che tu scioglierai sulla terra, sarà sciolto nel Cielo…” (Mt,. XVI, 18-19), Lutero ha detto che le Chiavi del Regno sono state consegnate non al solo Pietro, ma a tutta la comunità dei fedeli. Da questa democrazia religiosa, che ha cercato di rimpiazzare l’istituzione del Primato monarchico del Papa, Lutero è giunto a rendere dispotico il potere del Principe. Poiché ogni Società richiede necessariamente un’Autorità, per non far cadere la Germania nell’anarchia, Lutero ha chiamato i Prìncipi a debellare i contadini che iniziavano a ribellarsi e a protestare contro di lui, proprio come lui aveva protestato contro il Papa. Il potere dei Prìncipi tedeschi divenne dispotico e tirannico, come ogni falso potere, il quale per farsi obbedire deve ricorrere all’uso smodato della forza.


Il Papato è l’Anticristo

Se, per Lutero, Dio è talmente malvagio da predestinare alcuni uomini all’inferno senza nessuna loro colpa, è naturale che il Vicario di Dio in terra, il Papa, sia l’Anticristo e con lui i “romani”, ossia i cattolici, come li chiamava con disprezzo.

Lutero ha negato che il Papa e la Chiesa sono superiori al Re e allo Stato come lo spirito è superiore alla materia. Ha negato che il Papa ha il potere del sommo Magistero nell’interpretare la Rivelazione divina e infine ha negato che il Papa è superiore al Concilio ecumenico (e qui si vede chiaramente la filiazione luterana del Conciliarismo gallicano, che ha dato nascita al fenomeno delle “chiese nazionali” contro la Chiesa universale o cattolica).


La sola Scrittura, la sola Fede e la Giustificazione

Il cardinal Louis Billot nel suo trattato De Ecclesia Christi (Prato, Giachetti, 1909, pp. 62-67) riassume i princìpi della teologia luterana, che riposa sul principio primo della giustificazione per la sola Fede. Ossia, Dio ci attribuisce o imputa la giustizia o santità di Cristo, che è ricevuta dall’uomo tramite la sola Fede senza le buone opere o l’osservanza dei 10 Comandamenti. Inoltre, la Fede per Lutero è un sorta di fiducia cieca, che porta l’uomo a credere e poi a fare quel che gli piace con la fiduciale speranza di salvarsi. “Pecca fortemente e spera ancor più fortemente di salvarti / Esto peccator et pecca fortiter, sed crede fortius et gaude in Christo, qui victor est peccati, mortis et mundi” (Lettera di Lutero a Melantone, 1° agosto 1521).
Qualcuno ha cercato di salvare Lutero interpretando la frase nel senso che i peccati, se seguiti dal dolore e dal pentimento sono perdonati da Dio. Ma, non è questo il significato autentico della frase luterana. In questo passaggio i due momenti della giustificazione cattolica sono invertiti:
“Un tale ) ha la fede giustificante. 2°) Commette in séguito un migliaio di fornicazioni e di omicidi. In mezzo a tutte queste dissolutezze, 3°) può conservare la fede giustificante e rimanere amico di Dio. Infatti, la fede fiduciale viene seguita dal peccato, che non ci separa da Cristo grazie alla fiducia di salvarci” (GLEIZE, cit., P. 84).

San Pietro nella sua II Epistola (I, 20-21) ha insegnato che “nessuna Scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione”.
Allora, ci si chiede, ha ragione Pietro o Lutero, che negando il Magistero, ha rivendicato per ogni singolo uomo la libera e soggettiva interpretazione della S. Scrittura da parte dei privati fedeli?
Lutero qui non ha usato l’escamotage che ha impiegato per l’Epistola di San Giacomo definita “paglia non evangelica” negandone la canonicità, ma ha esaltato la libertà individuale solo per l’interpretazione della S. Scrittura, mentre l’ha negata (De servo arbitrio, 1525) per le opere di salvezza, nella scelta del bene o del male. Questa è una delle innumerevoli contraddizioni di Lutero, fondate sul suo soggettivismo relativista che l’ha portato a dire tutto e il contrario di tutto e a lasciar libero ognuno di regolarsi come meglio crede. Tuttavia se ognuno legge e interpreta la Bibbia come meglio crede, ne segue che il significato della Scrittura è indefinito, non è preciso e non è quello datoci dal consenso, moralmente unanime, dei Padri ecclesiastici. In questo caso Dio avrebbe parlato a vuoto, avrebbe detto cose che non hanno un significato preciso, ma ciò è assurdo ed è una bestemmia contro l’Onniscienza divina.

La giustificazione per Lutero non santifica l’anima intrinsecamente, ossia non cancella il peccato e fa abitare la SS. Trinità nell’anima, ma imputa estrinsecamente all’uomo (che intrinsecamente resta un peccatore) la santità di Cristo. L’uomo non diventa realmente giusto e santo, ma è dichiarato giusto. “La nostra giustizia si trova fuori di noi” (Formula di concordia, 1577). Dio ci dice o ci dichiara giusti, ma non lo siamo in noi stessi. Si tratta di una giustificazione estrinseca e non intrinseca.


Primo principio del luteranesimo: la Sola Fede

Da questo primo principio del protestantesimo (Sola Fides) nascono 4 conseguenze: 1°) Sacerdozio universale; 2°) inutilità delle buone opere; 3°) impossibilità di evitare il peccato; 4°) la Chiesa pneumatica e non gerarchica. Vediamoli in particolare.

1°) Sacerdozio universale

La prima conseguenza del principio basilare del sistema luterano (“Sola Fides”) è il sacerdozio universale di tutti i battezzati. Infatti, la “Sola Fede” significa che ogni uomo possiede la propria salvezza in virtù della sua relazione immediata, per la fede fiduciale, con Cristo. Perciò, chi si salva lo fa senza nessun intermediario (Sacerdozio, Maria SS., Santi). Ognuno che crede che i propri peccati non gli saranno imputati per via dei soli meriti di Cristo non ha più bisogno di una mediazione tra Dio e l’uomo e quindi del Sacerdozio. Siccome ogni battezzato per la fede fiduciale entra direttamente in rapporto con Dio, ognuno è sacerdote.

Vi possono essere al massimo “Ministeri e ministri”, ossia funzioni e funzionari pastorali e amministrativi nella nuova religione luterana, che sono utili per ragioni pratiche nell’amministrazione della “chiesa” protestante, spiegando la Bibbia in maniera pertinente e celebrando il “culto” con ordine e dignità. Essi sono dei “tecnici” necessari, poiché non tutti i battezzati hanno le capacità di svolgere nella “chiesa” le suddette funzioni pubbliche (battesimo, cena e predicazione della Bibbia).


2°) Fede senza opere

Se la “Sola Fede fiduciale” giustifica, le buone opere (osservare i 10 Comandamenti) sono inutili. La salvezza dipende unicamente da Dio e per nulla dal battezzato.



3°) Impossibilità della vita morale

La giustificazione lascia il battezzato nel peccato, che viene ricoperto come con un manto dalla Giustizia di Cristo. La libertà è totalmente corrotta e distrutta dal peccato originale, l’uomo è assolutamente incapace di compiere il bene. Perciò, la Legge morale non ha valore precettivo, ma soltanto puramente esortativo. Inoltre, per il buon andamento della Società civile e religiosa occorre un’apparenza di ordinamento giuridico, che garantisca la sottomissione dei fedeli alle autorità religiose e civili come la sottomissione alle leggi sociali. “Pecca fortiter, sed fortius crede” (MARTIN LUTERO, Lettera a Melantone, 1° agosto 1521).
Perciò, l’immoralità non nuoce alla salvezza, purché resti la fiducia cieca di salvarsi. La morale è impossibile perché la libertà non esiste più dopo la colpa di Adamo. La sola Fede fiduciale basta a giustificare l’uomo.


4°) la Chiesa dei soli “Santi”

La Chiesa di Cristo per Lutero è l’assemblea di coloro che, in ragione delle Fede fiduciale di essere dichiarati “giustificati” da Cristo, possiedono la “Giustizia” imputata loro da Dio e, quindi, son predestinati al Paradiso.

Per Lutero vi è una doppia Chiesa 1°) una visibile, che non è d’istituzione divina e varia secondo i tempi e i luoghi, chiamata la “cristianità corporale esteriore” ed è costituita dal culto liturgico, dai due sacramenti (battesimo ed eucarestia) e dalla predicazione della Bibbia; 2°) un’altra invisibile, la sola vera autentica Chiesa di Cristo, nascosta nella prima, che l’eresiarca chiama la “cristianità spirituale interiore”. 


Il secondo principio del Luteranesimo: la Sola Scrittura

Al principio primo della “Sola Fede” segue il secondo principio della “Sola Scrittura”. Questo secondo principio non nacque nel 1517 ma, molto tempo dopo. Infatti, nella Confessione di Augusta del 1530 non si menzione la “Sola Scrittura”, che spuntò durante le dispute sollevate dagli avversari di Lutero e sarà Zwingli che, in séguito, porrà in evidenza il principio della “Sola Scrittura”, rinnegando la Tradizione apostolica come una delle due fonti della Rivelazione assieme alla S. Scrittura, che deve essere interpretata da ogni singolo battezzato come lui pensa e non più dal Magistero della Chiesa. 


Protestantesimo come Rivoluzione gnostica

Come ogni movimento gnostico la pseudo/riforma luterana ha fatto tabula rasa del passato su cui avrebbe dovuto fondarsi come “un nano sulle spalle di un gigante”.

Anche qui non si può non notare come Lutero abbia cancellato con un colpo di spugna 1.500 anni di storia del Cristianesimo. Egli ha mantenuto la “Sola Scrittura”, ha elimina la Tradizione, i Commenti dei Padri ecclesiastici, l’interpretazione del Magistero, l’Autorità del Papa come Vicario di Cristo e successore di San Pietro. Ha ricominciato tutto da zero, come se nulla fosse esistito, tranne la Scrittura che ognuno interpreta a modo suo e le fa dire ciò che più gli aggrada. Giustamente Angela Pellicciari nota che “un solo frate che va contro tutta la Cristianità di un migliaio di anni, deve essere nell’errore” (cit., p. 77).

La personalità di Lutero e dei protestanti è la medesima del rivoluzionario e dello gnostico: la presunzione di essere gli unici, i primi a capire qualcosa sull’uomo e su Dio e conseguentemente il desiderio di voler rifare tutto sin dalle fondamenta. Tutto riparte da zero, tutto è nuovo dopo aver distrutto l’ordine antico, anche lui ha posto una pietra per la costruzione del Nuovo Ordine Mondiale, che dovrebbe ergersi sulle rovine della Chiesa romana e “appianare le vie” all’Anticristo.


Lutero e l’ebraismo

All’inizio della rivolta contro Roma (1517) Lutero è stato ben disposto verso l’ebraismo postbiblico, nemico giurato del Papato, ma, dal 1543, ne è divenuto avversario acerrimo.

La prima fase filogiudaica è vissuta da Lutero nell’ottica della futura conversione d’Israele, grazie alla restaurazione luterana del vero Cristianesimo, che sarebbe stato corrotto dal Papato, il quale aveva impedito così l’adesione degli Ebrei al Cristianesimo.

Ma quando gli Ebrei, nonostante la presunta pura predicazione di Lutero del vero Cristianesimo antiromano, attorno al 1543 hanno rifiutato di convertirsi allora, Lutero ha scritto due libretti (Contro gli Ebrei; Degli Ebrei e delle loro menzogne) in cui li ha condannati spietatamente e senza speranza di una futura conversione, che pure è divinamente rivelata in San Paolo (Rom., XI, 26).

La dottrina luterana sull’ebraismo non è quella dell’antigiudaismo teologico (fondato sulla divinità di Cristo e sulla SS. Trinità), che la Chiesa ha insegnato sin dalla sua nascita, ma è quella di un violento antisemitismo biologico e razziale. Lutero ha scritto che gli Ebrei sono “cani sanguinari”. Perciò, in pratica “è utile bruciare tutte le loro sinagoghe, tutte le loro case private”.
Prima di morire, il 15 febbraio del 1546, Lutero ha scritto la sua ultima opera titolata Ammonimento ai Giudei, in cui ha asserito che, se gli Ebrei si ostinano a non convertirsi al vero Vangelo luterano, “non devono essere tollerati”.


CONCLUSIONE


 L’Indipendenza protestante

Secondo Jacques Maritain (I tre Riformatori: Lutero, Cartesio e Rousseau, Brescia, Morcelliana, 1928) la rivolta di Lutero corrispose all’avvento dell’Io in religione.
Padre Charles Boyer ha detto che il protestantesimo ha eretto a dogma l’autonomia della coscienza. “Questo dogma è la rovina di tutti gli altri perché consacra la rovina dell’Autorità divina e umana”. Autonomia, indipendenza, individualismo, soggettivismo, relativismo: sono i pilastri e i frutti del Protestantesimo. “Dio sì, Cristo no (Deismo); Dio e Cristo sì, la Chiesa no (Luteranesimo); né Dio né padrone (Marx); Dio è morto (Nietzsche): queste sono le tappe del mondo moderno” (PIO XII). In breve, il Protestantesimo inaugura la religione dell’Individualismo, dell’indipendenza e dell’emancipazione dell’uomo da Dio e dalla sua Chiesa.

Giustamente, dunque, padre Gabriele Roschini scriveva: «l’età moderna, iniziatasi con l’umanesimo, è una marcia verso la conquista dell’io, che il Medio Evo aveva mortificato in omaggio a Dio. Per riconquistare quest’io, mortificato da Dio, l’uomo si mise a percorrere freneticamente le vie dell’emancipazione.
Venne Lutero col Protestantesimo, e si ebbe l’emancipazione dell’io dall’autorità religiosa. Venne Cartesio e col suo famoso metodo filosofico, segnò l’emancipazione dell’io dalla filosofia tradizionale, ossia dalla filosofia perenne che è l’unica vera; emancipazione filosofica poi agli ultimi termini da Kant, da Hegel, ecc… . Venne Rousseau e con i suoi principi sociali rivoluzionari segnò l’emancipazione dell’io dall’autorità civile.
Questa continua, progressiva emancipazione dell’io ha poi culminato nella divinizzazione dell'io medesimo e nella conseguente umanizzazione, o meglio, distruzione di Dio. Si è avuta così l’uccisione nicciana di Dio in omaggio all’io» (1).




NOTA

1 - La Santa Messa. Breve esposizione dogmatica, II ed., Frigento (AV), CME, 2010, p. 11-13.







 
giugno 2023
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